lunedì 19 agosto 2013

Intervista col vampiro

Regia: Neil Jordan
Origine: USA, Irlanda
Anno: 1994
Durata:
123'




La trama (con parole mie): Louis è il proprietario di una grande piantagione in Louisiana sul finire del settecento, distrutto dal dolore per la morte della moglie e del figlioletto. Alla ricerca di un modo per raggiungerli, il giovane incrocia il cammino del vampiro Lestat, proveniente dal Vecchio Continente, che gli fa dono della vita eterna.
Il rapporto tra i due è però molto conflittuale: Lestat, infatti, è assolutamente indifferente rispetto alla vita umana e da libero sfogo alla sua natura predatoria, mentre Louis convive ogni giorno con sensi di colpa e profonda tristezza. L'arrivo di Claudia, bambina salvata dalla peste trasformata come loro in vampiro, manterrà l'equilibrio tra i due fino a quando i "figli" si ribelleranno al "padre" lasciandolo al suo destino prima di mettersi alla ricerca di loro simili in Europa.
Il viaggio, però, finirà per rivelarsi più traumatico del previsto, e Louis finirà, solo, per raccontare la sua vicenda ad un incredulo cronista alle porte del nuovo millennio una volta tornato negli States.





Ricordo i tempi in cui per la prima volta Intervista col vampiro fece capolino sugli schermi dell'allora casa Ford: ero nel pieno dell'adolescenza, all'apice del mio potenziale di stronzo nonchè travolto dal periodo emotivamente più difficile che noi tutti attraversiamo nel corso della vita.
Ricordo anche che, da giocatore di ruolo, rimasi molto affascinato dal modo in cui i vampiri - personaggi dal fascino quasi irresistibile - erano stati rappresentati da Ann Rice nel suo romanzo e ripresi da Neil Jordan nella pellicola, così come mi colpì vedere un Tom Cruise insolitamente biondo portare a casa una delle sue migliori interpretazioni di sempre accanto ad una sorprendente - ed allora giovanissima - Kirsten Dunst, che qualche anno dopo sarebbe diventata l'idolo del grande pubblico con la trilogia di Spider Man e di quello di nicchia a seguito del sodalizio con Lars Von Trier.
Qualche tempo prima era stato il Dracula di Coppola a dare inizio ad una vera e propria rivoluzione nell'intendere la figura dei succhiasangue - decisamente più efficace e potente di quella che si sarebbe verificata nel nuovo millennio con l'agghiacciante saga di Twilight -, ma soltanto con Intervista col vampiro si ebbe un salto di qualità ed un'esplorazione effettiva del carisma intriso di malinconia di questi predatori passionali e terribili: dunque, attraverso i sensi di colpa e l'umanità di Louis, la feroce "innocenza" di Claudia e lo sprezzante tono di Lestat assistiamo all'ascesa e alla caduta di una razza di esseri immortali dominati dagli stessi desideri di noi mortali, spesso amplificati da un potere in grado di andare ben oltre l'immaginazione.
Onestamente, con tutta la voglia che ho di godere di questa palla di fango dal primo all'ultimo secondo della mia esistenza, ho sempre pensato che non sarebbe affatto male prendere in considerazione l'idea di essere come loro - anche se rinunciare a cibo e bevute sarebbe davvero terribile -, ed ammetto il fascino che un "bad guy" come Lestat ha sempre esercitato sul sottoscritto - perfino ai tempi, quando ero certamente più vicino all'approccio di Louis -: a distanza di anni, rivedere quello che continua ad essere uno dei prodotti migliori del regista anglosassone riesce ancora ad emozionare e coinvolgere come allora, consolidando la qualità di un film che senza dubbio perde qualcosa rispetto al romanzo - alcuni passaggi, come la resa dei conti di Louis e la vendetta nei confronti dei vampiri parigini, paiono decisamente frettolosi e poco chiari - ma che, ad oggi, resta uno dei titoli di riferimento per quanto riguarda la figura del vampiro nella settima arte, passando attraverso oltre due secoli in bilico tra il Vecchio Mondo e quello Nuovo.
La "nuova visione della realtà" di Louis dopo il suo passaggio tra le fila dei succhiasangue, la progressiva scoperta dei poteri, il ritorno di Lestat dopo il tentativo di uccisione orchestrato da Claudia sulle note di Beethoven, la splendida sequenza con la riscoperta dell'alba sul grande schermo - il potere del Cinema, grande intuizione - sono tessere magiche di un affresco in grado di colpire l'immaginario dall'adolescenza all'età adulta, fornendo un ritratto di "mostri" che altro non sono se non una versione notturna dell'Uomo.
Poco importa che, dalla loro prima apparizione letteraria o nei racconti di saggezza popolare, siano entrati sempre più a fondo nel concetto di Mito: l'ispirazione che ha guidato ogni opera a loro ispirata deve chiaramente le sue origini all'abisso che noi, predatori quanto loro, ci portiamo dentro.
In qualche modo, siamo soltanto un pò più bravi a nascondere l'oscurità alla luce del sole.


MrFord


"How strong a will
how long to kill
the vampire's out to play
he's going for his prey
how wise the decisions
how clear of a mind with perfect precision
the aim it will find
removing a tyrant
the vampire on its track."
Rammstein - "Vampire" - 


35 commenti:

  1. Ti dirò, da adolescente questo film lo amavo, come prima avevo amato alla follia il romanzo da cui è tratto. Mi fa piacere poi leggere che l'essere "all'apice del mio potenziale di stronzo nonché travolto dal periodo emotivamente più difficile che noi tutti attraversiamo nel corso della vita" è una cosa che molte persone hanno provato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'adolescenza è una brutta bestia, senza dubbio. E questo è sempre un ottimo film.

      Elimina
  2. amo anch'io il film e Kirsten Dunst era perfetta. In più non sono d'accordo con il Razzie Award per la peggior coppia data a Brad Pitt e Tom Cruise.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io non condivido quel Razzie.
      Tra l'altro, Cruise regalò una delle sue migliori interpretazioni.

      Elimina
  3. bah, una robetta alla true blood.
    a parte kirsten dunst, niente di eccezionale...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ora è evidente che il caldo ha reso ancora peggiore la tua capacità di valutare i film! ;)

      Elimina
  4. ammetto che non amo particolarmente i film vampireschi......però ho voluto giocare con il mio viso per creare un'intestazione del mio blog rosso alla true blood.....
    "quando la vita ha il sapore del sangue" come sottotitolo....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con tutte le recenti schifezze a tema vampirico, questo rappresenta senza dubbio una delle cose migliori del genere.

      Elimina
  5. Sai che io questo film credo di non averlo mai visto dall'inizio alla fine? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E hai fatto male, perché merita! :)

      Elimina
    2. E maltrattami pure, adesso! ;)

      Elimina
    3. No, tranquilla! È bastato il beach volley! :)

      Elimina
    4. Ah ah ah ah! Però hai visto che roba? Maglio di Rambo, a guidare col piede rotto. Praticamente... Rimba! :)

      Elimina
  6. Non mi piacque granché, la Dunst fu la vera stella di questo film.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come non un granché! ?
      Sarai mica sulla cattivissima strada del Cannibale! ? ;)

      Elimina
    2. Non mi piacque proprio per niente, preferisco Dracula guarda.

      Elimina
    3. Per me sono assolutamente allo stesso livello.

      Elimina
    4. Ma proprio no, per me appartengono ad altri mondi.

      Elimina
    5. Dell'altro mondo sono solo le sparate del Cannibale! ;)

      Elimina
  7. L'ho visto solo una volta e tanto tempo fa, ma non mi ha lasciato gran che, magari una volta finita la lista dei film da vedere lo riguardo. Mi succede spesso di cambiare idea con la seconda visione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sponsorizzo la seconda visione. Secondo me la merita tutta.

      Elimina
  8. Uno dei miei film preferiti. Io sono di parte, da amante dei vampiri e delle cronache della Rice, ma il barocchismo di Jordan a me piace, emana calore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo: il lavoro di Jordan è pieno di passione, come i personaggi della Rice.

      Elimina
  9. Sommo capolavoro. Uno dei miei cult personali.

    RispondiElimina
  10. in tempi in cui ancora i Cullen erano una faccenda totalmente sconosciuta...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E potevano anche restare una faccenda sconosciuta, per quanto mi riguarda! ;)

      Elimina
  11. WOW grande... mi ricordo che all'epoca ero nel pieno del Brad-delirio, e la mia migliore amica nel Tom-delirio. Inutile dire che abbiamo visto il film per due volte di seguito. Anche a me affascina molto la figura del vampiro e ho tutti i libri della saga di Lestat. Il film non lo vedo da un sacco, diciamo che lo sento legato appunto ai miei vent'anni e ora come ora non lo sento nelle mie corde. Ma comunque molto bello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me non perderebbe ad una nuova visione.
      Fossi in te ritenterei.

      Elimina
  12. Per me resta un cult vampiresco... e poi il finale sulle note di Sympathy For The Devil!
    Non male anche il suo ultimo Bizanthium con Saoirse Ronan, Gemma Arterton come protagoniste.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Finale bellissimo, sono assolutamente con te.
      Aspetto di tornare dalle vacanze per recuperare Bizanthium.

      Elimina
  13. Mah, non mi ha mai convinto del tutto, nonostante la grande interpretazione di Tom Cruise, che del resto, magari sarà anche poco a piombo, ma è un drago nella recitazione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tom mitico, senza dubbio, ma ti assicuro che il film merita eccome.
      Eventualmente ritenta.

      Elimina
  14. se ci pensi c'era un cast da capogiro (non di bravura, ma di botteghino).
    Banderas, Dunst, Slater...
    ho preferito il libro, letto dopo aver visto il film.

    su di tutti la scena quando Pitt si trasforma in vampiro e la statua del giardino abbassa gli occhi. scena che non c'è nel libro.

    nel libro Lestat gli dice di uscire in giardino ed espellere per l'ultima vita i suoi residui di vita.

    brividi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scena splendida, quella.
      Ma non è l'unica.
      Ottimo film.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...