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martedì 16 gennaio 2018

Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Martin McDonagh, UK/USA, 2017, 115')




In uno dei loro pezzi più noti ed apparentemente semplici, i Beatles cantavano "All you need is love".
Detta così, senza associarla ai Fab Four, parrebbe quasi una frasetta del cazzo da Baci Perugina, o romanzo rosa di dubbio gusto ed indubbia (bassa) qualità.
Ma come spesso accade, nella semplicità risiede qualcosa di talmente grande da mangiarsi tutto il resto, perfino quando il mondo attorno crolla pezzo dopo pezzo, e l'unica strada che pare possibile per lo stesso è quella di andare inesorabilmente a puttane, senza usare troppi giri di parole.
Ed è quella la direzione che pare aver preso la vita ad Ebbing, Missouri, uno di quei piccoli centri persi tra il nulla e l'addio eastwoodiani in cui tutti sanno tutto di tutti ed i peccati sono al contempo ben nascosti sotto i tappeti eppure alla mercè delle voci che danno buoni consigli non potendo più dare cattivo esempio: c'è un Capo della polizia che è il ritratto dell'uomo d'altri tempi, con un bel tumore al pancreas e non si capisce se troppa condiscendenza o troppo poco coraggio, il suo protetto che vive in bilico tra bullismo e razzismo, e per sfogare la rabbia di una vita ben al di sotto degli standard che i suoi fumetti probabilmente gli fanno sognare preferisce affogare il dolore nell'alcool o gettando pubblicitari falliti dalle finestre dopo averli pestati, un venditore di auto usate che cerca con il cuore, le bugie ed una strana e silenziosa determinazione a non essere visto sempre e solo come un nano, miserie umane e speranze più o meno in pezzi che s'infrangono, divampano, esplodono contro tre manifesti che cercano di portare a galla una verità terribile piuttosto che rimanere confinati nella tranquillità di un silenzio troppo pesante.
E poi c'è lei, Mildred.
Mildred che è una donna che ha dovuto farsi le ossa a fronte di un marito violento che esibisce una fidanzata che potrebbe essere la loro figlia morta, bruciata e violentata proprio sulla strada di quei manifesti, che lavora e non ha paura di dire quello che pensa e fare quello che vuole, che ha deciso, perduto l'amore, di sopravvivere grazie all'odio.
Perchè è quello, che resta in piedi nei posti persi tra il nulla e l'addio, le case polverose delle speranze infrante.
Quello che pompa il sangue nel cuore di Mildred, in quello di Dixon, che scorre sotto le strade di Ebbing, Missouri. Quello che si è portato via una ragazza nel peggiore dei modi, e che trascina da sotto i tappeti in cui vengono nascosti male i peccati tutto quello che di peggiore può rimanere dei peccati stessi, dal rancore alla paura. E di nuovo, all'odio.
Lo stesso che trasforma una risata o un momento talmente assurdo dall'essere divertente in una delle sequenze più disturbanti del passato recente, che apre vecchie ferite e si compiace nel cospargerle con il sale del rimorso e dei sensi di colpa, e trasforma qualsiasi confronto in una sorta di guerra.
Per chi in guerra ci è andato perdendo fin troppo della sua umanità, e per chi è rimasto, e combatte ancora più duramente tutti i giorni.
E proprio quando, come nella notte più buia, l'unica strada che pare possibie è quella di andare inesorabilmente a puttane, ecco che ritorna quella frase semplice semplice.
All you need is love.
Una cosa apparentemente banale che si porta dietro il segreto del mondo, anche quando pare non ci sia davvero un cazzo per cui anche solo sognare di essere felici, o lottare, o difendere.
Perchè, come scriveva Hesse, "Senza una madre non si può amare, senza una madre non si può morire", o come ricorda Willoughby a Dixon, "Non puoi essere un buon poliziotto senza amore".
L'amore ti da la dimensione di quello che vuoi proteggere, e la forza per dimostrare che anche le cose peggiori, a volte, possono prendere una direzione diversa da quella che si possa pensare.
Non è detto che possano comunque finire bene, o che da qualche parte l'odio non possa generare altro odio.
Ma chi è pronto a scommettere su quella semplice frase, ha senza dubbio spalle abbastanza larghe per sopportare il dolore e volontà abbastanza forte per iniziare un viaggio che possa portare oltre.
Quello che accadrà si potrà sempre decidere un passo dopo l'altro.



MrFord



giovedì 11 gennaio 2018

Thursday's child



Alle spalle la sosta delle Feste natalizie, torna alla ribalta la rubrica dedicata alle uscite cinematografiche più celebrata (???) della blogosfera, che oltre ai consueti presentatori, il qui presente Ford ed il suo rivale Cannibal Kid, a questo giro ospiterà l'aristocratica Alessia Carmicino, una delle bloggers più ottocentesche che possiate immaginare.
Come avrà influito la sua presenza sulla prima uscita del duemiladiciotto di questo appuntamento?


"Sono la versione horror del Cucciolo Eroico! O almeno, vorrei esserlo!"


Tre manifesti a Ebbing, Missouri

"Questi sono i resti di Cannibal: Ford ha fatto davvero uno scempio."

Alessia: Tre manifesti in una cittadina nel bel mezzo del nulla per dire a Cannibal di smettere di scrivere? Dopo anni di storica rivalità, da Ford mi aspettavo quanto meno un un duello di pistola alla Sergio Leone, non queste soluzioni politically correct!
Già accolto meravigliosamente e premiato a Venezia, fresco fresco di Golden Globes arriva al cinema il nuovo film di Martin McDonagh (regista irlandese che aveva fatto scintille col bellissimo e strampalatissimo In Bruges), sulla storia di una madre coraggio coi contro bip decisa a scoprire l'identità dell'uomo che ha violentato e ucciso la figlia diciannovenne. Capolavoro o robetta radical chic piazzata ad hoc per guidare una stagione dei premi dove l'affermazione della donna la farà da padrone?
Cannibal Kid: Ford, in effetti anche io mi aspettavo qualcosa di più estremo e violento da te, che non degli “innocui” manifesti. Che poi saranno così innocui?
Si direbbe proprio di no a guardare il film, che ho già visto e di cui prossimamente scriverò. Sempre che i manifesti di Ford non facciano davvero effetto e mi impediscano di continuare a scrivere. Per la gioia del mondo.
Ford: a dire il vero, da buon wrestler, attaccherò i manifesti su tre cartelli di legno che sarò felice di fracassare sulla zucca di Cannibal per inaugurare nel miglior modo possibile il duemiladiciotto. Per quanto riguarda il film, che dovrei vedere in questi giorni, penso si tratti di un'ottima proposta fordiana perfetta per iniziare bene l'anno, in barba ad Alessia che gufa senza ritegno una cannibalata radical chic.

Benedetta follia

"Ma come ti vesti!? Cosa pensi di fare, uscire con Ford!?"

Alessia: Che Verdone sia ormai un autore stanco e vicino all'ebollizione sembra trovare d'accordo anche i nostri agguerritissimi eroi. Questo film, in cui un pio e virtuosissimo proprietario di un negozio di articoli sacri prende a lavorare come commessa una giovane e prorompente venticinquenne, potrebbe essere il trionfo dello stereotipo verdoniano più grigio e insopportabile quanto un lavoro decente e una buona rimessa in carreggiata. Siamo nelle mani di Dio, per rimanere in tema.
Cannibal Kid: È vero che negli ultimi tempi Verdone pare bollito quasi quanto Ford, però non riesco comunque a volergli male e, per quanto sembra rifare sempre lo stesso film come un Woody Allen de' noantri, il trailer di questo suo “nuovo” lavoro mi ispira una certa simpatia. E quindi mi sa che finirò per dargli un'occhiata, daje!
Ford: Verdone mi è sempre stato simpatico, anche se la grinta dei tempi d'oro è da un pezzo in pensione. Non credo vedrò questo film, ma nel dubbio, attenderò di capire che ne pensa Cannibal per fare esattamente il contrario.

The Midnight Man

Cannibal cerca di togliersi il sangue dopo lo scontro con Ford.

Alessia: Un'ombra si aggira minacciosa nella soffitta della nonna... lo vedo, è lui, è Cannibal! Per tentare di sfuggire all'ennesimo giro di tombola natalizia si è rifugiato lì in attesa di tempi migliori, o semplicemente per sfuggire alle domande/interrogatorio della prozia.
Non amo particolarmente gli horror (perchè da brava donna coraggiosa finisco sempre a vederli con un cuscino sugli occhi buttando via i soldi del biglietto), ma questa sorta di antiJumanji in cui un gruppo di giovincelli si mette a fare un gioco da tavola che risveglia i loro incubi peggiori potrebbe essere interessante. Poi c'è anche sua maestà Robert Englund, mica bruscolini.
Cannibal Kid: L'intuito da detective d'altri tempi stile signora in giallo di Alessia c'ha quasi preso. È vero che mi sono rifugiato in soffitta, ma per sfuggire a Ford, non a qualche prozia. Quanto al film, spero che si riveli un horrorino teen scemo abbastanza da potermi piacere, anche se dal trailer sembra prendersi più sul serio di Ford in uno qualunque dei suoi post. Bene così: cosa c'è di più spaventoso?

Ford: gli horrorini teen, di norma, o mi fanno il solletico o incazzare più di Cannibal, che appena troverò nella sua piccola soffitta passerà davvero momenti di paura. L'unica cosa che pare essere interessante di questo The Midnight Man pare essere Robert Englund, sperando che non sia bollito come tanti altri miti che con l'età hanno deciso di prendere la via del non ritorno. Un po' come il Cannibale.
Cannibal Kid: Ford, stai quindi dicendo che sono un mito? :)

Leo Da Vinci – Missione Monna Lisa

"Cannibal, vuoi una mela? L'ha avvelenata per te la Carmicino!"

Alessia: Con Coco che si prepara a far vincere l'ennesimo Oscar alla Disney Pixar, questi tentativi dell'animazione italiana di trovarsi un posticino nel mercato mi fanno sempre una gran tenerezza: perplessità massime su questo lungometraggio dedicato al giovane Leonardo Da Vinci, pronto a fregare il tesoro dell'isola di Montecristo al poro Edmond Dantes con qualche secolo di anticipo. Se va tutto bene sarà un'innocua bambinata, ma ho la sensazione che anche i fordini si annoierebbero parecchio.
Cannibal Kid: A me invece, più che tenerezza, questi film fanno una gran pena. E penso pure ai Fordini. A Ford padre invece no. Lui è pronto a spacciare qualunque innocua bambinata animata come Coco e come questa per un capolavoro assoluto.
Ford: proprio stasera ho visto il trailer insieme al Fordino, che non mi è parso particolarmente interessato, se non all'ambientazione vagamente piratesca. Fortunatamente, ha ancora negli occhi quel gioiellino di Coco. E va bene così.

venerdì 28 giugno 2013

7 psicopatici

Regia: Martin McDonagh
Origine: UK
Anno: 2012
Durata: 110'




La trama (con parole mie): Marty, uno sceneggiatore in crisi con qualche problema di dipendenza dalla bottiglia, deve stringere i tempi per la consegna del suo ultimo lavoro, chiamato 7 psicopatici, dovendo al contempo gestire il conflittuale rapporto con la fidanzata Kaya e soprattutto l'inseparabile e scombinato amico Billy, che si offre di aiutarlo nella stesura dello script raccontandogli storie decisamente curiose a proposito di killer di esponenti di spicco della mala e di uomini di fede più fedeli alla vendetta che alla religione.
Quando proprio Billy rapisce il cane di un vero boss malavitoso sperando in un riscatto - uno standard per il suo lavoro di "accalappiacani" portato avanti con il socio Hans -, la vicenda dei nostri si complica, e per Marty verrà il momento di affrontare davvero sulla pelle quello che diventerà il copione del suo film.




So già che molti storceranno il naso - almeno in parte - dando un'occhiata al voto che ho deciso di assegnare all'ultima fatica del promettente Martin McDonagh, salito agli onori della cronaca con l'ottimo In Bruges qualche anno fa, considerandola, di fatto, alla pari del suo esordio: io per primo sono ben cosciente del fatto che con 7 psicopatici l'autore britannico abbia dovuto piegarsi a qualche concessione alla grande produzione e alle stelle e strisce, eppure la sua prima esperienza oltreoceano - al contrario di quelle di molti talentuosi registi che finiscono fagocitati dalla "terra promessa" ammmeregana - può senza indugio essere considerata chiusa con un successo, e la consegna al pubblico di una pellicola scombinata e divertente, ironica e nerissima, pulp e da più di un punto di vista malinconica all'interno della quale figura un cast all star è la prova del grande talento di questo nuovo interprete di quella che ormai si può definire l'eredità dei vari Tarantino e Ritchie.
Scritto sfruttando un meccanismo di realtà e finzione e racconto nel racconto che ha la struttura di un allucinato balletto di scatole cinesi sotto acido e costruito sulle ottime interpretazioni dei suoi protagonisti - grande come sempre il vecchio leone Christopher Walken, meraviglioso il caotico Billy di Sam Rockwell, gigioneggiante e mitico Woody Harrelson con il suo Charlie -, 7 psicopatici ha una partenza fulminante, preludio ad una prima parte in grado di stimolare il dubbio che ci si trovi di fronte ad un vero e proprio miracolo, affronta una leggera flessione nella sezione centrale - forse avrebbe giovato una decina di minuti in meno nel momento del viaggio nel deserto di Hans, Marty e Billy - prima di sfoderare un finale decisamente efficace, all'interno del quale al gusto irriverente del grottesco tipico del genere e dell'approccio del regista si lega - come era stato anche per In Bruges - una commozione di fondo che risulta addirittura toccante, presa di coscienza dei propri limiti e della fine che ci attende inevitabile - nonchè figlia di vicende spesso decisamente curiose - simboleggiata alla perfezione dai due charachters di Hans - meraviglioso il rapporto con la moglie, ed il confronto "finale" di quest'ultima con Charlie, da pelle d'oca - e Zachariah, cui Tom Waits regala il pizzico di follia giusto che pare uscito dai suoi dischi migliori, in bilico tra la sbronza, la perdizione ed una lucidità che si riesce ad avere solo quando si è incredibilmente saggi o incredibilmente folli.
O entrambe le cose.
Ma certamente 7 psicopatici non è un film di quelli pronti a piangersi addosso, e accanto alle sequenze più struggenti troviamo una vera e propria miniera d'oro di clamorose chicche, dalla pistola inceppata di Charlie all'approccio bambinesco alla vita e alla morte - e tutto quello che si trova in mezzo - di Billy, dai conigli di Zachariah alla sua rivelazione a proposito di Zodiac - un vero e proprio colpo di genio piazzato dalla penna del regista e sceneggiatore - per giungere al tormentone a proposito del problema di alcolismo di Marty, che - forse per solidarietà tra bevitori - mi ha letteralmente piegato in due in ben più di un'occasione: l'idea di un rimprovero legato alla facilità con cui il protagonista si ritrova ad alzare il gomito venuto da personaggi - o psicopatici!? - abituati ad ammazzare cristiani, tagliarsi la gola da soli o far saltare la testa a vecchiette malate terminali è decisamente curiosa, e contribuisce a fare in modo che l'audience possa prendere coscienza di quanto la vita e la morte siano relative - che ci si trovi ad avere a che fare con pazzi criminali, oppure no - e che proprio quando la direzione di una storia pare essere perduta, basta guardarsi dentro per trovare l'ispirazione in grado di ridefinire la nostra intera esistenza - tematica cara a McDonagh, che aveva già affrontato la questione nel già più volte citato In Bruges -.
Certo, il viaggio che ci condurrà a questa sorta di epifania non sarà certo lastricato di imprese facili e buone intenzioni, eppure, come spesso si dice, sarà proprio quello, alla fine, a dare significato alla destinazione: l'importante sarà fare attenzione a non sbronzarsi così tanto da non ricordare quello che si è detto ed evitare di trovarsi con la testa tra un proiettile vagante e l'altro.


MrFord


"The first cut is the deepest 
baby I know the first cut is the deepest
but when it come to being lucky she's cursed
when it come to loving me she's the worst."
Rod Stewart - "The first cut is the deepest" -



mercoledì 14 novembre 2012

Big Wednesday (reprise)

La trama (con parole mie): ancora una volta il gioco delle tre carte dei distributori costringe il sottoscritto e quello scellerato del Cannibale ad anticipare di un giorno la consueta rubrica sulle uscite in sala del meno consueto giovedì. Dopo una settimana abbastanza ricca di proposte, a questo giro ci tocca sperare nel ritorno del regista di In Bruges e prepararci all'invasione delle sale di quello che promette già di essere uno dei film più brutti dell'anno.
Dai, che sapete già di cosa sto parlando!

Ford (a sinistra) e Cannibale (a destra) si sfidano a braccio di ferro in attesa della prossima Blog War.
The Twilight Saga - Breaking Dawn Parte 2 di Bill Condon


Il consiglio di Cannibal: finalmente è finito, yuppie!
Non c’è Expendable che tenga: ecco il film veramente più atteso dell’anno da Mrs. Bella Ford! Il capitolo finale della saga di Twilight arriva tra noi, con la mia blogger rivale che ha già prenotato un intero cinema in modo da poterselo gustare senza interferenze esterne.
Per quanto mi riguarda, credo che questo Breaking Dawn Parte 2 ci regalerà risate (involontarie) superiori a quelle di tutti gli altri capitoli messi insieme, un po’ come gli altrettanto seriosi ed epici post di Ford sanno (in maniera altrettanto involontaria) fare.
Giunta al termine questa ridicola saga, speriamo che Robert Pattinson e Kristen Stewart mi/ci regalino nuove perle, altrimenti dovrò concentrare i miei sfottò unicamente contro la Fordero.
Il consiglio di Ford: era un anno che lo aspettavo!
Ebbene sì, sono felicissimo che esca il capitolo finale della saga di Twilight. Questo principalmente perchè, ad oggi, ho un paio di film che si stanno contendendo il titolo del più brutto dell'anno, e credo che la pellicola - per essere buoni - di Bill Condon possa rompere gli equilibri ed entrare prepotentemente in lizza per il gradino più alto del podio. E poi non esiste che esista una lista del peggio del Cinema senza un
capitolo di una delle saghe più inutili mai realizzate - tanto da far apparire utilissimo perfino il Cannibale -!

"Maledetti! Ford e Cannibale ci hanno seguito fin qui soltanto per stroncare il nostro film!"
7 Psicopatici di Martin McDonagh


Il consiglio di Cannibal: io ne conosco già 1, di psicopatico…
Dal regista del notevole In Bruges è lecito attendersi un’opera seconda altrettanto scoppiettante. Si confermerà?
Curiosità dal set: tra i 7 psicopatici del film doveva esserci Mickey Rourke, che aveva giustamente preferito questo a Expendables 2. Poi però ha litigato con il regista McDonald’s McDonagh e allora al suo posto è stato chiamato McFord. Ma McFord è stato considerato troppo psicopatico per la parte e alla fine è arrivato Woody Harrelson. Il mondo del cinema non può che averne guadagnato.
Il consiglio di Ford: qui siamo in due, gli altri cinque hanno avuto paura e non si sono fatti vedere.
Onestamente da questo film mi aspetto molto, anche perchè il buon McDonagh qualche anno fa era riuscito a lasciarmi strabiliato con quel gioiellino di In Bruges, che ancora oggi mi rivedo con enorme piacere. La speranza è che il ragazzo possa fare addirittura meglio e crescere ancora, al contrario di quel Tardo Kid che continua a rifiutarsi di uscire dal mondo solo apparentemente dorato dell'adolescenza neanche fosse l'ultimo arrivato nel Clan dei Pattinson.

Ed ecco finalmente, in esclusiva per i lettori di WhiteRussian, un'immagine esclusiva del Cucciolo Eroico.
La sposa promessa di Rama Burshtein


Il consiglio di Cannibal: non lo vedo, promesso
Film israeliano di quelli impegnati, di quelli soporiferi, di quelli da Ford, in parole povere.
La protagonista ha vinto la Coppa Volpi di miglior attrice all’ultimo Festival di Venezia e questo film potrebbe non essere nemmeno malaccio, però mi attira davvero ben poco.
A questo punto, a parte 7 Psicopatici, Breaking Dawn rischia di essere la proposta più interessante della settimana. Lì almeno sì che ci sarà da divertirsi a recensirlo!
Il consiglio di Ford: bottiglierò ogni giorno il Cannibale, promesso.
Ovviamente il mio antagonista rifiuterà a priori di buttarsi in una visione troppo realistica e seriosa per il suo spirito da eterno ragazzino, e invece io vi dico che questo rischia di essere, McDonagh a parte, il film più interessante di una settimana al limite dell'imbarazzo - e non parlo solo di Twilight, o del Cucciolo Eroico.

"Mio dio, alla proiezione ci sarà anche il Cannibale: dovremo sorbirci le sue lamentele dal primo all'ultimo minuto!"
Acciaio di Stefano Mordini


Il consiglio di Cannibal: una visione più pesante dell’acciaio
Ed ecco la ciofeca made in Italy settimanale. La prima di una lunga, interminabile serie.
Tra impegno sociale e vicenda adolescenziale, un film che potrebbe anche risultare meglio delle altre proposte nostrane medie. Ma non so se c’ho voglia di cimentarmi. Tanto magari se lo guarderà Ford, immaginando dal titolo che si tratti di un action movie con qualcuno dei suoi idoli repubblicani alla Chuck Norris…
Il consiglio di Ford: non usate l'acciaio sulla testa del Cannibale, le bottiglie danno molta più soddisfazione!
Ed eccoci all'inizio di un'interminabile serie di titoli made in Italy uno più imbarazzante dell'altro, tanto pessimi da riuscire a mettere quasi d'accordo perfino i due nemici più agguerriti della blogosfera.
Piuttosto che spararmi una selezione come quella che i geniali distributori nostrani hanno pensato per questa settimana, mi sa tanto che mi faccio togliere le tonsille una seconda volta! Oppure le faccio togliere al Cannibale!

"Cannibale, è inutile che ti nascondi! Ora vengo lì e ti gonfio di botte!"
Quell’estate di Guendalina Zampagni


Il consiglio di Cannibal: l’estate è finita da un pezzo!!!
Ma perché continuano a uscire pellicole estive? Dopo Un’estate da giganti e in attesa di E la chiamano estate in arrivo la prossima settimana, ecco Quell’estate. Tra un po’ arriverà pure il filmino delle vacanze di Ford? Enno, dai, vi prego. Almeno quello nelle sale non fatelo arrivare.
Questo film peraltro è del 2008. Del 2008! C’hanno messo ben 4 anni per distribuirlo e dovevano proprio attendere l’autunno? Probabilmente non l’avrei visto comunque nemmeno fosse arrivato d’estate, ma lo boicotterei solo per la scelta di farlo arrivare insieme al freddo. La distribuzione cinematografica ha meno senso delle logiche con cui Ford attribuisce bicchieri e bottigliate nei giudizi ai film sul suo blog.
Il consiglio di Ford: l'estate sta finendo. Un pò come il Cannibale.
Proseguiamo come se nulla fosse con la galleria delle uscite inutili della settimana made in Italy: giusto ieri mi lamentavo del trattamento che la nostra distribuzione ha concesso ad Alex De La Iglesia - ultimo di tanti, in questo senso - ed ecco qui un film risalente all'epoca in cui io ero giovane e il Cannibale non era ancora stato concepito che chissà per quale motivo arriva in sala - forse i distributori e le majors avevano paura a lanciare qualcosa nello stesso giorno di Breaking dawn!?!?

"Cannibale, pure io c'ho 'na voglia di tirarti un diretto che non hai idea!"
Vitriol di Francesco Afro De Falco


Il consiglio di Cannibal: mannagg’ a chi te Ford!
Terza proposta italica della settimana (e non è nemmeno finita qua) e questa potrebbe persino concorrere al gran premio di strunzata dell’anno.
“L'avvincente ricostruzione di una vera ricerca documentaristica sulla Napoli esoterica degli ultimi due secoli del secondo millennio,” dice la presentazione su YouTube, per un Codice Da Vinci partenopeo girato con uno stile registico che promette di far rimpiangere The Blair Witch Project. Sono talmente schifato che per l’occasione evito persino commenti al vetriolo nei confronti della Mrs. Ford, ancora convalescente per il suo recentissimo cambio di sesso.
Il consiglio di Ford: altro che vetriolo, qui ci vuole un bel pò di napalm!
Credevate fosse finita con le uscite made in Terra dei cachi più inutili di Riso lesso Kid? E invece no!
Eccoci infatti di fronte ad uno di quei tentativi azzardati che, se prodotti negli USA, rischiano di diventare blockbuster e qui da noi finiscono, in genere, nel posto che gli compete: il dimenticatoio. Non so perchè questa volta non è andata così, ma fatto sta che questa settimana dovremo sorbirci anche questo. O almeno dovrà sorbirselo il Cannibale, perchè io non ci penso neppure.

"Lo so, capo, ha ragione, ho proprio sbagliato a visitare Pensieri Cannibali!"
Il sole dentro di Paolo Bianchini


Il consiglio di Cannibal: il sole ce l’avrà dentro, ma fuori sembra proprio una schifezza
Quarto titolo italiano in una sola settimana (e no, non è ancora finita) e scommetto che tutti insieme non raggiungeranno nemmeno un decimo dell’incasso dell’ultimo capitolo di Tuhailaids.
In questo film ci sono Angela Finocchiaro, Francesco Salvi e Giobbe Covatta tutti insieme allegramente in un unico colpo. Dico solo che ho avuto una paura fo**uta soltanto a guardarmi il trailer. Piuttosto che questo, accetto di vedere un film consigliato da Ford… Mmm, sarò mica pure io uno dei 7 Psicopatici?
Il consiglio di Ford: io lo metterei dentro con il sole, il regista di questo film!
Avete capito bene. Le uscite italiane della settimana non sono ancora finite. A proposito di questa roba inguardabile non voglio sprecare neppure lo spazio che occuperei per insultare un pò il mio antagonista: andate a guardarvi il trailer, e tremate.

Seconda esclusiva della settimana per WhiteRussian: la nuova pubblicità di Ringo!
Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi


Il consiglio di Cannibal: Alì, io me vado a magnà un Babà
Presentato in questi giorni al Festival di Roma, vorrebbe forse essere una versione romanesca di Skins o delle pellicole adolescenziali British tipo Fish Tank? Comunque sia, questo Alì tocca anche la delicata tematica della religione musulmana…
Potrebbe anche essere più interessante delle altre uscite italiane della settimana, non è che ci vada molto, ma lo vedo come un film rischiosissimo.
Lo lascio agli occhi (azzurri o meno che siano) di Ford.
Il consiglio di Ford: io chiamerei Alì per farmi dare una mano a riempire di cazzotti i distributori.
Evidentemente qualcuno ai piani alti comincia a prendere male il fatto che io e perfino il mio normalmente inutile a livello cinematografico avversario continuiamo a spalare merda su (quasi) tutte le uscite italiane, settimana dopo settimana, così ha deciso di punirci con una cinquina da urlo, come se non bastasse Breaking dawn. Non voglio sapere nulla di trame, Festival, possibilità di riscatto e quant'altro. Basta. Un'altra tornata di uscite come questa e prendo in ostaggio il Cannibale fino a quando i distributori rinsaviranno propinandogli solo film russi o con Van Damme.
O russi con Van Damme.

"Cannibale, Ford mi ha promesso che l'ultimo a colpirti sarei stato io!"

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