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mercoledì 5 settembre 2018

Giù le mani dalle nostre figlie (Kay Cannon, USA, 2018, 102')




- La scorsa primavera, all'uscita in sala di Giù le mani dalle nostre figlie, commedia a stelle e strisce pop da weekend al multisala, snobbai l'intera operazione nonostante nel cast figurasse John Cena, figura di spicco degli Anni Zero del wrestling intento da qualche tempo e sopraggiunti e superati i quaranta a cercare di costruirsi una carriera nel Cinema come il suo collega The Rock.

- Il rientro dalle vacanze, la voglia di esserci ancora, il tentativo di ristabilire per gradi il contatto con il divano ed il film della sera hanno portato ad un ripescaggio senza impegno che ha avuto risvolti sorprendenti: Giù le mani dalle nostre figlie, nonostante l'orrido titolo italiano, è una commedia divertente, sguaiata e volgare al punto giusto per garantire sane risate, una sorta di versione "per genitori" di Una notte da leoni.

- Proprio John Cena, che dal primo all'ultimo minuto si fa beffe della sua aura da "supermacho", è stato il mattatore della produzione, e benchè non si tratti certo di un grande attore - ma neppure di un attore medio - il wrestler getta il cuore oltre l'ostacolo e fornisce una rappresentazione abbastanza veritiera di quello che sarà questo vecchio cowboy per la Fordina tra una quindicina d'anni - soprattutto rispetto alla sequenza in cui scaraventa il fidanzatino dall'altro lato della stanza -.

- Il rapporto tra genitori e figlie - a prescindere dal fatto che si tratti di madri o padri -, nonostante le numerose sequenze sguaiate da risata di grana grossa, fa riflettere su quanto la società veda ancora una minaccia il momento di ingresso nel mondo del sesso per le ragazze rispetto ai ragazzi, spesso al contrario di sorelle o amiche incoraggiati e festeggiati soprattutto dai padri alla perdita della virginità. Nonostante io rientri effettivamente nel novero dei genitori già preoccupati per la propria figlia da quel punto di vista e con largo anticipo, ammetto che l'approccio al tema dovrebbe trovare una nuova direzione.

- Ottima la scelta dei tre protagonisti "adulti" e delle loro differenze, spassose le interazioni tra i personaggi e sopra le righe, volgari e clamorosamente divertenti le sequenze di questa sorta di lotta a distanza tra due generazioni, pronta a mostrare attraverso un occhio divertito il legame che resta sempre e comunque tra un genitore ed un figlio.

- Come per Shark, non parliamo anche in questo caso di nulla più di un riempitivo estivo da mente leggera, ma sprofondati nel divano con la finestra spalancata, qualcosa da bere tra le mani ed il pensiero del ritorno al lavoro momentaneamente come allontanato, le risate che ha procurato sono state proprio godute fino in fondo. E va benissimo così.



MrFord



 

giovedì 17 settembre 2015

Come ti rovino le vacanze

Regia: John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein
Origine: USA 
Anno: 2015
Durata: 99'






La trama (con parole mie): Rusty Griswold, pilota d'aereo di una linea che copre solo tratte locali, sbeffeggiato dai colleghi legati a compagnie più prestigiose e dubbioso a proposito della soddisfazione di moglie e figli della vita che offre loro, decide di rompere la routine caricando l'intero focolare domestico in una macchina a noleggio per avventurarsi in un lungo viaggio on the road attraverso gli States che possa condurre i suoi membri alla scoperta di più o meno remote località sfruttando il percorso per un paio di salti nel passato.
La meta del tragitto è Wally World, un parco tematico che fu al centro di uno dei viaggi più memorabili che lo stesso Rusty compì da bambino in compagnia della sorella e dei genitori: l'idea si rivelerà vincente, o il risultato sarà disastroso?








Se qualcuno mi avesse assicurato, fino a qualche minuto prima della visione, che mi sarei divertito come un cazzone guardando Come ti rovino le vacanze, tipica commedia sguaiata made in USA on the road come ce ne sono e probabilmente ce ne saranno a mazzi legata al tema evergreen della Famiglia, sarei stato indeciso tra una risata fragorosa o una bottigliata dritta sul grugno.
E reagendo in un modo o nell'altro avrei clamorosamente avuto torto, perchè nonostante tutti i suoi limiti - evidenti ed alla luce del sole - il lavoro di Goldstein e Daley è riuscito a tirare fuori il lato cazzaro e da neuroni zero del sottoscritto regalando una perfetta serata senza impegno ottima per celebrare la parte finale della stagione cazzara e da neuroni zero per eccellenza - almeno per quanto riguarda ascolti e visioni -, l'estate.
Neanche mi trovassi di fronte ad un Apatow o ad un Kevin Smith, ho seguito la curiosa epopea dei Griswold sghignazzando della grossa di fronte alle trovate buone per i trailer - come il tentativo di imitare Vin Diesel al volante -, alle battutacce di grana grossa - quella dell'anilingus è una vera chicca - e grazie ai personaggi del più piccolo della brigata - casinaro ed amante del wrestling - e dello Stone di Chris Hemsworth, bravo a prendersi per il culo e sfoderare un personaggio che rappresenta tutto quello che ogni sfigato in stile Ed Helms vorrebbe almeno all'apparenza essere e tutto quello che pusillanimi radical come Cannibal Kid detestano.
Pur essendo dunque cosciente della pochezza tecnica e della mancanza d'originalità del prodotto, ho trovato Come ti rovino le vacanze assolutamente perfetto per il ruolo che queste pellicole dovrebbero ritagliarsi, per nulla autocompiaciuto o con pretese fuori portata per il filmetto che è, pronto a sballotare l'audience provocando un effetto simile a quello dei fast food quando si è preda della voglia irresistibile di schifezze spesso e volentieri prima o dopo una visione in sala, e per quanto si sia pienamente coscienti di non avere di fronte portate da alta cucina ci si gode ogni boccone come un condannato a morte all'ultimo pasto: e dall'evoluzione assolutamente telefonata ai colpi bassi come la fogna a cielo aperto, passando per le brevi parti ritagliate per Chavy Chase e Norman Reedus, uno dei volti più amati di The Walking Dead, dedicarmi a questa visione è stato assolutamente così.
Tutto questo senza contare che le difficoltà ed il divertimento caotico dei viaggi in famiglia sono effettivamente gli ingredienti che rendono, di norma, i ricordi di traversate di questo genere più vividi di tutti gli altri, e solleticano l'amarcord di ognuno di noi più anni trascorrono dalle vacanze stesse, trasformando quelle che ci sono parse situazioni drammatiche o grottesche in istantanee mitiche e quasi leggendarie.
Poi, certo, potrò imbellettare le cose quanto e più possibile, ma il segreto dietro a Come ti rovino le vacanze, per quanto mi riguarda, è stato ed è uno soltanto: mi sono inspiegabilmente, clamorosamente e sguaiatamente divertito.
E a volte la cosa all'apparenza più banale finisce per diventare assolutamente importante.
Un pò quello che succede anche con la Famiglia.




MrFord




"Oh I'm begging Lord to save me and let me go,
to see my family,
and keep it inside,
dry eyes, while my brother weeps.
save my soul,
please Father let me go.
keep me safe, as my mother sleeps."

Ed Sheeran - "Family" - 






mercoledì 30 luglio 2014

Tutte contro lui

Regia: Nick Cassavetes
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 109'




La trama (con parole mie): Mark è un uomo di successo, arrembante negli affari e con il gentil sesso. E' sposato con Kate, ingenua e naif, ma poco importa: le sue avventure vanno di pari passo con gli obiettivi raggiunti nel mondo del business, anche sfruttando mezzi non proprio puliti.
Quando, a seguito di una coincidenza, Kate scopre che il marito da due mesi si dedica all'avvocatessa di grido Carly senza che quest'ultima sappia nulla del fatto che sia sposato, tra le due donne nasce un'amicizia resa ancora più forte dall'entrata in gioco di una terza amante, la giovane e formosa Amber. Formata un'alleanza, le tre rappresentanti del gentil sesso cercheranno di rendere la vita di Mark un inferno, e di vendicarsi dei torti subiti e delle menzogne che l'uomo ha rifilato ad ognuna di loro.
Riusciranno nel loro intento, o il legame con lui rovinerà l'improvvisata, nuova alleanza?






L'estate è, da sempre, il momento dell'anno in cui staccare il cervello e concedersi una meritata e goduriosa pausa, che si parli di lavoro o dei neuroni, costretti ad inseguire visioni più o meno impegnative nel corso dell'anno - oltre a fare fronte a tutto il resto della quotidianità -: di norma, dunque, i mesi più caldi diventano, di fatto, il momento migliore per i distributori per portare in sala gli horror più sguaiati, gli action più tamarri e le commedie più leggere, pronti all'uso sia che si tratti di utenti navigati che necessitano di svago così come di spettatori occasionali, naturalmente portati a questo tipo di soluzione.
Peccato soltanto che l'estate di questo duemilaquattordici pare essere iniziata a fine aprile, ed i cervelli di tutti noi cinefili hanno avuto decisamente tempo per rilassarsi come di norma si conviene in luglio e agosto: Tutte contro lui, commediola romantica da amiche in serata da aperitivo ed imitazione di Sex and the city prosegue in questa direzione rappresentando, di fatto, anche uno dei potenziali blockbuster dell'estate, supportata da un cast di nomi pronti a richiamare fanciulle - Coster Waldau, reduce dalle fatiche di Game of thrones - ed eventuali fidanzati - Cameron Diaz, ma soprattutto, come ben detto anche dalle parti del mio rivale Cannibale, le tette di Kate Upton -.
Peccato che, di fatto, dopo una prima parte sorprendentemente scorrevole e a suo modo piacevole per un titolo usa e getta come questo, segua una seconda più sbrindellata a livello di scrittura e volgare nella comicità, come giustamente notato da Julez - e pensare che i Ford non sono certo dei principini, in questo senso -: il risultato è una robetta facilmente dimenticabile che ben rappresenta una delle annate - e delle belle stagioni - più tristi della Storia recente del Cinema, partita benissimo con cose enormi come The wolf of Wall Street e finita gambe all'aria neppure fossimo sotto l'ombrellone senza l'obbligo di rientrare al lavoro.
Certo, in serate di particolare stanca ci si fa andar bene anche Tutte contro lui, spinti principalmente dalla voglia di rilassarsi senza prestare neppure troppa attenzione all'evoluzione della trama, ridendo
degli sketch riusciti - e, per quanto ne possa dire all'indirizzo del lavoro di Nick Cassavetes, ce ne sono - e dimenticando quanto cagna è la succitata Kate Upton concentrando la propria attenzione nella zona della sua scollatura - anche perchè, per quanto sia dipinta dalle amiche/rivali Cameron Diaz e Leslie Mann, fisicamente non pare proprio così perfetta -.
Per il resto, aspettatevi il consueto susseguirsi di gags che pescano a piene mani dalle differenze tra i due sessi ed il finale telefonato che questo tipo di prodotti suggerisce già entro il primo quarto d'ora di visione - fondamentalmente, da queste parti si sono azzeccate quasi tutte le previsioni rispetto al destino delle tre protagoniste - e la piccola parte che si ritaglia il sempre tosto Don Johnson, fordiano ad honorem che dalle parti del Saloon ha sempre almeno un drink di credito.
Sarà come bere un mojito di troppo al bar sulla spiaggia, fantasticando su una particolarmente avvenente vicina di ombrellone: il giorno dopo, facilmente, vi sarete dimenticati già tutto, ma una
sbronza innocua ed estiva non fa mai davvero male.



MrFord




"Close the door
turn the light off
switch your mind off
make it right for me
pull the blind door
try to wind down
take the liberty."
Morcheeba - "Gimme your love" - 




lunedì 8 luglio 2013

This is 40

Regia: Judd Apatow
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 134'




La trama (con parole mie): Pete e Debbie sono ormai prossimi a compiere quarant'anni, un traguardo importante nella vita di ognuno di noi che spesso significa fare i conti con il passato e tracciare un bilancio della propria vita. I due, insieme praticamente da sempre, hanno cresciuto due figlie che adorano anche nei momenti di inevitabile conflitto, e stanno cercando da tempo di trovare la realizzazione lavorativa in proprio, il primo grazie ad un'etichetta discografica, la seconda con un negozio di abbigliamento.
Le vicende della vita, i problemi e gli impegni, però, li hanno allontanati molto, portandoli addirittura al punto di detestarsi, oltre al fatto di scaricare sull'altro le colpe dei problemi che vanno dal sesso alla gestione del tempo.
Sarà proprio il confronto con il giro di boa dei quaranta a portare entrambi a riflettere sulla loro condotta e ritrovare le forze per costruire il resto della vita insieme.






Judd Apatow ed il suo nutrito clan sono divenuti, nel corso degli ultimi anni, fordiani onorari, sempre ben accetti per le serate più easy qui al Saloon.
Unico neo nella produzione del Nostro - se di neo si può parlare, dato che comunque risultò piacevole - fu Molto incinta, pellicola acclamata - nel suo genere - praticamente ovunque nella blogosfera e non che ho trovato forse meno coinvolgente o esplicitamente cazzara rispetto alle altre: dunque l'idea di una sorta di spin off della stessa, inizialmente, non mi fece impazzire rispetto al ritorno sul grande schermo del buon Judd.
E invece con cosa mi sono trovato a visione ultimata?
Semplicemente con il fatto compiuto che This is 40, con Funny people, finisce per essere il lavoro più maturo - se così vogliamo definirlo - e personale del regista, una riflessione sincera, divertente e a tratti amara del cambio di decina forse più importante della nostra vita, quello che, di fatto, sancisce in qualche modo la fine della "giovinezza" e ci traghetta alla seconda metà della nostra esistenza, che lo si voglia oppure no.
Mescolando un'atmosfera che è a metà strada tra le commedie da famiglia disfunzionale in stile Sundance al romanticismo pop di Alta fedeltà, Apatow porta sullo schermo quelli che, probabilmente, sono anche suoi problemi filtrandoli attraverso le vite di Paul e Debbie, coppia solidissima, genitori sempre presenti - pur se alle prese con i primi problemi da figli adolescenti -, sognatori mai dimentichi dei turbamenti che avevano scosso - e per certi versi continuano a scuotere - anche loro un ventennio prima nel corso della loro prima "crisi di mezza età".
Da persona che vede avvicinarsi un pezzettino per volta proprio lo stesso fatidico compleanno - il 2019 non è poi così lontano - devo ammettere di essermi profondamente goduto - anche nelle parti più difficili - questo ritratto di una normale e scombinata coppia alle prese con il passaggio definitivo all'età adulta - se così vogliamo chiamarla -, dai problemi che nascono anche all'interno di un rapporto rodato - o forse proprio perchè rodato - al tempo che finisce con le vicissitudini della quotidianità per risucchiare l'ispirazione e la passione dei tempi in cui si trovava sempre il momento giusto per fare qualche stronzata  a cuor leggero, dal lavoro che inghiotte i sogni anche quando li rappresenta alla presenza sempre maggiore della tecnologia nelle nostre vite - interessante notare, infatti, quanto Ipad, Ipod, smartphone e surrogati ormai siano parte integrante dei rapporti sociali, soprattutto per chi, almeno fino alla generazione del sottoscritto, ha vissuto la propria adolescenza ai tempi dei walkman e dei telefoni a gettone -.
Andando oltre le riflessioni "profonde", comunque, all'interno di This is 40 non mancano spassosissime sequenze prettamente ludiche - la ricerca dell'emorroide di Paul o il concentrarsi delle attenzioni di qualsiasi uomo sulla commessa del negozio di Debbie interpretata da Megan Fox e dai suoi sempre più terribili pollici - o citazioniste - da antologia il botta e risposta tra Paul e la figlia adolescente a proposito della rivalità delle loro visioni da piccolo schermo, rispettivamente Mad men e Lost, chiuso con una geniale "quello che ha passato  Don Draper il tuo Jack con la sua isola se lo sogna" - in grado di rendere la visione più morbida nei momenti in cui si rischierebbe di immedesimarsi un pò troppo con i due protagonisti ed i loro travagli assolutamente comuni.
Ottimi il cast - comprese le due eredi di Apatow, praticamente perfette nei ruoli delle figlie di Paul e Debbie - e la colonna sonora, l'atmosfera ed il ritmo - considerato che, parlando di fatto di una commedia "romantica", due ore e dieci sono parecchie -, per un prodotto che fila via liscio, diverte e coinvolge, appassiona e riesce a smuovere decisamente più di quanto ci si aspetterebbe, specie se osservato a distanza ravvicinata come molti tra noi finiranno per fare.
Certo non si parlerà della pellicola dell'anno, eppure possiamo tranquillamente pensare di essere di fronte all'ennesimo colpo messo a segno da una delle personalità più importanti della commedia made in USA degli ultimi dieci anni, di fatto erede ormai maturato del tanto caro - al sottoscritto e non solo - Kevin Smith.
E scusate se è poco.


MrFord


"Oh mamma ho quasi quarant'anni
che cazzo ho fatto fino adesso
ho avuto il modo ed anche il tempo di cambiare
e l'ho passato a improvvisare
ma mi vuoi bene lo stesso."
Tiromancino - "Quasi 40" -




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