mercoledì 9 agosto 2017

Raw (Julia Ducournau, Francia/Belgio/Italia, 2016, 99')




Di norma, quando approccio un film per il quale l'hype è cresciuto grazie alle numerose recensioni rimbalzate in rete, le due cose che mantengono la mia guarda molto alta sono il fatto che spesso e volentieri venga identificato come titolo radical ed il gradimento dello stesso da parte del mio antagonista Cannibal Kid.
Nel caso di Raw, produzione franco/belga firmata da Julia Ducournau, le premesse suonavano campanelli d'allarme decisamente preoccupanti, essendo la stessa inserita nel filone più che radical da molti colleghi bloggers ed avendo colpito la mia già citata nemesi.
Armato dunque di gin tonic e della quasi certezza di massacrarlo, ho addentato Raw in una serata di calura di questo inizio agosto solo per scoprire quanto potente, ipnotico ed affascinante sia il lavoro di questa regista praticamente esordiente: un viaggio allucinato, disturbante, a tratti macabro, a tratti quasi divertente, che non ha nulla da invidiare alle idee del Polanski anni settanta così come alle produzioni di rottura dell'horror francese figlie degli Anni Zero - riuscite o no, poco importa -.
La discesa nell'oscurità e nella voracità della giovane Justine, che quasi fa da contrappasso alla favola buonista di Okja, è tutto quello che mi piace trovare in un film giunto su questi schermi a scatola quasi chiusa e legato esclusivamente al passaparola: tensione, idee, passione, pancia, voglia di raccontare e di osare, un talento ed un ego da misurare, imperfezioni, eccessi, eppure bellezza estrema nel mostrare il fianco agli stessi.
Ci sono molte sfumature, nascoste in questa produzione, non tutte piacevoli e non tutte immediate, ma senza dubbio, e mi sento di affermarlo nonostante si tratti di un titolo sulla carta molto lontano dai miei gusti ed inclinazioni, in grado di rimanere impresse nella memoria, o ancor più di sedimentare nel cuore e nella pancia pronte come bestie in agguato ad uscire, assetate di sangue, quando meno ce lo aspettiamo.
Il motivo per il quale Raw ha finito per entrarmi fin sotto l'ultimo strato di pelle, è principalmente legato al fatto che, a prescindere dall'evoluzione della storia, dalla rappresentazione di una famiglia che non ha nulla da invidiare a Lanthimos, dallo scontro e dall'incontro - perchè è questo che accade, con i legami di sangue di un certo tipo - tra sorelle, dall'escalation di voracità - che un predatore del mio stampo ben comprende - di Justine - nonostante io le preferisca senza ombra di dubbio la Alexia di Ella Rumpf -, l'opera di Julia Ducournau è viva, vibrante, ha il potere di far sentire il Cinema come vorrei si potesse percepire ad ogni visione, di quei poteri che ti lasciano steso dopo una scopata che ti ricorderai dopo anni e anni, o una mangiata goduriosa e senza ritegno.
Questo perchè, a prescindere dai sottotesti, o dalle possibili letture alle quali la pellicola si presta, Raw è un film profondamente umano, che racconta senza ombra di dubbio e peli sulla lingua la natura affamata che mostriamo, il desiderio che si fa strada nel cuore e nel ventre di ognuno di noi, a prescindere dal fatto che si sia disposti ad accettarlo, o anche solo ad ammetterlo.
Personalmente, ho fatto coming out sulla mia natura da parecchio tempo, ormai.
E la cosa non ha fatto altro che farmi sentire bene. E anche di più.
Perchè è senza dubbio vero che siamo crudeli, affamati, terribili, senza freni, e che quasi sempre dobbiamo muoverci nel mondo come se avessimo il freno a mano tirato: eppure, quando lo vogliamo, lo desideriamo, lo bramiamo, siamo presenti, furiosi, caldi, selvaggi, affamati.
E quella è la condizione che mi si addice di più.
Quella che mi piace vivere.
Quella che Raw ha tradotto in immagini.




MrFord




12 commenti:

  1. bello, mi è piaciuto questo film xD

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  2. Visto col Fratello un mesetto fa e veramente, bello come leggevo (la scena con la canzone di Nada, qualche luce al neon alla Suspiria). Me lo immaginavo più schifoso, più violento e fine a se stesso. Invece è un romanzo di formazione originalissimo, in cui quella fame rappresenta di tutto e di più. Bravi 'sti francesi, sempre detto.

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    1. Verissimo: insolito, intenso, viscerale film di formazione. Promosso senza riserve.

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  3. I livelli di radical-chicchismo e di cannibalismo di questo film sono talmente alti che è già tanto non ti sia esploso il televisore o il computer appena hai schiacciato il tasto play. :D

    Strano quindi che ti sia piaciuto così tanto. O forse no, visto che la tua trasformazione in creatura cannibale è ormai completata, proprio come quella della protagonista.
    Chissà, potresti essere proprio tu la fonte d'ispirazione per un eventuale sequel. ;)

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    1. A dire il vero, non mi è parso, una volta visto, così radical, ma molto "pane e salame", per l'appunto.
      E potrebbero girare un sequel mentre mi faccio un brasato di Cannibale! Ahahahah! ;)

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  4. Mi attira non poco,ma mi sono appena resa conto che la mia cartella di film x me sola sta scoppiando,devo prima mettermi d'impegno a smaltirla.
    Ed un domani,forse...
    Cmq fra questo e la carrellata Dolan,mi pare che il tasso di radical-chicchismo sìa altissimo,ultimamente,da queste parti XD

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    1. Ahahaha in realtà vuoi saperla una cosa?
      Nonostante le apparenze, nè Dolan nè questo interessantissimo Raw sono radical!

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  5. Un film radical chic e Cannibale che conquista il Saloon? Chi l'avrebbe mai detto! Beh, visto che il film ha qualità da vendere, ed è crudo a dovere, lo potevo dire sì :)

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    1. Crudo come una bella tartare di carne. E non potevo non apprezzare. :)

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  6. Bello, piaciuto molto anche a me e non l'ho trovato così radical chic come dite sai? La scena del dito è lassù nell'olimpo delle migliori scene mai girate

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    1. La scena del dito è una chicca vera. Ma il film in generale è davvero una bombetta.

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