La trama (con parole mie): La vita perfetta della famiglia Brennan - lui insegnante, lei avvocato -, fatta di intesa, passione e focolare domestico, viene sconvolta dall'improvviso arresto di Lara.
L'accusa è di omicidio, e tutte le prove sono contro di lei.
L'unico che continua a credere alla donna è il marito, che memore della lezione di Giustizia privata si trasforma in un esperto di evasioni grazie ad internet ed elabora, nel tempo libero, un piano pressochè perfetto affinchè lui e il piccolo Luke possano riunirsi alla donna della loro vita, alla faccia di tutti quelli che non hanno mai creduto alla loro versione.
Che, non provate neppure a pensarci, ovviamente corrisponde a verità.
Partiamo subito con un assioma inconfutabile: Paul Haggis è il più grande paraculo del Cinema americano finto autoriale.
Dopo aver scritto quel Capolavoro che non è altro di Million dollar baby - probabilmente ridimensionato nella dimensione retorica dal nostro Clint preferito - il simpatico Paul decise di ritagliarsi molto più dello spazio e dell'attenzione dedicate ad uno sceneggiatore, e compì il grande passo ponendosi in prima persona dietro la macchina da presa.
Il risultato fu - commercialmente e per una buona fetta di pubblico e critica - un successo, tanto da condurlo addirittura alla vittoria dell'Oscar grazie al terribilmente retorico Crash - Contatto fisico, un film che, ricordo, detestai cordialmente alla prima visione e che, con il passare del tempo, riuscì a suscitare in me una sempre crescente voglia di bottigliate.
Seguì l'altrettanto ruffiano - ma, occorre dirlo, sicuramente meglio studiato - Nella valle di Elah, che riuscì a risparmiarsi un'altrettanto sonora dose di botte soltanto grazie all'ottima interpretazione dei suoi protagonisti, anche se, dovessi rivederlo, non giurerei che potrebbe finire allo stesso modo.
Il tutto, per giungere a questo The next three days.
Girato con mestiere, scritto con furbizia, affidato ad un protagonista indubbiamente riconosciuto dal pubblico, sicuramente non può essere considerato un film da buttare, o che renda difficile la sua visione allo spettatore: anzi, direi proprio il contrario.
Haggis, che deve aver capito come funzionano i meccanismi del grande pubblico, usa tutti gli strumenti in suo possesso - anche i più meschini - affinchè l'audience si identifichi e partecipi alla solitudine e al piano disperato ideato da John Brennan/Russell Crowe, senza, tuttavia, mettere sotto accusa il sistema giudiziario o i poliziotti responsabili delle indagini ai tempi dell'incarcerazione di Lara Brennan.
Così, volenti o nolenti, si finisce per rimanere sul filo in attesa di capire quale sarà la risoluzione, anche se, fin dal principio - e anche in questo caso, l'apertura è davvero un colpo basso di sceneggiatura - sappiamo bene come il tutto andrà a finire.
Una sorta di La 25ma ora al contrario, se proprio vogliamo pensare che Haggis possa appartenere al Cinema autoriale a stelle e strisce. Ovvero quasi come credere alla fantascienza.
La realtà dei fatti, dunque, è ben altra: The next three days è un film furbo, esageratamente lungo, indecorosamente falso e buonista e neppure in grado di tenere ben alzata la mano che ha scagliato la proverbiale prima pietra.
Nonostante alcune idee potenzialmente interessanti - l'utilizzo di internet, ad esempio -, il tutto resta velato da un alone di retorica, falsità e fastidiosissimo "centrismo" - per usare un'espressione all'italiana - in grado di rendere la visione un ibrido irritante che non sussiste come film d'azione senza troppe pretese e neppure come pellicola autoriale o, se vogliamo, di denuncia.
Il tutto senza neppure considerare scelte discutibili e sinceramente obbrobriose quali il testacoda prolungato in autostrada durante la fuga - uno dei punti più bassi che il Cinema mi abbia offerto negli ultimi mesi - o il richiamo ad Haiti legato a doppio filo ad un'operazione ad alto tasso di buonismo realizzata dallo stesso Haggis per la tv americana a seguito del terremoto che colpì la disgraziata nazione caraibica all'inizio dello scorso anno.
A poco può servire il fascino di una figura tipicamente fordiana come George Brennan, padre di poche parole cui presta volto il mitico Brian Dennehy - che i più expendables tra voi ricorderanno per Rambo -.
The next three days resta una pellicola pericolosissima per tutti gli amanti del Cinema, e anche per chi non lo è: per i primi, perchè cose come questa ammazzano l'autorialità spacciandosi come tale, e i blockbuster ritenendosi ad essi superiori, e per i secondi perchè, in genere, quando si esce dalla sala dopo uno spettacolo come questo si pensa di aver appena visto "un filmone" di quelli come non se ne fanno più.
Invece il risultato sarà come aver votato quello che ha scelto la maggioranza, e solo per sentito dire, ed esserne anche fieri.
MrFord
"But I'll still take all the blame
'cause you and me are both one and the same
and it's driving me mad
and it's driving me mad."
Muse - Escape
Sembra simile a Giustizia privata, anche se quello era proprio inguardabile. Prima o poi lo vedrò, ma non c'è fretta! :D
RispondiEliminaIn effetti è una versione "colta" di Giustizia privata. Sicuramente è più guardabile, ma non per questo una pellicola da vedere assolutamente.
RispondiEliminaPrenditi pure il tempo che vuoi, Ottimista!
questa volta concordo, ma tranquillo perché è una delle rare volte.
RispondiEliminatra l'altro le idee migliori di sceneggiatura non sono dovute ad haggis, quanto al film originale francese da cui è tratto e che nella prima parte viene saccheggiato alla grande. nella seconda parte il film degenera, e infatti lì è tutta farina del sacco di haggis.
e comunque, tanto per darti contro, il mio clint preferito è clint mansell, l'autore delle splendide musiche dei film di aronofsky! :)
Cannibale, il film d'ispirazione - o saccheggio - mi manca, ma sinceramente dopo questo non so se sarà tra le prossime visioni. ;)
RispondiEliminaHaggis è davvero un paraculo dei peggiori, nonchè un pessimo finto autore.
Il mio Clint preferito, invece, penso verrà a farti visita presto armato di fucile! ;)
secondo me c'è un però. concordando sul fatto che il film sia una paraculata sproporzionata, è l'approccio la cosa importante. se uno considera haggis un autore è ovvio che ci si aspetti un film d'autore. ma siccome haggis non è mai stato un autore, bisogna prendere il film per quello che è! insomma perché accettare cose incredibili da molti film d'azione e non da questo?
RispondiEliminaps - a me giustizia privata è piaciuto. primo perché c'è gerard butler e secondo perché li fa saltare tutti per aria :D
Frank, questo è un ottimo punto di vista.
RispondiEliminaEffettivamente, non dovevo autoconvincermi che Haggis fosse, da qualche parte, un autore, e vivere il film così come veniva.
Il fatto è che può essere che non mi sarebbe piaciuto ugualmente.
Troppo buonismo, e nessuna ironia.
P.S. Gerard Butler e le esplosioni piacciono anche a me, ma Giustizia privata fa proprio cagare! ;)
A me, Crash era piaciuto lì per lì. Poi è vero che non ho mai sentito l'esigenza di rivederlo. Forse dovrei imparare a fare più attenzione ai messaggi del mio sub-conscio.
RispondiEliminaDove diavolo eri sabato, vecchio traditore? La prossima volta una pallina di vernice rossa sul culo non te la toglie nessuno... altro che bottigliate e bottigliate!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGae, secondo me questo è un film da vedere senza pretese, come giustamente dice Frank.
RispondiEliminaPerchè soltanto farsi illudere da una piccola, insignificante aspettativa comporta finire la pellicola travolti da un'irrefrenabile desiderio di bottigliare selvaggiamente Haggis!
Tommy boy, ho dovuto rendere conto alla Famiglia.
RispondiEliminaSai che la Famiglia viene prima di tutto.
Comunque ritieniti fortunato, perchè ti avrei fatto affogare nella vernice!
Non penso che lo vedrò mai. Già non era nei miei piani, dato che anche io ci avevo visto una sorta di nuovo giustizia privata, poi leggendo la tua rece mi è passata proprio la voglia.
RispondiEliminaCrash l'ho visto qualche anno fa e non mi ricordo nulla a parte che c'è quella patatona della bullock.
Ho visto The troll hunter, mi è piaciuto e devo dirti che non mi è sembrato neanche lento, in nessun punto. Unica nota dolente il finale, non ci ho capito un cazzo.
The shadow di Zampaglione niente male, una visione la merita sicuro.
Ho rivisto finalmente la casa2, grazie al mulo, e devo dirti che preferisco la prima. Non mi ha convinto pienamente l'essere continuamente in bilico tra horror/grottesco/commedia. Ma forse è anche uno dei pregi del film.
...a man who doesn't spend time with his family, can never be a real man.
RispondiEliminaEnjoy the family
Fratellino, sapevo che avresti capito le questioni di Famiglia.
RispondiEliminaSono contento che ti sia piaciuto The troll hunter, hai visto che roba la sequenza con il troll gigante nella prateria di neve e ghiaccio!?
Shadow sto inutilmente cercando di ottenerlo dal mulo da mesi, senza successo. Spero nei prossimi giorni di rimediare.
Su La casa 2, invece, io mi sento di apprezzare al massimo la componente grottesca, che ogni volta mi strappa più di una risata.
A quando una serata film!?
Sì, veramente da urlo l'inseguimento nella prateria ghiacciata e molto fico il personaggio di Hans.
RispondiEliminaBello.
Ho visto anche Guida galattica per autostoppisti, l'hai visto? Io me lo sono goduto alla grande, soprattutto i primi 50 minuti sono da infarto.
Shadow se vuoi te lo passo io su chiavetta la prima volta che ci vediamo. Così vi toccherà a voi venire a trovarci! :)
Così finalmente posso mostrarti la mia libreria in tutto il suo spudorato aplendore.
Avevo letto da Marco che non era propppppio 'na bellezza... quindi adesso ci ho la conferma. thx!
RispondiEliminaDembo, Guida galattica l'ho visto, ma avendo letto prima il libro non mi aveva fatto gridare al miracolo, pur se carino.
RispondiEliminaPer Shadow andata.
Allora facciamo così: scegli un giorno settimana prossima, così veniamo, ti propongo Le mele di Adamo e tu mi passi Zampaglione sulla chiavetta.
E ovviamente vedo la libreria. ;)
Eddy, confermatissimo. E' una roba che passa e va.
Salute, Signor Ford. Grazie per la tua visita e per aver compreso perfettamente il mio esprimere. Dico sul serio. Non esiste buio senza luce e viceversa.
RispondiEliminaBel blog, ricco di interessanti news, ti seguo.
De nada, Eko. E benvenuta da queste parti.
RispondiEliminaRipassa quando vuoi, posto al saloon ce n'è sempre.
Significa qualcosa il fatto che non lo ricordi più molto bene, nonostante l'abbia visto un mese fa?? No, dai, esagero, ma sono d'accordissimo con te!
RispondiEliminaLa seconda parte poi si perde in eccessività fuori posto!
Più che di eccessività, parlerei di palesi cagate! ;)
RispondiEliminaComunque sono d'accordo anch'io: assolutamente dimenticabile.
Ok poi ti faccio sapere per un giorno della prossima week.
RispondiEliminaL'unica cosa mi piacerebbe essere io a proporti un film che non hai mai visto, compito tra l'altro difficilissimo, dato che per il momento sei sempre tu ad ispirarmi nuove visioni.
Ho giusto un filmetto che vorrei vedere con te... e non è un porno. ;)
Fratellino, ci sto. Proponi tu, sono curioso.
RispondiEliminaMi tengo Le mele di Adamo per la prossima volta in cui verrete voi.
Fammi sapere il giorno, allora!
Un film che non sa di niente,come una di quelle mele che sembrano buone finchè non le mordi,per scoprire che sono farinose e insipide.Il finale poi....che porcheria.
RispondiEliminaConcordo. Una truffa da supermercato! :)
Elimina