Don Siegel era uno che non andava molto per il sottile.
Lo dimostrano pellicole come Fuga da Alcatraz e Chi ucciderà Charlie Warrick?, film "come li facevano una volta", e cui il tempo non toglie nulla dell'aura di fascino e potenza che avevano all'uscita in sala.
Proprio la sala, probabilmente per un linguaggio troppo forte per l'epoca, sancì l'insuccesso commerciale pressochè totale di questo film quasi sconosciuto al grande pubblico, che resta non soltanto il preferito di Eastwood fra quelli da lui interpretati come attore, ma anche una pietra miliare per i fan suoi e del suo mentore Siegel.
Già dalla prima sequenza l'atmosfera rarefatta e quasi onirica riporta alla mente le immagini che, decenni dopo, sanciranno il successo di Peter Weir con il suo Picnic ad Hanging Rock, e passato lo shock della comparsa di McBurney/Eastwood ferito e più simile ad un personaggio da film horror di fronte alla spaventata Amy ci si ritrova subito di fronte ad una scena che, girata ora, rischierebbe di far scoppiare uno scandalo.
Il bacio tra Eastwood - allora quarantenne - e Amy, personaggio (e attrice) tredicenne, devo ammetterlo, mi ha preso dritto come un pugno in faccia ma, con il passare dei minuti, ha trovato la sua collocazione nell'economia e nel messaggio della pellicola stessa.
Il caporale nordista interpretato da un Clint mai così ambiguo, alle soglie della morte, trova rifugio, grazie alla succitata Amy, in un collegio femminile sudista la cui direttrice decide - memore dell'amore incestuoso per il fratello scomparso, assolutamente straordinari i flashback venati da un umorismo nero d'antologia - di celare e non consegnare ai confederati lo yankee, che diviene oggetto del desiderio di quasi tutte le protagoniste, e sfrutta il suo fascino in modo da raggirarle e conquistarne la fiducia.
Primo elemento di stupore, oltre l'incredibile tecnica di realizzazione: Don Siegel, regista "macho" per eccellenza, storico conservatore del cinema, maestro dell'azione, sviluppa una trama tutta basata sulle suggestioni e chiaramente indicativa delle bassezze di cui un uomo è capace pur di mostrare il livello del suo testosterone, tanto da richiamare alla memoria le pellicole più recenti di Jane Campion, grandissima interprete dei limiti maschili.
Così, tra un bacio rubato e una promessa di vita insieme, il caporale pare riuscire a giostrare l'intera popolazione del collegio assicurandosi tranquillità, protezione dai confederati e una via di fuga all'arrivo dei suoi compagni - anche in questo caso straordinaria l'abilità di narrazione del regista che "falsa" i racconti di McBurney associandoli ad immagini che contraddicono la voce narrante - .
Ed ecco il secondo elemento di stupore: messo alle strette e con le carte scoperte, il caporale diviene bersaglio delle vendette mosse dalla gelosia che le donne cominciano a provare l'una per l'altra, passando da carnefice dei sentimenti a vittima fisica di una follia che divampa fra le mura del collegio.
E così ci si ritrova ad osservare il terrore del caporale e la sua prigionia, in un misto tra Misery e commedia nera, la sua furia alcoolica, il retaggio del fratello della direttrice e uno sfogo accusatorio da brividi all'indirizzo delle tre principali "rivali" in amore.
Ma sarà di nuovo Amy, simbolo dell'innocenza perduta anche e soprattutto a causa dell'incontro con il caporale, a divenire ago della bilancia nell'ultimo, drammatico confronto consumato nella sala da pranzo del collegio, tutte le protagoniste riunite di fronte al loro oggetto del desiderio/persecutore/vittima sacrificale.
Una pellicola disturbante e acutissima sui sentimenti più ancestrali che regolano i rapporti uomo/donna e, più in generale, quelli di un legame tra due persone, sia esso ideale, amoroso o soltanto sessuale.
Il tutto ironicamente velato da un sottotesto polemico rispetto alla guerra e alla barbarie che può scatenare negli esseri umani.
Per essere stato un conservatore con i fiocchi, Siegel doveva essere parecchio progressista.
"La mia ragazza è strana
non dice che mi ama
ma beve birra e fuma
ha un tattoo sulla schiena
la mia ragazza mena."
MrFord
Ma che vita vuoi, in che mondo sei
RispondiEliminaSiamo donne, oltre le gambe c'è di più
Donne donne un universo immenso e più
Senza donne ma sai che noia qui in città
Donne donne la vita gira un po' di più
ciao, sono Dantès e arrivo dal futuro. potrei dirti un sacco di cose, tipo che nel 2013 ci sarà un'incredibile moria di gente in gamba, Pd e Pdl governeranno insieme e che farai un figlio con quella donna lassù, ma non voglio rovinarti la sorpresa. tutto questo per dire: ma quanto è fico 'sto film?
RispondiEliminaCaro Dantes che vieni dal futuro, sono più che felice di sostenere il tuo punto di vista sul film e soprattutto del fatto che avrò un figlio da quella splendida donna, un po' meno per quello che mi dici del governo. ;)
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