martedì 17 marzo 2015

Vizio di forma

Regia: Paul Thomas Anderson
Origine: USA
Anno: 2014
Durata:
148'





La trama (con parole mie): Larry "Doc" Sportello, detective privato nella Los Angeles del settanta dal regime di droghe piuttosto massiccio riceve la visita inaspettata di una sua ex, la seducente Shasta, che gli rivela essere coinvolta in un complicato intrigo legato a doppio filo alla figura di un vero e proprio re dell'immobiliare che la moglie, lei stessa ed alcuni complici vorrebbero mettere fuori gioco ricoverandolo in un manicomio privato per ricchi impadronendosi del patrimonio accumulato dall'uomo nel corso della sua carriera.
Peccato che, neppure il tempo di mettere insieme i pezzi, ed ecco che il suddetto re di appartamenti e palazzi finisce per scomparire insieme alla stessa Shasta, e che i pezzi del puzzle pronto a comporsi - o scomporsi - proprio davanti agli occhi di Sportello si moltiplichino, in bilico tra agenti della polizia fin troppo precisi e schematici, sassofonisti infiltrati nelle organizzazioni sovversive dall'FBI, dentisti evasori di tasse e dediti al sesso con giovani fuggiasche appena maggiorenni e chi più ne ha, più ne metta, compresa la misteriosa Golden Fang.
Riuscirà il buon Doc a far combaciare ogni tessera del mosaico e dare al cerchio una sua personalissima quadratura?








Per quanto chiunque abbia incrociato il cammino del qui presente vecchio cowboy negli ultimi dieci anni della sua vita, magari grazie al legame del sottoscritto con l'alcool, potrebbe obiettare, non mi sono mai considerato, fin dai tempi dell'adolescenza, un "fattone": adoro la sperimentazione, così come l'esperienza sulla pelle, eppure sono sempre stato ad un tempo troppo disciplinato, in qualche modo intimorito dall'idea di lasciar crollare tutti gli argini e legato - soprattutto nel passato recente - alla pratica sportiva per abbandonarmi a dipendenze di sorta. 
Piuttosto, ammetto di aver frazionato il desiderio in modo da goderne da prospettive diverse, che si parli di sesso, Cinema, alcool, viaggi, letture e tutto quello che cerco di non perdermi giorno dopo giorno.
Eppure, quando mi trovo di fronte personaggi come il Drugo o Doc Sportello, sento istintivamente di provare una sensazione di profonda empatia rispetto al loro approccio: non è una cosa semplice gestire la Libertà, avere la faccia tosta di affrontarla con il coraggio che si deve necessariamente coltivare in modo da averla come compagna di viaggio ma non di vita.
Eppure, una volta fatta, è fatta per sempre. Soprattutto per quelli come loro.
E in un certo senso, li capisco.
Perchè è come se fossimo tutti una sorta di specie protetta di coccodrilli, e non ci fosse nulla in grado di farci estinguere. 
Semplicemente, ci esprimiamo in lingue differenti, attraverso canali di comunicazione e regimi di "droghe" altrettanto differenti. Ma la direzione è sempre quella.
Paul Thomas Anderson, probabilmente, è giunto con questo film alla mia stessa conclusione, e non solo è riuscito a rispettare in pieno lo spirito del romanzo che ha ispirato questo titolo, ma a raccontare lo stesso come se una macchina del tempo avesse il potere di trasportare l'audience indietro di oltre trent'anni anche in termini di stile ed approccio: niente piani sequenza, ampi spazi, Cinema corale.
Vizio di forma è un mosaico di dialoghi e situazioni solo apparentemente grotteschi ed improvvisati che lascia spazio ad istanti di malinconia struggente, quasi fossimo alla fine dell'estate e dovessimo lasciarci alle spalle quello che crediamo sia un grande amore: e dalle risate nell'osservare straniti Bigfoot che mangia la banana mentre guida ad un finale perfetto per il genere, passiamo attraverso ad un cocktail perfetto che mescola Classici come Chinatown e Il lungo addio a cult moderni del calibro di Paura e delirio a Las Vegas e Il grande Lebowski, senza in tutto questo dimenticarsi autori come Chandler - per l'appunto - o Spillane.
Sinceramente, poco importa che i fan della prima ora del regista siano rimasti spiazzati dal caotico modo di procedere di Sportello, e da una vicenda che non porta sullo schermo davvero un briciolo della pulizia delle opere precedenti del buon P. T., o che ad alcuni il tutto sia apparso come un sogno da indigestione o sbronza pesante troppo denso da gestire: Vizio di forma è un elegante fiume in piena che manca di poter essere definito un riferimento assoluto semplicemente perchè preceduto da opere cui è chiaramente debitore - oltre alle già citate, mi sento quantomeno di ricordare enormità come Il mistero del falco o Un bacio e una pistola -, un fulmine a ciel sereno in un inizio anno che ha regalato ben poche soddisfazioni davvero cult al Saloon e alla settima arte in toto, un esercizio di stile sia attoriale che registico e tecnico che riesce ad apparire sincero e diretto come il suo protagonista.
In un certo senso, questo "vizio" va accolto come uno dei più ostici, quelli che vanno conquistati, e dai quali occorre farsi conquistare: è un viaggio in cui perdersi e ritrovarsi, come l'onda pronta a travolgere e riportare a galla di Point Break, lo spirito dell'oceano e dell'esperienza.
Trattenersi non porterà bene, Bigfoot docet.
E' come se l'estate fosse arrivata in anticipo.
E a prescindere da quello che effettivamente sarà, o dal fatto che "questo non significa che si possa tornare insieme", godersela è la cosa migliore che si possa fare.
Lo può garantire anche Doc.
Fa bene alla salute.
Nonostante la malinconia.




MrFord




"Twisting and turning
your feelings are burning
you're breaking the girl
she meant you no harm
think you're so clever
but now you must sever
you're breaking the girl
he loves no one else."
Red Hot Chili Peppers - "Breaking the girl" - 




 

26 commenti:

  1. spero di vederlo a breve, mi ispira parecchio...

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  2. Ispira molto anche a me,ma due ore e mezza a ritmo lento saranno una faticata XD

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  3. amen! condivido praticamente ogni parola

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  4. Un cult istantaneo. Favoloso.
    Te l'avevo detto che aveva rispettato in pieno il romanzo ;)
    I dialoghi sono superlativi, gli attori straordinari (quanto è bravo Josh Brolin? Phoenix lo si sapeva già che era un mostro), è tutto perfetto. Anderson decostruisce il noir creandone uno psichedelico, onirico, con situazioni e personaggi bizzarri che popolano un mondo che è destinato a svanire come un anello di fumo.

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    1. Concordo in pieno. Un film che è un gioiellino, un viaggio nel tempo che è un omaggio al genere e qualcosa di nuovo mescolati tra loro.

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  5. QUOTONE!!!!! E' già pronto da ordinare in DVD (e credimi che non sono tanti quelli che arrivano sullo scaffale mio)

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    1. Potrebbe starci addirittura il bluray, da queste parti! :)

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  6. E dire che, mentre visionavo il film, mi dicevo "Ma questo Sportello mi ricorda un poco mr Ford..." XD
    Comunque film strano, che penso di non aver capito quasi per nulla, nonostante mi sia piaciuto - ma solo per gli aspetti più superficiali.

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    1. In realtà il mio regime di alterazione è molto più basso di quello di Sportello, ma di certo mi divertirei in una bella uscita con lui! ;)

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  7. E' stato un viaggio allucinante... che rifarei!

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  8. Tu non sei un fattone, sei un Fordone ahahah

    Su questo film comunque siamo abbastanza d'accordo. Sicuro di non esserti drogato? :)

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  9. Che dire...non vedo l'ora di vederlo! :)

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  10. Mi ha convinto sulla lunga distanza, ma mi ha convinto. Una specie di sostanza a rilascio prolungato, in pratica.

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    1. Per me una sostanza che ha fatto effetto immediato! :)

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  11. lo scarico immediatamente, post molto bello.

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    1. Muchas gracias, Bill!
      E dacci dentro, potrebbe piacerti!

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  12. Io ho avuto fin troppe difficoltà nel seguirlo, patendolo e annoiandomi.
    Troppo fumo, troppa confusione, non è riuscito a convincermi.

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    1. Per me, invece, è stato un viaggio caotico, ma chiarissimo.
      Molto bello, e per niente noioso.

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