mercoledì 6 maggio 2015

L'infernale Quinlan

Regia: Orson Welles
Origine: USA
Anno:
1958
Durata:
107'






La trama (con parole mie): Miguel "Mike" Vargas, ufficiale antidroga messicano, è in compagnia della moglie al confine con gli States quando un attentato dinamitardo toglie la vita ad un uomo d'affari americano. Interessatosi all'accaduto nonostante la dolce compagnia e la minaccia della famiglia Grandi, che ha appena messo alle corde grazie ad un'indagine, Vargas si trova a dover incrociare il cammino dell'enigmatico e corpulento Hank Quinlan, detective statunitense pronto a tutto pur di seguire il suo istinto e condurre ogni indagine secondo le proprie regole.
Scoperto che lo stesso Quinlan è avvezzo alla manomissione delle prove pur di inchiodare i suoi presunti colpevoli, l'agente antidroga si adopererà per smascherare e mettere alle strette il collega, proprio mentre i Grandi organizzeranno contro di lui una vendetta coinvolgendo nella stessa anche Quinlan.
Riuscirà Vargas a fare fronte alle due minacce? E cosa nasconde davvero l'oscurità di Quinlan?








Questo post partecipa alle celebrazioni dell'Orson Welles Day.





Il Cinema, per quanto profondamente lo si possa amare, raramente offre certezze assolute, o quasi.
La componente personale dell'approccio a questo splendido mezzo di comunicazione - così come all'Arte in genere - non permette praticamente mai di trovarsi di fronte ad una totalità di consensi: personalmente, sono pochi, in questo senso, i registi che, nel corso della loro vita ed opera, sono riusciti a convincermi sempre, e nel loro percorso non hanno concesso ai miei occhi neppure un passo falso - almeno rispetto alle visioni concesse loro dal sottoscritto -.
Fellini, Kubrick, Kurosawa, Chaplin, Murnau, Tarkovskij sono tra i pochi rappresentanti di questa sorta di Olimpo della settima arte: Orson Welles, che oggi celebriamo ad un secolo dalla sua nascita, è un fiero membro di quel ristrettissimo circolo.
L'infernale Quinlan, che come spesso accadde per i suoi lavori affrontò difficoltà di produzione e rimaneggiamenti in fase di montaggio che, probabilmente, ancora oggi nella versione "restaurata" ne compromettono, di fatto, l'effettiva portata e potenza come accadde per L'orgoglio degli Amberson, rappresenta senza dubbio uno dei vertici non solo del noir e del crime cinematografico, o della carriera del vecchio Orson - che si ritaglia, come di consueto, una parte da protagonista con un charachter memorabile, l'inquietante ed oscuro Quinlan -, ma del Cinema stesso.
A partire da un'apertura memorabile resa enorme da un piano sequenza da brividi fino al finale, amaro e malinconico ad un tempo, segnato dalla battuta di Marlene Dietrich a proposito di Quinlan, tutto in questo film trasuda intensità, passione, forza: una forza oscura, che si traduce in una vicenda a tinte fosche decisamente avanti rispetto ai tempi - sesso, eroina, attentati dinamitardi, complicazioni sul confine USA/Messico neanche fossimo ai giorni nostri - e che il suo protagonista rappresenta in tutto e per tutto, dalle prove manomesse al beffardo epilogo dell'indagine.
Come per ogni Capolavoro di questo calibro, comunque, è difficile scrivere senza finire per risultare spocchiosi o troppo accademici, o riduttivi, paradossalmente, di fronte all'esperienza di una visione che potrebbe, senza dubbio, cambiare la nostra vita di spettatori: L'infernale Quinlan - reso decisamente meglio dall'originale Touch of evil - non raggiunge i livelli di Quarto potere, o la struggente malinconia di Storia immortale - forse i due veri testamenti di Welles l'illusionista -, eppure in qualche modo riesce a fotografare la grandezza di un interprete della settima arte versatile e complesso, di quelli che nascono una volta per secolo se dovesse andare bene, un narratore dedito al piacere ed al disequilibrio graziato da una tecnica che è equilibrio puro - si veda, oltre all'apertura già citata, lo splendido pedinamento finale di Vargas/Heston alla ricerca di prove contro Quinlan/Welles -.
La potenza de L'infernale Quinlan, a prescindere dal valore artistico, del cast, della storia, è però da ricercare nello stesso Quinlan, anima nera che ognuno di noi si porta dentro, e simbolo di un'umanità imperfetta e claudicante: manomettere le prove per condannare un colpevole pronto ad ammettere la sua stessa colpevolezza è uno dei paradossi più ironicamente tristi della nostra condizione umana, fatta di istinto e sensazioni, compromessi e lotte, bassezze misurate, ugualmente, dalla capacità di essere, anche se in parte, anche se soltanto a volte, grandi uomini.
In fondo, Quinlan siamo tutti.
Zoppi, ingordi, legati a piaceri pronti a tenderci agguati, ad oscurità profonde, tendenti all'essere malvagi eppure ugualmente in grado di farci amare incondizionatamente anche da chi ci toglierà la vita, e da chi se la vedrà togliere da noi.
Orson Welles conosceva bene i suoi fantasmi, e conosceva bene come raccontarli in modo che il suo pubblico potesse specchiarvicisi.
L'abisso che racconta L'infernale Quinlan è noir come il genere, ma caldo come solo gli esseri umani possono essere.
Con tutti i limiti, i difetti, gli errori e gli orrori del caso.




MrFord




"In the night
come to me
you know I want your touch of evil
in the night
please set me free
I can't resist a touch of evil."
Judas Priest - "Touch of evil" -




Alzano i calici per Orson con il sottoscritto anche:

Solaris
Director's Cult
Pensieri Cannibali
Il Bollalmanacco di Cinema




23 commenti:

  1. Capolavoro assoluto. Uno dei migliori film visti nella mia vita!

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  2. Gran bella recensione, un regalo niente male per il mitico Orson Welles. Io ho comprato il DVD con la scusa dell'esame su Welles, sai, questioni didattiche... :-p
    Ho tutte e due le versioni: in VHS rimaneggiata, che smacco quando scoprii che il piano sequenza era stato pesantemente cambiato!

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    1. Io la versione rimaneggiata non l'ho mai vista, ma mi ritengo fortunato. Già così il buon Orson ha dovuto fare i conti con un sacco di impedimenti! :)

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  3. Diciamo che è un capolavoro grosso così e la chiudiamo qui? ;-) Uno di quei film che periodicamente vado a rivedermi, il piano sequenza iniziale "ma che te lo dico a fà". Gran commento! Cheers ;-)

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  4. Dev'essere davvero una meraviglia, di cui ho sempre sentito parlare non bene... di più.
    E mi vergogno profondamente per non averlo mai visto ma sai che sono una cinefila d'accatto ç__ç

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    1. Bolla, è il momento di recuperarlo. Senza ombra di dubbio.

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  5. Bellissimo ragionamento, lo stesso che, lateralmente, ho approfondito io quando ho prodotto l'antologia delle Stroncature dei Capolavori. E' forse il mio preferito di orsone, questo qui. E manca all'appello dell'indagine.Me lo segno per i prossimi capitoli ;)

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    1. ECCO! http://www.filmtv.it/film/8585/l-infernale-quinlan/recensioni/362263/#rfr:film-8585
      XD

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    2. Se dovessi scegliere un preferito dell'Orsone, non saprei davvero dire. Ma questo è davvero una bomba totale.
      Vado a vedermi il link! :)

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  6. non l'ho visto, purtroppo conosco pochino Welles, mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa. magari lo riprendo da questo film

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    1. Riprendilo da Quarto potere.
      E recupera tutto il resto.

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  7. Coff coff, non l'ho visto... :O
    Devo studiarmelo per bene questo regista...

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    1. Questo regista è uno dei grandi assoluti del Cinema.
      Studiatelo più che bene! :)

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  8. Credo di non aver mai visto un film di Welles.

    *si nasconde in un angolo buio tagliandosi le braccia*

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    1. Le braccia saranno tagliate se non recupererai presto quantomeno Quarto potere e questo! :)

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  9. Nell'Olimpo della settima arte hai dimenticato Terrence Malick.
    Perché l'hai dimenticato, vero? ;D

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    1. Malick non dovrebbe neppure portare le borse dei grandi che ho citato!
      Senza contare il tuo amico Inarritu! ;)

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  10. Eh, purtroppo uno dei molti titoloni classiconi che mi mancano :/

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    1. Jacques, rimedia al più presto possibile. Welles è imprescindibile.

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  11. Riesco a commentare solo adesso... e me ne scuso: innanzitutto grazie per aver ricordato insieme a me il grande Orson, e poi naturalmente complimenti per la recensione! Dico davvero: non era facile recensire e dire qualcosa di diverso su un film che ha fatto la storia del cinema ed è stato studiato e vivisezionato da legioni di cinefili (o aspiranti tali). Bel lavoro davvero!

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    1. Kelvin, grazie a te per aver organizzato l'omaggio ad uno dei più grandi del Cinema! :)
      E grazie anche per i complimenti, effettivamente non era facile confrontarsi con questo filmone!

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