Regia: Joe Dante
Origine: USA
Anno: 1981
Durata: 91'
La trama (con parole mie): Karen White, una giornalista televisiva coinvolta nel caso di un serial killer rimasta traumatizzata dall'incontro con quest'ultimo, viene consigliata da un noto psicologo in modo che possa trascorrere un periodo di riposo all'interno di una comunità immersa nella Natura insieme al marito per ritrovare la tranquillità, se stessa ed i ricordi della notte del suo incontro con l'assassino.
Ma all'atmosfera pacifica ed accogliente dell'arrivo ben presto si sostituisce il sospetto che qualcosa di strano si celi nel luogo in cui è stata mandata, e per Karen ha inizio un incubo fatto di passione, sesso, carne e sangue che coinvolgerà non soltanto lei ed il suo compagno, ma anche, in caso di sopravvivenza, il mondo, una volta che la stessa giornalista dovesse riuscire a tornare per raccontare la sua esperienza.
Per intercessione del sempre mitico Zio Tibia, questo post partecipa alle celebrazioni di Notte Horror.
Ricordo bene - come più spesso mi è capitato di sottolineare qui al Saloon, anche con post dedicati come questo - le meravigliose estati di una ventina e più d'anni fa, quando con mio fratello passavamo la mattinata a guardare film, il pomeriggio a giocare a calcio al parco, la sera nella speranza di sfruttare obbligo o verità per limonare duro con la ragazza di turno prima di correre a casa per l'appuntamento imperdibile con Notte Horror, contenitore di Italia Uno che regalava una rassegna di titoli spesso e volentieri molto diversi tra loro legati dal denominatore comune del terrore.
Quando, complici i miei vulcanici colleghi della blogosfera, è stata messa sul piatto l'idea di un'iniziativa che ne ripercorresse i fasti e celebrasse il ricordo, non ho avuto alcun dubbio a proposito della partecipazione, sfruttando l'occasione per proporre uno dei film meno noti del regista cult degli anni ottanta Joe Dante - che la maggior parte ricorda principalmente per Salto nel buio e Gremlins -, L'ululato, di fatto, con il primo L'uomo lupo di George Waggner - omaggiato ribattezzando lo psicologo della protagonista proprio con questo nome - e Un lupo mannaro americano a Londra, una delle più importanti pietre miliari per quanto riguarda i licantropi al Cinema.
Più un'inquietante favola nera che non un horror vero e proprio, il lavoro di Dante sfrutta il viaggio della protagonista all'interno di una comunità dominata dai licantropi per affiancare a sequenze prodigiose per effetti - parliamo dell'alba degli eighties, ricordiamolo - e tensione - la lotta nella baita, l'incipit legato alla caccia al serial killer che sconvolge le strade della città, e che ricorda le atmosfere dei thriller urbani figli degli anni settanta - una riflessione profonda sull'istintività umana - dal cibo, al sesso, fino all'omicidio e alla violenza - e sulla gestione dei lati più oscuri di noi stessi, così come al rapporto tra il singolo e la società - i media, gli amici e i vicini, i compagni e compagne -: così come per il già citato Lupo mannaro di John Landis, anche in questo caso il cocktail proposto da regista e sceneggiatori unisce ironia nerissima, sangue, passaggi al limite dello splatter e momenti dal fascino decisamente carnale, più vicini ai b-movies che non alle grandi produzioni a fare da cornice ad una trama che pare più vicina ad un thriller - a mio parere, sono evidenti i richiami e gli omaggi al Maestro del genere, Hitchcock, per quanto la materia trattata sia assolutamente più grezza e "zozza" rispetto all'approccio controllato e di classe del regista inglese - che non allo slasher sanguinolento che ci si potrebbe aspettare sulla carta.
Un titolo, dunque, passato troppo spesso ed ingiustamente sotto silenzio, affascinante e profondo ma anche divertito e divertente - splendido il finale, con tanto di hamburger al sangue -, tra le prime testimonianze del talento di un autore mai davvero esploso eppure tra i più interessanti che gli States abbiano regalato al genere negli ultimi decenni: l'appartenenza ad un gruppo, la presa di coscienza
della propria natura predatoria, i legami che ognuno di noi ha con la carne - in tutti i sensi la si possa intendere - e le tentazioni che la stessa veicola sono tematiche decisamente importanti, trattate senza alcuna spocchia e con il panesalamismo delle migliori occasioni.
Tutto questo contribuisca a rendere L'ululato un titolo perfetto per una rassegna come Notte Horror, capace di riunire davanti ad un fuoco vecchi lupi navigati e giovani cuccioli in cerca di brividi.
In un modo o nell'altro, il fascino della cornice ed un'atmosfera ben sfruttata, riusciranno, seppur con mezzi e punti di vista differenti, a far drizzare i peli sulla nuca a chiunque abbia voglia di guardare in quel fuoco, ed ululare alla luna liberando l'animale che è in lui.
Quando, complici i miei vulcanici colleghi della blogosfera, è stata messa sul piatto l'idea di un'iniziativa che ne ripercorresse i fasti e celebrasse il ricordo, non ho avuto alcun dubbio a proposito della partecipazione, sfruttando l'occasione per proporre uno dei film meno noti del regista cult degli anni ottanta Joe Dante - che la maggior parte ricorda principalmente per Salto nel buio e Gremlins -, L'ululato, di fatto, con il primo L'uomo lupo di George Waggner - omaggiato ribattezzando lo psicologo della protagonista proprio con questo nome - e Un lupo mannaro americano a Londra, una delle più importanti pietre miliari per quanto riguarda i licantropi al Cinema.
Più un'inquietante favola nera che non un horror vero e proprio, il lavoro di Dante sfrutta il viaggio della protagonista all'interno di una comunità dominata dai licantropi per affiancare a sequenze prodigiose per effetti - parliamo dell'alba degli eighties, ricordiamolo - e tensione - la lotta nella baita, l'incipit legato alla caccia al serial killer che sconvolge le strade della città, e che ricorda le atmosfere dei thriller urbani figli degli anni settanta - una riflessione profonda sull'istintività umana - dal cibo, al sesso, fino all'omicidio e alla violenza - e sulla gestione dei lati più oscuri di noi stessi, così come al rapporto tra il singolo e la società - i media, gli amici e i vicini, i compagni e compagne -: così come per il già citato Lupo mannaro di John Landis, anche in questo caso il cocktail proposto da regista e sceneggiatori unisce ironia nerissima, sangue, passaggi al limite dello splatter e momenti dal fascino decisamente carnale, più vicini ai b-movies che non alle grandi produzioni a fare da cornice ad una trama che pare più vicina ad un thriller - a mio parere, sono evidenti i richiami e gli omaggi al Maestro del genere, Hitchcock, per quanto la materia trattata sia assolutamente più grezza e "zozza" rispetto all'approccio controllato e di classe del regista inglese - che non allo slasher sanguinolento che ci si potrebbe aspettare sulla carta.
Un titolo, dunque, passato troppo spesso ed ingiustamente sotto silenzio, affascinante e profondo ma anche divertito e divertente - splendido il finale, con tanto di hamburger al sangue -, tra le prime testimonianze del talento di un autore mai davvero esploso eppure tra i più interessanti che gli States abbiano regalato al genere negli ultimi decenni: l'appartenenza ad un gruppo, la presa di coscienza
della propria natura predatoria, i legami che ognuno di noi ha con la carne - in tutti i sensi la si possa intendere - e le tentazioni che la stessa veicola sono tematiche decisamente importanti, trattate senza alcuna spocchia e con il panesalamismo delle migliori occasioni.
Tutto questo contribuisca a rendere L'ululato un titolo perfetto per una rassegna come Notte Horror, capace di riunire davanti ad un fuoco vecchi lupi navigati e giovani cuccioli in cerca di brividi.
In un modo o nell'altro, il fascino della cornice ed un'atmosfera ben sfruttata, riusciranno, seppur con mezzi e punti di vista differenti, a far drizzare i peli sulla nuca a chiunque abbia voglia di guardare in quel fuoco, ed ululare alla luna liberando l'animale che è in lui.
MrFord
"In touch with the ground
I'm on the hunt I'm after you
smell like I sound, I'm lost in a crowd
and I'm hungry like the wolf
straddle the line in discord and rhyme
I'm on the hunt I'm after you
mouth is alive with juices like wine
and I'm hungry like the wolf."
I'm on the hunt I'm after you
smell like I sound, I'm lost in a crowd
and I'm hungry like the wolf
straddle the line in discord and rhyme
I'm on the hunt I'm after you
mouth is alive with juices like wine
and I'm hungry like the wolf."
Duran Duran - "Hungry like the wolf" -
bello bello bello, uno dei miei preferiti sul tema...dopo le divagazioni di Landis naturalmente....
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo. Bellissimo e ancora attuale.
EliminaAltro classicone che mi manca...
RispondiEliminaAltro recupero doveroso, JJ!
EliminaC'ho troppe cose da fare in questi giorni T.T
EliminaIl bello è che i recuperi non hanno scadenze! ;)
EliminaMi manca sia questo film che Joe Dante, deve tornare a fare film!
RispondiEliminaConcordo: anch'io voglio un grande ritorno per Joe!
EliminaForse forse preferisco questo a Un lupo mannaro americano a Londra: è più grezzo e mette molta più ansia!!! Grande recupero Ford!
RispondiEliminaEra da tempo che volevo rivedere questo gioiellino, e Notte horror è stata l'occasione perfetta!
EliminaSplendido film, concordo anche io, è invecchiato meglio di Un lupo mannaro americano a Londra! E Joe Dante è uno dei registi più sottovalutati che ci siano, vero genio!
RispondiEliminaCon questo, Gremlins e Salto nel buio meriterebbe già molto più di quanto non abbia effettivamente raccolto.
Eliminaottimo joe dante, ma non so se lo recupererò. i film sui licantropi di solito mi fanno pena, a parte il mitico voglia di vincere, ovviamente auuuuuuuuuuuuuuuuu!
RispondiEliminaVoglia di vincere spacca, ma questo una visione la vale tutta. Non farlo per me, fallo per Dante!
EliminaCavolo, ho visto Gremlins, Salto nel buio ed Explorers e mi sono piaciuti tutti, ma questo mi manca... però quando si tratta di horror/thriller poi ho degli incubi a ripetizione!! Non so se ce la faccio....
RispondiEliminaIn questo caso non parliamo di un horror canonico, e se hai visto Gremlins ce la puoi fare senza patemi!
EliminaUn film che non ho mai amato e che col tempo ha mostrato il fianco, ma è un classico ed è godibilissimo.
RispondiEliminaSecondo me è invecchiato benissimo, ed è ancora attuale. Di sicuro è un classico.
EliminaArrivo in ritardo, sorry...
RispondiEliminaVabbe che dire, filmone. Visto per la prima volta 7/8 anni fa e ne rimasi colpito. Grande joe dante uno che anche quando "sbaglia" un film ti tira fuori the hole che caga in testa ad un sacco di altri horror
Joe ritorna!!
Concordo, Fratello. Dante un grande, e questo film uno dei suoi migliori.
EliminaNe ho un vago ricordo. Strano che invece del lupo americano a Londra mi ricordo ogni singolo particolare....
RispondiEliminaAllora ci sta una spolverata: sono i due classici moderni per eccellenza ad argomento licantropi.
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