Con ogni probabilità, e nonostante riconosca Maestri e geni assoluti del Cinema che nel corso degli ultimi due secoli hanno fatto la fortuna di questa meravigliosa forma d'arte, dovessi indicare un nome che possa rappresentarla in toto, non avrei dubbi: Stanley Kubrick.
Un regista - ma non solo - maniacale, ossessivo, dalla personalità complessa, certo non prolifico, scomparso senza dubbio troppo presto, che è stato in grado di regalare al pubblico - grande o piccolo che fosse - cult indimenticabili e Capolavori assoluti.
Da queste parti, ed è una cosa rara per un Maestro, Kubrick si è dovuto in un certo senso guadagnare questo status assoluto: il mio rapporto con lui, infatti, è stato inizialmente di studio, conflittuale, tanto da giungere ad un'epifania soltanto con la terza visione - se non ricordo male - di Arancia meccanica, che grazie ad una scena in particolare - l'aggressione in musica di Alex ai suoi Drughi - non solo ridefinì il mio rapporto con questo Mito, ma anche quello con il Cinema tutto.
Da quell'istante ebbero origine la venerazione per Orizzonti di gloria, Barry Lyndon, Full Metal Jacket, Eyes Wide Shut e 2001, solo per citarne una parte: dalle nottate con mio fratello ed Emiliano alle chiacchierate con colleghi, bloggers ed amici fino alla recente esperienza vissuta con Dembo nel rivedere in sala la versione 70mm dell'Odissea, per l'appunto, il vaso di Pandora del mio personale Cinema può considerarsi aperto proprio in quel momento, da questo autore.
Quello che, penso, ogni appassionato della settima arte avrebbe voluto conoscere, seguire, spalleggiare come fosse il più fedele dei collaboratori ed il più intimo degli amici.
Quello che ha un nome, un cognome ed una storia senza dubbio da film: Emilio D'Alessandro.
Emigrato in Inghilterra e coltivati sogni di gloria da pilota, quest'uomo venuto dalla provincia italiana più profonda degli anni dell'Italia di Fellini giunse a ricoprire il ruolo di factotum e quasi involontario consigliere, confessore e confidente di Kubrick, regista solitario e spesso inavvicinabile, in grado di fare uscire di senno i suoi attori e di rappresentare una scheggia impazzita all'interno dell'industria cinematografica soprattutto hollywoodiana - che non lo riconobbe mai quanto avrebbe dovuto -.
Un nome che, dopo questo documentario splendido e toccante firmato da Alex Infascelli, probabilmente diverrà il più invidiato da molti cinefili o aspiranti registi che avrebbero dato tutto - e lo darebbero oggi, subito - per avere l'opportunità che ha avuto lui.
Ma S is for Stanley è anche e soprattutto una meravigliosa storia di amicizia, che passa dagli occhi perennemente lucidi del signor D'Alessandro ai racconti dei dietro le quinte di alcuni dei più grandi film realizzati negli ultimi cinquant'anni: Emilio non è un cinefilo, uno che farebbe carte false per andare a ricoprire un incarico scomodo e stressante per inclinazioni da lecchinaggio o manie di protagonismo cinematografico da sfogare, bensì un uomo tutto d'un pezzo, d'altri tempi, che per la mia generazione potrebbe rappresentare un nonno di quelli un pò burberi ed antichi, ma sinceri e di cuore, che finiscono per mancare ai nipoti una volta terminato il loro viaggio, continuando a farlo per tutta la loro vita.
Se la memoria non m'inganna, dovrei aver visto almeno tre volte ogni film di Kubrick - che si moltiplicano e non di poco nel caso dei miei favoriti - fatta eccezione per il lungometraggio d'esordio Fear and desire, ancora fermo ad un solo passaggio, ed ancora oggi non smetto di meravigliarmi di fronte al genio di questo incredibile Autore: ma poco importa, almeno in questa sede.
Perchè S is for Stanley è una dichiarazione d'amore che solo un amico potrebbe fare.
Non un cinefilo, non un critico, non un fan che morirebbe per una stanza di cimeli come quella del signor D'Alessandro.
Una dichiarazione come quella che chiude l'aneddoto oltre i titoli di coda di questo piccolo, grande documentario firmato dal nostrano Alex Infascelli, quando Emilio, di fronte a Stanley in persona, dichiara che il suo preferito tra i tanti Capolavori del Maestro è Spartacus, film sottovalutato forse perfino dall'Autore in persona, che al parere dell'amico - perchè non si può definire che in questo modo - rispose semplicemente: "Per me non è un granchè".
E intanto, generazioni e generazioni di critici, registi o aspiranti tali, appassionati e chi più ne ha, più ne metta, ancora una volta sarebbero disposti a tutto, perfino per quel "non è un granchè".
Quel "non è un granchè" che va oltre il genio.
Ed abbraccia, commosso, l'Uomo.
MrFord
segnato, ovviamente cercherò questo documentario, non appena lo becco me lo guarderò ^^
RispondiEliminaGuardalo, merita tantissimo.
EliminaFinalmente l'hai recuperato.
RispondiEliminaImperdibile! Emozionante! Per me è stato un vero regalo.
Gli occhi lucidi li ho avuti anch'io specialmente nella seconda parte del racconto.
Concordo in tutto e per tutto.
EliminaE grande commozione anche qui.
Grande Kubrick, però io con i documentari non vado troppo d'accordo...
RispondiEliminaAnche se una tua promozione, al giorno d'oggi, potrebbe significare purtroppo che potrebbe piacere pure a me. :)
Ho come l'impressione, dato l'ultimo periodo ma non solo, che effettivamente potrebbe piacere anche a te. Purtroppo. ;)
EliminaUn gioiello, davvero. Un ritratto di Kubrick (finalmente) vero e sincero, toccante e commovente insieme. La battuta più memorabile, per me, è quando Emilio "confessa" al Maestro di non amare Jack Nicholson... mi ha fatto morire!
RispondiEliminaGli aneddoti divertenti sono molti, anche se io ho amato tantissimo quelli più sentiti del finale.
EliminaAd ogni modo, un gioiello davvero.
É lí che mi guarda da qualche giorno nella programmazione sky.. me l'hai venduto bene, me lo guardo!
RispondiEliminaFratello, devi.
EliminaTi piacerà parecchio, secondo me.
Emilio D'Alessandro è delle mie parti, per meglio dire: abita a venti minuti dalla mia città.
RispondiEliminaMi dispiace non esser mai riuscirlo a vederlo dal vivo... In ogni caso, ho gradito "S Is for Stanley".
Mitica figura, quella del signor D'Alessandro, e gran film.
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