Si parlava giusto di famiglia, e di Nachele.
Ebbene: una delle pellicole fondamentali della Storia del Cinema parte proprio da una festa che raduna tre fratelli e le loro famiglie a casa della madre nell'inverno di Upsala, anno 1907, in occasione della celebrazione del Natale.
Quello che è, a tutti gli effetti, il testamento artistico di Ingmar Bergman resta un film magico ed ipnotico, capace di sorprendere e conquistare anche quando - seppur non completamente, dopo qualche anno passato dall'ultima visione - i ricordi dello stesso risultano sfumati e vaghi, e nonostante non si tratti della prima volta di fronte alla meraviglia di cui è capace, riesce una volta ancora a liberare, dai colori quasi incantati e l'atmosfera di festa che scomodano paragoni con l'epopea di Heimat ai richiami a Dreyer che condiscono il rapporto - ed il conflitto - tra Fanny e soprattutto Alexander ed il loro patrigno, l'inflessibile vescovo Vergerus, responsabile della loro momentanea e traumatica separazione dal mondo del teatro e dalle atmosfere calorose e ricche di colore dell'enorme tenuta di proprietà degli Ekdal, una sensazione unica di coinvolgimento, smarrimento, ritrovamento della propria anima all'interno dei suoi fotogrammi.
Il tutto, anche prima del ritorno dei protagonisti alla magia, al mondo proibito, affascinante e spaventoso di Ismael e dei burattini, al teatro, alla vita che si apre in una nuova primavera, anno 1909.
Dalla commedia al dramma - impossibile non rimanere sconvolti dal pianto disperato della madre di Fanny e Alexander, nella notte, di fronte al feretro del marito Oskar -, dal farsesco alla psicanalisi, dalla Fede allo scontro con la Chiesa che paiono quasi un compendio di tutto il sapere e del sentimento del Maestro Bergman, uno dei cineasti più importanti dell'intero panorama mondiale della settima arte nonchè simbolo di quello che è, o vorrebbe, o sarebbe bello fosse il Cinema del vecchio continente.
Ed appare arduo, scrivere un post di poche parole per un film che ha ispirato saggi e pubblicazioni, analisi approfondite e studi critici, così come riduttivo, o troppo istintivo: ma è giusto così, in fondo.
Perchè Fanny e Alexander è un film corale, che tocca temi importanti, dal rapporto con la religione alla famiglia, dall'educazione alla formazione, dall'arte alla fede.
Ma è anche un omaggio commosso, malinconico, passionale e magico al Cinema stesso, al "piccolo mondo" che, a partire dal teatro, e dalla sua Storia, si è preso carico di raccontare al "grande mondo" vicende che potessero aiutarlo nell'interpretazione di se stesso, nella sua crescita, nei cambiamenti, negli amori, nella vita e nella morte.
Un piccolo mondo che ipnotizza e sostiene, raccoglie i bambini al buio, inseguendo immagini illuminate da una lampada a petrolio e gli adulti attorno a risate, lacrime, sesso e cognac sorseggiato tornando con la mente al tempo trascorso.
Un piccolo mondo che affascina a qualunque età, che spinge a compiangerci o a rialzarci, a lottare o lasciarci andare, a cercare il perchè di un fantasma inquieto o di un Dio sempre troppo lontano.
Un piccolo mondo illuminato da colori da fiaba, profondo come mille quadri messi insieme, splendido e capace di terrorizzare.
Un piccolo mondo che, in realtà, è troppo anche per quello grande.
Ma non per occhi e cuore, che si aprono di meraviglia e seguono le parole di Gustav Karl, che incita a vivere a fondo la vita, o di Emilie, che riporta la vecchia suocera all'istinto di calcare di nuovo il palcoscenico, insieme, generazioni di una famiglia e di una Storia che continuerà nella fantasia di Alexander e nella presenza di Fanny.
Un piccolo mondo enorme e fantastico, anche e soprattutto per un piccolo post.
Benvenuti ad Upsala, il regno incantato di Ingmar Bergman.
MrFord
"The dance of the puppets
the rusted chains of prison moons
are shattered by the sun."
King Crimson - "The court of the Crimson king" -
e 2 ! MrFord, il tuo è già il secondo blog che mi anticipa su questo film... mi tocca rinviare la rece di qualche mese, ahah!
RispondiEliminaciao.
p.s.: piccolo refuso su elenco a dx: si scrive "favourites", o è voluta la cosa? :P
Che cafonaccio.
RispondiEliminaMi citi solo sulle porcate! E dire che ho spinto io per vederlo! Anche se tu mi avevi promesso un Nachele a base di film nachelizi!
Nachelizi s'intende Una Poltrona per Due - Robin Hood - La Sposa Cadavere - La Storia Infinita...
Non certo Bergman. E poi sottolineiamo che non mi sono neanche addormentata!
Roby: mi è piaciuta l'idea di italianizzare un pò i miei favoriti, in fondo sono i miei favoriti, no!?
RispondiEliminaIo fossi in te coglierei l'occasione ora, è perfetto per questo periodo!
Julez: Fanny e Alexander è un film nachelizio! E poi ti cito sempre in quasi tutti i post, perchè è tuo il merito di tutto! Per gli altri film abbiamo ancora fino a fine dicembre, e ti assicuro che li rivedremo tutti!
giusto, il discorso non fa una grinza! :D
RispondiEliminaguarda, sto giusto scrivendo la rece per il giorno 25, e andrò molto controcorrente, con uno dei film più assurdi (e volgari, e schifosi in tutti i sensi) della storia del cinema, vedrai!!
Roby, che dire!?
RispondiEliminaAttendo di vedere quale sarà!
Ce l'ho li da vedere... ma sono un po' intimorito dalla durata.
RispondiEliminaChe dici mi butto?
Dembo, Bergman si guarda sempre, a priori.
RispondiEliminaButtati, e vedrai!
Pensa che è talmente incredibile, questo filmone, che Julez non si è neanche addormentata!
un grande film, nient'altro da dire. :)
RispondiEliminaArwen, hai proprio ragione: qui il Maestro ha davvero regalato una delle sue magie più riuscite!
RispondiEliminapuoi dirlo forte :)
RispondiEliminaLo dico eccome!
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