Regia: Drew Goddard
Origine: Usa
Anno: 2011
Durata: 95'
Durata: 95'
La trama (con parole mie): cinque amici - coppia, coppia pronta a diventarlo e compare matto al seguito - partono per un weekend rilassante da passare nella casa del cugino di uno dei ragazzi, ovviamente sperduta nei boschi ed ovviamente in stato così trascurato da far apparire La casa di Raimi una sorta di resort di lusso.
Neanche il tempo di sistemarsi e cominciare una sessione che promette scintille di obbligo o verità ed una misteriosa botola attrae l'attenzione del gruppo.
Dal momento in cui decideranno di scendere per scoprire cosa possa celare, le loro vite saranno destinate a cambiare.
Pare proprio la trama del più classico degli slasher horror in salsa teen, ed in effetti, è proprio così.
Ma dietro la casa nei boschi c'è molto, molto, molto di più.
Finalmente.
Posso dirlo con soddisfazione ed una punta di goduria.
Finalmente un film horror che non confonde l'omaggio con il citazionismo spocchioso e sfrenato.
Recentemente, una delusione cocente in quest'ambito fu il tanto celebrato Innkeepers, incensato praticamente ovunque e bottigliato senza ritegno qui in casa Ford, schiacciato dall'aspettativa che lo stesso aveva generato prima della visione a seguito delle recensioni entusiastiche lette praticamente in ogni dove nella blogosfera.
Quella casa nel bosco, al contrario della pellicola firmata Ti West, recupera un approccio che potrebbe essere ricondotto a Wes Craven e Joe Dante - da sempre esploratori della parte più ironica del genere -, e grazie ad una sceneggiatura decisamente ispirata firmata dal regista Drew Goddard e da uno scatenato Joss Whedon - in spolvero anche grazie al suo recente e fantasmagorico The Avengers - fissa uno standard che nel genere non si lasciava apprezzare da fin troppo tempo, intrattenendo e divertendo con efficacia dal primo all'ultimo minuto.
Mantenendo due linee di narrazione ben distinte - una che strizza l'occhio alla sci-fi in pieno Orwell style neanche fossimo ancora nei gloriosi seventies e l'altra che pesca a piene mani dall'immaginario dello slasher movie in salsa teen che fece furore negli anni ottanta a partire da cult come Non aprite quella porta e Halloween, che furono il traino per i vari Nightmare e Venerdì 13 - nel corso della prima parte, il lavoro di Goddard pare avere inizio quasi fosse una sorta di operazione vintage di recupero di un'iconografia classica di questi generi, un divertissement fatto e finito per lo sfizio anche tendenzialmente vuoto di autori e pubblico.
Eppure nulla è come potrebbe sembrare, all'interno di quella casa apparentemente specchio di uno standard che tutti noi residuati del decennio di Notte horror conosciamo a menadito.
E Joss Whedon e Drew Goddard lo sanno bene, tanto da giocare con quello stesso humus mettendoci a fondo le mani, rovistandolo, scoperchiandolo da cima a fondo fino a renderlo l'ossatura di un gioco che si mangia anche prima di colazione i recenti e sciapissimi Hunger Games fenomeno del momento: i nostri protagonisti, figli dei ricordi di più di una generazione e stereotipi viventi, non sono altro che vittime sacrificali venute buone per placare la potenziale furia di qualcosa di ben più grande e potente, pronta a ricordare al mondo come lo conosciamo - e come lo conoscono gli uomini dall'altra parte dello schermo - che senza quei sacrifici non resterebbe nulla, ma proprio nulla, da salvare.
E in questo senso lo spessore della pellicola aumenta nello strepitoso crescendo della seconda parte, che scardina le regole e gli omaggi all'horror per ritrovare atmosfere che mi hanno ricordato The Cube e dare inizio a quella che potrebbe essere vista come una rivoluzione di mostri ingabbiati come animali in uno zoo, o una popolazione per troppo tempo controllata da incontrollabili controllori.
In un tripudio di effetti - riuscitissimi, tra l'altro -, il viaggio di Dana e Marty da una parte all'altra del mondo - stupefacente se si pensa ad una sequenza simile vista nell'appena citato Hunger Games - che si trasforma in una battaglia all'ultimo sangue tra creature che paiono uscite dall'immaginario collettivo di tutti i bambini cresciuti a pane e horror ed i registi di quella che è da troppo tempo la realtà per loro già scritta ed ineluttabile assume la dimensione quasi magica di un tributo ad un genere da sempre considerato di serie b - se non peggio - eppure in grado di emozionare e segnare l'esistenza di un numero incalcolabile di spettatori andando a toccare corde legate a paure ed istinti profondamente potenti ed ancestrali.
Come gli dei cui occorre guardare con timore.
Talmente tanto da immolare in loro nome giovani vittime all'oscuro del loro destino.
Anno, dopo anno, dopo anno.
Fino a quando verrà il momento della rivoluzione.
E allora sarà quella stessa mano immensa e terribile a scrivere la parola fine ad una tirannia silenziosa.
Che sia quella della premiata ditta Goddard&Whedon?
Posso dirlo con soddisfazione ed una punta di goduria.
Finalmente un film horror che non confonde l'omaggio con il citazionismo spocchioso e sfrenato.
Recentemente, una delusione cocente in quest'ambito fu il tanto celebrato Innkeepers, incensato praticamente ovunque e bottigliato senza ritegno qui in casa Ford, schiacciato dall'aspettativa che lo stesso aveva generato prima della visione a seguito delle recensioni entusiastiche lette praticamente in ogni dove nella blogosfera.
Quella casa nel bosco, al contrario della pellicola firmata Ti West, recupera un approccio che potrebbe essere ricondotto a Wes Craven e Joe Dante - da sempre esploratori della parte più ironica del genere -, e grazie ad una sceneggiatura decisamente ispirata firmata dal regista Drew Goddard e da uno scatenato Joss Whedon - in spolvero anche grazie al suo recente e fantasmagorico The Avengers - fissa uno standard che nel genere non si lasciava apprezzare da fin troppo tempo, intrattenendo e divertendo con efficacia dal primo all'ultimo minuto.
Mantenendo due linee di narrazione ben distinte - una che strizza l'occhio alla sci-fi in pieno Orwell style neanche fossimo ancora nei gloriosi seventies e l'altra che pesca a piene mani dall'immaginario dello slasher movie in salsa teen che fece furore negli anni ottanta a partire da cult come Non aprite quella porta e Halloween, che furono il traino per i vari Nightmare e Venerdì 13 - nel corso della prima parte, il lavoro di Goddard pare avere inizio quasi fosse una sorta di operazione vintage di recupero di un'iconografia classica di questi generi, un divertissement fatto e finito per lo sfizio anche tendenzialmente vuoto di autori e pubblico.
Eppure nulla è come potrebbe sembrare, all'interno di quella casa apparentemente specchio di uno standard che tutti noi residuati del decennio di Notte horror conosciamo a menadito.
E Joss Whedon e Drew Goddard lo sanno bene, tanto da giocare con quello stesso humus mettendoci a fondo le mani, rovistandolo, scoperchiandolo da cima a fondo fino a renderlo l'ossatura di un gioco che si mangia anche prima di colazione i recenti e sciapissimi Hunger Games fenomeno del momento: i nostri protagonisti, figli dei ricordi di più di una generazione e stereotipi viventi, non sono altro che vittime sacrificali venute buone per placare la potenziale furia di qualcosa di ben più grande e potente, pronta a ricordare al mondo come lo conosciamo - e come lo conoscono gli uomini dall'altra parte dello schermo - che senza quei sacrifici non resterebbe nulla, ma proprio nulla, da salvare.
E in questo senso lo spessore della pellicola aumenta nello strepitoso crescendo della seconda parte, che scardina le regole e gli omaggi all'horror per ritrovare atmosfere che mi hanno ricordato The Cube e dare inizio a quella che potrebbe essere vista come una rivoluzione di mostri ingabbiati come animali in uno zoo, o una popolazione per troppo tempo controllata da incontrollabili controllori.
In un tripudio di effetti - riuscitissimi, tra l'altro -, il viaggio di Dana e Marty da una parte all'altra del mondo - stupefacente se si pensa ad una sequenza simile vista nell'appena citato Hunger Games - che si trasforma in una battaglia all'ultimo sangue tra creature che paiono uscite dall'immaginario collettivo di tutti i bambini cresciuti a pane e horror ed i registi di quella che è da troppo tempo la realtà per loro già scritta ed ineluttabile assume la dimensione quasi magica di un tributo ad un genere da sempre considerato di serie b - se non peggio - eppure in grado di emozionare e segnare l'esistenza di un numero incalcolabile di spettatori andando a toccare corde legate a paure ed istinti profondamente potenti ed ancestrali.
Come gli dei cui occorre guardare con timore.
Talmente tanto da immolare in loro nome giovani vittime all'oscuro del loro destino.
Anno, dopo anno, dopo anno.
Fino a quando verrà il momento della rivoluzione.
E allora sarà quella stessa mano immensa e terribile a scrivere la parola fine ad una tirannia silenziosa.
Che sia quella della premiata ditta Goddard&Whedon?
MrFord
"Children of tomorrow live in the tears that fall today
will the sunrise of tomorrow bring in peace in any way
must the world live in the shadow of atomic fear
can they win the fight for peace or will they disappear?"
will the sunrise of tomorrow bring in peace in any way
must the world live in the shadow of atomic fear
can they win the fight for peace or will they disappear?"
Black Sabbath - "Children of the grave" -
Nella rassegna delle uscite della settimana avevo pensato che avrei proprio voluto vederlo. Ora, dopo una recensione approfondita, ho qualche dubbio. In fondo non ho mai troppo amato l'horror. Vedro'.
RispondiEliminaIrriverent, horror o no è una delle cose più interessanti ed ironiche che il genere abbia prodotto negli ultimi anni.
EliminaSolo per questo vale la visione, direi! :)
Forse l'ironia e' la chiave che mi potrebbe smuovere
EliminaForza, allora, Sorella! Buttati e non farti troppe domande fino alla fine! :)
Eliminala tua recensione mi ha convinta decisamente a guardare il film :)
RispondiEliminaMolto bene! Recuperalo allora!
Eliminaieri era meglio che andavamo a vedere questo e non Dark Shadows...a breve rimedieremo...
RispondiEliminaBradipo, posso capire: Dark Shadows lo posterò domani, e non c'è proprio paragone con questo!
Eliminajoss whedon ti ricordo che ha fatto una cosa enorme come buffy, che tu probabilmente ti sei perso bollandola come serie "teen", quindi scatenato lo è sempre stato!
RispondiEliminale tue parole su due filmoni come innkeepers e hunger games comunque sono da telefonata per un ricovero immediato in una casa di cura uahahah
Innkeepers e Hunger Games due filmoni la dicono lunga sui tuoi gusti cinematografici! Ahahahahahah!
EliminaComunque di Buffy avevo visto un paio di puntate ai tempi, e già mi pareva troppo teen anche quando ero teen! ;)
E Whedon è scatenato in questo periodo perchè negli ultimi tempi non aveva fatto così parlare di sè, e invece ora ha infilato due perle una dietro l'altra!
tranquillo ford, buffy è stata solo la serie più rivoluzionaria dai tempi di twin peaks.
Eliminama a parte questo a causa dei tuoi soliti pregiudizi non ti sei perso niente... uahahah :D
La serie più rivoluzionaria dai tempi di Twin Peaks è solo una, ed è Lost, Katniss Kid. :)
EliminaEd effettivamente la vampira teen te la lascio più che volentieri, mi pare proprio la tua materia! Ahahhaahah!
Mi sembra molto interessante, lo vedrò sicuramente...
RispondiEliminaAffari, recuperalo. Vale davvero la pena.
Eliminafinally!un horror come si deve!!!!!
RispondiEliminaLaura, concordo in pieno. Finalmente qualcosa di interessante sul genere!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaA quanto pare la formula "Pirla dispersi nel bosco + Granita di interiora " funziona sempre!
RispondiEliminaStepharon, c'è molto più di quello: questo film è una sorpresa continua!
EliminaPur dissentendo ferocemente relativamente a "The Innkeepers", l'ho trovato stupendo, per quanto riguarda "Quella casa nel bosco" son d'accordo.
RispondiEliminaNella sua apparente banalità è geniale, in alcuni momenti divertentissimo e con un finale incredibile.
Newmoon, Innkeepers più ci penso e più mi pare inutile. ;)
EliminaFortunatamente su questo invece siamo d'accordo.
Un film sorprendente, e a tratti geniale.
dico solo due parole: ascensore, sangue.
RispondiEliminaquella scena è a dir poco incredibile, vale da sola la visione del film... e anche il buonismo dei giapponesi :)
Vincent, quella scena è da paura.
EliminaUna delle cose migliori che l'horror mi abbia riservato negli ultimi mesi.
Bellissima.
Whedon l'ho sempre adorato, in qualunque tipo di media: ha creato il mio cult adolescenziale Buffy The Vampire Slayer, rinvigorito gli X-Men, mi ha fatto fare pace con i Vendicatori... e anche Goddard ha messo parecchio del suo in molte delle mie serie preferite, non ultime Alias e Lost.
RispondiEliminaMassima fiducia dunque a questo duo di nerd, giovedì mi fiondo al cinema a gustarmi Quella Casa nel bosco!
Babol, vedrai che il duo non ti deluderà!
EliminaUn film sorprendente, che dimostra la bravura degli autori!
non l'ho letta perché non voglio sapere niente di niente, ma ho sbriciato i 3 bicchieri.
RispondiEliminastasera comunque vado a vederlo e torno a leggere ;)
Frank, aspetto di sapere cosa ne penserai tu.
EliminaBuona visione!
CAPOLAVORO!!!
EliminaGrande Frank!
EliminaSapevo che ti sarebbe piaciuto!
Bello, ma sono rimasto un po' con l'amaro in bocca forse per via delle mostruose aspettative che mi ero fatto in merito.
RispondiEliminaNiente da dire, film geniale ma che forse dovrei vedere una seconda volta per apprezzarlo in pieno.
Non so, la seconda parte -che poi sono gli ultimi 20/25 minuti- mi è sembrata un po' troppo "veloce" e non tanto esaustiva.
Cmq resta un film da vedere.
Cazzo la scena con il tritone spacca veramente!
Fratello, invece pensa che per me tutta la "seconda parte" è perfetta così com'è.
EliminaDi sicuro è un film da rivedere.
E non vedo già l'ora che esca in dvd.
Le scene con i mostri - dal primo all'ultimo - sono una meraviglia.
Anch'io mi sono divertita un sacco. La carrellata di mostri è proprio fantastica, la parte migliore del film!
RispondiEliminaBarbarella, concordo in pieno.
EliminaLa sequenza dell'ascensore è da paura!
speriamo che sia bello, è un bel po che non vedo un buon horror.
RispondiEliminadai tempi di REC.
Suara, a me è piaciuto da matti.
EliminaAnche se non è che sia proprio un horror a tutti gli effetti.
Ma è difficile descriverlo senza bruciare la sorpresa.
Bell'analisi Ford! Mi è servita molto, soprattutto a me che non sono un'accanita seguace del genere horror. E proprio per questo il film è come se mi sia rimasto un po' in sospeso. Mi è piaciuto moltissimo e l'ho apprezzato nella sua critica alla società e al genere stesso, ma credo di doverlo rivedere. Con la tua analisi mi immetti meglio nella seconda visione. Thanks!
RispondiEliminaRossana, muchas gracias!
EliminaTi dirò, da appassionato di horror secondo me è un film che necessita e merita ben più di una visione, considerati i numerosi trucchi messi in atto dagli autori.
Fammi sapere quando l'avrai rivisto! :)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaFilmone, uno dei migliori visti quest'anno.
RispondiEliminaLa cosa che mi è piaciuta di più è che prende allegramente per il culo gli sceneggiatori e l'industria cinematografica, come se dicesse: "Ehi, ma che ci vuole così tanto a trovare soluzioni un po' più interessanti?!".
Visto già due volte! :)
Val, bellissimo davvero.
EliminaIronico, divertente, realizzato benissimo, a tratti geniale.
Una sorpresa tra le più interessanti di questa prima parte dell'anno.