Regia: Stephen Knight
Origine: UK, USA
Anno: 2013
Durata: 85'
La trama (con parole mie): Ivan
Locke, irreprensibile e preciso esperto in costruzioni, alla vigilia di
una delle più importanti date della sua carriera, decide di mollare il
cantiere e l'appuntamento dell'indomani per mettersi alla guida della
sua auto e, invece di tornare a casa per una serata in famiglia di
fronte ad un'attesissima partita di calcio, dirigersi verso Londra.
Tutti paiono stupiti della scelta: i suoi figli, sua moglie, i colleghi, i superiori.
Ivan Locke, con un gesto inatteso ed imprevedibile, rischia tutto: dal lavoro agli affetti.
Questo
perchè, a neppure due ore di macchina da dove si trova, una donna
praticamente sconosciuta con la quale si è concesso una notte di sesso
al termine di un incarico tempo prima, sta per partorire un bambino.
Il suo terzo figlio.
Il suo terzo figlio.
E Ivan Locke è uno che va per la sua strada. E non vuole percorrere quella che fu di suo padre.
Ivan Locke è un tipo tosto, tutto d'un pezzo.
E' come uno degli edifici che ha finito di edificare mattone su mattone, con cura quasi maniacale ed attenzione ad ogni dettaglio.
Ed è uno che non molla, anche quando una crepa potrebbe mandare in frantumi anni e anni di fatica.
Ed è evidente che dietro la sua solidità vi sia un lavoro certosino e di spalle larghe: quello di Stephen Knight, che si fece conoscere nientemeno che con la sceneggiatura del gioiello La promessa dell'assassino e le ossa con Redemption, action dai risvolti insolitamente profondi con protagonista Jason Statham.
Ma Locke non è soltanto un road movie tesissimo e clamorosamente tirato, per essere, di fatto, un one man show girato esclusivamente all'interno dell'abitacolo di una vettura reso ancora più funzionale
da un Tom Hardy strepitoso, che pare riportare sullo schermo l'esplosività dell'interpretazione che regalò al pubblico in Bronson tirando il freno a mano e restando clamorosamente sotto le righe, in
bilico tra monologhi in pieno stile La 25ma ora - i confronti con il padre ed il passato - e botta e risposta telefonici con gli altri protagonisti della vicenda, come un burattinaio che cerchi di far
rientrare nei ranghi una schiera di pupazzi imbizzarriti pur essendo imbizzarrito lui stesso.
Locke è, infatti, un concentrato di adrenalina e tensione come raramente se ne sono visti anche nell'ambito thriller ed action, una corsa accanto - più che contro - il Tempo che pare nascondere insidie e preparare al peggio lo spettatore ad ogni singola inquadratura, neppure ci trovassimo vittime dell'ennesimo trucco di un altro anglosassone divenuto, negli anni, l'illusionista numero uno del Cinema, Christopher Nolan.
La cosa, però, che rende Locke così ben riuscito, è, paradossalmente l'aspettativa disillusa: perchè sfido chiunque, tra gli spettatori che hanno deciso di salire in macchina accanto al coriaceo Ivan, a non aver atteso il momento in cui sarebbe giunto, all'improvviso, un incidente mortale, o una qualche evoluzione in pieno stile "collaterale" neanche ci trovassimo in un turbinio di fotografia e stile firmato da Michael Mann, o sconvolgimento personale per il protagonista.
E invece, Locke e la sua notte all'inseguimento di un se stesso migliore di quello che fu suo padre per lui, finiscono per metterci di fronte al thriller più complesso e teso possibile: la vita vissuta.
Niente esplosioni, inseguimenti, chissà quale trama da film di genere in agguato: semplicemente un uomo non privo di difetti che decide di affrontare di petto una vita che, per quanto controllata, ha finito per sfuggirgli di mano.
E lui, che è abituato ad avere tutto sotto controllo, solido come una roccia, non riesce a pensare di restare fermo: e in una notte che non sfigurerebbe in un Fuori orario con i piedi decisamente per terra - o sulla strada - imbraccia due degli strumenti che più hanno cambiato la società negli ultimi cinquant'anni - l'automobile ed il telefono - e cerca di sistemare le cose.
Questo perchè, spalle larghe oppure no, Ivan Locke sa bene che il motivo di quel viaggio è più importante di Chicago e dei milioni di dollari, della tranquillità e di una partita di calcio, e che proprio contando sul motivo del suo viaggio troverà la forza di ricominciare.
Fosse anche dopo aver perso tutto.
E quando, con il fiato corto ed il cuore a mille, sempre pronti ad aspettarci di precipitare, giungiamo a quella liberatoria, ultima telefonata, è come chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Ivan Locke è presente. E sta arrivando.
Ed è questo che conta. E conterà per una vita intera.
E' come uno degli edifici che ha finito di edificare mattone su mattone, con cura quasi maniacale ed attenzione ad ogni dettaglio.
Ed è uno che non molla, anche quando una crepa potrebbe mandare in frantumi anni e anni di fatica.
Ed è evidente che dietro la sua solidità vi sia un lavoro certosino e di spalle larghe: quello di Stephen Knight, che si fece conoscere nientemeno che con la sceneggiatura del gioiello La promessa dell'assassino e le ossa con Redemption, action dai risvolti insolitamente profondi con protagonista Jason Statham.
Ma Locke non è soltanto un road movie tesissimo e clamorosamente tirato, per essere, di fatto, un one man show girato esclusivamente all'interno dell'abitacolo di una vettura reso ancora più funzionale
da un Tom Hardy strepitoso, che pare riportare sullo schermo l'esplosività dell'interpretazione che regalò al pubblico in Bronson tirando il freno a mano e restando clamorosamente sotto le righe, in
bilico tra monologhi in pieno stile La 25ma ora - i confronti con il padre ed il passato - e botta e risposta telefonici con gli altri protagonisti della vicenda, come un burattinaio che cerchi di far
rientrare nei ranghi una schiera di pupazzi imbizzarriti pur essendo imbizzarrito lui stesso.
Locke è, infatti, un concentrato di adrenalina e tensione come raramente se ne sono visti anche nell'ambito thriller ed action, una corsa accanto - più che contro - il Tempo che pare nascondere insidie e preparare al peggio lo spettatore ad ogni singola inquadratura, neppure ci trovassimo vittime dell'ennesimo trucco di un altro anglosassone divenuto, negli anni, l'illusionista numero uno del Cinema, Christopher Nolan.
La cosa, però, che rende Locke così ben riuscito, è, paradossalmente l'aspettativa disillusa: perchè sfido chiunque, tra gli spettatori che hanno deciso di salire in macchina accanto al coriaceo Ivan, a non aver atteso il momento in cui sarebbe giunto, all'improvviso, un incidente mortale, o una qualche evoluzione in pieno stile "collaterale" neanche ci trovassimo in un turbinio di fotografia e stile firmato da Michael Mann, o sconvolgimento personale per il protagonista.
E invece, Locke e la sua notte all'inseguimento di un se stesso migliore di quello che fu suo padre per lui, finiscono per metterci di fronte al thriller più complesso e teso possibile: la vita vissuta.
Niente esplosioni, inseguimenti, chissà quale trama da film di genere in agguato: semplicemente un uomo non privo di difetti che decide di affrontare di petto una vita che, per quanto controllata, ha finito per sfuggirgli di mano.
E lui, che è abituato ad avere tutto sotto controllo, solido come una roccia, non riesce a pensare di restare fermo: e in una notte che non sfigurerebbe in un Fuori orario con i piedi decisamente per terra - o sulla strada - imbraccia due degli strumenti che più hanno cambiato la società negli ultimi cinquant'anni - l'automobile ed il telefono - e cerca di sistemare le cose.
Questo perchè, spalle larghe oppure no, Ivan Locke sa bene che il motivo di quel viaggio è più importante di Chicago e dei milioni di dollari, della tranquillità e di una partita di calcio, e che proprio contando sul motivo del suo viaggio troverà la forza di ricominciare.
Fosse anche dopo aver perso tutto.
E quando, con il fiato corto ed il cuore a mille, sempre pronti ad aspettarci di precipitare, giungiamo a quella liberatoria, ultima telefonata, è come chiudere gli occhi e lasciarsi andare.
Ivan Locke è presente. E sta arrivando.
Ed è questo che conta. E conterà per una vita intera.
MrFord
"Whatever tomorrow brings, I'll be there
with open arms and open eyes yeah
whatever tomorrow brings, I'll be there
I'll be there."
with open arms and open eyes yeah
whatever tomorrow brings, I'll be there
I'll be there."
Incubus - "Drive" -
e perchè non l'ho visto questo film ?
RispondiEliminaNon saprei. Ma cerca di recuperarlo.
Eliminame lo segno solo perchè c'è Tom Hardy, che avevo adorato in Bronson :)
RispondiEliminaSegna, segna.
EliminaMerita parecchio.
Chicago?
RispondiEliminaquelli di Chicago. la megacompagnia che rompe i coglioni è di Chicago... ma tutto ti devo spiegare? anche nei blog altrui? :D
EliminaGrazie, avevo rimosso. Sarà che a me l'unica che rompe i coglioni in questo film era sembrata la primipara attempata... ;)
Eliminaper me non c'è un personaggio che, a torto o a ragione, non rompa i coglioni in questo film. uh che fastidio!
Eliminama non è vero, dai! :)
Eliminama sì, dai, ribadisco quello che scrissi all'epoca: «È la storia, quasi quacchera nel suo martellamento etico delle gonadi, che lascia perplessi. E con i personaggi, tutti così presi da se stessi, si crea più o meno la stessa empatia che si potrebbe provare per un'emorroide a grappolo nel giorno più caldo dell'anno»
Eliminasecondo me Ford prima o poi ci chiederà di pagargli l'affitto del salotto...
EliminaLocke alla fine è un uomo onesto, un uomo probo (tralalalla tralallalero) che decide di fare la cosa "giusta". O, se vuoi vederla diversamente, di mettere una pezza ad una cazzata che ha fatto. Condivisibile o meno (per quanto mi riguarda "o meno", ma chissenefrega), ma giusta. Per il suo vissuto se non altro.
ci mette una pezza, e neanche tanto a colori (espressione pugliese...), riuscendo a mandare tutto il resto della sua vita a ramengo (diciamo così, ché ho già abbastanza turpiloquiato e non sto neanche a casa mia). un genio! in più, un uomo onesto, un uomo probo (tralalalla tralallalero) avrebbe parlato con sua moglie prima, e non al telefono
Eliminap.s.: vabbè, se dividiamo le spese non dovrebbe costarci molto ;)
ma guarda che - nonostante a me il film sia piaciuto molto - io alla fine sono d'accordo, eh? anzi, ti dirò di più: io e la bionda, uscite dalla sala, eravamo dell'opinione che PRIMA avremmo presenziato alla colata di cemento, POI saremmo andati a Londra.
EliminaRagazzi, penso che questo abbia buone possibilità di essere il vostro record di botta e risposta da queste parti.
EliminaDi mio, trovo che il film sia così riuscito proprio per il suo essere estremamente realistico nel riproporre egoismi ed errori umani.
vabbè, Ford, però potresti anche aprirci una bottiglia, no? :D poison, ma domenica sera andate a vedere la reunion dei Monty Python al Reposi?
EliminaFord, come vedi possiamo fare di meglio.
Elimina@Dantès: smettila di dare fastidio in Lombardia e torna in Piemonte! :)
Questo è indubbio. ;)
EliminaLa bottiglia si apre sempre, da queste parti.
Piaciuto tantissimo. Alla fine di quella chiamata lì, ero più emozionato del protagonista stesso. E chissà cosa mi aspettavo, come dici tu. Un finalone tragico, un'espolosione di tutta quella tensione accumulata. Bello così.
RispondiEliminaNon direi tragico, ma di certo un gran finale.
EliminaCon la telefonata mi sono come svuotato.
un action psicologico privo di esplosioni, inseguimenti e pure botte, quindi molto cannibale.
RispondiEliminastrano ti sia piaciuto... se ci fosse stata anche un'esplosione da action fordiano lo avresti adorato ancora di più, vero? :D
Invece l'ho trovato perfetto così, per quanto cannibale possa sembrare.
EliminaPiaciuto molto anche a me... eticamente è un grande film da far visionare nelle scuole, non importa quanto sia dolorosa o difficile se una cosa va fatta bisogna farla.
RispondiEliminaTom Hardy strepitoso
Hardy pazzesco davvero, e grande film, scritto da dio e dal ritmo serratissimo.
EliminaIo avrei qualcosa da ridire, a livello "etico", visto che tutto parte dall'accoppiata adulterio + sesso non protetto... :)
EliminaPenso che Dembo alludesse alla grande umanità e schiettezza nel mostrare i difetti che ognuno ha.
EliminaAlmeno credo. ;)
ne sono convinta pure io, ma sai che sono una rompicoglioni, no? :)
EliminaRientra parecchio nell'umanità anche quello! ;)
EliminaA me è piaciuto tantissimo: Ivan Locke è un essere umano, che ha sbagliato e si assume le conseguenze del suo sbaglio, a qualsiasi costo. Non è un eroe, ma un uomo che cerca di rimediare a un errore mettendoci la faccia e rischiando di perdere tutto quanto costruito finora. Film semplicemente perfetto, l'ennesima dimostrazione che non servono grandi capitali e grandi mezzi per fare qualcosa di buono. Per Hardy mi aspetto come minimo la nomination all'oscar...
RispondiEliminaConcordo in pieno. Grande film, grande script, grande Hardy.
Eliminase il clima mi assiste, andrò a vederlo in qualche cinema all'aperto...
RispondiEliminanella speranza di non essere delusa, il protagonista mi piace molto, ma le storie dove, a farla da padrone, sono singoli attori di fronte alla telecamera, non sono semplici
Non sono semplici, ma questa è riuscita alla grande.
EliminaSta lì da un pò in attesa del momento giusto...lo temo parecchio, almeno da quanto leggo in giro, non so se possa piacermi, ma comunque prima o poi ci butterò una occhiata..
RispondiEliminaPer me è stata una grandissima visione.
EliminaRecuperalo, potrebbe piacerti molto.
Temevo pure i un finale più caciarone, ma quel silenzio e quel pianto sono non solo una liberazione ma anche la perfezione!
RispondiEliminaGran gran film!
Finale davvero perfetto per un film perfettamente sotto le righe.
EliminaSono uno dei pochi a cui non ha convinto al 100%, forse proprio perché mi aspettavo un "colpo di scena" che mi facesse scendere da quell'auto...
RispondiEliminaMi ricordavo il tuo post.
EliminaPer me resta una dei film più tesi delle ultime stagioni.
La prova che per fare un bel film serve unicamente una bella idea e una regia calibrata.
RispondiEliminaSe poi dalla tua hai un attore della Madonna, allora la cosa è ancora più semplice XD
Hardy ha sicuramente resobil compito più facile a Knight, ma bisogna dire che la sceneggiatura è una vera bomba.
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