sabato 26 novembre 2011

Oltre le regole - The messenger

Regia: Oren Moverman
Origine: Usa
Anno: 2009
Durata: 113'



La trama (con parole mie): Will Montgomery, sergente maggiore decorato dopo essere sopravvissuto ad una missione in Afghanistan salvando alcuni dei suoi compagni, viene rispedito negli Usa in convalescenza per essere assegnato, negli ultimi mesi del servizio, alla sezione che provvede - prima che stampa, tv e chiunque ne abbia la possibilità lo faccia prima dell'esercito - ad informare le famiglie dei caduti dando loro la notizia che non vorrebbero mai ricevere.
Suo partner sarà il capitano Tony Stone, veterano della prima Desert Storm, ex alcolista ed ormai abituato ad un lavoro che, certo, non è il più desiderato tra i soldati - e non solo -.
Will avrà modo, nei mesi che lo vedranno impegnato accanto all'insolito ufficiale, di riflettere sul suo futuro, sul passato e sul ricordo lasciato dalla sparatoria che l'ha reso un eroe agli occhi della patria, ma non ai suoi.




A volte ci sono pellicole che restano nel cassetto per anni, prima di essere scoperte.
E a volte finisce che le stesse, passando sullo schermo, si rivelano essere visioni assolutamente interessanti.
E' quello che è capitato con Oltre le regole, un fulmine a ciel sereno nonchè una delle riflessioni più lucide, sentite e potenti sulla guerra e soprattutto sulle sue conseguenze rispetto a chi l'ha vissuta sulla pelle che abbia visto negli ultimi anni: neppure The hurt locker - pur mostrando le palle come poche altre pellicole del genere nel passato recente della settima arte - è riuscito, a mio parere, a descrivere in modo così profondo senza di contro eccedere in facile retorica il segno della guerra sui soldati come l'opera di Oren Moverman, che azzecca uno script da leccarsi i baffi e lo affida a due protagonisti in stato di grazia - in particolare Woody Harrelson, ormai un vero e proprio eroe nei territori fordiani - in grado di dare volto e cuore ad un disagio profondo e radicato nell'anima non soltanto di chi al fronte lotta per la vita, ma anche e soprattutto di tutti quelli che, a casa, vivono ogni giorno in attesa sperando di non ricevere la visita di uomini come Stone.
La triste galleria delle reazioni delle famiglie alla notizia della morte dei loro cari resta una parte decisamente coinvolgente della pellicola, e dai pianti disperati alla rabbia - ottimo il cammeo di Steve Buscemi -, dall'equilibrio allo sgomento è difficile rimanere impassibili di fronte alle manifestazioni di un dolore che, per quanto messo in conto, non potrà mai essere vissuto senza conseguenze.
Ma è quando l'attenzione si sposta sui due protagonisti e sulle loro cicatrici interiori che il film compie la vera e propria svolta: i demoni che Stone tiene a bada con il suo gigionismo da cinico e Will con il silenzio e la musica a tutto volume a fare da colonna sonora ad una vita immaginata accanto a quella che era la donna che forse avrebbe dovuto sposare o alla vedova che sogna potrebbe diventare una compagna inattesa e da scoprire divengono lo specchio entro il quale confrontarsi con se stessi, i propri perchè ed il segno lasciato da una scelta che può essere profondamente personale ma che si lega indissolubilmente all'esterno - famiglia, società, amici, nazione - quasi annullando con il suo peso l'individualità di chi la compie, sia essa dettata dalla necessità che dal reale desiderio di essere al fronte a battersi per un ideale "o per un amore finito male".
La gestione, inoltre, del progredire del rapporto tra Will e Tony così come -  e soprattutto - tra Will e Olivia risulta a dir poco esemplare, asciutta e profondamente sincera, per nulla compiaciuta o orientata verso i più scontati dei confronti o - peggio - dei finali telefonati: l'approccio del regista, in questo senso, preserva lo spettatore dalla consueta sindrome antiammereganata che spesso e volentieri trova terreno fertile in questo tipo di Cinema, e permette all'opera di guadagnare ulteriormente spessore, diventando a tutti gli effetti una pellicola non tanto "di" guerra quanto "sulla" guerra, e ancor più sulle sue vittime, siano esse cadute o inevitabilmente, inesorabilmente destinate a sopravvivere.
Tuttavia Moverman non abbandona mai davvero la speranza - cosa che, al contrario, accade alla Bigelow in The hurt locker - e attraverso il racconto di Will rispetto al suo primo periodo dopo lo scontro che gli è costato il ritorno negli Usa e la fama di eroe esplode uno dei suoi colpi migliori, mostrando quanto la volontà di vivere - e non, ricordando Montale, il suo male - sia sempre presente, per Natura, nella nostra umana connotazione.
Con tutti i nostri limiti, le nostre ferite, e i nostri morti.
Perchè, e guai a dimenticarselo, piacevole o terribile, quella che viviamo da queste parti è sicuramente una guerra.

MrFord

"Hanno portato a casa
le loro spoglie nelle bandiere
legate strette perchè sembrassero intere."
Fabrizio De Andrè - "La collina" -



11 commenti:

  1. gran bel film! e l'hai descritto come merita. condivido le riflessioni

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  2. Muchas gracias, Roby!
    Ottimo film davvero.

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  3. Segnato. Grande Woody ! Il pezzo meglio di quella tavanata di 2012 e superbo interprete di Defendor. Mito imperituro.

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  4. Harmonica, Woody mito globale anche dalle parti di casa Ford. Grandissimo.
    E questo film merita anche, altro che 2012! ;)

    Ciku, e io concordo con il tuo concordare. :)

    Popale, welcome! Quando vuoi, passa: al saloon c'è sempre un consiglio per tutti - insieme ad un bel bicchiere! -.

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  5. Non mi è piaciuto così tanto, ma sono comunque d'accordo con la tua recensione.
    Già il fatto che non sia (troppo) pieno di retorica militarista-americaneggiante è un punto a favore.
    Harrelson e Foster bravissimi, nulla da dire.

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  6. questa volta sono d'accordo con praticamente tutto ciò che dici.
    visto che non posso comunque fare a meno di fare il saputello di turno, ti dico che se fossi stato attento al mio blog già tempo fa, non avresti dovuta tenerla nel cassetto così a lungo ;)

    http://pensiericannibali.blogspot.com/2010/04/i-fought-in-war.html

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  7. Ottimista, il fatto che tu sia d'accordo nonostante non ti abbia fatto impazzire sottolinea il valore del film, secondo me. ;)

    Detto questo, protagonisti fenomenali.

    Cannibale, mi ricordavo che fosse piaciuto anche a te. Davvero strano concordare su praticamente tutto. ;)

    Ora vado a leggermi la tua recensione, saputello che non sei altro!

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  8. Bellissimo commento.
    Sinceramente non mi ricordo moltissimo del film, soltanto che mi piacque (forse misi un 7) ma non tanto come a te.
    Hurt Locker superiore per me.
    E la scena del supermercato nel film della Bigelow insuperabile.

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  9. Dae, secondo me questo ha molto più cuore di Hurt locker, che resta comunque un signor film.
    La scena del supermercato, poi, è superlativa, anche se anche in Oltre le regole ce ne sono almeno un paio che ci si avvicinano!

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