martedì 27 luglio 2010

Highlander: the search for vengeance

Di Yoshihaki Kawajiri ricordo l'impressione che mi fece, per intensità e tecnica, ancora ai tempi del liceo, prima ancora delle sceneggiature di fumetti, Ninja Scroll, crudo e cupissimo anime che prendeva ispirazione dal mondo del Giappone feudale trasformandolo in una sorta di arguto mix di fumetto, gioco di ruolo e videogame.
Ora, per non sembrare un nerd completo - cosa che almeno parzialmente in quel periodo potevo pensare di essere - occorre dire che l'animazione giapponese ha rappresentato un vero e proprio modello, non soltanto nelle vesti del Maestro Miyazaki, per tutto il cinema occidentale figlio della cultura "i cartoni animati sono solo per bambini".
E voi tutti sapete, cari ragazzi, che non è così. 
L'animazione, dopo Bashir, la Pixar, Belleville e compagnia, ha dato tutte le prove - come se ne servissero - di essere di diritto parte del Cinema dei "grandi", ma ormai lo sappiamo tutti.
Kawajiri, in realtà famosissimo in Giappone, dalle nostre parti non ha avuto la stessa fortuna dei Kon, degli Oshii o dei Miyazaki, probabilmente anche perchè la sua eccellenza nell'animazione - e nelle sue varianti più "spigolose" - è rimasta per certi versi troppo ancorata al media manga per suscitare gli entusiasmi del pubblico soprattutto europeo.
Eppure il suo lavoro risulta prezioso, soprattutto dal punto di vista tecnico, e se, come in questo caso, non raggiunge i livelli della sua produzione migliore - Ninja scroll, per l'appunto -, resta comunque uno degli esempi più importanti di commistione di stile fra l'animazione classica e l'utilizzo del computer, il fumetto e l'anime nel senso più "nerdistico" del termine.
Quando, poi, si cita una delle pellicole di mio personale superculto quasi infantile - Highlander - non posso che parteggiare almeno un poco per il regista che, ispirandosi alla trama del film e mescolandola con elementi tutti figli della mitologia di Ken il guerriero, trae dalla storia della rivalità fra McLeod e il Kurgan - qui di origini romane - un racconto post-apocalittico che non sempre fila dal punto di vista dello script ma conserva il suo fascino dal primo all'ultimo minuto, dosando flashback e azione presente e introducendo l'elemento della vendetta all'interno di una vita almeno sulla carta eterna.
Questa è, di fatto, la riflessione più importante nonchè l'unica che possa spostare l'interesse dall'animazione: McLeod, un migliaio d'anni sul groppone, sacrifica tutto se stesso, e non solo, per vendicare la morte dell'amata Moja, che Marcus Octavius/Kurgan ha ucciso prima ancora della scoperta di McLeod stesso di essere immortale.
L'idea di una vendetta così vincolante da superare ogni legame ed epoca, rendendo addirittura l'amore che ne è origine un avvenimento lontano e sbiadito è degna, almeno sulla carta, di un Park Chan Wook, anche se, ovviamente, la realizzazione ne è di fatto ben lontana.
Niente di eccezionale per cui strapparsi i capelli, dunque, ma di sicuro un prospetto interessante anche per il futuro, sperando che i semi di Highlander possano fiorire in una nuova opera che superi Ninja scroll.
E così ho chiuso anche all'orientale.

MrFord

"Here we are,
born to be kings,
we're the princes of the universe."
The Queen

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