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venerdì 25 agosto 2017

Notte Horror 2017 - Brivido (Stephen King, USA, 1986, 98')




AVVISO AI NAVIGANTI: avrei dovuto pubblicare, come da cartellone, questo post qualche giorno fa, ma la vacanza appena trascorsa, quella incombente, l'alcool e l'età che avanza mi hanno mandato completamente nel pallone. Mi scuso con i compari di F.I.C.A. e rimedio ora.


Con l'estate, uno dei guilty pleasures maggiori per il sottoscritto è godersi tamarrate action leggere e easy, commediacce terrificanti, vecchi cult o horror che possano riportare alla mente il periodo in cui, con mio fratello, passavamo le serate delle vacanze scolastiche di ritorno dai giardinetti davanti alla tv sperando di andare a dormire dopo esserci cagati sotto per bene ed essere pronti, al risveglio, a riprendere con qualche nuova visione.
Nel corso degli ultimi anni, complici le iniziative dei compari bloggers di F.I.C.A., abbiamo avuto modo di dedicare una parte delle visioni della bella stagione proprio agli horror, ma fino ad ora avevo - colpevolmente - mancato Brivido, film minore tratto come spesso accade da un lavoro del re indiscusso del genere, Stephen King - che compare in un divertente passaggio ad inizio pellicola -, in questo caso presente addirittura in veste di regista, da sempre nella wishlist estiva del Saloon grazie principalmente all'attrattiva di una colonna sonora decisamente rock firmata dagli AC/DC, che da queste parti hanno sempre un giro gratis ed una pacca sulla spalla.
Lacuna colmata, devo ammettere di essermi parecchio divertito, complici un'atmosfera da estate torrida, l'effetto amarcord legato soprattutto alle pellicole di genere e a basso costo come questa e l'impressione che l'intera operazione fosse pane e salame e senza pretese proprio come piace al sottoscritto, quasi una versione "motorizzata" e di serie B - ma questa volta non in senso negativo - dei survival d'assedio di Carpenter o Romero, con i superstiti rinchiusi in un ambiente che porta a galla i loro squilibri e qualcosa di minaccioso e terribile all'esterno pronto a colpirli.
La cornice della tavola calda accanto al distributore, con tanto di charachters stereotipati ma efficaci - il ragazzino fuggito dal massacro della sua squadra di baseball, l'ex detenuto pronto a diventare eroe, la bella in difficoltà, la coppia appena sposata, il cattivo che non guarda in faccia ai suoi compagni di "prigionia" così come alla minaccia all'esterno, le comparse ed i protagonisti, rendono Brivido una piacevolissima visione da "Notte horror", senza dubbio conscia dei propri limiti ma ugualmente interessante, dalla già citata sequenza della lotta tra il distributore di lattine e la squadra di baseball, il passaggio nelle fogne e la fuga degli sposini dal camion lungo l'autostrada divenuta il campo di battaglia delle macchine in rivolta rispetto agli umani.
Interessante anche la scelta di affidare la leadership dei congegni meccanici impazziti ad un camion dall'aspetto inquietante che pare un incrocio tra il Joker e Green Goblin versione motorizzata, così come l'idea di solleticare l'immaginazione del pubblico rispetto a quanti danni potrebbero fare tutte quelle cose che "abbiamo costruito noi" e che fanno parte della vita di tutti: dalla sveglia, al microonde, ai mezzi di trasporto, una rivolta meccanica sarebbe davvero difficile da affrontare, anche se, come sempre in questi casi, le gatte da pelare più difficili continuerebbero ad essere fornite, nel bene e nel male, dai più pericolosi di sempre: gli Uomini.



MrFord



 

venerdì 7 novembre 2014

The Breakfast Club

La trama (con parole mie): cinque adolescenti che non potrebbero essere più differenti tra loro - una star del football, un secchione, una reginetta, un ribelle dalla fama di poco di buono ed una ragazza dark e problematica - finiscono in punizione sotto l'occhio vigile del preside Vernon, che assegna loro un tema attraverso il quale descriversi ed impone il confine di un'unica aula in cui trascorrere la giornata.
I ragazzi, inizialmente schierati ognuno sulle proprie posizioni e pronti a darsi contro, finiscono non solo per fare fronte comune rispetto al docente, ma anche per scoprire legami che non avrebbero mai pensato di avere proprio con quei compagni di scuola così diversi da loro.
Potrebbe essere, dunque, un nuovo inizio.







Quando, tempo fa, con il mio rivale di sempre Cannibale decidemmo di programmare una Blog War incrociata che permettesse ad ognuno di noi di torturare l'altro con il genere cui era meno avvezzo, temevo che la sua decina di proposte teen mi avrebbe segnato a vita - e per la maggior parte dei titoli, è stato così -: fortunatamente, in mezzo alla robaccia che è stato in grado di propinarmi, si nascondeva una chicca, un cult anni ottanta firmato da John Hughes che ha rappresentato, di fatto, uno dei manifesti di una generazione, e che purtroppo mi rammarico di aver recuperato soltanto in questa occasione.
Ad ogni modo l'incrocio di vite dei giovani Andrew, Claire, Allison, John e Brian nell'aula della punizione pronta ad occupare un sabato che avrebbero voluto passare certamente altrove è stato una sorpresa più che piacevole, un viaggio attraverso le insicurezze, i piccoli drammi e le storie d'amore dell'adolescenza leggero e profondo, in grado di coinvolgere il pubblico più disparato grazie ad una cinquina di personaggi in grado di toccare realtà e modi di reagire - alla punizione, ai genitori, alla vita - così diversi da rendere possibile l'immedesimazione con l'uno o l'altro.
Il percorso che i main charachters compiono rispetto a se stessi e, soprattutto, a chi sta loro attorno è costruito con intelligenza e passione, e riporta ad una dimensione quasi teatrale e da Cinema da camera che rispetto al genere è quasi un'illustre sconosciuta: i confronti che vedono John battersi contro il mondo in modo da non battersi davvero, Andrew lottare per mostrare l'immagine che di lui ci si aspetta, Claire respingere una natura più selvaggia, Allison una più dolce e Brian uscire lentamente dal guscio in cui ogni secchione "sfigato" si ritrova confinato nel periodo delle superiori risultano interessanti ed in grado di coinvolgere anche a distanza di parecchio tempo - nel caso del sottoscritto, sono passati ormai sedici anni dal diploma, non proprio bruscolini -, ricordando momenti esaltanti o tristi di una delle fasi fondamentali e più difficili della vita di ognuno di noi.
Ottimo il cast, costituito da attori che allora furono protagonisti della loro stagione migliore - Molly Ringwood e Anthony Michael Hall - ed altri che avrebbero conosciuto un successo anche maggiore - Emilio Estevez -: peccato per Judd Nelson - il tormentato Bender -, che non ebbe di fatto mai la grande occasione nonostante, in questo caso, fosse il vero volto e l'anima della pellicola.
Il plauso maggiore va comunque a John Hughes, riuscito nell'impresa di regalare una fotografia dei tormenti adolescenziali in grado di uscire dall'epoca in cui è stata scattata - clamorosamente avanti con i tempi la chicca del pranzo a base di sushi di Claire, in netto anticipo con gli attuali e sempre di moda all you can eat - e parlare a più livelli e più generazioni, esprimendo una potenzialità che potrebbe trasformare The breakfast club e la storia dei suoi protagonisti in un cult vintage anche per le generazioni attuali - un pò come accadde per altre pietre miliari del periodo, I Goonies e Stand by me su tutte -.
Considerate le premesse dell'operazione teen e della Blog War, è stato sicuramente interessante scoprire che esiste almeno un film di questo genere in grado di unire perfino due rivali assoluti come il sottoscritto e Cannibal Kid: in qualche modo, è un pò come se fossimo stati anche noi, in quella stanza, e tra una schermaglia e l'altra avessimo imparato che anche nelle nostre differenze e nella nostra lotta c'è qualcosa che il mondo "adulto" non potrà mai capire, e che in qualche modo ci legherà fino a quando non cresceremo.



MrFord



"Don't you forget about me
don't don't don't don't
don't you forget about me."
Simple Minds - "Don't you (forget about me)" -




lunedì 13 ottobre 2014

Blog Wars - Bimbiminkia VS Tamarriminkia: i film teen


La trama (con parole mie): sono passati anni, ormai, dalle prime schermaglie sfruttando i commenti sul blog di uno o dell'altro, eppure la rivalità tra il sottoscritto e Cannibal Kid non si è certo sopita: anzi, al contrario, ha finito per evolversi, spostando il campo di battaglia dalle semplici visioni spesso e volentieri diametralmente opposte alle Blog Wars, che hanno finito per tenerci impegnati a più riprese come fossero i momenti clou di un botta e risposta che ogni settimana ci concediamo nella rubrica dedicata alle uscite in sala.
Dall'ultima battaglia è passato parecchio tempo, e per il ritorno sugli schermi abbiamo pensato a qualcosa di speciale, che è costato ad entrambi fatica e dolore, oltre ad una preparazione decisamente più impegnativa che in altre situazioni: una Blog War dedicata ai due generi simbolo dei suoi protagonisti, i film action e quelli teen.
Dunque, così come il mio sgradevole antagonista ha dovuto sciropparsi dieci pellicole più che tamarre scelte dal sottoscritto, io ho dovuto fare fronte ad una sequela di filmetti da ragazzini scelti dal discutibile quanto indiscusso ragazzino - anche se ormai non più tanto - della blogosfera.
Come se non bastasse, per l'occasione abbiamo deciso di sfoderare anche una classifica che possa esprimere il gradimento che abbiamo cercato di manifestare rispetto ai titoli proposti dal nostro avversario: oggi tocca alla più che discutibile lista firmata Katniss Kid, la più pusillanime fighetta che il mondo della critica cinefila abbia mai conosciuto.
Se così si può dire, dunque, buona visione.
MrFord


"Certo che quel Peppa Kid ha proprio gusto, in fatto di Cinema!"
N°10: Ragazze a Beverly Hills



MrFord: Il non plus ultra della schifezza.
Un'ora e mezza di stronzate cui neppure una tredicenne in preda ad una crisi ormonale da scarpe e gossip potrebbe apprezzare, figuriamoci un ultratrentenne.
Nonostante la presenza di un fordiano come Paul Rudd come spalla della protagonista, raramente mi sono imbattuto in un'immondizia cinematografica di questa caratura, priva di spessore, ironia, fascino e qualsiasi altra cosa si potrebbe immaginare per sperare di sopravvivere alla visione.
Uno dei colpi più duri che mi è toccato subire dal Cannibale fin dall'inizio della nostra rivalità.
Cannibal Kid: Chi non ama i Nirvana o la fantastica Alicia Silverstone non può dirsi davvero cresciuto negli anni Novanta. E infatti Ford dev'essere cresciuto negli anni '50.
Dell'Ottocento, naturalmente!

"Peppa, la prossima volta che esci vestito come me non te la faccio passare più così liscia!"
N°9: 10 cose che odio di te



MrFord: Il vice non plus ultra della schifezza.
Quando il mio rivale capirà che non basta un tuo attore - o gruppo di attori - feticcio ed una colonna sonora ascoltabile per rendere un film sopportabile sarà un vero e proprio miracolo. Tant'è che, nonostante Gordon Levitt e Heath Ledger, questa roba tremendamente anni novanta - nel senso brutto del termine - risulta migliore dell'ultima pellicola della lista giusto per qualche spunto almeno vagamente interessante.
Ma è poca roba, se confrontata alla sofferenza di una visione tra le peggiori avute negli ultimi anni. Se a questo aggiungete il fatto che abbia guardato i due titoli che aprono - o chiudono, vedete voi - questa "classifica" nella stessa sera, il gioco è fatto.
Cannibal Kid: Giusto un vecchio bisbetico non domato come Mr. Ford può odiare tanto una commedia deliziosa come questa che rilegge Shakespeare con gusto 90s, ma omaggiando allo stesso tempo la migliore commedia americana 80s e risultando ancora oggi più attuale di tutti i suoi filmacci trash invecchiati quasi peggio di lui. Ma d'altra parte ormai ho capito cosa da' fastidio a Ford: uno cresciuto a pane e Van Damme, Seagal e Stallone, i film ben recitati non riesce proprio a sopportarli.
MrFord: se Shakespeare leggesse questa tua sparata sulla buona recitazione di questa robetta, finirebbe a farsi gargarismi a vita con il veleno, altro che Romeo e Giulietta!

"Katniss Kid, sei davvero la principessa più bella della blogosfera!"
N°8: Cruel Intentions



MrFord: ricordo che, ai tempi dell'uscita in sala di quest'ennesima porcata propinatami dal Cannibale, fui tentato di organizzare una gita di gruppo con i miei amici giusto per gustarci la limonata dura con protagonista la Gellar che furoreggiava già nei trailer.
Probabilmente guidato da buon senso, rinunciai, e feci bene.
Rivederlo ora è sicuramente peggio di quanto non sarebbe stato farlo ancora nel pieno dei tumulti adolescenziali, ed il fatto che possa essere stato ispirato da Le relazioni pericolose fa davvero accapponare la pelle: certo, alcune idee ci sono, se confrontato con i due titoli che lo precedono in questa speciale classifica, ed il finale, quantomeno, non è consolatorio, eppure restiamo nell'ambito delle schifezze atomiche di livello incommensurabile.
Cannibal Kid: Ford aveva tentato di organizzare una gita di gruppo ma, visto che nessuno se l'era filato come al solito, adesso cerca di dimenticare i suoi traumi adolescenziali ancora non superati denigrando tutti i cult degli anni '90 che lui non è riuscito a vivere in diretta. Le sue crudeli intenzioni sono però miseramente fallite.

"Mi dispiace, ma non sono abbastanza, per te: ti meriti la bella Katniss!"
N°7: Mean Girls



MrFord: considerato quello che mi aspettavo da questo quartetto di schifezze di produzione recente, Mean girls è stato la sorpresa migliore, se non altro permeato di una certa ironia in grado di distinguerlo dai titoli che l'hanno preceduto.
Poi, certo, una robetta senza alcuna parentela con il Cinema come questa potrebbe piacere giusto ad una pre-adolescente appena uscita dal periodo Disney Channel, e ancora una volta mi chiedo come sia possibile che qualcuno in grado di apprezzare film di un certo livello possa ritenere cool o guilty pleasures visioni di questo genere, ma forse, chissà, il diretto interessato potrebbe dire la stessa cosa dei miei action, comunque ovviamente superiori a questa roba, quindi soprassiedo.
Cannibal Kid: Giudizio superficialissimo su una pellicola che è molto meno superficiale di quanto possa sembrare agli occhi di una persona pseudo profonda come Ford. In realtà, oltre a funzionare come guilty pleasure meglio di qualunque film action da finto macho con la sindrome del pistolino piccolo propinato da Ford, è anche una efficace riflessione sociologica sui meccanismi animaleschi che governano una scuola, o una comunità in generale. Strano che una bestia come lui non l'abbia capito.

"Oggi è la giornata dedicata a Cannibal: ci vestiamo tutte quante come lui!"
N°6: Fuori di testa



MrFord: forse la delusione più grande di questa decina. Dai quattro appena citati mi aspettavo un calvario, ed un calvario si è rivelato.
Dai titoli figli degli anni ottanta, invece, speravo di poter cavare qualcosa di più di quanto non sia riuscito ad ottenere, ed in special modo da questo Fuori di testa, che fosse per il cast o per la regista: il risultato è stato, invece, un film insipido e senza carattere, noioso e poco incisivo nonostante la splendida colonna sonora, l'atmosfera molto vicina a quelle dei miei amarcord e la breve durata.
Cannibal Kid: Per considerare noioso un film piacevole e frizzante come questo, Ford, te sì che sei proprio fuori di testa!
MrFord: piacevole e frizzante!? Neppure per gli abitanti di un ricovero per anziani - e sai quanto ne possa sapere io - potrebbe essere interpretato in questo modo!

"E così quello è Cannibal!? Fa proprio ridere!"
N°5: La rivincita dei nerds



MrFord: per essere una copia sbiadita dell'insuperabile Animal House, tutto sommato questo La rivincita dei nerds è risultato quantomeno passabile rispetto ai titoli inseriti fino ad ora.
Se non altro ha il merito di avermi ricordato Monsters University, e di contare come protagonista su Anthony Edwards, che con Toccato! e Top gun fu uno dei primi fordiani dei tempi: ma è una magra consolazione, visto comunque il risultato mediocre.
Certo, fino a questo punto pare quasi, comunque, di aver assistito alla proiezione di una Palma d'oro, ma questa è un'altra storia.
Cannibal Kid: Che palle, Ford. Che lagna che sei. Non ti va mai bene niente. E fattela una risata, una buona volta!

"Cannibal, vieni a fare un giro con noi: tanto Ford è rimasto a casa!"
N°4: Kids



MrFord: anche questo una discreta delusione, considerata la fama che lo precedeva e la fatica che mi è costata recuperarlo dalla rete.
Se non altro ha il merito di aver lanciato Harmony Korine, uno dei pochi registi in grado di mettere d'accordo perfino il vecchio Ford ed il finto giovane Cannibal ed unirli anche contro il resto della blogosfera come fu per Spring breakers: ma per il resto, è tutta posa e finto scandalo.
Un film acerbo, ma comunque con qualche potenzialità, che considerata questa decina, significa praticamente aver trovato una specie di tesoro.
Cannibal Kid: Finto scandalo?
Ma se scommetto che ne sei rimasto così shockato che alla fine sei dovuto andare a confessarti in Chiesa per aver ceduto a una visione tanto peccaminosa.
Tranquillo Ford, adesso puoi tornare a guardare i tuoi rassicuranti filmetti buonisti.
MrFord: il giorno in cui andrò in chiesa a confessarmi, sarà quello in cui dichiarerò che questi filmetti sono imperdibili!

"Una giornata con Cannibal Kid: che tristezza!"
N°3: Submarine



MrFord: e ti pareva se il mio antagonista riusciva a resistere dall'inserire la sua tipica pellicola radical chic da esaltare come fosse un Capolavoro imperdibile probabilmente perché sconvolto dai punti di contatto ritrovati tra la sua adolescenza e quella del quasi autistico e molto pusillanime protagonista del film.
Poi, certo, la qualità è sicuramente alta, specie se rapportata a quella del resto dei titoli scelti dal mio rivale, ed alcuni passaggi sono indubbiamente riusciti - su tutti quello sulle note di Quicksand -, ma per riscattarsi da visioni come quelle che l'hanno preceduto, più che di un sottomarino, avrei bisogno di una portaerei.
Cannibal Kid: Se non altro Ford ammette che la qualità di questo film è sicuramente alta. Mentre io domani con la sua agghiacciante lista di filmetti action non potrò fare a meno di constatare come la qualità sia in ogni caso sicuramente bassa. Nei casi in cui va ancora bene.

"Una rassegna di film suggeriti da Cannibal Kid: che tristezza!"
N°2: Fucking Amal



MrFord: finalmente qualcosa di abbastanza interessante, un titolo del quale avevo sempre sentito parlare e che non avevo colpevolmente mai visto.
Un buon prodotto in stile dogma che fotografa questa volta bene e senza stronzate disneyane a stelle e strisce gli angoli bui ed i piccoli trionfi dell'adolescenza, senza dubbio non perfetto ma comunque profondo nel raccontare la storia d'amore tra due ragazzine senza scadere nel volgare o nel retorico.
Se non altro, ha finito per allietare la conclusione del mio calvario di spettatore a questa terrificante lista, anche se il merito mi pare più mio, avendo intuito le potenzialità di questo titolo e avendolo coscientemente lasciato per ultimo.
Cannibal Kid: Ford, adesso per fare il figo denigri le “stronzate disneyane a stelle e strisce”? Ma se nei filmetti per bambini della Disney e nei blockbuster più beceri a stelle e strisce proprio tu ci sguazzi alla grande!
Che fai, ti metti a fare il radical-chic per imitarmi?

"Peppa Kid un esperto di Cinema!? Questa barzelletta è una bomba!"
N°1: Breakfast Club



MrFord: a chiudere questa prima parte di Blog War il titolo più interessante proposto da Peppa Kid, non a caso il più fordiano per ambientazione, epoca, tematiche ed approccio.
Segno che, anche nell'ambito dei film teen, il Cannibale ha finito per cedere, pur non volendo, all'influenza del sottoscritto? Solo il tempo lo dirà.
Resta il fatto che Breakfast club è senza dubbio la pellicola migliore della decina, profonda e pane e salame, malinconica ed ironica, perfetta per assurgere allo status di cult giustamente guadagnato nel tempo.
Mi è piaciuta così tanto da farmi venire qualche dubbio sul fatto che potesse essere stata effettivamente scelta dal mio rivale.
Cannibal Kid: Questa ammissione di Ford segna la mia vittoria, almeno morale, in questa Blog War. Se non altro sono riuscito a consigliargli almeno un film che persino lui è costretto a riconoscere come un cult assoluto. Obiettivo che invece lui avrà vita dura a centrare, avendo tirato fuori dal bidone della spazzatura unicamente una serie di residuati action anni '80 che persino Stallone farebbe fatica ad apprezzare. Ma questo lo vedrete meglio (o dovrei dire peggio?) domani...

"In quest'aula per le punizioni mancano solo Ford e Cannibal: allora sì che ci sarebbe da divertirsi!"

domenica 10 febbraio 2013

I ragazzi della 56ma strada

Regia: Francis Ford Coppola
Origine: USA
Anno: 1983
Durata: 110'



La trama (con parole mie): i Greasers - provenienti dei quartieri bassi, poveri, proletari e disillusi - ed i Socials - figli di papà dalle macchine rombanti, sicuri dei propri mezzi e soprattutto del futuro - si disputano da sempre la città alimentando una rivalità ormai senza una vera origine.
Quando Ponyboy Curtis e Johnny Cade, i due membri più giovani e sognatori dei Greasers, rei di aver passato una serata con due ragazze dei Socials, vengono attaccati da un gruppo di rivali, il secondo uccide per difendere l'amico.
I due ragazzi si rivolgono così a Dallas, uno dei membri più rispettati della banda appena uscito di galera, che consiglia loro di darsi alla macchia rifugiandosi in una vecchia chiesa: qui, dopo giorni di ozio ed isolamento, i due compagni salvano dalle fiamme di un incendio un gruppo di bambini in gita scolastica, e la loro vita cambia.
Cosa porterà il futuro ai Greasers?




I ricordi più vividi che ho rispetto a questo film riguardano una vecchia vhs di una collana da edicola che recuperò in qualche modo mio fratello - non mi ricordo esattamente come, e chi fu il responsabile di questo regalo -, e che fu letteralmente consumata nel videoregistratore dell'allora casa Ford, senza alcun ritegno.
La prima volta che vidi - di striscio, perchè io ero al pc e lui guardava come ipnotizzato lo schermo - I ragazzi della 56a strada - pessimo adattamento dello splendido The outsiders originale -, oltre all'ensemble di attori che fecero la loro - e la nostra - fortuna a cavallo degli anni ottanta e novanta - Ralph Macchio, C. Thomas Howell, Rob Lowe, Patrick Swayze, Tom Cruise, Emilio Estevez - rimasero impresse nella mente del sottoscritto le sequenze della fuga di Ponyboy e Johnny ed il raduno dei Greasers prima dello scontro con i nemici giurati Socials, cui avrebbe preso parte anche Darrel, fratello maggiore di Pony ormai "con la testa a posto".
Francis Ford Coppola, regista di Capolavori quali Apocalypse now, la trilogia de Il padrino e La conversazione, sperimentò quella che sarebbe stata la sua ricerca fino ai giorni nostri omaggiando l'epoca d'oro degli Studios - grazie al romanzo di Via col vento letto nel corso della fuga da Ponyboy per tenere compagnia a Johnny "ed ammazzare il tempo" - e i tempi dei Jimmy Dean e dei "rebel without a cause" con una pellicola splendida e sentita, girata e fotografata così bene da far stare male ed allo stesso tempo sorella maggiore di quelle che poi saranno le pietre miliari del Cinema di formazione, da Stand by me a I Goonies.
Le vicende dei Greasers - gli outsiders del titolo, roba che Ken Loach applaudirebbe ancora oggi -, la loro voglia di affermarsi rispetto ad una vita che li ha relegati al ruolo di giovani delinquenti figli dei quartieri proletari in cui si finisce per abbassare la testa o chiusi dietro le sbarre sono portate sullo schermo con una partecipazione che rende quest'opera degna di una proiezione in ogni scuola ancora oggi, a quasi trent'anni dalla sua uscita in sala, modello valido di confronto tra la voglia di scontrarsi con il sistema - esemplare il personaggio di Dallas, interpretato da un Matt Dillon che resterà in qualche modo imprigionato in lui per tutta la carriera - e quella di trovare un'altra strada, fatta di poesia e sentimento, lavoro e coraggio - non quello che porta ai duelli e alle sfide con i rivali, bensì al faccia a faccia con la crescita e la vita stesse -.
Quello "stay gold" sussurrato da Johnny Cade a Ponyboy è un colpo al cuore, così come il sentimento di fratellanza che lega i Curtis e che rimanda cose ben più recenti come Lawless, o Six feet under: a ben guardare, è lo stesso che riporta alla mente di questo vecchio cowboy l'esaltazione di mio fratello praticamente bambino che, chissà, in qualche modo poteva immaginarsi nel ruolo di Pony, e vedermi come Darrel, o Sodapop. 
La fratellanza è davvero qualcosa di unico, che non sarà mai possibile esprimere a parole per come si vive davvero nel sangue.
La fratellanza è qualcosa che permette di sperimentare e non giudicare, di stare accanto l'uno dell'altro, di imparare e condividere, di scoprire un difetto ed abbozzare, di arrivare alle mani e poi essere sempre lì, per prendere botte in modo da proteggersi a vicenda.
La fratellanza è necessaria, per outsiders come i Greasers.
Perchè loro sono di quelli in cui nessuno crede, perchè fanno i duri e si spacciano per cattivi, ma in fondo non ci pensano due volte, quando si tratta di piangere, di lasciarsi andare a quattro cazzate, di salvare un gruppo di bambini dalle fiamme dell'Inferno: questo perchè tra i tizzoni ardenti loro ci sono già, e non hanno bisogno che qualcuno spieghi quanto dolore possono provocare cicatrici e bruciature. Loro sanno che giocano con le probabilità a sfavore, già dati per perdenti.
Ma sono Greasers.
E non sono disposti a mollare. Soprattutto se accanto a loro hanno qualcuno che possa ricordare quanto importante sia lottare non tanto per la supremazia territoriale, per la fama, i soldi o per incutere timore per le strade, ma per il futuro.
Quello che hanno la possibilità di affrontare con tutta la loro forza, e senza un'arma scarica che li condannerebbe ad una morte assurda e terribile.
Quanto li capisco.
In fondo, sono un outsider anche io.


MrFord


"Still away into that way back when
you thought that all would last forever
but like the weather
nothing can ever... 
And be in time stay gold."
Stevie Wonder - "Stay gold" -


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