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domenica 6 novembre 2016

Criminal Minds - Stagione 11 (CBS, USA, 2015/2016)





Se dovessi tracciare una sorta di percorso a ritroso delle visioni che hanno accompagnato casa Ford dai tempi in cui con Julez andammo a vivere nel "nostro" - fosse stato effettivamente di proprietà, probabilmente non avremmo avuto bisogno di lavorare - appartamento bohemien in centro a Milano, i Fordini erano ancora un sogno ed il blog neppure un pensiero, uno dei primi titoli pronto a venire a galla sarebbe senza dubbio Criminal Minds: con Grey's Anatomy, infatti, la serie dedicata alla squadra di elaborazione profili dell'FBI fu il primo prodotto "da pasto" che inaugurò l'usanza ancora in voga da queste parti di accompagnare pranzi o cene con una puntata di una serie, stimolando fin da allora la curiosità per questo tipo di materia che accomunava noi Ford.
Le prime stagioni, legate alla mitica figura del Gideon di Mandy Patinkin - che avremmo continuato ad amare successivamente in Homeland -, senza dubbio più oscure e quasi thrilling in alcuni frangenti, sono state seguite da anni di maggiore routine - pur se valida - e digressioni legate al terrorismo, ai rapimenti e ad episodi isolati che si discostavano molto dalla caccia ai serial killers che aveva caratterizzato il titolo al principio: con l'inizio di questa season numero undici, il timore che ormai si fosse giunti ad un punto di stanca di non ritorno si era fatto più che concreto, complici episodi certamente non memorabili che hanno accompagnato stancamente il pubblico - e noi Ford - fino alla seconda metà dell'annata, grazie alla quale abbiamo assistito ad un'accelerata degna non solo degli esordi, ma anche prepotente e ben congeniata.
Dagli approfondimenti del personaggio di Reed - che, a quanto pare, proseguiranno anche nella prossima stagione - al ciclo di episodi dedicati - SPOILER ALERT - all'abbandono del titolo di Morgan, fino alla doppietta che ha chiuso l'annata e rilanciato il ruolo della squadra di cacciatori di serial killers, Criminal Minds, al suo undicesimo giro di boa, ha saputo rilanciarsi più che bene, dimostrandosi non solo come una delle proposte più longeve nell'ambito del mainstream da piccolo schermo, ma anche tra le migliori qualitativamente parlando - per quanto mi riguarda, è sempre stata di un paio di spanne superiore ai vari CSI - rispetto alla tematica "morti ammazzati".
Con l'anno prossimo ed una squadra fortemente rinnovata assisteremo dunque ad una rinascita di quella che è stata una delle colonne portanti dei pasti del Saloon degli ultimi dieci anni?
La mia speranza è che sia proprio così, in modo da avere la confortante sensazione, giunto all'estate, di poter affrontare accanto a Julez - ed ai Fordini, che ormai partecipano alla vita di spettatori quanto noi vecchi - le vicende del Grey Sloane Memorial e quelle dei componenti del team del BAU, sempre sulle tracce dei mostri che rendono l'horror una favoletta della buonanotte ed il mondo reale un posto decisamente più pericoloso in cui vivere.




MrFord




 

sabato 5 settembre 2015

Criminal minds - Stagione 10

Produzione: CBS
Origine: USA, Canada
Anno: 2014
Episodi: 23






La trama (con parole mie): l'unità di analisi comportamentale di Quantico è come sempre al lavoro su casi legati ad omicidi, rapimenti e minacce terroristiche in tutto il Paese, forte dell'inserimento nella squadra di Kate Callahan, ex detective della sezione abusi su minori.
I loro ultimi casi li porteranno ad affrontare possibili attacchi agli USA, rapimenti e traffici umani su scala nazionale - e forse oltre -, l'addio ad un vecchio membro della squadra, ucciso da un serial killer che inseguiva dagli inizi della carriera e il forse solo momentaneo arrivederci ad un volto del team: per Hotchner e i suoi, dunque, le sfide e le poste in gioco si faranno progressivamente più ardue ed importanti, e costringeranno spesso e volentieri ogni agente a dare tutto per poter risolvere enigmi terrificanti e misteriosi.








Insieme a Grey's Anatomy, Criminal minds - diverso per taglio, produzione, approccio, target di pubblico dalla creazione di Shonda Rhimes - rappresenta senza dubbio uno dei grandi amori da piccolo schermo di casa Ford, appuntamento imperdibile dell'estate proprio a seguito delle avventure dei medici del Grey Sloane Memorial: nel corso degli anni le vicende della squadra di Analisi Comportamentale dell'FBI di Quantico hanno visto succedersi personaggi, situazioni, psicopatici e minacce di ogni genere, sebbene da qualche anno parcheggiate in zona sicura sempre in grado di intrattenere come si conviene all'orario dei pasti.
Al passaggio numero dieci su questi schermi, la squadra capitanata dal sempre tutto d'un pezzo Hotchner trova un nuovo membro per quello che, di fatto, è stato il ruolo più "sfortunato" della serie - si sono avvicendate, se la memoria non m'inganna, almeno quattro figure -, occupato nientemeno che da Jennifer Love Hewitt, star di Ghost Whisperer, e chiude definitivamente ogni possibilità - SPOILER - per un eventuale ritorno del mitico Gideon, interpretato nelle prime due stagioni dall'altrettanto mitico Mandy Patinkin, che per anni ho sognato rientrare nelle vesti di spietato serial killer e nemesi dei nostri, ucciso invece da un assassino al quale dava la caccia dai tempi dei suoi primi passi nell'FBI - non male davvero il flashback che lo vede protagonista insieme al Rossi di Joe Mantegna, che l'ha sostituito nel cast -.
In realtà la prima parte della stagione scorre senza quasi colpo ferire, di fatto apparendo decisamente più spenta rispetto alle passate, e lasciando intuire lo stesso fenomeno di rodata monotonia che colpì, per rimanere in tema morti ammazzati, anche Cold Case: fortunatamente, con la seconda metà della stagione ed un maggiore approfondimento dei main charachters, anche la qualità degli episodi cresce, regalando almeno in un paio di occasioni alcune tra le puntate più interessanti dell'intera serie, da "Il signor Graffio" - chiusa da un finale aperto cui spero verrà dato un seguito il prossimo anno - all'epilogo, legato a doppio filo proprio con il personaggio della Callahan.
Si sente sempre la mancanza dell'esplorazione del mondo dei serial killer come nel corso delle prime annate, soprattutto quando si sconfina nella lotta al terrorismo o ad episodi legati più a consulenze da parte dei nostri, che non di indagini vere e proprie, eppure il meccanismo gira ancora discretamente bene, l'affezione per i protagonisti è notevole e le situazioni mostrate portano comunque a riflessioni legate agli abissi all'interno dei quali si può spingere la mente umana, in grado di dispensare gesti eroici ed altruisti così come sofferenze indicibili che neppure in un'opera di fiction si penserebbe attuabili.
Quel che è certo, è che il fascino del lato oscuro non smetterà mai di esercitare attrazione per gli occupanti di casa Ford, e che fino a quando una realizzazione onesta e personaggi cui si è ad ogni modo legati garantiranno una visione interessante, Criminal minds continuerà ad essere uno degli appuntamenti fissi delle estati del Saloon.




MrFord




"Like a bird on the wire, 
like a drunk in a midnight choir 
I have tried in my way to be free. 
Like a worm on a hook, 
like a knight from some old fashioned book 
I have saved all my ribbons for thee."
Leonard Cohen - "Bird on a wire" - 






sabato 22 novembre 2014

Criminal minds - Stagione 9

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno:
2013/2014
Episodi: 24

 

La trama (con parole mie): la squadra del BAU capitanata da Hotchner prosegue nelle indagini che la conducono da una parte all’altra degli States seguendo piste che portano i suoi componenti alla scoperta di efferati delitti ed inquietanti serial killers.
Seguiti da un nuovo referente interno dell’FBI e come sempre pronti a sacrificare anche gran parte della loro vita privata per rendere più sicure quelle dei comuni cittadini, Rossi, Morgan, Reed, Garcia, Blake e JJ si troveranno a confrontarsi con abissi sempre più profondi all’interno della psiche umana e perfino con la corruzione di un’intera stazione di polizia.
Riusciranno ad uscirne indenni, e soprattutto a guarire dalle ferite invisibili che il lavoro di profiler lascia?






Da anni, ormai, Criminal minds rappresenta, qui in casa Ford, il meglio che i serial televisivi “di massa” possano offrire quando si tratta di materia da morti ammazzati, una spanna sopra le innumerevoli incarnazioni di CSI e tutti i prodotti nati a seguito del successo di quest’ultimo.
Senza dubbio non stiamo parlando di qualcosa che possa raggiungere il livello di Capolavori come TwinPeaks o pietre miliari come il recente True detective, eppure il lavoro svolto attorno e sui membri dell’Unità comportamentale di Quantico continua ad essere solido e perfetto per un intrattenimento a tutto tondo, con la sua buona dose di tensione, azione e riflessioni postume: al nono giro di boa, dunque, Criminal minds continua ad uscire bene dalla visione, senza stancare e, soprattutto, mantenendo intatto l’interesse del pubblico per i suoi protagonisti – interessante notare come, nel corso di quest’annata, quasi tutti gli attori si siano cimentati anche come registi di singoli episodi – e la loro evoluzione – nella parte centrale della season spiccano, infatti, puntate incentrate sull’uno o l’altro membro del team, le loro scelte, il passato o il futuro -.
Come se tutto questo – ed il bene che io e Julez continuiamo a volere al titolo in questione – non bastasse, nel corso dei ventiquattro episodi si trovano almeno quattro degni di essere annoverati tra i migliori della serie, in particolare i due – peraltro appaiati – dedicati alla famiglia che si ritrova sotto indagine per i cadaveri sepolti nel giardino della sua proprietà e alle telefonate anonime cui fanno seguito le sparizioni e gli omicidi di bambini, vere e proprie chicche non soltanto di entertaiment puro – come in questi casi dovrebbe essere – ma di ritmo e soprattutto domande che sorgono a visione conclusa.
Per un appassionato di profiling e serial killer come il sottoscritto, e da padre – cambia davvero tanto la prospettiva rispetto alla vita e ai suoi risvolti più drammatici, una volta genitore – trovarsi a riflettere su sistemi più o meno massimi grazie a quella che è considerata – ed è da considerare – come una serie popolare ed assolutamente senza pretese alte è segno della grande validità della serie stessa, sempre pronta non solo ad appassionare e proporre casi che possano catturare l’attenzione ma anche a ricordare al pubblico, occasionale e non, quanto ancora esista di sconosciuto a proposito della parte più oscura della nostra anima, la stessa all’interno della quale albergano, hanno albergato ed albergheranno le pulsioni che portano individui in tutto e per tutto simili a noi – almeno all’apparenza – in predatori che, in base ad un personale ed insindacabile giudizio, del Destino o di chissà cos’altro, finiscono per disporre delle loro vittime neppure si trattasse di antiche divinità o improvvisati messia.
Accanto ai pensieri suscitati dagli argomenti trattati – sviscerati con altro piglio ma partendo da riflessioni simili dal già citato True detective – rimane la curiosità rispetto a quello che accadrà alla squadra ora coordinata da un supervisore che lascia ai suoi membri una libertà sicuramente maggiore rispetto a quella concessa dalla donna che l’aveva preceduto - Erin Strauss, morta alla fine della stagione precedente – e a seguito dell’abbandono di uno dei suoi membri, che lascia aperti nuovi spiragli per il futuro e per new entries – o comeback – sulla carta decisamente interessanti.
Senza dubbio, Hotchner e soci continueranno a battere i sentieri più oscuri della psiche.
E con altrettanta sicurezza, qui al Saloon continueremo a seguire le loro orme.




MrFord



"My mother was a witch, she was burned alive.
Thankless little bitch, for the tears I cried.
Take her down now, don't want to see her face
all blistered and burnt, can't hide my disgrace."
Metallica - "Am I evil?" -



venerdì 2 agosto 2013

Criminal minds - Stagione 8

Produzione: CBS
Origine: USA
Anno: 2013
Episodi: 24




La trama (con parole mie): l'Unità di analisi comportamentale di Quantico, che dedica il suo operato alla cattura di serial killers, privata dell'Agente Prentiss, è rafforzata dall'arrivo di un nuovo membro, l'esperta di linguistica Alex Blake.
Accanto ai casi normalmente affrontati dal team, però, questa volta si sviluppa una vicenda parallela che vede un misterioso assassino pronto a duplicare i delitti di alcuni dei soggetti ignoti smascherati e consegnati alla Giustizia dalla squadra in modo da mettere pressione alla stessa, e pronto a manifestare la sua presenza perfino pedinando e mettendo "sotto scacco" i suoi membri.
Quando i nodi verranno al pettine e otto vittime saranno cadute, il cosiddetto "Replicatore" si troverà finalmente faccia a faccia con l'Unità, pronta a giocarsi il tutto per tutto in modo da fermare questa nuova, terrificante nemesi.





Non è più in mistero che in casa Ford, sia in materia di romanzi che di film o serial, la questione "morti ammazzati" giochi un ruolo non indifferente quando capita di scegliere di affrontare una visione: sia Julez che il sottoscritto, infatti, nutriamo da tempo una discreta passione per serial killers ed affini, dunque prodotti come Criminal minds, lontani dagli standard fighetti del decisamente più noto CSI, di norma sfondano una porta aperta.
Da almeno un paio di stagioni, però, le vicende dell'Unità di analisi comportamentale di Quantico languivano in un trascinarsi che lasciava intravedere una possibile chiusura del titolo e che ci facevano rimpiangere gli esordi decisamente più convincenti segnati dalla figura dell'Agente Gideon - interpretato dal mitico Mandy Patinkin, ormai impegnato con la splendida Homeland, e che spero sempre di veder ritornare, magari nelle vesti di serial killer impazzito -.
Fortunatamente con questa season numero otto la tendenza pare essersi invertita, e dopo un paio di episodi iniziali di routine per la squadra capitanata dal sempre rigido Hotchner l'inserimento del temibile Replicatore come sottotrama e l'approfondimento di particolari personali di charachters storici come il duro Derek Morgan ed il supernerd geniale Reed - davvero efficace la serie di episodi dedicata alla sua storia d'amore mai espressa - sono riusciti ad accendere una scintilla che pareva ormai sepolta da una montagna di cenere, portando una ventata d'aria fresca al titolo ed alimentando l'hype per la prossima stagione, per la quale ci attende un nuovo direttore che probabilmente finirà per intervenire diversamente rispetto alla fino ad ora utilizzata Erin Strauss.
Oltre alle sottotrame principali, risultano interessanti anche i singoli episodi autoconclusivi, impreziositi da ospiti d'eccezione come Angela Bettis, Ray Wise e Brad Dourif e decisamente più inquietanti rispetto a quelli presentati da almeno tre o quattro stagioni a questa parte: non so se la volontà degli autori di tornare ad un registo simile a quello degli esordi sia effettivamente voluta oppure no, ma senza dubbio funziona, e riesce a rendere Criminal minds la proposta migliore, più avvincente e tesa del suo genere almeno per quello che riguarda il piccolo schermo ed il mainstream.
L'unico suggerimento che mi pare di poter lanciare agli autori potrebbe essere quello di alzare ulteriormente la tensione portando lo spettatore quasi a temere la visione nonostante sia chiaro che, essendo un titolo seriale con un cast fisso, difficilmente il caso potrà non essere risolto o i protagonisti subire traumi particolari: personalmente ricordo, a questo proposito, alcune sequenze dei primi anni così toste da farmi venire il dubbio di non essere finito in un qualche thriller fin troppo mozzafiato, invece che in una serie dedicata di norma ad accompagnare la cena dei Ford.
Dovesse tornare anche quell'atmosfera - ed in questa stagione ci siamo andati vicini ben più di una volta -, e ad una sottotrama principale come quella del Replicatore si aggiungessero episodi in grado di mantenere il livello del numero quattordici, Quel che resta, avremmo di fronte non solo la serie principe in materia "morti ammazzati", ma una delle proposte da fiato sospeso più avvincenti che il piccolo schermo possa offrire.


MrFord


"Psycho Killer
qu'est-ce que c'est
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
run run run run run run run away."
Talking Heads - "Psycho killer" -


venerdì 10 agosto 2012

Criminal minds Stagione 7

Produzione: CBS
Origine: Usa
Anno: 2012
Episodi: 24




La trama (con parole mie): le vicende dell'Unità di analisi comportamentale dell'FBI proseguono legate al destino dell'agente Prentiss, data per morta nel corso della stagione precedente ed in realtà impegnata sotto copertura nella caccia a quello che è stato la sua nemesi per anni.
Risolto il caso di raccordo tra le due annate, i componenti della squadra tornano alla loro routine di cacciatori di psicopatici e serial killers, dedicandosi, tra le altre missioni, anche a rapine in banca, rapimenti ed attentati: nessuno sconvolgimento li attende, anche se non saranno poche le difficoltà che si troveranno ad affrontare per consegnare alla giustizia alcuni assassini particolarmente spietati.
Nel frattempo, Morgan chiuderà i conti con una vecchia, brutta storia legata alla sua famiglia, Hotchner troverà un nuovo amore e Rossi farà i conti con la perdita di una persona importante del suo passato.





Negli ultimi anni l'estate di casa Ford è sempre stata inesorabilmente segnata dalla visione di quelli che sono i due serial più longevi passati su questi schermi dai tempi dell'indimenticato Lost: Grey's anatomy e, per l'appunto, Criminal minds.
Considerata la passione del sottoscritto per il genere crime ed i serial killers e di Julez per i morti ammazzati - siano essi figli del grande o piccolo schermo, o della Letteratura -, un prodotto come questo riesce a sfondare una porta spalancata qui al saloon, pur avendo perso, nel corso degli anni, quell'alone quasi horror che aveva caratterizzato le prime due stagioni ed il personaggio di Gideon - il mitico Mandy Patinkin ora trasferitosi all'ottimo Homeland -.
Il titolo riesce comunque a restare interessante evitando almeno in parte l'effetto deja-vu di puntate dallo svolgimento fotocopia presente - ed in crescendo - in prodotti simili come Cold case, e resta a mio parere il miglior serial dedicato al profiling e ad una delle nuove scienze più affascinanti cui approcciarsi: a questo proposito, ricordo - e consiglio a tutti, per quanto di difficile reperibilità - l'autobiografia dell'ex agente FBI John Douglas, Mind hunter, che ricostruisce le gesta sul campo - e le interviste a molti serial killers noti - di uno dei padri fondatori dello studio della mente applicata ai crimini violenti.
Tornando ai nostri cacciatori di mostri, ho trovato questa settima stagione più efficace della precedente soprattutto rispetto ad un crescendo che ha visto un salto di qualità netto avuto dall'ultima manciata di puntate, tutte sia tecnicamente che in fase di scrittura di ottima fattura: lo stesso approfondimento dei protagonisti - pur non molto marcato, come del resto è sempre stato - è risultato efficace, dalla ripresa della vicenda della cugina scomparsa di Morgan al nuovo amore di Hotchner, per la prima volta apparso in grado di superare il dramma dell'uccisione della moglie, avvenuta qualche stagione or sono.
Chiudendo un occhio sul marchettone a Patricia Cornwell - autrice di best sellers che non ho mai particolarmente amato -, il resto degli approfondimenti e delle trame risulta efficace, lascia il giusto spazio ai protagonisti - ottimo il lavoro, ad esempio, sul rapporto tra Rossi e l'ex moglie malata - e per una volta non culmina in un season finale necessariamente spezzato in due tra una stagione e l'altra: un cambio di rotta gradito che non diminuisce la curiosità di scoprire che ne sarà dell'unità - in particolare, del membro che pare uscirà dal team - e quali casi la attendono, coltivando come sempre la speranza che l'ex mentore di Reed, il già citato Gideon, possa un giorno tornare nelle vesti di pericolosissima nemesi.
Nel frattempo, se almeno in parte siete amanti del genere e non avete ancora avuto modo di seguire le gesta dei protagonisti di questa serie, il mio consiglio è di riscoprire Criminal minds fin dall'inizio, godendovelo magari tutto d'un fiato: in fondo, parliamo di una proposta in grado di regalare una panoramica del lato oscuro della mente in modo chiaro e plausibile anche ai profani, di avvincere neanche ci si trovasse all'interno di una proposta action in stile 24, e soprattutto di fornire un'alternativa decisamente più valida rispetto al posticcio e sempre troppo patinato CSI, rivale storico che, per quanto mi riguarda, non ha mai retto il confronto.


MrFord


"At the works of my gods
I glaze my heart to be
the nature of dark
awake my soul to see
at the works of my gods
I glaze my heart to be
with an evil mind
...flamed my heart will be."
Immortal - "Within the dark mind" -




domenica 4 settembre 2011

Criminal Minds Stagione 6

Produzione: Cbs 
Origine: Usa 
Anno: 2010/2011 
Episodi: 24


La trama (con parole mie): la squadra di profiler guidata da Aaron Hotchner torna sugli schermi riprendendo le fila dal caso del Principe delle tenebre che aveva chiuso la stagione precedente, avviandosi ad una serie che vedrà una maggiore concentrazione di situazioni inusuali per la squadra - meno serial killer e psicopatici, più interventi legati a casi limite sociali o criminali, senza dimenticare lo spionaggio - e che vedrà l'abbandono della serie di ben due membri del team, causando non pochi squilibri nella già fragile tranquillità interiore dei suoi componenti.
Starà allo stesso Hotchner, sempre più colonna portante, farsi carico di responsabilità che riguarderanno scelte importanti legate a doppio filo con la prossima stagione.






Nell'ambito del genere "morti ammazzati" tanto caro a Julez e storicamente visto con un occhio di riguardo in casa Ford, Criminal minds ha sempre avuto un posto d'onore, guadagnandosi affezione decisamente più della sua spocchiosa controparte di successo CSI, che ho sempre cordialmente detestato.
Nel corso delle stagioni di quella che, a conti fatti, è ormai una delle realtà da piccolo schermo più longeve del panorama Usa recente, si sono alternate ottime sequenze di episodi ad annate più blande: questa sesta stagione si colloca sicuramente nel secondo gruppo, pur presentando momenti chiave per il presente ed il futuro della squadra di profiler - l'abbandono di ben due dei protagonisti, uno per scelta, l'altro a seguito di una drammatica morte sul campo -, probabilmente a causa di una verve non sempre ispiratissima degli sceneggiatori, che ad alcuni episodi certamente efficaci - il killer di bambini nei boschi dell'episodio 9, o il "navigatore" del 23 in grado di rimandare al metodo di eliminazione dei corpi di Dexter - affiancano altri decisamente poco emozionanti, mentre l'intera sottotrama legata al passato di Prentiss nei servizi segreti ed il caso di Ian Doyle, sicuramente uno dei passaggi più importanti dell'annata, non arriva mai davvero a conquistare il cuore dello spettatore, o almeno non quanto ci si sarebbe aspettato sulla carta.
Eppure, a favore di Criminal minds va senz'altro sottolineato quanto, nonostante non tutti gli episodi e la stagione in generale siano stati da ricordare, la qualità del prodotto risulti sempre buona, e pur non costituendo, di fatto, una serie con velleità artistiche particolari, può senza troppi patemi essere considerata uno dei riferimenti più importanti del suo genere, ed una certezza per tutti gli appassionati che tornano ogni anno a seguire le gesta del nucleo di analisi comportamentale con rinnovata curiosità ed entusiasmo.
Ci si augura che, con la prossima stagione ed i cambiamenti che si prospettano per la squadra, vengano anche ripresi alcuni discorsi lasciati cadere nel corso di questa annata - i mal di testa di Reid ed i suoi complessi, il rapporto tra il nuovo acquisto Seaver ed il suo defunto padre, il nuovo doppio ruolo di Hotchner - che, se affiancati ad episodi più legati al mondo della follia e dei serial killer, potrebbero riportare la serie ai vertici raggiunti con le prime annate, stabilendo di fatto un nuovo standard che garantirebbe rinnovamento qualitativo e spettatori a rimpolpare le fila già nutrite del suddetto genere "morti ammazzati".
Certo in casa Ford saremmo i primi a gioire per una nuova annata più "oscura", in grado di far venire i brividi all'idea che l'orrore mostrato sarà pure figlio della fiction, ma come per i riferimenti spesso e volentieri utilizzati nel corso delle puntate, ha radici che affondano profondamente nella nostra vita di tutti i giorni, e dentro di noi, dove l'abisso che ricambia lo sguardo di chi ci si trova di fronte genera mostri ben peggiori di quanti potremo mai inventare.


MrFord


"Criminal
criminal
you god damn right
I'm a criminal
Yeah, I'm a criminal."
Eminem - "Criminal" -
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