venerdì 8 maggio 2015

Arizona Junior

Regia: Joel Coen
Origine: USA
Anno: 1987
Durata: 94'





La trama (con parole mie): H.I. McDunnough è un rapinatore di basso livello, un ragazzotto senza direzione dedito a svuotare le casse dei grandi magazzini con armi scariche per evitare violenza ed imputazioni gravi. Ed è la poliziotta che, di norma, si occupa delle pratiche della sua incarcerazione.
Quando tra i due scoppia l'amore, H decide di chiudere con il crimine, ed entrambi si dedicano anima e corpo alla ricerca di un figlio: la notizia che Ed non avrà possibilità di averne mette in crisi la coppia, e spinge Ed ad abbandonare la polizia e a decidere con il marito di prendere con loro uno dei cinque gemelli Arizona, figli del magnate dei mobili locale.
Il rapimento riesce, ma quando una coppia di rapinatori che H ha conosciuto dietro le sbarre tornano a bussare alla porta dei McDunnough e lo stesso Arizona scatena un cacciatore di taglie alla ricerca dei responsabili del sequestro, la faccenda si complicherà: l'amore tra Ed ed H, dunque, diventerà l'ultima speranza cui aggrapparsi.







A prescindere dalle influenze lebowskiane sulla mia vita di tutti i giorni e non solo come spettatore e cinefilo, non è certo un mistero che i fratelli Coen, qui al Saloon, abbiano da sempre un posto di tutto rispetto loro riservato: tolti, infatti, un paio di passi falsi - neppure così clamorosi, oltretutto - i loro lavori sono sempre riusciti a fare breccia nel cuore del sottoscritto, grazie ad un mix unico di risate e malinconia.
Da anni non mi capitava di portare sui miei schermi Arizona Junior, figlio di quegli anni ottanta che li accolsero come i nuovi fenomeni del Cinema grottesco made in USA - e che portarono fior di premi e riconoscimenti nelle loro bacheche culminando con la Palma d'oro a Cannes giunta nel novantuno per Barton Fink -, recuperato di recente con la stessa curiosità che si prova di fronte ad una prima visione: il risultato è stato una sorta di amore a prima vista rinnovato per una pellicola che, pur divertendomi, è arrivata dritta al cuore giungendo quasi a commuovermi sul finale, che, chissà, considerato quel "Disneyland" pronunciato dall'H di Nicholas Cage potrebbe benissimo suonare come una beffa rispetto ai sogni del protagonista e della sua compagna - una spettacolare Holly Hunter, bravissima nel rendere il disagio di un charachter sicuramente più sfaccettato di quello del marito -.
Senza dubbio, a prescindere dallo sviluppo della trama, dallo stile e dalla confezione ancora grezzi, dal personaggio decisamente sopra le righe del cacciatore di taglie interpretato da Randall Tex Cobb, uno dei caratteristi più presenti eppure sempre ai margini degli eighties, Arizona Junior è un prodotto che mostrava già l'assoluto talento dei due fratelli, sia in fase di scrittura - l'utilizzo dei reiterati arresti di H in apertura sfruttato in modo da presentare lui e la sua compagna, ma anche riflettere sul concetto di privazione della libertà - che di regia - bellissima la sequenza del tentativo di ritorno alla rapina di H, grazie al quale pare uscire prepotentemente dallo schermo anche una critica agli anni di Reagan ed al legame degli americani con le armi da fuoco, con tanto di inseguimento neanche fossimo in un poliziesco decisamente di genere -, e che è riuscito a colpirmi una volta ancora soprattutto per un aspetto che, in tutta onestà, non ricordavo neppure fosse stato analizzato dalla pellicola.
Il dramma di H e di Ed di non poter avere figli, e la minaccia che il peso per il dolore di dover sopportare una perdita di questo tipo inevitabilmente riflette sull'amore di una coppia è trattato con profondità disarmante senza per questo appesantire la pellicola stessa, facendo di Arizona Junior un passo fondamentale in termini di visioni per tutte le coppie che con fatica stanno cercando, hanno cercato e cercheranno di avere figli anche quando avranno scoperto che la Natura ha giocato ogni sua carta contro di loro.
La decisione dei due protagonisti di rapire uno dei cinque gemelli Arizona come fosse una rivalsa contro il Destino divenuta il motore di tutti i guai che li perseguiteranno da quel momento in avanti ed il potere straordinario che ha il piccolo Junior di scatenare istinti genitoriali in chiunque si trovi a portarlo con se - con le dovute proporzioni e mossi da desideri ed istinti sicuramente differenti, perfino rispetto ai due galeotti evasi - portano a galla riflessioni certamente non da poco che soltanto chi ha vissuto un dramma - perchè lo è - di questo tipo può conoscere così a fondo: del resto, è umano porsi domande quando pare di scoprire che qualcuno ha perfino più di quanto non abbia chiesto e qualcun'altro che chiede disperatamente non ottiene nulla, così come commettere degli errori, siano essi di giudizio o d'azione.
E non sempre - quasi mai, a dire il vero - ci sono spiegazioni.
Quello che resta da fare è aggrapparsi uno all'altra, e guardare avanti.
Non è detto che, alla fine, ci si ritrovi vecchi e felici, alle spalle una vita certo non facile, ma piena, pronti a ricevere nella propria casa figli e nipoti, per mangiare tutti insieme e godere della compagnia gli uni degli altri.
Potrebbe essere Disneyland, ma che importa.
Sognare non costa mai.
E non mette in pericolo la nostra Libertà.



MrFord



"Gonna met all muh friends
gonna have ourself a ball
gonna tell my friends
gonna tell them all
that I'm a wild one
ooh yeah I'm a wild one."
Iggy Pop - "Real wild child" -




27 commenti:

  1. Vaghissimi ricordi... ma il baffo di Nicholas Cage dice tutto!

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  2. Quindi c'è stato un tempo in cui Cage non faceva solo film pessimi, buono a sapersi... :D

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  3. Non so se l'ho mai visto(non mi pare).....manco sapevo che fosse di un Coen!
    I bei tempi quando N.Cage aveva i capelli e non faceva filmacci culoni un tanto al chilo XD

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    1. Anche oggi, come scrivevo a Salvatore, qualcuno buono lo becca.
      E questo, invece, va recuperato per forza.

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  4. uno dei miei cult coeniani,li ho scoperti con questo film...forse avrei dato qualcosa in più in termini di bicchierini...

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    1. In realtà è ancora molto acerbo, per questo sono stato un pò "avaro", ma è un bellissimo film.

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  5. Io e i Coen non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscerci. I loro soggetti mi hanno spesso intrigato, ma sicuramente hanno uno stile lontano da me. Dato il tuo bel commento si potrebbe iniziare a scoprirli da qui.

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    1. Sul serio!?
      Corri immediatamente a goderti la loro intera filmografia! :)

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    2. Sul serio. Sono nella lista di cose da recuperare, lo farò ;)

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    3. Ottima scelta. Non te ne pentirai. :)

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  6. Con "Via da Las Vegas" la cosa migliore di Cage...però mannaggia dovrei rivederlo.

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  7. Il mio primo incontro con i Coen, visto al cinema appena uscito. Fin dalla sequenza iniziale rimasi a bocca aperta. In pratica lì notai per la prima volta John Goodman, altro feticcio dei Coen, indimenticabile in Barton Fink e Il grande Lebowski

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    1. Grande Goodman e grandi Coen: già da qui si poteva vedere quello che sarebbero diventati.

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  8. DEI COEN?!?!?!?! Ossanto! Questo mi manca del tutto ed il commento di Beatrx mi vieppiù spinge al recupero velocissimo!

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    1. Non lo sapevi davvero!?
      Una settimana senza bere per punizione! E corri a recuperarlo!

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    2. ooooohhhhhhhhhhhhhhhufffffffffffaaaaaaaah

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  9. ancora molto acerbo per me, ma si iniziano a vedere gli ampi spazi del deserto!

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    1. Assolutamente d'accordo.
      Acerbissimo, ma davvero ottimo.

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  10. Film che è una chicca, e che ha davvero molto in comune con Raimi, ma che mostra ancora una certa spigolosità rispetto alla maturità di cose successive dei fratellacci! :)

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  11. Mi sono sempre tenuto lontano da questo film.
    D'altra parte la combinazione fratelli Coen, i registi più sopravvalutati nella storia del cinema, + Nicolas Cage, uno degli attori più ridicoli nella storia del cinema, mi spaventa quasi quanto quella Ford + Stallone. :)

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    1. Certo che sentire, da uno che definisce Inarritu l'erede di Welles, che i Coen sono sopravvalutati, è una cosa da fantascienza, altro che Ford+Stallone+Schwarzenegger! ;)

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  12. Amore infinito per i fratelli Coen, dei quali adoro anche i passi falsi (e ne hanno fatto più di uno). Riescono a cambiare ciclicamente pelle e a non restare ingabbiati nell'immagine che si sono costruiti (cosa accaduta a Tarantino, ad esempio).
    Arizona Junior è fantastico e credo che il terzo bicchiere pieno ci poteva stare...

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    1. Sui Coen siamo completamente d'accordo: su Arizona Junior, invece, ho voluto rimanere "stretto" sul voto perchè i due fratellacci avevano ancora margini di miglioramento pazzeschi. :)

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