Regia: Stephen Chbosky
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 102'
La trama (con parole mie): Charlie ha quindici anni, e di fronte uno dei periodi più sconvolgenti della vita, il liceo. Timido, introverso, appassionato di lettura e decisamente poco incline al farsi notare, il ragazzo ha ancora nel cuore le ferite aperte della morte della zia - avvenuta a causa di un incidente d'auto quando era ancora bambino - e del suo migliore amico, suicidatosi la primavera appena trascorsa.
Quando il suo cammino incrocia quello di Patrick e Sam, fratello e sorella decisamente fuori dagli schemi nonchè senior alternativi e provocatori, tutto cambia: Charlie, infatti, scoprirà come tirare fuori se stesso, innamorarsi, soffrire e ricominciare tutto da capo gridando a squarciagola la sua voglia di vivere.
Per una volta, lasciandosi salvare. Prendendo un amore invece di accettarlo.
Ed essere infinito.
E’ bastato un momento, per essere proiettato indietro nel tempo fin nel profondo settembre novantatre, quando iniziò l’avventura al liceo dell’allora non troppo vecchio Ford.
Vent’anni fa, a pensarci bene.
Pazzesco, in una certa misura.
Comunque, ai tempi il sottoscritto era molto simile all’introverso Charlie, protagonista di questo gioiellino che si inserisce al volo nelle sorprese più gradite di questo inizio duemilatredici, The perks of being a wallflower, tradotto con un non agghiacciante ma comunque meno indicato Noi siamo infinito qui nella Terra dei cachi: come Charlie, anche il piccoletto e magrolino Ford di allora cominciava a sognare di fare lo scrittore e sopravviveva in quella che era la sezione peggiore dell’istituto contando i giorni che l’avrebbero separato dalla fine di un’avventura che, dopo la sbronza di successi delle scuole medie – passate nella sezione migliore, tra recite in teatro ed una fama da protagonista -, si presentava come un brusco risveglio nella realtà al termine di un bel sogno.
Come Charlie, Ford faticava ad alzare la mano per dare la risposta – anche quando era quella giusta -, si rifugiava in un mondo di fumetti e letteratura, si faceva fregare dalle compagne più inserite e fighe che in cambio di un finto interesse finivano per recuperare appunti o resoconti di libri che non avevano letto, teneva la rabbia dentro, come un blackout pronto a manifestarsi all’improvviso.
Charlie, però, ha avuto due cose che dalle parti dell’allora non ancora Saloon non si sono mai viste neppure da lontano: un professore che lo comprendesse e gli insegnasse qualcosa – il Mr. Anderson interpretato da Paul Rudd, uno dei favoriti di casa Ford – ed un gruppo di amici per il quale io metterei la firma anche oggi, dallo stratosferico Patrick – un grandissimo Ezra Miller – a sua sorella Sam – una Emma Watson in grande spolvero -, tutti intenti a succhiare il midollo della vita – anche in senso letterale, in più di un’occasione – tra il Rocky Horror Picture Show e quella Heroes che rimanda alle corse nella metropolitana di Berlino che furono il canto di libertà di Christiane F. e della sua generazione prima che l’eroina giungesse a portarsi via tutto quello che poteva, e che per la prima volta – nonostante la sua fama – torna a farsi sentire sulla pelle come fosse un pezzo sconosciuto – come per i nostri tre protagonisti lanciati a perdifiato alla guida di un pick up che pare poter diventare una nave stellare pronta a portarli più lontani possibile da una realtà e da un periodo della vita tra i più tosti che si possano affrontare -.
Ma torniamo a Ford: lui non ebbe un’insegnante di letteratura pronta a spronarlo – ma una gentile educatrice che, cercando di spacciarsi da novella Keating, fece comporre e leggere ad alta voce in classe una serie di poesie e di fronte alle difficoltà del non ancora cowboy lo esortò con grande professionalità e psicologia d’alta scuola a “non fare come Fantozzi” – o la fortuna di incontrare ragazzi dell’ultimo anno così diversi ed aperti da starlo ad ascoltare, ed aiutarlo a muovere i primi passi verso il tumulto che sarebbero stati gli anni successivi.
Lui soffrì e tenne i pugni chiusi per due anni interminabili, e quando finalmente la sezione infame venne smembrata e finì in una classe decente gli parve quasi un miracolo: ma nel frattempo, insieme alla statura e ai capelli, era cresciuta la passione per la scrittura, che aveva contribuito alla sua sopravvivenza ma aveva innescato qualcosa che neppure lui poteva più controllare.
L’adolescente Ford era diventato un vero stronzo.
Così, quando durante il terzo anno conobbe quella che poteva essere la sua Sam, fece un passo indietro proprio quando poteva nascere una storia – Charlie, nella sequenza successiva alla rissa nella mensa scolastica, una delle più riuscite della pellicola, trova la forza di fermarsi ed abbracciare la ragazza di cui è innamorato; il Ford di allora avrebbe tirato dritto, preferendo macerare da solo – che senza dubbio sarebbe stata importante; cominciò a votare contro alle Occupazioni, per poi stare una settimana a casa a leggere e scrivere sbattendosene di tutto e di tutti; dal primo giorno della terza agli esami di maturità diede inizio ad una vera e propria guerra contro un’altra insegnante dalla grande professionalità, questa volta rispondendo sempre più a tono; ad ogni assemblea di classe prese ad abbandonare l’aula per farsi lunghi giri ascoltanto il suo fido walkman; dalla prima passò all’ultima fila, con un banco che si riempiva di citazioni di libri e canzoni; si rifugiò in storielle da neppure un mese con ragazze trattate sempre più di merda – una volta una di loro, al parco, cadde in motorino facendo una di quelle cazzate che si fanno a quell’età, e lui non si alzò neppure dalla panchina per andare ad aiutarla ad alzarsi -.
Charlie è stato fortunato, a trovare Sam e Patrick, e coraggioso a mettere in gioco la sua sensibilità anche quando il rischio era decisamente alto, anche quando si trattava di spargere sale su vecchie ferite ancora aperte – l’amico morto suicida, la figura della zia -.
Charlie è stato infinito, come quella corsa lungo il tunnel insieme a quelli che, per citare un altro grande film di formazione, sarebbero stati “i suoi migliori amici di sempre”.
Ford, invece, ha fatto quello che ha saputo fare meglio per quasi tutta la sua vita: è sopravvissuto guadagnandosi con il sudore ogni centimetro di quello che ha conquistato, piangendo lacrime amare e finendo a gonfiarsi le mani per i pugni sferrati sfogando la rabbia che non riusciva ad uscire in altro modo che non fosse quello, o scrivere.
Ed è stato profondamente stupido.
Perché nessuno – esclusi un paio di altri squilibrati come lui, e comunque con diffidenza ed il contagocce – lo ha più cercato, dopo la fine di quell’epoca e gli esami di maturità, nell’estate del novantotto. Nessuno ha più voluto avere a che fare con quello stronzo dell’ultima fila che si credeva migliore degli altri e ringhiava se soltanto ci si avvicinava a lui. E hanno fatto bene.
Eppure, ora quella sensazione mi manca. Perché ho l’impressione di avere perso qualcosa lungo la strada, anche se qualche tempo dopo, tra una sbronza e l’altra, il servizio civile e Barcellona, anche io ho potuto conoscere la sensazione di “essere infinito”.
Il mio tunnel.
E anche la persona che mi avrebbe salvato. E che continua a farlo ora.
Nonostante tutto. Nonostante me.
E ora voi direte: ma che c’entra tutto questo con la recensione del film?
Nulla.
Ma quando una pellicola parla al cuore e ci entra dentro, non c’è modo migliore di scriverne se non quello di lasciare uscire quello che non può – e non deve – stare dentro.
Ecco: The perks of being a wallflower è stato come scoperchiare un Vaso di Pandora che tenevo chiuso da un sacco di tempo.
O che forse, non avevo mai davvero aperto.
In questo senso, e senza dubbio, questo film è infinito.
Oltre ad essere già uno dei titoli dell’anno.
Vent’anni fa, a pensarci bene.
Pazzesco, in una certa misura.
Comunque, ai tempi il sottoscritto era molto simile all’introverso Charlie, protagonista di questo gioiellino che si inserisce al volo nelle sorprese più gradite di questo inizio duemilatredici, The perks of being a wallflower, tradotto con un non agghiacciante ma comunque meno indicato Noi siamo infinito qui nella Terra dei cachi: come Charlie, anche il piccoletto e magrolino Ford di allora cominciava a sognare di fare lo scrittore e sopravviveva in quella che era la sezione peggiore dell’istituto contando i giorni che l’avrebbero separato dalla fine di un’avventura che, dopo la sbronza di successi delle scuole medie – passate nella sezione migliore, tra recite in teatro ed una fama da protagonista -, si presentava come un brusco risveglio nella realtà al termine di un bel sogno.
Come Charlie, Ford faticava ad alzare la mano per dare la risposta – anche quando era quella giusta -, si rifugiava in un mondo di fumetti e letteratura, si faceva fregare dalle compagne più inserite e fighe che in cambio di un finto interesse finivano per recuperare appunti o resoconti di libri che non avevano letto, teneva la rabbia dentro, come un blackout pronto a manifestarsi all’improvviso.
Charlie, però, ha avuto due cose che dalle parti dell’allora non ancora Saloon non si sono mai viste neppure da lontano: un professore che lo comprendesse e gli insegnasse qualcosa – il Mr. Anderson interpretato da Paul Rudd, uno dei favoriti di casa Ford – ed un gruppo di amici per il quale io metterei la firma anche oggi, dallo stratosferico Patrick – un grandissimo Ezra Miller – a sua sorella Sam – una Emma Watson in grande spolvero -, tutti intenti a succhiare il midollo della vita – anche in senso letterale, in più di un’occasione – tra il Rocky Horror Picture Show e quella Heroes che rimanda alle corse nella metropolitana di Berlino che furono il canto di libertà di Christiane F. e della sua generazione prima che l’eroina giungesse a portarsi via tutto quello che poteva, e che per la prima volta – nonostante la sua fama – torna a farsi sentire sulla pelle come fosse un pezzo sconosciuto – come per i nostri tre protagonisti lanciati a perdifiato alla guida di un pick up che pare poter diventare una nave stellare pronta a portarli più lontani possibile da una realtà e da un periodo della vita tra i più tosti che si possano affrontare -.
Ma torniamo a Ford: lui non ebbe un’insegnante di letteratura pronta a spronarlo – ma una gentile educatrice che, cercando di spacciarsi da novella Keating, fece comporre e leggere ad alta voce in classe una serie di poesie e di fronte alle difficoltà del non ancora cowboy lo esortò con grande professionalità e psicologia d’alta scuola a “non fare come Fantozzi” – o la fortuna di incontrare ragazzi dell’ultimo anno così diversi ed aperti da starlo ad ascoltare, ed aiutarlo a muovere i primi passi verso il tumulto che sarebbero stati gli anni successivi.
Lui soffrì e tenne i pugni chiusi per due anni interminabili, e quando finalmente la sezione infame venne smembrata e finì in una classe decente gli parve quasi un miracolo: ma nel frattempo, insieme alla statura e ai capelli, era cresciuta la passione per la scrittura, che aveva contribuito alla sua sopravvivenza ma aveva innescato qualcosa che neppure lui poteva più controllare.
L’adolescente Ford era diventato un vero stronzo.
Così, quando durante il terzo anno conobbe quella che poteva essere la sua Sam, fece un passo indietro proprio quando poteva nascere una storia – Charlie, nella sequenza successiva alla rissa nella mensa scolastica, una delle più riuscite della pellicola, trova la forza di fermarsi ed abbracciare la ragazza di cui è innamorato; il Ford di allora avrebbe tirato dritto, preferendo macerare da solo – che senza dubbio sarebbe stata importante; cominciò a votare contro alle Occupazioni, per poi stare una settimana a casa a leggere e scrivere sbattendosene di tutto e di tutti; dal primo giorno della terza agli esami di maturità diede inizio ad una vera e propria guerra contro un’altra insegnante dalla grande professionalità, questa volta rispondendo sempre più a tono; ad ogni assemblea di classe prese ad abbandonare l’aula per farsi lunghi giri ascoltanto il suo fido walkman; dalla prima passò all’ultima fila, con un banco che si riempiva di citazioni di libri e canzoni; si rifugiò in storielle da neppure un mese con ragazze trattate sempre più di merda – una volta una di loro, al parco, cadde in motorino facendo una di quelle cazzate che si fanno a quell’età, e lui non si alzò neppure dalla panchina per andare ad aiutarla ad alzarsi -.
Charlie è stato fortunato, a trovare Sam e Patrick, e coraggioso a mettere in gioco la sua sensibilità anche quando il rischio era decisamente alto, anche quando si trattava di spargere sale su vecchie ferite ancora aperte – l’amico morto suicida, la figura della zia -.
Charlie è stato infinito, come quella corsa lungo il tunnel insieme a quelli che, per citare un altro grande film di formazione, sarebbero stati “i suoi migliori amici di sempre”.
Ford, invece, ha fatto quello che ha saputo fare meglio per quasi tutta la sua vita: è sopravvissuto guadagnandosi con il sudore ogni centimetro di quello che ha conquistato, piangendo lacrime amare e finendo a gonfiarsi le mani per i pugni sferrati sfogando la rabbia che non riusciva ad uscire in altro modo che non fosse quello, o scrivere.
Ed è stato profondamente stupido.
Perché nessuno – esclusi un paio di altri squilibrati come lui, e comunque con diffidenza ed il contagocce – lo ha più cercato, dopo la fine di quell’epoca e gli esami di maturità, nell’estate del novantotto. Nessuno ha più voluto avere a che fare con quello stronzo dell’ultima fila che si credeva migliore degli altri e ringhiava se soltanto ci si avvicinava a lui. E hanno fatto bene.
Eppure, ora quella sensazione mi manca. Perché ho l’impressione di avere perso qualcosa lungo la strada, anche se qualche tempo dopo, tra una sbronza e l’altra, il servizio civile e Barcellona, anche io ho potuto conoscere la sensazione di “essere infinito”.
Il mio tunnel.
E anche la persona che mi avrebbe salvato. E che continua a farlo ora.
Nonostante tutto. Nonostante me.
E ora voi direte: ma che c’entra tutto questo con la recensione del film?
Nulla.
Ma quando una pellicola parla al cuore e ci entra dentro, non c’è modo migliore di scriverne se non quello di lasciare uscire quello che non può – e non deve – stare dentro.
Ecco: The perks of being a wallflower è stato come scoperchiare un Vaso di Pandora che tenevo chiuso da un sacco di tempo.
O che forse, non avevo mai davvero aperto.
In questo senso, e senza dubbio, questo film è infinito.
Oltre ad essere già uno dei titoli dell’anno.
MrFord
"Though nothing, will keep us together
we could steal time, just for one day
we can be heroes, for ever and ever
what d'you say?"
we could steal time, just for one day
we can be heroes, for ever and ever
what d'you say?"
David Bowie - "Heroes" -
Ah ma vi ha proprio preso la fissa a tutti di questa pellicola.Che 3 sfere del Drago!
RispondiEliminaE tu per giunta sembri quello che ci e' rimasto sotto di ppiu'! 8O
Ya basta! Basta film e libri amarcordiani destinati a scavare con un cucchiaio di stagno trascorsi sfocati e deformi di periodi ormonalmente traumatici. Basta! Che bisogno c'e' di riaffermare a posteriori furbescamente tematiche di passaggio trite e ritrite, abusate ed inutili? Pornografia inane di passaggi esistenziali effimeri e coercitivi.
Ma che senso ha?
Ha il senso della formazione, carissimo.
EliminaIo non rinnego niente di quello che mi ha portato fino a qui.
E per questo commento da radical chic della vita ti prendi un sacco di bottigliate! ;)
Macche' radical chic!Focaccia calda e lardo di cinghiale, sono!
EliminaEra appunto del romanzo o film "di formazione" che stavo parlando.Di cui davvero non si sente il minimo bisogno,causa saturazione del genere.Non si puo' certo parlare di necessita' di riaggiornamento dei canoni di genere o delle ambientazioni perche' si tratta per lo piu' di tematiche universali e atemporali.Per di piu' gli amerikanchi fanno sempre lo stesso tipo di pellicola gonfio di buonismo e goodfellas,mentre nelle loro sQuole si scopa a 10 anni e ci si pistoletta a 14,in mezzo ad un ignoranza nozionistica e sentimentale imbarazzante.Davvero: niente schiccherie di radica esistenziale, solo una sana e robusta occhiata al passato senza la minima remora o romanticheria, che c'e' da pensare (seriamente) al presente per avere un futuro.Personaggi stravisti, dinamiche in diretta Skype, sviluppo da sbadigli...Avesse almeno il tocco dell'originalita' o del prodotto realistico di una nuova ondata di ex teen,ora ventenni...invece niente.Un frullatone e' e rimane.E tutti dietro entusiasti come se gli mancasse avere quei 15 anni che in realta' non hanno mai avuto in quel modo..
AWGH! Ho parlato! ;@
GIOCHER da questo momento sei il mio idolo.
EliminaGiocher, perchè non si dovrebbe sentire il bisogno di film - o romanzi - di formazione, specie se ben fatti ed emozionanti come questo?
EliminaIn realtà non mi manca avere quindici anni, ma mi piace guardare con un pò di nostalgia il passato: l'esperienza di quello che è stato allora mi ha reso quello che sono oggi. Un pò come dice Tondelli: l'esperienzaè la scuola migliore. :)
Signora Irriverente, lei e' troppo buona.Son solo un cinico riflessore del proprio Io che detesta vedere su schermo idealizzazioni travestite di significati esistenziali col puro scopo di andare a smuovere qualcosa nello spettatore.
EliminaFord,hai scritto una bellissima rece,nessun lo nega.Per questo forse ho reagito cosi'...(Il gin non c'entra nulla!)Trovo che si dovrebbe sempre e comunque essere in contatto con tutto se' stessi.Quadridimensionalmente.Non si dovrebbe aspettare l'ennesima declinazione di genere per tracciare il percorso delle rimembranze che porta all'oggi, capisci?E poi anche tu hai citato opere letterarie "di formazione" di ben altro spessore,capendo che la pellicola cercava a suo modo di rinverdirne in salsa edulcorata da XXI sec le stesse tematiche ma con molto meno coraggio...
Giocher carissimo, io di solito non aspetto, ma semplicemente mi godo il messaggio di ogni film che guardo, se riesce a coinvolgermi.
EliminaE questo ci è riuscito alla grande.
Oltretutto, vuoi saperne una bella? L'ho trovato, cinematograficamente parlando, di molto superiore a Christiane F, suo modello abbastanza dichiarato.
Detto questo, in realtà qualsiasi modello in qualsiasi campo artistico recupera qualcosa di già esistente ed esistito.
Guarda Tarantino, che ha fatto del "copiare" un'arte impareggiabile! ;)
Non parlavo di scopiazzature ma di filone trito ed esausto.
EliminaE non ci vuole sto' gran film per fare meglio del FILM sugli Zoo'sjunghen.. ;)
Ma sono io che son vecchio dentro e proiettato alla decrepitezza,mi sa...
Forse sono punti di vista, Giocher.
EliminaIl filone sarà anche trito, ma questo film è una bomba.
E attenzione ad essere troppo vecchi dentro, si finisce per perdersi qualche bevuta in più! ;)
ma vogliamo parlare di che razza d'attorone sta diventando quel satanasso di Ezra Miller?!
RispondiEliminamassimiliano
Molto, molto bravo. Hai ragione da vendere.
EliminaSarà la vicinanza d'età o di esperienze ma ho letto con particolare piacere questa recensione.
RispondiEliminaE' raro trovare qualcuno disposto a parlare di sé con sincerità.
Maste, quando un film mi coinvolge molto, o mi emoziona, cerco sempre di aprirmi il più possibile quando ne scrivo: mi sembra un modo per farlo passare attraverso me. ;)
EliminaDopo averlo visto scrissi che questo film mi aveva in qualche modo devastato, ma vedo che anche con te non ha scherzato. E ti ha fatto produrre una di quelle recensioni che io apprezzo moltissimo. Ma credo che, in questo caso, buona parte del merito vada attribuita a Julez! :)
RispondiEliminaJulez ha un sacco di meriti, in effetti.
EliminaComunque questo film è stato un'emozione vera. Ha devastato anche me, ma in maniera positiva.
ah, ma la devastazione è stata positiva anche per me, non credere. Il fatto che mentre lo guardavo abbia pianto come la fontana delle 99 cannelle è un semplice danno collaterale! :)
EliminaBen vengano, dunque, queste devastazioni positive! :)
Eliminaben detto, questo è film è INFINITO! bomba totale. Ford insieme al cucciolo cannibale dobbiamo rifare la sequenza del tunnel together! :D
RispondiEliminaLorant, ci sto! Andiamo dritti nel tunnel tutti e tre! ;)
Eliminagià m'immagino una sequenza iper-cult a suon di Bawitdaba! ;D
EliminaSarebbe una ficata pazzesca, Lorant! Dobbiamo organizzare!
EliminaIl problema sarà tirare fuori il Coniglione dalla tana! :)
mi dispiace non aver conosciuto quel ford. quello stronzo, non il guru new-age buonista di oggi ahahaha
RispondiEliminacon quello mi sa che sarei andato perfettamente 'accordo.
e mi sa che che, ora che il vaso di fordora è stato scoperchiato, è tornato un po' quel vecchio spirito, per questo ci siamo trovati più d'accordo del solito...
più che un film infinito, un film che è riuscito in una mission impossible: svecchiarti un po' ahahah :D
Chissà, magari una quindicina di anni fa saremmo andati d'accordo, invece di essere rivali: ma vuoi mettere che divertimento ci saremmo persi!? ;)
EliminaComunque, grande, grande film.
Questione di etá. E di punti di vista.
RispondiEliminaNel 93 tu iniziavi il Liceo io, con calma, mi laureavo....
Capisci perchè io non avevo preso in considerazione questa, nelle nuoveuscite.
Ad oggi, Noi siamo infinito, potrebbe solo farmi pensare che fra poco dovró confrontarmi con una pre adolescente....e non voglio pensare al sequel .
Sorella, non saprei: secondo me quando un film è ben fatto, se ne frega dell'età.
EliminaE questo è un film fatto benissimo. :)
Non direi che se ne frega dell'eta'.Sembra anzi piuttosto mirato.Sia nell'ambientazione che negli argomenti.
EliminaSolo che io, pur tuo cetaneo, ho un approccio e delle prospettive piu' vicine alla Sora Escapade. ;)
E' mirato nel racconto, ma non nel target di pubblico. Secondo me per un adolescente rischia di essere perfino troppo, figurati.
EliminaE comunque, voi due, state facendo i radical chic del vissuto! ;)
@FratelloFord. Fortunato che ho buttato il.vetro stamane, altrimenti una bottigliata sul muso per quel Radical.Chic non te la toglieva nessuno...
EliminaSorella, io non mi tiro mai indietro alle bottigliate. Date o ricevute. Ed età o non età! ;)
EliminaSai che scherzo .....è che mi scatta una forma irreversibile di orticaria alle parole radical.chic. Pensa poi se riferite a me !!!
EliminaTornando al film, c'è un mix di esperienze personali e carattere nel non desiderio di questa visione ( bada bene, che io non ho cassato ho solo passato la mano).
GIOCHER ha fatto comunque una disanima precisa, al punto tale che credo post visione, condividerei.
Sorella, tranquilla. Sai che anche io sto sempre allo scherzo. ;)
EliminaPer il resto, secondo me una visione la vale comunque.
ti ci vedo adolescente stronzo.
RispondiEliminaTi assicuro che è meglio vedermici adesso, che avermi incontrato allora. ;)
Eliminaio invece assolutamente simile a Patrick, con la spiccata sensibilità letteraria di Charley ed il fascino infinito (ed ASSSSOLUTISSIMAMENTE incompreso) di Sam
EliminaQuindi deduco che il film ti è piaciuto! Molto, molto bene.
EliminaIntendevo che e' mirato,in ambientazioni e tematiche,proprio a colpire chi oggi ha tra i 30 ed i 40 anni.Certo non un ventenne.
RispondiEliminaForse perchè il regista - che ha tratto il film dal suo libro autobiografico - è della nostra generazione! :)
EliminaC'è qualcosa che contraddistingue una recensione da una "grande" recensione. Ed è facilmente rintracciabile in queste tue righe caro Ford. Non ho ancora visto il film, per il momento mi godo le emozioni che hai saputo dare tu. Grande!!! ;)
RispondiEliminaValentina, muchas gracias!
EliminaRecupera presto il film, è una chicca!
bellissimo pezzo , amico mio! Solo la tua recensione meriterebbe il massimo dei bicchieri! A me il film è piaciuto e di solito non sono tenero con questi romanzi di (de)formazione...questo mi è sembrato più sincero di molti altri...
RispondiEliminaGrazie davvero, amigo!
EliminaConcordo con te: un film sincero e sentito nel profondo, forse per questo mi è piaciuto così tanto.
a pelle gli davo tipo zero possibilità. ora però mi hai convinto e lo vedrò ;)
RispondiEliminaBravo Frank! Sono curioso di sapere che ne penserai!
EliminaWow, ma stiamo diventanto proprio bravi! -scherzo, lo sei sempre stato- bellissimo post.
RispondiEliminaAnche questo è lì ancora da vedere, ma sembra meritare assolutamente.
Hai visto The master?
Grazie Fratello!
EliminaTu come stai? Come procedono le cose?
The master l'ho visto proprio oggi. Pubblicherò prossimamente.
Questo, invece, recuperalo al più presto!
Si trova gia' The Master????Il MIO film piu' atteso dell'anno???? DOVE?Spediscimi il link!!!
EliminaUno dei miei registi preferiti con uno dei miei attoroni di punta in un film sul maestro di Bruce.CIOE'NONSOSSE....
Giocher, l'ho recuperato sul Mulo.
EliminaCerca quello di bma. ;)
Comunque, ottimo prodotto, ma un pò troppo freddo per i miei gusti! :)
ehy questa recensione mi ha convinta a vederlo, avevo storto un po' il naso per via di Emma Watson, la Hermione Granger di Harry Potter, ma visto che ne hai parlato così bene credo che ne vale la pena darci un occhiata, vediamo :)
RispondiEliminaArwen, vedrai che ne varrà la pena.
EliminaFilm bellissimo.
Per me certi film sono a-generazionali.
RispondiEliminaE a volte bisognerebbe solo guardare e lasciarsi trasportare.
Parole sante, cazzo.
EliminaVia, infiniti come me, Lorant e il Cucciolo! ;)
anche a me ha fatto pensare tutto il tempo alla me adolescente e mi ha commosso come non mi capitava da tempo! Film infinitamente bello...
RispondiEliminaMargherita, sottoscrivo in pieno. Una sorpresa ottima.
EliminaBellissimo.
Non ho visto il film, ma questa "recensione" mi ha colpito al cuore :)
RispondiEliminaSono contento che abbia avuto effetto!
EliminaComunque guarda il film, merita di brutto!
Io invece ero adolescente soggetto, ricoperto di carte di Magic The Gathering e schede personaggio di D&D (con il mano il sempre presente dado da 20). Poi la svolta in prima liceo (terza superiore), e lì son diventato stronzo. E in segreto continuavo a giocare a D&D
RispondiEliminaPesa, quanti ricordi! Io Magic e D&D li associo al periodo tra la fine delle elementari e le medie! Mitici!
EliminaHo letteralmente letto (ammazza che ampio vocabolario!) tutto d'un fiato! Ammetto che vedere questo film mi ha emozionato ma non quanto ha emozionato te, tuttavia questa recensione mi ha fatto emozionare!
RispondiEliminaIo, invece, ne sono stato travolto.
EliminaUn film che è un viaggio nel tempo e nelle emozioni.
Bingo Mr. Ford
RispondiEliminaBingo questo film!
Elimina