Autore: Ernest Cline
Origine: USA
Anno: 2010
Editore: ISBN Edizioni
La trama (con parole mie): Wade Watts è un diciottenne del prossimo futuro, figlio di un mondo decisamente duro e del popolo costretto alla sopravvivenza, che trova la sua realizzazione soltanto nel tempo passato collegato ad OASIS, una simulazione virtuale di vita all'interno della quale, grazie al suo avatar Parzival, può sperare in un futuro migliore. Quando James Halliday, geniale inventore della piattaforma, muore dando il via ad una sorta di caccia al tesoro che prevede per il vincitore il premio di diventare il suo erede - nel controllo di OASIS e finanziariamente -, Wade coltiva il sogno di uscire per sempre dalla povertà e dall'anonimato mettendo a frutto la sua incredibile conoscenza di videogiochi e cultura degli anni ottanta, l'epoca che vide Halliday crescere.
L'avventura che ne deriva sarà la più grande che il giovane abbia mai affrontato, e lo porterà non solo a salvare il suo mondo - almeno quello virtuale - ma anche a scoprire che la realtà nasconde il segreto più prezioso di tutti.
Cominciamo ad essere in pochi, ormai, nell'epoca dell'espansione delle
nuove realtà "smart" e delle console di gioco di ultima generazione basate sul gioco online, a
ricordare i bei tempi del VIC-20, dell'Atari o del Commodore 64, che
precedettero i primi Sega a otto bit: era il pieno dei gloriosi anni
ottanta, ero alle elementari e ricordo una notte passata ad attendere
che il Commodore di un mio compagno di classe caricasse la cassetta di
Ghouls and ghosts, che riuscimmo a sfruttare per un'oretta prima che suo
padre si svegliasse e ci rispedisse dritti a letto dopo una sfuriata.
Vennero poi il Master System ed il Mega Drive, che portavano, di fatto, la meraviglia della sala giochi nel salotto di casa, ed interminabili partite a Shinobi, Double dragon, Alex Kidd, Rampage.
Vennero poi il Master System ed il Mega Drive, che portavano, di fatto, la meraviglia della sala giochi nel salotto di casa, ed interminabili partite a Shinobi, Double dragon, Alex Kidd, Rampage.
Giochi semplici almeno quanto i cartoni animati che giungevano a frotte
da Giappone e USA, visti allora come realtà lontane ed esotiche, dai
robot giganti ai campi di calcio destinati a non finire mai.
E poi i film dai Goonies a Karate Kid, passando per War games e Ritorno al futuro, senza dimenticare i primi ascolti delle band di parrucconi rock del tempo, dagli Europe a Bon Jovi.
E poi i film dai Goonies a Karate Kid, passando per War games e Ritorno al futuro, senza dimenticare i primi ascolti delle band di parrucconi rock del tempo, dagli Europe a Bon Jovi.
E Dungeons&Dragons.
Ero in terza elementare, quando
cominciai a dilettarmici, a casa di un amico con un fratello che era
"già alle medie": e tra un Librogame ed un cambio di compagnia, la
passione dei giochi di ruolo rimase, accanto a quella per i fumetti.
Ma questo è un post dedicato alla recensione di un romanzo -
stupendo, tra le altre cose, forse addirittura il miglior titolo fantasy
del nuovo millennio - o un viaggio nell'amarcord del vecchio cowboy?
In realtà entrambe le cose, perchè Player one è un omaggio sentito ed
emozionante di un ragazzo cresciuto a quei tempi, Ernest Cline - classe '72, dunque un pò più grandicello del sottoscritto -,
collezionista di tutto quello che riporta agli eighties e geek
all'ultimo stadio, pronto a raccontare la straordinaria avventura di
Wade Watts, diciottenne di un futuro più prossimo che remoto dominato
dalla realtà alternativa di OASIS, piattaforma che simula un'esistenza a
tutti gli effetti pronta a sostituire una realtà decisamente poco
piacevole per i più, e da una gara indetta dal multimilionario James
Halliday, inventore della stessa OASIS pronto a lanciare una strepitosa caccia al
tesoro affinchè la sua creatura ed il patrimonio accumulato grazie ad
essa possano finire nelle mani di un cercatore - ed un giocatore -
meritevole ed il più equilibrato possibile.
Ha così inizio una delle avventure più incredibili vissute nel
corso della mia esistenza da lettore, un viaggio attraverso scenari
ispirati a videogames, serie televisive, fumetti, giochi di ruolo, film e
tutto quello che ancora oggi fa sospirare noi "ragazzi degli anni
ottanta" per la nostalgia di un periodo unico, magico, sopra le righe
quanto mitico praticamente per antonomasia.
La ricerca dei Gunter e la caccia all'Easter Egg di Halliday
regala, oltre ad una manciata di personaggi splendidi - Wade, Art3mis,
Aech, Shoto e Daito, goonies del virtuale, losers in una realtà che non
sa che fare di loro e vincenti assoluti all'interno di OASIS -,
ambientazioni dal fantasy al tecnologico estremo, scenari da 1984 ed
esaltazione da bambini - nel momento della prima messa in moto del
Leopardon con gli AC/DC pompati nell'abitacolo ho avuto un brivido lungo
la schiena, neanche fossi salito a bordo di una macchina del tempo, altro che lo spompato Pacific rim! -,
senza dimenticare l'importante analisi del rapporto tra la felicità che
può dare una simulazione e quella che, pur dopo aver collezionato
delusioni e sofferenze, arriva dalla vita vera.
Perchè è questo, il succo di Player one.
Dacci dentro,
vivi al massimo i tuoi sogni, ma non dimenticarti che quello che vale
sta dall'altra parte dello schermo, e passa attraverso ogni cosa che si
possa toccare e della quale fare esperienza sulla pelle, e non solo
attraverso la simulazione, e l'immaginazione.
Forse è proprio a questo che ci hanno preparato gli anni ottanta, e
forse è proprio questo che omaggia questo libro meraviglioso.
Dunque
infilatevi jeans e maglietta, inforcate i Rayban, inserite una cassetta
nello stereo della vostra DeLorean, preferibilmente 2112 dei Rush, e
volate verso l'orizzonte: l'importante è che sappiate bene dove
atterrare una volta svegli.
MrFord
"We've taken care of everything
the words you hear, the songs you sing
the pictures that give pleasure to your eyes.
It's one for all and all for one
we work together, common sons
never need to wonder how or why."
the words you hear, the songs you sing
the pictures that give pleasure to your eyes.
It's one for all and all for one
we work together, common sons
never need to wonder how or why."
Rush - "The temples of Syrinx" -
bel libricino, mi ha fatto passare qualche ora divertente (forse un po' troppe pagine per una storia del genere...)
RispondiEliminaMe lo sono divorato talmente in fretta che quasi non mi sono accorto delle pagine. Benvenuto da queste parti Stefano!
EliminaNe ho sentito parlare da un po',e mi incuriosiva.....MA
RispondiEliminaA parte il fatto di essere nella 'fascia adatta' temo che sia per il target cui e' smaccatamente prodotto (gente che di libri ne leggeva pochini,troppo impegnata in cose piu' prettamente nerd) sia per i rimandi continui ad una sottocultura effimera rivalutata di risulta solo alla luce della pochezza odierna che non mi ha mai avuto tra i suoi entusiasti, potrebbe rivelarsi una grossa bimbominkiata fuori tempo massimo,sia per stile che per sviluppo.
MA lo regalero' ai personaggi giusti.In seguito,se reagito bene,me lo sorbiro' come un fumetto.
Non fare troppo il saputello snob e goditelo! Ricorda il barbarico YAWP!
EliminaNuoooooooooooooooooooooooo!!!!!! NO!
EliminaNon puoi mettere il dolce Walt qui in mezzo! NO!!1
Walt Whitman in questo contesto potrebbe farmi lo stesso effetto del Sacro Colpo dell'Armonia dell'Universo della Sacra Scuola di Hokuto!!!!
8DD
Ce lo metto eccome. E altro che sacro colpo, ti sparo un paio di bottigliate come si deve! ;)
EliminaPotrebbe essere interessante.
RispondiEliminaLo è, senza dubbio. Se Nesbo non piazza la sua zampata, questo sarà a mani basse il mio libro dell'anno.
Eliminalibro semplicemente fighissimo!!!
RispondiElimina[però non so se ti perdono l'aver definito spompato pacific rim ;) ]
Frank, tu sì che ne capisci! Si vede che sei un vero Expendable anni ottanta! ;)
EliminaPer me invece terribile, tipo uno dei libri peggior mai letti, scritto da cani e con nessuna inventiva. Facile mettere insieme una lista infinita di memorabilia nostalgica giocando sul fattore geek, ben più difficile era costruirci una storia sensata attorno, cosa che Clyne non è proprio riuscito a fare. Non c'è struttura, non c'è crescendo, non c'è profondità, è tutto un insieme di cose misurate tutte alla stessa maniera e buttate dentro per fare mucchio (D&D, Rush, Gundam, Evangelion...), cosa che mostra sì l'amore di Clyne per il suo essere, o essere stato, nerd, ma da qua a saper scrivere un libro ce ne passa...
RispondiEliminaAh Ecco.
EliminaEsattamente come temevo.Manco come strenna,funzia, allora. Grazie del risparmio simone!
Simone, da pseudo scrittore io farei la firma per un affresco come questo. Ma del resto i gusti sono gusti, anche se a questo giro ti prendi un sacco di bottigliate insieme a quel radical di Giocher. Una mano per te, l'altra per lui. Con i Rush in sottofondo.
EliminaI Rush vanno sempre bene :-)
EliminaAlmeno non sarà troppo spiacevole la colonna sonora delle bottigliate, allora! ;)
Eliminagiocavi a dungeons & dragons???
RispondiEliminama eri proprio un nerd!
stallone e i suoi amichetti expendables ti avrebbero gonfiato di botte ahahah
Come tutte le cose, c'è un modo da nerd di farle, ed uno da fico.
EliminaUn pò come un modo cannibale, ed uno fordiano! Ahahahahah! ;)
L'ho appena ordinato in libreria, perché l'ultima volta, quando me ne hai parlato,
RispondiEliminami hai messo la scimmia. Ti farò sapere! Ho ordinato anche l'uomo in fuga il romanzo che ha ispirato l'implacabile con Arnie!!
Cmq bottigliate anche per te!!! Altro che spompo, PR è una bbbomba!!
:-D
Poi mi farai sapere com'è L'uomo in fuga, allora!
EliminaComunque sono sicuro che questo ti piacerà parecchio, altro che Pacific rim! ;)
Lo leggerò di sicuro prima o poi, però ne ho letto malino da altre parti (vedi alla voce Midian) e quindi dovrò essere in forma mentale adatta... :)
RispondiEliminaMa tu diffida del Corà, che a volte è quasi peggio del Cannibale! ;)
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