sabato 31 maggio 2014

Trappola in alto mare

Regia: Andrew Davis
Origine: USA, Francia
Anno: 1992
Durata: 103'




La trama (con parole mie): Casey Ryback, un ex seal improvvisatosi cuoco a bordo della storica corazzata Missouri, si trova coinvolto nell'attacco che un gruppo di terroristi guidati dall'ex agente dei servizi segreti Stranix ha organizzato in modo da impadronirsi dei missili a testate nucleari presenti a bordo e pronti per essere smantellati secondo gli accordi internazionali.
Con la complicità del comandante in seconda Krill, gli uomini di Stranix paiono avere completamente sotto controllo la situazione, riuscendo a tenere in scacco perfino lo Stato Maggiore degli USA: nel momento in cui Ryback scenderà in campo, però, la geografia dello scontro cambierà improvvisamente aspetto.
Il "cuoco", dunque, si renderà protagonista di una riscossa a suon di botte e proiettili che archivierà la minaccia ripristinando l'ordine costituito.






Non troppo tempo fa, in occasione del post dedicato alla collana curata da La Gazzetta dello sport dedicata alle gesta di Steven Seagal, uno degli eroi action più sopra le righe degli anni ottanta e novanta, approfittai per recuperare i dvd di due dei titoli di maggior successo con protagonista il ben poco espressivo esperto di arti marziali, Trappola in alto mare ed il suo sequel, Trappola sulle Montagne Rocciose.
Idolo assoluto di mio padre per quanto riguarda le visioni da cervello spento e spesso e volentieri ridicolizzato perfino da un action addicted e tamarro senza ritegno come il sottoscritto, il realtà il corpulento Steven ha finito per essere protagonista, a cavallo tra gli ultimi scampoli di eighties ed i primi ruggiti dei nineties, di pellicole di genere decisamente divertenti che ebbero anche un discreto successo al botteghino, consegnandolo all'Olimpo dei volti dei film di botte senza se e senza ma.
Del novero fa parte senza dubbio Trappola in alto mare, classico filmaccio buzzurro dell'epoca che vede buoni e cattivi tagliati con l'accetta affrontarsi colpo su colpo dall'inizio alla fine grazie ad uno script che più elementare non si potrebbe ed un cast che vede all'opera caratteristi rimasti tali, attori consumati - Garey Busey - e future star anche del Cinema "alto" - Tommy Lee Jones -: esplosioni, lanci di coltelli, gran legnate e proiettili, poi, preparano una cornice da grandi occasioni per un titolo che ricorda, nella sua costruzione, cose decisamente più interessanti come il primo Die Hard nello svolgimento e nella struttura.
Considerate le agghiaccianti esperienze recenti con il Seagal di cose terribili come Killing Point - geniale nella sua disarmante bruttezza -, non mi aspettavo di divertirmi così tanto in un recupero di un suo successo d'annata, impreziosito da alcune evoluzioni del protagonista con il coltello alla mano - legate, presumibilmente, alla sua esperienza nel combattimento corpo a corpo - e dalla presenza della notevole Erika Eleniak, che gli adolescenti di allora ricorderanno in Baywatch, protagonista di almeno un paio di topless che devono aver reso felice il pubblico in piena pubertà ai tempi dell'uscita in sala.
Prodotti come questo, senza alcuna pretesa eppure clamorosamente efficaci nel loro essere di grana grossa, restano il simbolo di un'epoca purtroppo tramontata, e finiscono per mancare come l'aria oggi, in un momento storico della settima arte in cui perfino i film di botte manifestano ambizioni troppo alte e si affidano a minutaggi da record, sfiancando lo spettatore che ai tempi dei Trappola in alto mare finiva per non rendersi neppure conto di quell'ora e mezza o poco più che volavano grazie alle improbabili imprese di spaccaculi capaci di far apparire gente come Jack Bauer agnellini pronti per i cartoni animati del primo pomeriggio.
Un successo, dunque, per Steven Seagal, che finisce per preparare alla grande il terreno per il successivo e già citato Trappola sulle montagne rocciose e stimola la curiosità del sottoscritto rispetto al recupero di altre due chicche della sua carriera, Nico e Duro da uccidere.
E' in corso una almeno parziale rivalutazione del parruccatissimo Stevenone?
Solo il tempo lo potrà dire.
Di sicuro, di trappole come queste, al Saloon vorremmo vederne molto più spesso.



MrFord



"If I'm butter - if I'm butter- 
if I'm butter, then he's a hot knife, 
he makes my heart a cinemascope, 
he's showing the dancing bird of paradise."
Fiona Apple - "Hot knife" - 




4 commenti:

  1. LE TETTE di Erika Eleniak che usciva dalla torta sono una delle visioni piu' disarmanti a cui abbia mai assistito al cinema. (Avevo l'eta' giusta) Il resto non lo ricordo nemmeno, deo gratias - anche perche' poi non si vedevano piu', le tette intendo, nel film-

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    1. In realtà il film è la classica fracassonata anni novanta, quindi godibile.
      Poi, certo, davanti a quelle tette sparisce senza problemi.

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  2. mi hai convinto a vederlo!



    qualcuno c'ha davvero creduto? :)
    (e comunque non nominare mai più il nome di jack bauer invano)

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    1. Non ci crede nessuno, ma sarebbe un bello scherzo da organizzare! ;)

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