Regia: Richard Donner
Origine: USA
Anno: 1989
Durata: 114'
La trama (con parole mie): Riggs e Murtaugh, ormai partners affiatati e sempre più casinari, si ritrovano in mezzo ad un traffico che vede coinvolti alcuni diplomatici sudafricani nel pieno degli anni dell'apartheid. Pestati un pò troppi piedi politici, i due si ritrovano a fare da cani da guardia ad un esperto del riciclo del denaro sporco - l'ancor più casinista Leo Getz - che involontariamente con la sua presenza li riporterà sulle tracce degli stessi criminali.
I poliziotti avranno tutto il tempo di scampare ad almeno tre attentati a testa prima di riuscire a mettere alle strette i loro avversari, che si riveleranno essere non soltanto a capo di un traffico decisamente milionario, ma anche i responsabili dell'incidente che provocò la morte della moglie di Riggs, anni prima, evento che scatenò la vena più folle dell'indisciplinato agente.
Ci sono alcuni film che sono un vero e proprio toccasana.
Di recente, riscoprendo una delle saghe più emozionanti e divertenti dell'action tutta come quella di Arma letale, pensavo che i miei ricordi dei tempi avessero ragione e che soltanto il primo capitolo sarebbe stato degno di nota per quel sano intrattenimento tamarro di cui tutti noi ogni tanto necessitiamo: e invece ecco giungere a smentirmi un numero due che non compariva sugli schermi di casa Ford da millemila anni - non ricordavo neppure della presenza di Joe Pesci, figurarsi! - e che ha reso alla perfezione i suoi servizi di svago per un cervello reso un pò fiacco dalle recenti disavventure ospedaliere fordiane - e non parlo soltanto delle mie tonsille ormai nel paradiso delle parti del corpo estratte e buttate in un cestino -.
Ma torniamo alle avventure della premiata ditta Murtaugh e Riggs: con l'abbandono di Shane Black alla sceneggiatura, Donner cerca con questo bis di mantenere la narrazione sugli stessi binari del supercult che diede inizio alla storia pur concedendosi un'atmosfera decisamente più fracassona e scanzonata, affidandosi per questo ad un Mel Gibson così sopra le righe da rasentare in più occasioni il gigionismo estremo.
Quello che, però, è interessante, è che nonostante tutto l'insieme continui a reggere, e ad una vicenda assolutamente figlia dell'immaginario di genere anni ottanta - sparatorie come se piovesse, passaggi non proprio limpidi o troppo semplificati dello script - ritroviamo accostato addirittura un tema di grande attualità ai tempi, ovvero la protesta contro l'apartheid sudafricana, non ancora sconfitta dall'ascesa che avrebbe avuto non troppo tempo dopo Nelson Mandela.
Un risvolto, questo, in grado di dare spessore ad una proposta decisamente ricreativa ed al contempo far ripensare ai bei tempi andati - ricordo, in questo senso, Rambo III con gli USA a sostenere i talebani contro i sovietici, roba che ora sarebbe praticamente fantascienza - quasi fossero una sorta di limbo al quale tornare solo ed esclusivamente grazie a questo tipo di visioni.
Per il resto è tutto un botta e risposta tra i due protagonisti e la spalla aggiunta Leo Getz - che diverrà praticamente il terzo incomodo nei successivi due film del franchise -, battute sguaiate da amicizia virile, prove di forza e follia di Riggs - un personaggio più che mitico, il suo confronto con il capo è tornato ad essere uno dei miei cult totali - ed una robustissima dose di botte e proiettili come si conviene ad ogni proposta di questo genere che si rispetti.
Vi confesso che, addirittura, l'eccesso chiassone e da buddy movie con tanto di voli da finestre e containers di questo secondo giro di giostra è riuscito a sorprendermi a tal punto rispetto ai ricordi che avevo dello stesso da farmi pensare che non sia poi tanto distante - parlando di valore cinematografico - dal primo, e che Richard Donner sia riuscito a mantenere decisamente alto il livello del suo lavoro - parliamo, di fatto, di un mestierante del Cinema, benchè autore di un Classico come I Goonies -, tanto da alimentare nel sottoscritto la voglia di recuperare dopo quindici anni almeno anche i restanti due capitoli, sperando che anch'essi possano trasformarsi in piacevoli, caotiche, scombinate perle come questa.
Dunque, se siete in una di quelle giornate in cui pare non vi resti nient'altro se non ubriacarvi e sbattere la testa contro il muro - o entrambe le cose - un titolo come Arma letale 2 è sempre consigliato per riscoprire quelli che sono alcuni degli assoluti piaceri della vita.
Come i buoni, vecchi film d'azione: vecchi amici che non ti abbandonano mai.
Neppure quando per anni ti dimentichi di loro.
E sono sempre lì, pronti ad accorrere per pararti le chiappe.
Di recente, riscoprendo una delle saghe più emozionanti e divertenti dell'action tutta come quella di Arma letale, pensavo che i miei ricordi dei tempi avessero ragione e che soltanto il primo capitolo sarebbe stato degno di nota per quel sano intrattenimento tamarro di cui tutti noi ogni tanto necessitiamo: e invece ecco giungere a smentirmi un numero due che non compariva sugli schermi di casa Ford da millemila anni - non ricordavo neppure della presenza di Joe Pesci, figurarsi! - e che ha reso alla perfezione i suoi servizi di svago per un cervello reso un pò fiacco dalle recenti disavventure ospedaliere fordiane - e non parlo soltanto delle mie tonsille ormai nel paradiso delle parti del corpo estratte e buttate in un cestino -.
Ma torniamo alle avventure della premiata ditta Murtaugh e Riggs: con l'abbandono di Shane Black alla sceneggiatura, Donner cerca con questo bis di mantenere la narrazione sugli stessi binari del supercult che diede inizio alla storia pur concedendosi un'atmosfera decisamente più fracassona e scanzonata, affidandosi per questo ad un Mel Gibson così sopra le righe da rasentare in più occasioni il gigionismo estremo.
Quello che, però, è interessante, è che nonostante tutto l'insieme continui a reggere, e ad una vicenda assolutamente figlia dell'immaginario di genere anni ottanta - sparatorie come se piovesse, passaggi non proprio limpidi o troppo semplificati dello script - ritroviamo accostato addirittura un tema di grande attualità ai tempi, ovvero la protesta contro l'apartheid sudafricana, non ancora sconfitta dall'ascesa che avrebbe avuto non troppo tempo dopo Nelson Mandela.
Un risvolto, questo, in grado di dare spessore ad una proposta decisamente ricreativa ed al contempo far ripensare ai bei tempi andati - ricordo, in questo senso, Rambo III con gli USA a sostenere i talebani contro i sovietici, roba che ora sarebbe praticamente fantascienza - quasi fossero una sorta di limbo al quale tornare solo ed esclusivamente grazie a questo tipo di visioni.
Per il resto è tutto un botta e risposta tra i due protagonisti e la spalla aggiunta Leo Getz - che diverrà praticamente il terzo incomodo nei successivi due film del franchise -, battute sguaiate da amicizia virile, prove di forza e follia di Riggs - un personaggio più che mitico, il suo confronto con il capo è tornato ad essere uno dei miei cult totali - ed una robustissima dose di botte e proiettili come si conviene ad ogni proposta di questo genere che si rispetti.
Vi confesso che, addirittura, l'eccesso chiassone e da buddy movie con tanto di voli da finestre e containers di questo secondo giro di giostra è riuscito a sorprendermi a tal punto rispetto ai ricordi che avevo dello stesso da farmi pensare che non sia poi tanto distante - parlando di valore cinematografico - dal primo, e che Richard Donner sia riuscito a mantenere decisamente alto il livello del suo lavoro - parliamo, di fatto, di un mestierante del Cinema, benchè autore di un Classico come I Goonies -, tanto da alimentare nel sottoscritto la voglia di recuperare dopo quindici anni almeno anche i restanti due capitoli, sperando che anch'essi possano trasformarsi in piacevoli, caotiche, scombinate perle come questa.
Dunque, se siete in una di quelle giornate in cui pare non vi resti nient'altro se non ubriacarvi e sbattere la testa contro il muro - o entrambe le cose - un titolo come Arma letale 2 è sempre consigliato per riscoprire quelli che sono alcuni degli assoluti piaceri della vita.
Come i buoni, vecchi film d'azione: vecchi amici che non ti abbandonano mai.
Neppure quando per anni ti dimentichi di loro.
E sono sempre lì, pronti ad accorrere per pararti le chiappe.
MrFord
"He sang a song as on he rode,
his guns hung at his hips
he rode into a cattle town,
a smile upon his lips
he stopped and walked into a bar and laid his money down
but his mother's words echoed again:
Don't take your guns to town son,
leave your guns at home Bill,
don't take your guns to town."
he stopped and walked into a bar and laid his money down
but his mother's words echoed again:
Don't take your guns to town son,
leave your guns at home Bill,
don't take your guns to town."
Johnny Cash - "Don't take your guns to town" -
moonrise kingdom, ruby sparks, un sapore di ruggine e ossa... ultimamente ti stavi concedendo troppe ottime visioni cannibali.
RispondiEliminagiusto tornare a una classica ciofeca ford-gibsoniana per ricordarti della tua vera identità :D
non ascoltare il cucciolo ammazza vampiri, arma letale è roba forte che spacca il culo a tutta cucciolandia ahaha
EliminaCannibale, non potevo continuare senza neppure una visione fordiana, no!?!? ;)
EliminaLorant, hai ragione: Arma letale spacca. Sempre e comunque.
all'epoca Patsy Kensit mi provocava un discreto stravaso ormonale...
RispondiEliminaE in questo film mostra anche parecchio!
EliminaPuro divertissement! Non me ne sono perso uno :)
RispondiEliminaBlack, parole sante! Tra poco arriveranno anche gli altri due! :)
EliminaA me è piaciuto quasi più del primo. Non sto qui a ripeterti il perchè :)
RispondiEliminaGae, quando piace un Arma letale, non si chiede nulla.
EliminaSi approva! :)