La trama (con parole mie): L'Australia, uno dei luoghi più straordinari al mondo, è anche tra i più pericolosi per quanto riguarda la fauna e la facilità a perdersi negli spazi infiniti di nulla che si espandono per centinaia di chilometri. Ben, Kristy e Liz, in gita alla volta di un cratere lasciato da un meteorite, fanno l'incontro peggiore possibile: la versione brutta, sporca e cattiva di Mr. Crocodile Dundee. Ovvero: era meglio morire avvolti da una cubomedusa.
Il mio legame con l'Australia è unico, e si è rafforzato nel corso degli anni, soprattutto dopo aver coronato il sogno di andarci ed avere passato la quasi totalità del viaggio di nozze tra campi tendati, rane nei cessi, laghi abitati da coccodrilli ed autostrade nel nulla del deserto: oltre al ricordo dell'occasione, porto fisicamente il tattoo sul petto fieramente inciso a Sidney da Tony Coen figlio con Il grande Lebowski in sottofondo - Brett, questo il nome del rampollo del celebre tatuatore, mi ha regalato l'edizione australiana del dvd, che campeggia felice accanto a quella italiana nella mia collezione - poco prima del rientro a casa.
Insomma, con Julez, il seme dell'Australia è cresciuto ed è letteralmente esploso nel mio cuore, tanto da suscitare, spesso, la nostalgia incredibile di un paese giovane, unico, enorme, splendido e in cui tutto sa di possibilità.
Detto questo, il continente "down under" non è tutto rose e fiori: è, infatti, la patria di Chopper - ne parlerò, prima o poi - e di follie come questo Wolf creek, che ispirandosi a dati reali - effettivamente, rimanere a piedi o perdersi nell'outback equivale ad una morte quasi certa - tira fuori una pellicola decisamente anomala, che parte come Una notte da leoni, prosegue sullo stile di Picnic ad Hanging Rock ed esplode nel climax finale manco fosse Non aprite quella porta.
La bellezza mozzafiato dei panorami della terra dei canguri lascia dunque il passo alla terribile violenza gore di Mick Taylor, versione folle e sanguinaria del ben più noto personaggio interpretato da Paul Hogan, che si scopre essere un collezionista di turisti smarriti e riserva un destino ben poco felice ai tre protagonisti: rivelata, dunque, la vera natura del suo protagonista, il regista si concentra, più che sul crescendo della tensione o i meccanismi della paura vera e propria, sull'angoscia di una fuga che pare impossibile e sulla violenza che il sadico Mick è pronto a riservare ai tre giovani, specialmente dal momento del loro primo tentativo di liberarsi della sua presenza.
L'inseguimento verso la strada ed i colpi di fucile così come il "faccia a faccia" all'interno della macchina sono vere chicche, in grado di rendere Wolf creek uno dei migliori prodotti di genere degli anni zero, coerente con se stesso, per stomaci forti ma mai compiaciuto della sua violenza, e per nulla pretenzioso nonostante l'indubbio talento visivo dell'autore, aiutato - questo va ammesso - dalla travolgente bellezza dei luoghi, che non potranno mai - film, fotografie o racconti che siano - eguagliare la sensazione incredibile di trovarcisi.
C'è di buono che, nel bel mezzo del King's Canyon - una cosa da rimanere a bocca aperta, perchè non esiste parola raccontata o scritta che valga o varrà mai l'esperienza di essere lì -, nessun pazzo maniaco assetato di sangue ha deciso di perseguitare la premiata ditta Julez&Ford.
MrFord
"Do you come from the land down under?
Where women glow and men plunder?
Can't you hear, can't you hear the thunder?
You better run, you better take cover."
Men at work - "Down under" -
beato te che l'hai visitata! più si vede del mondo e meglio è... film in cantiere :)
RispondiEliminaSono un'appassionata di panorami e trame mozzafiato! cz non l'ho visto, voglio rimanere anch'io a bocca aperta almeno davanti a uno schermo… :/
RispondiEliminanon mi ha mai affascinato molto l'australia, non quanto USA o UK, perlomeno. sarà che mr. crocodile dundee mi è sempre stato sulle balle :D
RispondiEliminanon sono nemmeno troppo appassionato di cinema australiano, però dopo aver visto recentemente l'horror the loved ones mi sa che mi recupero anche questo che dev'essere piuttosto simile
a me è piaciuto molto, inizia scherzando poi arriva l'incubo, un film diretto benissimo, senza pause per chi guarda(mi ha ricordato "Calvaire", altro film in cui una macchina non riparte e inizia l'incubo, grande film anche questo)
RispondiEliminabuone visioni:)
questo non mi ha colpito più di tanto. ci stanno diverse cose positive, ma tutto sommato non mi ha lasciato un bel ricordo.
RispondiEliminaRobydick: concordo sul fatto che sia una delle cose più belle del mondo, viaggiare e fare esperienza di luoghi e realtà, specie se lontani dalla nostra quotidianità!
RispondiEliminaPetrolio: in Wolf Creek di panorami ne troverai davvero di mozzafiato! Attenta, però, perchè anche la bellezza nasconde il terrore! ;)
Cannibale: sapevo che eri solo un fighetto radical chic, e che l'Australia era troppo "wild" per te! ;) Comunque prova a recuperarti questo, vale la pena per gli scorci e il crescendo di violenza. Poi fammi sapere!
Ismaele: benvenuto da queste parti! Concordo sulla tua opinione a proposito di questo film, e anche su Calvaire, davvero una piccola chicca. Dedicherò un post anche a quello, prima o poi!
Einzige: dagli un'altra possibilità, magari in piena estate, giusto per buttarsi di più nell'atmosfera!
Che figata di viaggio di nozze!!!:D Altro che centro benessere e cagate varie!
RispondiEliminaIo invece sogno gli USA... ma il film mi incuriosisce, non l'avevo mai sentito neanche nominare e di solito questo genere mi piace!
Un'esperienza indimenticabile, davvero.
RispondiEliminaFarsi aprire le porte negli hotel di lusso non era proprio nelle nostre corde.
Gli Usa sono strani, riservano sempre sorprese: dovrò tornarci, anche perchè ci sono tanti altri posti che vorrei scoprire, oltre a quelli già visti.
Il film è interessante, se il genere ti piace, concedigli una visione!