giovedì 12 aprile 2012

Romanzo di una strage

Regia: Marco Tullio Giordana
Origine: Italia
Anno: 2012
Durata: 129'



La trama (con parole mie):  siamo nel pieno degli "anni di piombo", e l'Italia è percorsa da tensioni alimentate dalle lotte in strada degli anarchici e della sinistra, quelle da massoni della destra in cerca di un colpo di stato e dagli intrighi dei grandi centri di potere.
Attorno a trame complesse che prevedono una tendenza al naturale insabbiamento della verità ruotano individui lasciati soli, troppo testardi e a loro modo giusti per poter girare la testa da un'altra parte: sono Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi.
Il primo emblema di un'anarchia destinata a scomparire, il secondo di forze dell'ordine d'altri tempi.
I loro destini ruotano attorno ad uno degli episodi più terribili della storia recente del Bel Paese: la strage di Piazza Fontana.




In questi giorni, in rete, le opinioni a proposito di quest'ultimo lavoro di Marco Tullio Giordana si sono inseguite e susseguite da un estremo all'altro della scala di gradimento: dalla noia all'eccessiva freddezza, da un piglio "super partes" ad una troppo romanzata partecipazione, le discussioni hanno di fatto generato una serie di pareri contrastanti degni delle ipotesi legate alla strage da cui il film stesso ha preso ispirazione e spunto.
In questo senso, non si può negare che Romanzo di una strage sia stato un successo clamoroso: da sempre le pellicole in grado di fare discutere - e dunque fornire materia di riflessione - finiscono per incidere nella Storia della settima arte quanto e più di quelle universalmente riconosciute come Capolavori o schifezze cosmiche, e tutti quanti noi abbiamo bene presente, soprattutto in un periodo povero come questo, il bisogno disperato del Cinema italiano di un pò di movimento.
Personalmente devo ammettere di aver trovato decisamente interessante il lavoro di Giordana: certo, non saremo ai livelli de La meglio gioventù, la ricostruzione storica ed i dettagli saranno sempre meno approfonditi rispetto ad una serie - penso a Romanzo criminale -, si finirà comunque per scontentare qualcuno, dai puristi in cerca del totale rispetto dell'evoluzione delle vicende - giudiziarie e criminali - a chi, invece, vorrebbe che il "romanzo" avesse le caratteristiche della fiction ed il suo impatto emotivo unite ad una presa di posizione netta e decisa da parte dell'autore, eppure l'impressione che ho avuto da questa visione è quella - riuscitissima - di una ricerca di risveglio dell'interesse rispetto ad uno degli episodi più terribili degli "anni di piombo" e di un ritratto di uomini che furono vittime, a causa della loro "purezza" - pur criticabile -, di un sistema grigio e fagocitatore.
Parlo, in questo senso, dei tre protagonisti indiscussi di questo film: Calabresi, Pinelli e Moro.
Tre figure estremamente diverse una dall'altra interpretate ottimamente da tre attori che non ho mai particolarmente amato - rispettivamente Mastandrea, Favino e Gifuni -, tutti volti di quelle vittime che la Storia recente del nostro Paese ha mietuto a tutti i livelli delle istituzioni, e al di fuori delle stesse.
Le solitudini forzate di questi involontari protagonisti del dramma, portate sullo schermo mostrando con sapienza punti di vista differenti - l'idea della Legge di Calabresi, l'etica "della strada" di Pinelli che gli impedisce di denunciare i compagni, la "missione" di Moro - restano il ricordo più intenso ed il punto di forza maggiore del lavoro di Giordana, ritratti di un'epoca neppure così distante da quella in cui viviamo oggi, e che rimanda ad un concetto di lotta che, seppur diverso, ha portato nei decenni successivi a vittorie costate sacrifici enormi proprio ai pionieri della stessa - penso a Falcone e Borsellino, probabilmente i due eroi più grandi dell'Italia del Dopoguerra - e che ebbe origine in quegli anni tumultuosi e segnati dal sangue.
Da milanese, ricordo molto bene i racconti dei miei genitori rispetto al giorno dell'attentato in Piazza Fontana così come della tensione a seguito dell'uccisione di Moro, così come il passaggio, negli anni dell'università, di fronte alla banca che fu teatro di quell'orrore o alla Questura e al luogo dell'uccisione di Pinelli, così come il ricordo del padre di un compagno di liceo che ai tempi lavorava proprio nello stesso istituto di credito, e quel giorno uscì prima grazie ad una sorpresa della fidanzata, che divenne poi sua moglie, e madre di quel mio vecchio amico.
Ci sono tante storie, dietro quella Piazza.
Storie che passano dalle manifestazioni scolastiche ai ricordi, che toccano il Destino di questa Italia che ancora porta le ferite del Tempo - anche se pare non ricordarsene - o che non c'entrano nulla, ma tornano sempre e allo stesso modo qui: proprio come in un romanzo, in cui personaggi entrano ed escono, si perdono o ritrovano, rifuggono o restano dentro per sempre.
Questo è il romanzo di una strage.
E il messaggio che porta è fare in modo che la sua memoria non sia cancellata.
Per quanto caotica o confusa appaia ancora e soprattutto oggi.
Non dimentichiamo quanti sacrifici sono stati fatti per arrivare a guadagnare quel poco che abbiamo.
E ricordiamo sempre quanti altri ne serviranno per muoverci anche solo di un passo in avanti.
Non dimentichiamo Calabresi, Pinelli e Moro.
E Falcone e Borsellino.
Così, un giorno, forse, non ci sarà più bisogno di vittime come loro.


MrFord


"Il mio Pinocchio fragile
parente artigianale
di ordigni costruiti
su scala industriale
di me non farà mai
un cavaliere del lavoro,
io sono d'un'altra razza,
son bombarolo."
Fabrizio De Andrè - "Il bombarolo" -



28 commenti:

  1. un film non all'altezza dei precedenti ma ugualmente interessante :)

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    1. Arwen, concordo in pieno.
      Soprattutto in un periodo di vacche magre come questo, almeno in Italia.

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  2. Sono d'accordo con te sull'importanza di avere un film come questo in un Paese come il nostro in cui i produttori sganciano solo per fare commedie, stupide possibilmente perchè pare che più sono stupide più hanno speranza di incassare al botteghino. Il problema di questo film a parte il didascalismo(secondo me anche forzato dalla compressione di tanti avvenimenti in due ore, mentre ad esempio ne La meglio gioventù la durata era tripla e anche il racconto era meno asfittico) è che ha scelto una strada impervia per l'attentato di Piazza Fontana( doppia valigetta per un doppio attentato e addirittura col triplo sosia e con Valpreda che pare un topo ballerino lobotomizzato da come lo descrivono) mentre ha scelto di non avere posizioni nè sulla morte di Pinelli(pasticciaccio brutto nella nostra storia) nè praticamente su quella di Calabresi. Mi ha irritato profodamente il Gifuni che scimmiotta l'Herlitzka di Buongiorno notte e credo che Giordana abbia descritto tre personaggi(Pinelli, Calabresi, Moro) aggiungendo molti dettagli di fantasia.Se la moglie di Calabresi ha detto di non aver gradito come è stata resa la figura del marito, beh secondo me qualche forzatura c'è.E ora chiudo il pippone che già sento le tue bottigliate fischiarmi attorno alle orecchie...

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    1. Bradipo, tranquillo per il "pippone", sapevo già della tua opinione in merito, e posso capirla.
      In fondo, io ho cercato di guardarlo cercando di farmi influenzare il meno possibile, riuscendo ugualmente a concentrarmi su fattacci come la morte di Pinelli e sui protagonisti della storia - sono d'accordo, con Buongiorno, notte non c'è paragone -, e per il resto prendendo il tutto come un'opera di fiction ispirata ad un periodo sicuramente non semplice.
      Da questo punto di vista, secondo me, come ho scritto, Giordana si è giocato tutto sommato bene le sue carte. :)

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  3. Considero "La meglio Gioventù" forse il migliore film italiano degli ultimi 10 anni per l'ampiezza della storia, per la bravura degli attori, per la fotografia.. Non so, mi emoziona ogni volta. Da lì in poi Giordana si è un po' perso (quando sei nato... era veramente bruttino). Ma qui la storia mi interessa, lo vedrò quanto prima.

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    1. Gae, La meglio gioventù è davvero un ottimo film - anche se ne avrei parecchi di migliori -, ed effettivamente Giordana da allora si è perso e non poco, ma questo, quantomeno, è interessante e suscita più di una riflessione.

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    2. parecchi di migliori della meglio gioventù?
      baaa, vedendo i tuoi filmucoli italiani, non ce n'è uno ma manco mezzo che possa anche solo pulirgli le scarpe... :D

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    3. Caro il mio Cucciolo Eroico, anche tra i tuoi filmetti ce ne sono di migliori, rispetto a La meglio gioventù!
      Ahahahahahahahah!

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  4. Marco Tullio Giordana mi piace molto e questo con calma lo recupererò. La meglio Gioventù è una roba straordinaria, fantastico. Ma anche gli altri mi sono piaciuti.

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    1. Vincent, La meglio gioventù è senza dubbio la cosa migliore prodotta da Giordana.
      Appena riesci recupera anche questo, comunque! :)

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  5. romanzetto di una strage, più che romanzone di una strage.
    si poteva fare di meglio...
    comunque mastandrea pessimo!

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    1. Pessimo sarai tu, razza di Coniglione da strapazzo! :)
      Comunque è inutile che tiri indietro la mano, anche tu ne avevi parlato discretamente! ;)

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  6. Io l'ho visto - forse addirittura prima di te ommioddio!!
    ehm.. scusa.. dicevo che io l'ho visto e oramai ho i diritti d'autore sulla frase: mi sono incasinata coi personaggi. Sono davvero troppi per chi non conosce i fatti e si avvicina alle vicende per la prima volta. Se lo scopo era rimanere sul vago e mettere la pulce nell'orecchio: bel film. Se lo scopo era spiegare alle nuove generazioni quegli anni e dare un'idea del loro significato sulle vite, ma anche sulle sensazioni e paure (perché le bombe da lontano - nel tempo e nello spazio- non sono così brutte), degli italiani in quegli anni: anche no.
    Però mi piace quando i personaggi vengono interpretati col loro accento, anziché con una dizione monotona uguale per tutti, come se fossero stati creati a tavolino: sono più verosimili. Sulle varie teorie esposte però non ho una teoria, perché come ho detto non ne sapevo molto, né ne so molto ora.

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    1. Elle, l'idea che ho io è che Giordana abbia realizzato un film che potesse ricordare anche al pubblico più giovane o a chi non conosceva i fatti uno degli avvenimenti più importanti della storia italiana recente.
      Per questo - e per le discussioni che ha suscitato - trovo che abbia fatto un onesto lavoro.

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    2. Sì infatti l'importanza del film sta nelle discussioni che ha stimolato in giro, sia da parte di quelli che l'hanno apprezzato così com'è, che di quelli a cui non è piaciuto, o che non l'hanno capito.. ci sono in giro tanti link e rimandi a libri "migliori" del film. Come pulce nell'orecchio vale.

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    3. Assolutamente sì. E dato che l'argomento sociale è importante, meglio così!

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  7. Come ho già detto dalle mie parti film imperfetto ma importante per il solo fatto di essere stato realizzato. Più che di approfondimento, direi film di "memento". Bravissimo Favino.

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    1. Newmoon, anche io lo considero un "memento", più che uno spiegone. In questo sta la sua forza, nonostante i difetti.
      Concordo su Favino.

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  8. Io adoro Mastrandea invece, è un incompreso che ha fatto tantissimi capolavori, forse un po' di Serie B o quel cinema da finto autore italiano, però ci sa fare molto bene.
    Per quanto riguarda questo film, invece, avevo proprio paura di ciò che è accaduto in Vallanzasca di Placido, ovvero la ricostruzione storica e il contesto lasciato un po' a se stesso.
    Non servono un paio di millecento a fare gli anni '70.

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    1. Pesa, mi è piaciuta la tua riflessione sui settanta, e sono della tua stessa idea.
      A volte, però, per sensibilizzare ed incuriosire il pubblico rispetto a certi avvenimenti, va bene anche così.
      In fondo, se il film ti tocca, il passo che porta poi a documentarsi per conto proprio è breve.

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  9. concordo in pieno. massimo rispetto per un film che riporta alla memoria personaggi e fatti forse dimenticati o poco conosciuti. io ho molto apprezzato anche l'apporto filmico in se, sia a livello tecnico che attoriale quindi, storia a parte, lo reputo un film riuscito. poi non dimentichiamoci che trattasi di un romanzo, e come tale resta. già nel titolo ci avverte che la storia sarà "romanzata" e proprio non capisco chi accusa il film di "infedeltà" storica o di essere troppo romanzato (che poi, tra l'altro, i fatti ancora non si conoscono).

    e comunque io di Giordana preferirò sempre I Cento Passi, così tanto per dire :D

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    1. Frank, sono assolutamente in linea con il tuo pensiero, tranne che per I cento passi, che a mio parere non è all'altezza de La meglio gioventù. :)

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  10. Boccio a prescindere questo genere di produzioni, siano fiction o film.
    Come gia' dissi a suo tempo commentando da Cannibal, sara' che nei ricordi di bambina ho il terrorismo, gli omicidi, le gambizzazioni.
    Credo che bastino le cronache (scritte e filmate) originali dell'epoca, ma soprattutto la nostra volonta', per non dimenticare.

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    1. Irriverent, posso capire, ma produzioni di questo tipo diventano utili quando stimolano il recupero e la riflessione anche in chi non ha vissuto sulla pelle quegli anni - o, in genere, situazioni estreme -.
      Una sorta di "memento", come si diceva con Newmoon.

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  11. Il film non l'ho ancora visto, ma la tua recensione mi è piaciuta tantissimo, bravo James! Mi hai fatto perfino commuovere! *_*

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    1. Melinda, muchas gracias!
      Addirittura commuovere!? Sono contento che abbia trovato una direzione così la recensione: in fondo era quello che volevo.

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  12. Un romanzo, appunto. Per chi vuol sapere come sono andate veramente le cose in quegli anni e non confondere ancora di più le menti dei giovani virgulti italici, auspicherei la nascita di un Clint Eastwood de "Noantri" che ahimè è ancora di la da venire.
    Pessimo, e mi dispiace, perché Giordana potrebbe aspirare al titolo.

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    1. Harmonica, di Clint ce n'è uno ogni mezzo secolo, purtroppo.
      Per il resto, non saprei: definirlo pessimo, rispetto all'attuale panorama italiano, mi sembra un pochino troppo!

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