venerdì 23 maggio 2014

Out of the furnace

Regia: Scott Cooper
Origine: USA
Anno: 2013
Durata: 116'




La trama (con parole mie): Russell Baze è un uomo da duro lavoro e silenzi prolungati, sepolto in fabbrica nella provincia americana profonda. Suo fratello Rodney, invece, veterano della Guerra in Iraq e testa calda, non pensa a lavorare e a farsi una famiglia, quanto a cercare di fare soldi grazie ai combattimenti illegali, supportato dal piccolo boss locale John Petty.
Quando Russell finisce in carcere a seguito di un incidente stradale e Rodney è lasciato solo a se stesso, finisce per incrociare la strada di Harlan DeGroat, un losco individuo violento e senza regole che di tanto in tanto traffica con Petty: quando Russell tornerà in libertà e Rodney si deciderà a combattere per l'ultima volta, le cose vanno a rotoli ed il minore dei Baze scompare.
Constatata l'incapacità della polizia di intervenire contro DeGroat, Russell deciderà di farsi giustizia da solo.







La Frontiera è da sempre uno dei luoghi che più affascina il sottoscritto, come ormai ogni avventore del Saloon ben saprà: un altro tema molto caro a questo vecchio cowboy è quello legato al rapporto tra fratelli, che ho vissuto e vivo intensamente sulla pelle ogni giorno.
La provincia americana - o almeno, una parte molto ruvida e selvaggia della stessa - offre uno dei terreni migliori per raccontare storie di vite consumate "tra il nulla e l'addio", che nel corso delle ultime stagioni sono state raccontate con piglio e risultati non uniformi ma con la stessa passione da pellicole come Un gelido inverno, Lawless o Come un tuono: Out of the furnace si colloca proprio in questo stesso filone disperato e rabbioso, sporco e decisamente senza speranze che possano essere alimentate da sogni larger than life come quello americano.
La vicenda dei fratelli Baze, narrata in stile classico dal regista del decisamente fordiano Crazy heart, è di quelle da ballad strappacuore di uno Springsteen o di un Neil Young, un dramma che finisce per ritrovarsi più legato alla disperazione ed al male di vivere che non alla vendetta ed al suo compimento, e che mostra quanto, in luoghi dimenticati come quello in cui i protagonisti si ritrovano a dover crescere e lottare per la loro sopravvivenza, le possibilità di rifuggire da una quotidianità che porta in fabbrica, nell'esercito o nell'illegalità siano prossime allo zero.
Il lavoro di Cooper, decisamente più efficace nella prima parte che nella seconda, forse troppo frettolosa e stereotipata, riesce comunque ad avvincere e coinvolgere l'audience grazie ad una carica emotiva che, seppur non raggiungendo gli stessi livelli, è riuscita a riportare alla mente del sottoscritto lo splendido Prisoners, grazie anche al lavoro di un cast di altissimo livello, da un Bale clamoroso soprattutto per l'accento - se non l'avessi saputo, avrei giurato che, più che inglese, fosse americano fino al midollo - ad un sempre convincente Woody Harrelson, qui nelle vesti di uno dei personaggi più oscuri e selvaggi che abbia mai interpretato - esemplare, in questo senso, l'ottima sequenza d'apertura -, spalleggiati da grandi nomi sfruttati come comprimari - Defoe e Whitaker - e giovani volti come Casey Affleck - che a livello interpretativo è decisamente anni luce superiore al fratello - e Zoe Saldana, mai parsa così intensa.
Ma la cosa che più mi ha fatto voler bene a Out of the furnace è stata senza dubbio la passione espressa nel raccontarlo, quasi fosse il regista stesso a dibattersi per uscire da una provincia che pare più soffocante e senza prospettive di un carcere o di una missione dall'altra parte del mondo pronti a dare la vita - e a toglierla - in nome di un Paese che, ma è storia vecchia, finisce per abbandonarti a te stesso una volta sulla via del ritorno.
Nella disperazione sommessa di Russell rimasto solo sul ponte dopo il confronto con quella che era e potrebbe essere ancora la sua donna, futura madre di un figlio che avrebbe voluto per lui, o nella resa incondizionata di Rodney di fronte all'inevitabile c'è tutta l'amarezza di chi è perduto dalla nascita, e dalla fornace cui la vita l'ha destinato potrà uscire sempre e soltanto nel peggiore dei modi.
Ed anche così, le prospettive paiono migliori di quelle che una vita di sopravvivenza quasi animale può offrire.



MrFord



"Stab the knife into the face and then
wrench the blade inside
murder this piece of shit
scraps of flesh and severed bone are on the floor
these I must hide."
Cannibal corpse - "Evidence into the furnace" - 




14 commenti:

  1. Avvincente e coinvolgente? Passione espressa nel raccontarlo? Devo aver visto un altro film, probabilmente.

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    1. Probabilmente sì. Del resto, di recente ti era piaciuta anche la prima parte di Nymphomaniac! ;)

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  2. figuriamoci se non ti piaceva questa lagna infinita di film.
    originalità zero, coinvolgimento sotto zero, cast sprecatissimo.
    in altra parole: la tipica fordianata :D

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  3. Avevo iniziato a vederlo, ma l'ho mollato dopo una mezz'ora. Ma magari lo recupero...

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    1. Recuperalo tranquillamente: secondo me è decisamente interessante.

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  4. Sempre letto pareri molto contrastanti e io ce l'ho sempre lì da vedere ché Bale e Harrelson basterebbero da soli a farmi schiacciare play...

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  5. Avere Bale in un film e buttarlo via così dovrebbe essere illegale.

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    1. Buttarlo via!? Secondo me è stato bravissimo, e l'ho trovato ottimamente inserito nel film.

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  6. Anche secondo me il film non è niente male. Ho molto apprezzato l'ambientazione e le prove degli attori, per me è un si!
    Fratello ma sei riuscito a vedere Locke? io non riesco a trovarlo....
    Mentre devi recuperare assolutamente Cheap thrills e Blood glacier....due bombette niente male.

    Per quando vederci ci sto lavorando ;-)

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    1. Fratello, assolutamente d'accordo su Out of the furnace.
      Locke manca anche a me, non sto riuscendo a trovarlo neanche per sbaglio.
      Mi segno gli altri due, e attendo l'uscita! :)

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  7. Lo sapevo che sto film ti sarebbe piaciuto, ha personaggi molto strong, come piacciono a te.
    E anche ambientazioni e tematiche.
    Per il resto concordo su tutto, anche se secondo me la seconda parte se a livello di racconto forse è più debole, però a per qualità e intensità di scene l'ho trovata superiore

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    1. L'intensità c'è tutta, e dici benissimo: un film davvero vicino ai miei "standard". ;)

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