venerdì 18 novembre 2011

Californication Stagione 3

Produzione: Showtime
Origine: Usa
Anno: 2009
Episodi: 12



La trama (con parole mie): Hank Moody, rimasto a Los Angeles con la figlia Becca dopo la partenza di sua moglie Karen per New York, finisce per diventare - suo malgrado - insegnante, causando non pochi scompensi sessual-sentimentali all'interno della facoltà in cui lavora: tra avvenenti studentesse/spogliarelliste, assistenti in cerca del grande amore e mogli di rettori facilmente eccitabili, il circo da lenzuola dello scrittore non avrà un momento di pausa.
Il tutto senza contare l'inizio della ribellione adolescenziale della figlia, le consuete disavventure del suo agente Charlie Runkle - alle prese con l'aggressiva Sue Collini e Rick Springfield -, l'ormai cronica crisi da pagina bianca e, con il ritorno di Karen ed il progetto di tornare a vivere nella Grande Mela, l'idea di ripartire da zero e ricominciare.
Sempre che Mia Lewis, che Moody si portò a letto quando era ancora minorenne, responsabile del "furto" del suo ultimo romanzo, non ci metta lo zampino.



Che posso dire, a proposito di Hank Moody!?
Sarà un cazzone irresponsabile e tendenzialmente spocchioso, un adolescente in crisi ormonale nel corpo di uno scrittore tendente al fallimento e mezzo alcolizzato di mezza età, eppure - forse per alcune affinità più o meno pronunciate che ho con il suddetto - questo scombinato outsider della letteratura mi è sempre piaciuto da matti.
Forse sono di parte, certo: dico sempre a Julez che se non ci fosse lei - in senso buono, ovviamente - a quest'ora sarei già stato in viaggio verso una galassia molto vicina a quella del personaggio che ha reinventato David Duchovny trasformandolo da sfigato corteggia alieni in seduttore sciupafemmine, eppure ho sempre trovato Californication una serie tosta ed intelligente, scritta con perizia anche e soprattutto perchè, fondamentalmente, tutta incentrata su quella famosa pagina bianca che imprigiona il vecchio Hank praticamente dal primo episodio in assoluto.
E nonostante il potenziale rischio di finire spiaggiati come balene perdute sulle spiagge californiane del dolce far niente, annata dopo annata la creatura di Tom Kapinos ha trovato stimoli sempre nuovi in grado di stuzzicare la curiosità e la passione dello spettatore: dai primi scompensi caratteriali da turba adolescenziale di Becca - fino alla scorsa stagione decisamente più bambina e legata ai genitori da quell'affetto naif tutto dolcezza e Guitar Hero - al sostegno al vecchio amico Charlie Runkle, che fa da viatico a due delle presenze più azzeccate della storia del serial: Sue Collini - una grandissima Kathleen Turner, personaggio stratosferico - e Rick Springfield, Hank Moody non smette un solo secondo di stupire l'audience con quel suo fare da finto stronzo costruito e menefreghista che, in realtà, nasconde una natura molto più fragile di quella proposta a pubblico e frequenti partner di letto.
A questo va senza dubbio aggiunto che il sesso stesso - ingrediente fondamentale del cocktail Moody - viene approcciato con passione, vitalità e divertimento ed un atteggiamento che ricorda quello dell'azzeccatissimo Shortbus, privo di inibizioni e convenzioni sociali da bravi borghesucci e libero - finalmente, direi - da tutti quei vincoli più che altro mentali che troppo spesso impediscono a noi tutti di godersi una sana scopata riuscendo a sovrapporre selvaggia istintività e passione che porti ad un sentimento - a prescindere da quale sia -.
Certo, Hank Moody non sarà un esempio monumentale di fedeltà ed affidabilità, ma da un certo punto di vista il suo essere una vera e propria mina vagante emotiva e da letto trova un suo senso nell'intraprendere una sorta di crociata contro un certo tipo di costruito - e posticcio - appagamento da salotto, rappresentato perfettamente dal rettore Koons e dalla moglie Felicia.
Altro grande pregio di questa terza stagione sono stati due tra gli episodi migliori che il piccolo schermo mi abbia regalato negli ultimi mesi di visioni, peraltro molto diversi per registro ed approccio: l'ottavo - The apartment -, che prende spunto dalle vecchie commedie slapstick spingendo al massimo sull'acceleratore del sesso e quello che chiude la stagione - Mia culpa -, a metà tra il viaggio grottesco nel mondo onirico di Moody ed una svolta drammatica mai sfoggiata dalla serie.
A questo punto non resta che attendere gli sviluppi del ritorno di Mia nel cast fisso e le conseguenze che le sue rivelazioni avranno non tanto sulla carriera - che pare ormai naufragata - ma sulla vita privata di Hank e sul suo rapporto con Karen e Becca: a fare da contrapposizione allo spirito delle puntate appena citate, calzano a pennello gli accostamenti musicali al rock leggero ed orecchiabile di Rick Springfield, figlio della spensieratezza eighties e tutta la malinconia dell'Elton John migliore, che con la splendida "Rocket man" ci lascia in apnea - di nuovo, emotiva e sessuale - neanche fossimo il vecchio Hank, disarcionato da tutti i suoi sbagli in materia di donne e non troppo pronto a scivolare a fondo da solo, senza l'ispirazione delle due vere donne della sua vita - e non se la prendano le numerose altre -: Karen e Becca.
Io, che sia affinità o che altro, sto con lui.
In fondo, gente della sua risma - e della mia - alla fine torna sempre a galla.
Siamo stronzi mica per niente.

MrFord

"I get excited
just thinkin' what you might be like
I get excited
there's heaven in your eyes tonight
the fire's ignited down below
it's burning bright
oh baby, stay, we got all night, all night."
Rick Springfield - "I get excited" -


 

5 commenti:

  1. mi piaceva parecchio, però con la terza stagione l'ho perso di vista.
    dev'essere stata la presenza di rick springfield ahaha :)

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  2. L'ho sempre snobbata, chissà poi perché.
    Magari recupero.

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  3. Cannibale, invece ho trovato la terza la più brillante stagione finora. Recuperala, razza di squilibrato! ;)

    Jay, fossi in te darei al vecchio Moody una possibilità. In un modo o nell'altro, saprà ripagarti.

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  4. Gli uomini tormentati sono i peggiori, quelli che ti tradiscono e poi hanno quello sguardo da cane bastanato. E la cosa peggiore è che ci stanno male veramente, poi lo rifanno.

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  5. Josy, l'hai detto.
    Come appartenente - un tempo sicuramente più di ora - alla categoria dei peggiori non posso che darti ragione.

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