venerdì 21 novembre 2014

Il pianeta delle scimmie

Regia: Franklin J. Schaffner
Origine:
USA
Anno: 1968
Durata:
112'






La trama (con parole mie): l'astronauta George Taylor ed il suo equipaggio, in viaggio verso lo spazio profondo, si pongono in uno stato di animazione sospesa che possa permettere a tutti loro di superare la prova del Tempo e giungere dove nessun umano era mai stato prima.
Precipitati su un pianeta dalle caratteristiche molto simili alla Terra e perso un membro, i tre superstiti si troveranno a lottare per la loro sopravvivenza e libertà in un mondo governato da scimmie umanoidi che, di fatto, ricoprono un ruolo terribilmente simile a quello che sulla Terra hanno sempre ricoperto gli umani.
Quando le vicissitudini di questa nuova sfida porteranno alla morte anche gli altri due compagni, Taylor si troverà a doversi affidare alla studiosa locale Zira per poter riconquistare la propria individualità: ma sarà soltanto per andare incontro ad una sorpresa terribile.









Non troppo tempo fa, ancora freschi di visione del recente e controverso - almeno per quanto riguarda le recensioni che l'hanno avuto come oggetto - Apes revolution, io ed il mio fratellino Dembo ci trovammo nel bel mezzo di una passeggiata al parco con bimbi al seguito da bravi padri di famiglia a chiacchierare a proposito della prima pellicola che originò il successo ormai rispolverato del brand dedicato al futuro dominato dalle scimmie: in quell'occasione fu proprio il mio succitato ed inseparabile compare a giungere in casa Ford con l'omaggio del bluray di quella pellicola datata millenovecentosessantotto, più simile nel suo approccio alla sci-fi alle visioni del Kubrick di 2001 o dei b-movies di Bava che al gusto per l'eccesso e del larger than life attuali, pronto a giurare che la visione valesse non solo più di quelle dei due ultimi capitoli del "brand" - anche se, ormai, varrebbe più parlare di reboot, o ispirazione -, ma anche della maggior parte dei titoli di genere attualmente in circolazione in sala.
Ed effettivamente, ancora una volta, finisco per dare ragione al mio fratellino.
Il pianeta delle scimmie, a quasi cinquant'anni dalla sua realizzazione, trova ancora non solo un significato ben preciso ed una collocazione, ma risulta - con tutti i limiti realizzativi e di espressione del caso - assolutamente attuale se non addirittura visionario nell'affrontare tematiche che, pur rinnovandosi, all'interno della nostra società continuano ad avere un significato profondo e ben preciso e fornendo allo spettatore la giusta dose di tensione legata allo svolgimento della storia di Taylor fino al clamoroso - anche se intuibile -, disperato finale, tra i migliori che la fantascienza di questo tipo abbia mai regalato al suo pubblico.
Certo, vanno messi in conto all'opera di Schaffner una certa retorica molto USA - che, comunque, ha spesso e volentieri il sapore di non troppo celata critica - ed un approccio, in termini di svolgimento e di mezzi, assolutamente naif per lo standard attuale e forse anche quello di allora, eppure l'insieme risulta coeso ed avvincente, non banale - il ribaltamento sociale delle parti tra uomo e scimmia risulta credibile ed in un certo qual modo verosimile -, in grado di tenere ancora inchiodati alla poltrona dal primo all'ultimo minuto: la struttura resta quella del film didattico - in un certo senso, le moderne imprese di Caesar, per quanto evidenti, non sono subordinate ad una sorta di monito da indirizzare alle platee, al contrario di quelle di Taylor, interpretato dal discutibile, umanamente parlando, Charlton Heston - che potrebbe addirittura indispettire i più radical o i meno avvezzi ad un approccio all'apparenza così poco moderno di una pellicola, così come i dialoghi tra il protagonista umano ed i suoi carcerieri pronti a condurre l'audience al drammatico confronto nell'aula di tribunale, teatro di una sorta di sfida quasi filosofica simile a quella che precede la battaglia conclusiva.
La tematica, poi, cara alla fantascienza classica, che conduce Taylor all'agghiacciante scoperta dell'epilogo - che non rivelo per evitare spoiler nel caso in cui qualcuno decidesse di vederlo per la prima volta - è funzionale e resa al meglio: un occhio esperto potrebbe riuscire ad intuirlo in anticipo, eppure l'idea di abbandonarsi completamente e vivere le vicende dell'astronauta esule nella loro parte più d'azione funziona almeno quanto riflettere non tanto sul fatto che siano le scimmie a dominare il pianeta sul quale gli uomini giungono, ma che la loro società apparentemente avanzata nasconda falle di sistema pronte ad esplodere alla prima variabile impazzita.
Un pò quello che accade anche da queste parti, sulla Terra.
La nostra Terra.
E chissà poi fino a quando.



MrFord



"Big gorilla at the L.A. Zoo
snatched the glasses right off my face
took the keys to my BMW
left me here to take his place."
Warren Zevon - "Gorilla you're a desperado" - 





20 commenti:

  1. Per il mio gusto personale è un cultone da paura!
    Quando lo vidi da ragazzino rimasi con gli occhi sgranati: da li è nata la passione per la saga intera...

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  2. un recupero da brividi...gli stessi che prova Heston nel finale...

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  3. "Beyond your wildest dreams" XD
    L'ho visto da piccolissima,apprezzo tanto la saga recente e mi piacerebbe riguardarlo da adulta!!!

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    1. Sicuramente rivederlo ora regalerebbe significati più profondi: fai un tentativo!

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  4. Ero sicuro ti sarebbe piaciuto, io l'ho trovato davvero ottimo uno dei mogliori sci-fi di sempre. E Heston nonostante i suoi trascorsi da fascio/repubblicano era davvero un signore attore che faceva un sacco di film come piaciono a noi -penso a soylent green e occhi bianchi sul pianeta terra-
    Tra l'altro mi sono visto l'intera saga, fino al 3 regge benissimo poi scivola nel comico involontario ma un recupero la saga se lo merita.
    Quello di Burton invece non l'ho mai visto e leggendo in giro sembrerebbe che abbia fatto bene......
    Bella recensione ;-)

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    1. Fratello, hai fatto più che bene ad evitarti quello di Burton, che è una vera schifezza.
      Davvero un'ottima scoperta, ed un gran regalo! :)

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  5. Umanamente parlando, detesto Charlton Heston con tutto il cuore... ma ciò non toglie che questo sia un gran bel film, degno di un finale che è entrato di diritto nella storia del cinema, e ad anni luce di distanza dal remake di Burton e da qualsivoglia film sugli "apes" che sia venuto dopo! :D

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    1. Assolutamente d'accordo: Heston era una vera merdazza, ma senza dubbio era in grado di scegliere film in grado di lasciare il segno. Come questo.

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  6. Beh, a me fa sorridere la scena di te e Dembo al parco con i bimbi che parlate del Pianeta delle Scimmie :D :D :D
    Ma a parte questo credo che sia uno di quei film che, superata la diffidenza per gli anni inesorabilmente passati, si guarda sempre molto volentieri. Faccio caso ora che in molti di quelli che mi vengono in mente c'è sempre quella brutta persona di Heston. Sapeva scegliersi i copioni, bisogna dargliene atto.

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    1. Ahahahah dovevi vederci, eravamo bellissimi!!

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    2. Gae, le scene al parco sono state piuttosto divertenti: tenere a bada i piccoletti è un'impresa che fa sembrare quelle del protagonista del film una bazzecola! ;)

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  7. a me ancora manca e, chissà, prima o poi magari lo recupererò...

    strano però che uno scimmione come te ford non l'avesse ancora mai visto aahahah :)

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    1. Effettivamente è davvero strano. Un pò come sarebbe strano leggerne bene dalle tue parti, scimmietta! ;)

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  8. il post è scritto bene e mi trovo perfettamente d'accordo con la recensione,
    anche per me è curiosa la scena di te e dembo al parchetto che parlate del film.
    :-)

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    1. ...sarebbe bello sapere cosa pensavano i nostri figli guardandoci discutere animatamente su scimmie e astronavi.. :-D

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    2. Secondo me se ne sono fregati di noi, tra la fontana e l'esplorazione i nostri discorsi non penso fossero la loro priorità! ;)

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  9. Filmone assoluto. Finale eccezionale. Ma tanto ha fatto Charlton heaston

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    1. Concordo in tutto e per tutto. E Heston è stato pazzesco sullo schermo, almeno quanto un grande stronzo fuori. ;)

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