La trama (con parole mie): I detective Somerset - ad una settimana dalla pensione - e Mills - giovane rampante ansioso di fare carriera nella grande città -, partners forzati, si ritrovano a fronteggiare una serie di efferati, terrificanti omicidi ispirati ai sette peccati capitali.
Il crescendo della vicenda e la caccia all'autore della serie di delitti cambierà per sempre le loro vite e la percezione che hanno del mondo.
E' davvero roba tosta, fronteggiare un film come questo.
La prima volta che lo vidi non avevo neppure vent'anni, ero nel pieno della stronzaggine da radical chic finto creativo alle prese con un mondo di idioti e, in qualche modo, mi ritrovavo affascinato dalla figura agghiacciante del serial killer predicatore e visionario cui i due protagonisti danno la caccia.
Oggi, con qualche anno in più e parecchia spocchia in meno sulle spalle, mi pare quasi di sentire tutto il peso di ogni singola goccia di pioggia che il mondo riversa su tutta la torbida vicenda narrata da David Fincher, qui ad una delle sue prove migliori.
La controllata razionalità di Somerset e l'impulsività sfrenata di Mills, il loro lavoro e le loro vite, i pregi e i difetti esercitano ora un fascino molto maggiore di quello che il rincoglionito e stronzo Ford adolescente subiva da John Doe ai tempi, così come il rapporto che cresce e si consolida tra i due: un metronomo che non riesce più a scandire i tempi di una vita per troppo tempo consumata in solitudine pare quasi suggerire alle passioni di tenersi stretto quello che hanno conquistato, facendo attenzione a non andare un passo troppo oltre, a guardare l'abisso quel tanto che basta perchè lo stesso ricambi l'occhiata.
L'escalation degli omicidi, la loro pianificazione, il piano cambiato e l'ammirazione espressa per i poliziotti ed il loro lavoro delineano un profilo scritto chirurgicamente da Andrew Kevin Walker, che consegna a Fincher una sceneggiatura ad orologeria cucita addosso ai tre protagonisti, resa ancor più potente da una messa in scena e una colonna sonora da brividi ed esplosa in almeno tre scene di culto - il ritrovamento di Victor, l'inseguimento di John Doe nel palazzo dove vive, il confronto finale - in grado di consegnare Se7en alla Storia della settima arte rendendolo una pellicola di riferimento del suo genere quasi al pari dei leggendari Manhunter e Il silenzio degli innocenti - prima o poi verrà anche il loro turno, qui al saloon -.
Ma non esiste un commento tecnico o razionale, per questo film, che valga una lettura anche meno precisa ma più passionale: i tempi del fascino del male sono passati, e per quanto io possa mantenere con buon successo il mio equilibrio nella vita di tutti i giorni e comprendere l'approccio di Somerset, non riesco a non rabbrividire di fronte ai tremori di Mills, e a quella pistola spianata dall'ira.
Esistono la legge e l'ordine come il caos e la distruzione, e da più di un punto di vista la scelta di abbassare l'arma appare la più giusta e logica, la più coerente e civile.
Eppure, di fronte alla rivelazione più sconvolgente che John Doe potesse fare a Mills, a quei singhiozzi strozzati e alla disperazione magnificamente resa da Brad Pitt, viene difficile pensare di resistere alla tentazione di premere il grilletto: più che vendetta, pare di essere di fronte a qualcosa di dovuto al nostro cuore, che allora non capivo, ma ora comprendo bene.
Forse la differenza sta nell'avere qualcuno che ami.
Per questo Somerset riesce, pur se non fino in fondo, a scandire il tempo di quel metronomo, e pensare ad una soluzione che porti ad una vittoria, alla conclusione del loro percorso di detective, e non del sanguinoso piano di John Doe.
Somerset è solo. Da qualche parte, ma non lontano.
Eppure sempre, inesorabilmente solo.
Mills ha qualcuno da amare, proteggere, tenere a distanza da un mondo che piange per lavare via tutti i suoi peccati.
E il sole spunta soltanto alla resa dei conti, quando occorre scegliere se premere o no quel grilletto.
Forse, con il tempo, un pò come l'Hap di Lansdale, sono diventato un pò meno democratico di quanto pensavo di essere, o semplicemente la mia natura più vera e passionale ha preso il sopravvento su quella fastidiosa aura di superiorità che amavo sfoggiare ai tempi in cui mi credevo chissachì e invece ero solo uno stronzetto adolescente che ancora non sapeva che farsene di quello che cominciava a ribollirgli dentro.
Fatto sta che in quel momento, di fronte a quella rabbia, non mi importerebbe proprio un cazzo della vittoria di Doe, o del completamento del suo grande piano.
Fanculo, John Doe.
Non c'è posto qui, per te.
Per te e la tua spocchia.
Se questo significa essere ira, che ira sia.
Il mondo è un bel posto, e vale la pena lottare per esso, recita Somerset in chiusura citando Hemingway, dichiarandosi d'accordo solo con la seconda parte.
Io dico che non ci sono John Doe che tengano, sono in tutto e per tutto con il vecchio Ernest.
Anche se questo significa "vivere delle proprie emozioni" accanto a Mills.
MrFord
"Hai presente Kevin Spacey?
Bene, è lui Kaiser Soze nei Soliti Sospetti!
Serial killer di Seven? Kevin Spacey!
Cattivo di Superman? Kevin Spacey!
Perfetto Criminale? Kevin Spacey!"
Caparezza - "Kevin Spacey" -
L'ho visto millennnni orsono e ricordo solo che mi era piaciuto... Questa sera avevo fatto una riflessione simile a quella di Caparezza a proposito di Kevin aka Lex.
RispondiEliminaBert, di certo è una pellicola che merita un'altra visione.
RispondiEliminaCaparezza e la sua canzone geniali!
l'unico film di cui mi sia pentita di chiedere il finale.
RispondiEliminaAmmazza Ciku, sei mattiniera!
RispondiEliminaComunque comprendo benissimo, io, fortunatamente, lo vidi senza saperne proprio nulla.
Capostipite di un filone da cui hanno preso spunto milioni di altri film e miliardi di serie... capolavoro cult di Fincher, uno dei miei registi preferiti e che di "cult" ne sa qualcosa...
RispondiEliminaGran film, anch'io nn lo vedo da anni ma la prima volta che lo vidi (al cinema) fu un'esperienza! Finale geniale da brividi. ciao, c
RispondiEliminaEddy, sicuramente è diventato da subito - giustamente - uno dei riferimenti del suo genere, e ancora oggi è una delle cose migliori prodotte da Fincher.
RispondiEliminaCineddoche, io gli concederei un'altra visione, anche perchè, dopo tanto tempo, assume nuove connotazioni e acquista valore.
praticamente questa è una confessione. del fatto che nel corso degli anni ti sei rammollito :D
RispondiEliminaun ottimo film, ma comunque di fincher preferisco molto nettamente fight club e the social network
Cannibale, se ti pesco e ti prendo a bottigliate vedi chi si è rammollito negli anni! ;)
RispondiEliminaAd ogni modo, sei davvero un pazzo squilibrato a preferire Fight club - discreto, ma niente di più - a Se7en.
Concordo, invece, su The social network.
Ad ogni modo, tolti The game e Alien 3, posso dire di aver sempre apprezzato l'opera del nostro David!
Semplicemente, un capolavoro nel suo genere. Da brividi veri, che ti si moltiplicano dentro.
RispondiEliminaQuando l'ho visto in tv per la prima volta ero alle superiori e ne sono rimasta attratta.
RispondiEliminaPoi i titoli di testa sono tra i migliori per me.
Quindi ti piace anche Il curioso caso di Benjamin Button?
Questo è un gran film e basta. Uno dei migliori nel suo genere, con uno dei migliori finali che io ricordi. Eppure ho l'impressione che sia stato sottovalutato per la presenza della star-Pitt, nel senso che venne preso come un po' come il classico solito thriller-blockbuster, ma invece è molto, molto di più. Almeno un pezzo di storia del cinema.
RispondiEliminaRestando su Fincher, Fight Club a mio avviso è allo stesso livello, The Social Network no, personalmente lo metto sotto. Ma è anche difficile paragonare due generi così distanti.
un must, senza se e senza ma! non lo vedo forse da una decina di anni, ma devo rimediare. il mio fincher preferito. per me Alien 3 e The Game battono The Social Network tutta la vita.
RispondiEliminaZio, davvero da brividi. Alcune scelte e scene ti restano dentro, e non sai bene quando esploderanno.
RispondiEliminaAlma, i titoli di testa sono ottimi, è vero.
Anche io lo vidi ai tempi del liceo: rivederlo ora è ugualmente interessante, anche se il mio punto di vista è cambiato.
E sì, mi piace anche Il curioso caso di Benjamin Button, ma prima di apprezzarlo davvero ho dovuto rivederlo una seconda volta.
E poi il personaggio del capitano di nave tatuato pare fatto apposta per me!
Marziano, parlavo con Julez del fatto che Pitt, in questo film, è molto più potente di Spacey, che recita il suo ruolo consueto Soze-style.
La scena finale è una bomba totale, pezzo di Storia davvero.
Per quanto riguarda Fight club, invece, io lo metto sotto The social network, e anche sotto Se7en e Zodiac. Direi che, per me, Durden è alla pari con Button.
Dimenticavo invece che tra le schifezze fincheriane sta anche Panic room, che tolti i meravigliosi titoli di testa, fa proprio cagare.
Frank, Se7en spacca parecchio, davvero.
RispondiEliminaRiguardatelo, così ci spari una bella recensione spiccia.
Però dai, Alien 3 e The game sono scarsini, The social network può anche non piacere, ma è un vero gioiello di tecnica, oltre che lo specchio dei nostri tempi! :)
fight club è un cult totale, una lezione di vita. altroché discreto...
RispondiEliminaseven invece è "solo" un grande thriller.
e poi brad pitt nei panni di tyler durden ha avuto il ruolo della sua vita che finora non ha mai saputo replicare
di fincher mi è piaciuto molto anche il sottovalutato the game. alien 3 non l'ho mai visto perché odio la saga dei cazzo di alien...
Sì, Pitt nella scena finale è da paura. Tra lui e Spacey lì è una bella lotta. Ma in effetti lui lì è un pelino sopra.
RispondiEliminaQuando a The Game a me non era affatto dispiaciuto. Anzi. The Social Network invece, pur apprezzandolo dal punto di vista "biografico/documentaristico" (ma giusto perché parla di una vicenda in essere oggi) non mi ha dato moltissimo. Panic Room fu una semplice marchetta. Alien 3 un compitino sufficiente, per una saga che aveva le sue cartucce ormai in riserva.
Che dire uno o Il mio film preferito:)la scena finale è il mio header del blog quindi....
RispondiEliminaUn vero capolavoro da vedere e rivedere.Il finale colpisce ogni volta.
RispondiEliminaFra questo e Fight Club però non saprei scegliere. :D
Cannibale, la lezione della vita di Fight club invecchia male quanto un disco dei Nirvana! ;)
RispondiEliminaSe7en è sicuramente più evergreen.
The game, invece, l'ho detestato profondamente, mentre se posso capire il fatto di non vedere Alien 3, ma i primi due della saga sono delle bombe totali - e sì, anche quello del tuo amico Cameron! -. E anche quello di Jeunet non è male.
Marziano, secondo me non hai apprezzato a fondo The social network in quanto extraterrestre, che ne dici!? ;)
Per il resto, non pensavo che The game avesse tutti questi sostenitori!
Affari, è un supercult con i controcazzi. Non c'è storia.
Ottimista, concordo al massimo: il finale rende ogni volta quanto e più della prima.
Ma tra questo e Fight club non c'è paragone.
il migliore di Fincher, o sicuramente il mio preferito. Pitt e Freeman in stato di grazia, per non parlare del sublime Spacey, però qui le vere lodi vanno tessute per quel geniaccio di A.K. Walker (che non si è più ripetuto a questi livelli) che l'ha scritto.
RispondiEliminatra questo e Fight Club, non riesco proprio a scegliere :(
Einzige, sono d'accordissimo a proposito di Walker, che in questo caso ha fatto un lavoro INCREDIBILE.
RispondiEliminaTra questo e Fight club secondo me non c'è paragone perchè Se7en invecchia molto meglio, mi pare più universale e poi il giochetto di Fight club funziona decisamente meno a partire dalla seconda visione. Detto ciò, si guardano sempre entrambi più che volentieri.
naturalmente la penso esattamente all'opposto.
RispondiEliminai dischi dei nirvana sono tutto fuorché invecchiati male e il revival grunge sta infatti già cominciando... mentre nemmeno nel revival degli anni '80 mi sembra che le band trash metal tipo guns'n'roses e compagnia brutta che kurt ha distrutto se le sia più filate nessuno.
fight club poi è un classico totale ancora oggi, mentre seven mi sembra un thriller molto 90s non invecchiato benissimo
@Cannibale&MrFord, siete meravigliosi mentre vi "bottigliate"! :)
RispondiEliminaAnche per me capolavoro totale. Girato da dio e con dei personaggi caratterizzati in maniera superba. -mi viene in mente all'inizio del film quando si vede Somerset levare meticolosamente un capello dalla sua giacca-
Potrei quasi definirlo il mio thriller con maniaco preferito.
Sì, Manhunter e il silenzio degli innocenti spaccano, ma questo mi ha preso di più la "pancia".
Alien e alien2 secondo me sono tra i migliori MAI fatti del genere.
Bello il paragone con Hap! ;)
Cazzo Ford chiama Joe, tu che ormai lo conosci, e digli che vogliamo una nuova puntata.
Cannibale, i dischi dei Nirvana - così come di molti interpreti del grunge, compresi i Pixies, che adoro - sono ormai fuori tempo massimo, e ogni volta che li ascolto mi rendo più conto di quanto il loro tempo sia passato.
RispondiEliminaE comunque Appetite for destruction è un disco INCREDIBILE.
Fight club, che pure mi piace, alla seconda visione prende le stesse botte di Jared Leto sfigurato. ;)
Dembo, ormai con Cannibale è diventato quasi un passatempo bottigliarsi, diventeremo i Sandra e Raimondo della blogosfera! ;)
Ma tu resti sempre uno dei miei due Leonard, come ho detto a Lansdale in persona quando ho dato i libri per te e mio fratello in modo che mi facesse le dediche.
Alien e Aliens sono due bombe totali.
Se7en spettacolo.
E Joe, chissà. Forse quando viene a presentare il libro Gischler c'è anche lui, e lo sollecito. ;)
bello, mi è veramente piaciuto tantissimo. Nonostante la Paltrow...scusa...oggi sono in vena di vaccate!
RispondiEliminaNewmoon, mi era scappato il commento!
RispondiEliminaGran film davvero, senza dubbio.
E le vaccate fanno bene alla vita, quindi tranquilla!
Francoise, interessante la tua interpretazione di Doe. Io, ora come ora, lo vedo folle quanto Mills. Ma forse dipende dal fatto che quando vidi per la prima volta questo film mi pareva di non aver niente da difendere, o per cui lottare.
Ora è molto diverso.
WHAT'S IN THE BOX????
RispondiEliminaFilm grandissimo,anche se gli preferisco Fight club e la Paltrow è sempre un handicap per le mie visioni,la trovo espressiva come una panca dell' IKEA :/
Per me questo supera di gran lunga Fight club, che alla lunga finisce per perdere qualcosa, visione dopo visione.
EliminaE, Spacey a parte, un Brad Pitt strepitoso.