sabato 22 novembre 2014

Criminal minds - Stagione 9

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno:
2013/2014
Episodi: 24

 

La trama (con parole mie): la squadra del BAU capitanata da Hotchner prosegue nelle indagini che la conducono da una parte all’altra degli States seguendo piste che portano i suoi componenti alla scoperta di efferati delitti ed inquietanti serial killers.
Seguiti da un nuovo referente interno dell’FBI e come sempre pronti a sacrificare anche gran parte della loro vita privata per rendere più sicure quelle dei comuni cittadini, Rossi, Morgan, Reed, Garcia, Blake e JJ si troveranno a confrontarsi con abissi sempre più profondi all’interno della psiche umana e perfino con la corruzione di un’intera stazione di polizia.
Riusciranno ad uscirne indenni, e soprattutto a guarire dalle ferite invisibili che il lavoro di profiler lascia?






Da anni, ormai, Criminal minds rappresenta, qui in casa Ford, il meglio che i serial televisivi “di massa” possano offrire quando si tratta di materia da morti ammazzati, una spanna sopra le innumerevoli incarnazioni di CSI e tutti i prodotti nati a seguito del successo di quest’ultimo.
Senza dubbio non stiamo parlando di qualcosa che possa raggiungere il livello di Capolavori come TwinPeaks o pietre miliari come il recente True detective, eppure il lavoro svolto attorno e sui membri dell’Unità comportamentale di Quantico continua ad essere solido e perfetto per un intrattenimento a tutto tondo, con la sua buona dose di tensione, azione e riflessioni postume: al nono giro di boa, dunque, Criminal minds continua ad uscire bene dalla visione, senza stancare e, soprattutto, mantenendo intatto l’interesse del pubblico per i suoi protagonisti – interessante notare come, nel corso di quest’annata, quasi tutti gli attori si siano cimentati anche come registi di singoli episodi – e la loro evoluzione – nella parte centrale della season spiccano, infatti, puntate incentrate sull’uno o l’altro membro del team, le loro scelte, il passato o il futuro -.
Come se tutto questo – ed il bene che io e Julez continuiamo a volere al titolo in questione – non bastasse, nel corso dei ventiquattro episodi si trovano almeno quattro degni di essere annoverati tra i migliori della serie, in particolare i due – peraltro appaiati – dedicati alla famiglia che si ritrova sotto indagine per i cadaveri sepolti nel giardino della sua proprietà e alle telefonate anonime cui fanno seguito le sparizioni e gli omicidi di bambini, vere e proprie chicche non soltanto di entertaiment puro – come in questi casi dovrebbe essere – ma di ritmo e soprattutto domande che sorgono a visione conclusa.
Per un appassionato di profiling e serial killer come il sottoscritto, e da padre – cambia davvero tanto la prospettiva rispetto alla vita e ai suoi risvolti più drammatici, una volta genitore – trovarsi a riflettere su sistemi più o meno massimi grazie a quella che è considerata – ed è da considerare – come una serie popolare ed assolutamente senza pretese alte è segno della grande validità della serie stessa, sempre pronta non solo ad appassionare e proporre casi che possano catturare l’attenzione ma anche a ricordare al pubblico, occasionale e non, quanto ancora esista di sconosciuto a proposito della parte più oscura della nostra anima, la stessa all’interno della quale albergano, hanno albergato ed albergheranno le pulsioni che portano individui in tutto e per tutto simili a noi – almeno all’apparenza – in predatori che, in base ad un personale ed insindacabile giudizio, del Destino o di chissà cos’altro, finiscono per disporre delle loro vittime neppure si trattasse di antiche divinità o improvvisati messia.
Accanto ai pensieri suscitati dagli argomenti trattati – sviscerati con altro piglio ma partendo da riflessioni simili dal già citato True detective – rimane la curiosità rispetto a quello che accadrà alla squadra ora coordinata da un supervisore che lascia ai suoi membri una libertà sicuramente maggiore rispetto a quella concessa dalla donna che l’aveva preceduto - Erin Strauss, morta alla fine della stagione precedente – e a seguito dell’abbandono di uno dei suoi membri, che lascia aperti nuovi spiragli per il futuro e per new entries – o comeback – sulla carta decisamente interessanti.
Senza dubbio, Hotchner e soci continueranno a battere i sentieri più oscuri della psiche.
E con altrettanta sicurezza, qui al Saloon continueremo a seguire le loro orme.




MrFord



"My mother was a witch, she was burned alive.
Thankless little bitch, for the tears I cried.
Take her down now, don't want to see her face
all blistered and burnt, can't hide my disgrace."
Metallica - "Am I evil?" -



8 commenti:

  1. Questo è uno di quei serial che mi dispiace veramente di non aver seguito,c'era un periodo in cui lo facevano in preserale/prima serata,ne vedevo qualche episodio qua e là,ma doveva essere davvero interessante seguirlo continuativamente,con tutte le varie sottotrame ...poi è incominciato ad essere troppo avanti per dire "lo riprendo dall'inizio" :( già sono impantanata con i recuperi di Breaking bad....peccato!

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    1. Recuperare le serie tv arretrate è sempre un'impresa, ma non è detto che prima o poi il tempo non si trovi!

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    2. Chissà!Tipo se da Febbraio sono disoccupata davvero,potrei sfruttare le tonnellate di tempo libero per recuperare questa e Lost.Almeno un lato positivo ;) !!!!

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    3. Lost è un recupero che andrebbe fatto, tempo libero o no! Questo è sicuramente, invece, un buon passatempo!

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  2. questa serie ormai la segui più solo tu. penso che pure gli attori si siano stufati di vederla. :)
    ford, sei proprio fedele come un cane.

    e infatti io e i cani non andiamo molto d'accordo...

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    1. Ieri ero uno scimmione, oggi un cane: chissà cosa diventerò domani! ;)

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  3. tra i tantissimi gialli che seguo in tv, questo è decisamente quello che prediligo in assoluto... merito del dottor Reed e del detective Hotchner
    Personalmente questa serie non è tra le più belle fatte, ma ha comunque regalato gran bei momenti

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    1. Verissimo: non la miglior serie del panorama televisivo, ma comunque un prodotto ottimo.

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