martedì 22 ottobre 2019

White Russian's Bulletin



Torna il Bulletin con uno dei suoi - o meglio, miei - classici ritardi di pubblicazione per una settimana che ha visto mescolarsi un nuovo tassello della revisione tarantiniana, un classico della mia infanzia che ha inaugurato i "sabati sera Cinema" con i Fordini ed una visione sorprendente di una novità dalla quale non mi aspettavo nulla, e invece ha finito per conquistarmi.
Un buon mix, dunque, in attesa che il piccolo schermo torni a fare capolino anche da queste parti, insieme ad almeno una parte dei numerosissimi recuperi che mi attendono.


MrFord



A PROVA DI MORTE (Quentin Tarantino, USA, 2007, 113')

Grindhouse - A prova di morte Poster

Non è affatto un mistero, soprattutto per gli avventori del Saloon, che io abbia sempre considerato A prova di morte il film più debole del ragazzaccio di Knoxville Quentin Tarantino.
In un periodo in cui, probabilmente, il Nostro si stava godendo appieno di tutto il successo raccolto con Kill Bill e le schiere di fan adoranti, non si preoccupava come all'inizio della sua carriera di quanto rivoluzionarie e potenti potessero essere le sue opere: può capitare, del resto, di sedersi.
E la sua seduta è stata, per l'appunto, A prova di morte. 
Un film supercool, divertente, crudele, piacione, con un antagonista super fordiano, eppure troppo "omaggio a se stessi" per portare sullo schermo lo spessore mantenuto dalle opere precedenti del regista - Kill Bill compreso -.
Rivedendolo ancora una volta, nel pieno relax di una serata post palestra con birrone e kebabbazzo, ho riflettuto sul fatto che questo sia un film equivalente agli stessi, la cena zozza da una volta la settimana, lo shot a fine serata che è la goccia che fa traboccare il vaso, il pompino nel bagno di un locale regalato da una ragazza che non vedrai mai più.
Potrà essere godurioso nell'immediato, ma sarà sempre sterile a lungo termine.




GHOSTBUSTERS (Ivan Reitman, USA, 1984, 105')

Ghostbusters (Acchiappafantasmi) Poster

Da qualche tempo, ormai, ho iniziato un percorso con i Fordini che possa portarli a vivere sulla pelle le prime esperienze da spettatori "grandi" grazie ai film che, ormai qualche anno fa, hanno formato questo vecchio cowboy: nelle ultime settimane sono passati su questi schermi, dopo il successo del primo Jumanji, I Goonies, La storia fantastica e, in attesa di nuovi capitoli di questo viaggio, Ghostbusters.
Il lavoro di Reitman, che con mio fratello ho visto e rivisto fino allo sfinimento, è ancora oggi un concentrato di divertimento, ironia, avventura e magia del Cinema come solo nella magica fabbrica degli anni ottanta se ne facevano: fantastico il cast - Murray già mattatore con Aykroyd come sempre ottima spalla -, ottime gag perfette per grandi e piccoli, una divinità distruttrice che assume la forma di un innocuo pupazzone, battute a profusione ed uno spirito che rappresenta ancora oggi quell'innocenza magica che negli eighties permise a tanti autori di portare sullo schermo veri e propri miracoli.
E dal "non incrociare i flussi" al "sei tu un dio?" sfilano momenti esilaranti e per nulla invecchiati, che fanno perdonare gli effetti naif e regalano ancora la magia che spero possa trasmettersi dai miei occhi a quelli dei Fordini quando guardiamo insieme titoli come questo.




YESTERDAY (Danny Boyle, UK/Russia/Cina, 2019, 116')

Yesterday Poster

Danny Boyle è un tipo tosto, secondo me. E' arrivato ad una bella età spaziando di genere in genere, senza mai avere paura di rischiare, sporcarsi le mani, passare dalla nicchia al pop: da Trainspotting a The Millionaire, passando per Sunshine e 28 giorni dopo, non si può dire che non abbia percorso strade diverse.
Non mi ero fatto alcuna aspettativa o pregiudizio, rispetto a Yesterday, un film che racconta la "scomparsa" del gruppo pop per eccellenza attraverso una pellicola che porta in dono tutti gli stilemi del pop: o forse solo il pensiero che sarebbe stata una visione leggerina buona per una serata di decompressione.
E invece, come gli spettatori di Jack Malik alle sue esibizioni post-blackout, sono rimasto colpito: perchè Yesterday, con tutti i suoi aspetti da canzone pop, è riuscito ad arrivarmi dritto al cuore, raccontando la storia di un dilemma che probabilmente colpisce molte più persone di quante non lo facciano davvero credere.
Il successo porta la felicità? E l'amore? Cosa comporta una strada, e cosa l'altra?
Fino a dove siamo disposti ad arrivare, da una parte o dall'altra?
Happyness is a warm gun, qualcuno cantava.
Ma anche All you need is love.
Non è facile capire quale strada prendere.
Di sicuro, nel suo piccolo, questa canzone pop è riuscita a regalarmi una scena che non dimenticherò.
E questo la rende senza dubbio più speciale di tanta roba d'autore tanto figa ma altrettanto frigida.
Quindi non ho potuto fare altro che viverla. Let it be.


13 commenti:

  1. Ottimo percorso quello intrapreso coi fordini *___*
    A prova di morte devo riguardarlo, è l'unico film Tarantiniano che non ho visto almeno 3/4 volte, mentre Yesterday è piaciuto molto anche a me, alla faccia delle critiche!

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    1. Pensa che io ho approcciato Yesterday con aspettative bassissime, e invece mi ha regalato una scena che mi porterò dentro a vita!
      Per il resto, spero sia davvero un bel viaggio per loro!

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  2. Sì, A prova di morte non è tra i migliori di Tarantino, eppure è sempre un piacere. Mentre su Ghostbusters sinceramente 2 bicchieri e mezzo sono pochi ;)

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    1. Si guarda sempre, ma per me è il peggior Tarantino di sempre.
      Ghostbusters spacca. Sempre e comunque.

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  3. A sto giro mi tocca nascondermi mi sa:

    Non ho ancora visto A prova di morte, l'unico Tarantino che perché a metà, perché volutamente splatter, non mi ha spino al recupero. Rimedierò, ovvio.

    Ghostbuster era un classico della mia infanzia nella versione animata e seriale, e rivisto poco tempo fa con l'amico adorante mi ha annoiato e parecchio. Non fa parte del mio bagaglio.
    Ciò non toglie che i fordini si stanno passando una splendida infanzia, invece!

    Yesterday aveva tutte le carte in regola per farsi adorare, e invece si perde in una storia d'amore raccontata male e perde uno spunto fenomenale trattandolo con superficialità. Quanto mi è dispiaciuto.

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    1. A prova di morte per me, per quanto piacevole, resta il Tarantino più debole. Forse l'unico debole davvero.
      Ghostbusters, invece, è proprio parte del mio bagaglio e continuo ad adorarlo.
      Yesterday, invece, mi ha toccato nel profondo. E non me lo aspettavo per nulla.

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  4. Anch'io non ho mai visto Grindhouse e mi manca anche la voglia di recuperarlo, ma non si sa mai. Ghostbusters resta e sarà sempre un classico e di Yesterday ne ho appena parlato dalle mie parti di quanto mi sia piaciuto, seppure sia chiaramente un film leggero. Ma almeno fatto bene.

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    1. Più che altro, per quanto leggero, mi ha colpito davvero al cuore. Non succede così spesso con i film "pop".
      Ghostbusters cult per sempre. :)

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  5. Ghostbusters l'avevo rivisto di recente ed è invecchiato piuttosto male...
    Yesterday è caruccio, più come romcom che dal punto di vista musicale (quindi in fondo in fondo mi sa che sei un cuore tenero amante del genere uahahah), ma di sicuro è uno dei lavori meno "tosti" di un Danny Boyle un po' anonimo.

    Grindhouse invece è un capolavoro sottovalutato, sia da te che dalla critica snob di cui sei illustre rappresentante ;D

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    1. Ghostbusters resterà per sempre un cult, alla facciazza tua e di A prova di morte, il film meno riuscito, per quanto divertente, di Tarantino.
      Yesterday funziona più come una romcom, verissimo, e proprio da quel punto di vista mi ha regalato una scena che porterò dentro per sempre. Una sorpresa, per quanto non si possa parlare del film simbolo di Boyle.

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  6. Recupero questo tuo vecchio post perché, con il mio abituale ritardo, ho recuperato Yesterday e mi è piaciuto. Oh, da serata sul divano senza pretese, ma sono tre giorni che non canto altro che Hey Jude e Obladì Obladà... insomma, qualcosa vorrà pur dire.

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