Ed eccoci giunti alla top ten più attesa di qualsiasi classifica e dei Ford Awards, quella dedicata al miglior film dell'anno: il duemiladiciotto è stato particolare per me ed il mio rapporto con il Cinema, che si è raffreddato ed ha toccato vette di allontanamento che posso ricordare solo a cavallo tra la fine degli anni novanta ed i primi duemila.
Fortunatamente, però, alcuni titoli sono riusciti ad accendere la scintilla che mi ha sempre fatto amare la settima arte, mantenendomi saldo e ancora qui: sono proprio loro a costruire questa decina, e tra loro c'è il vincitore del Ford Award più importante, pronto a raccogliere il testimone di Victoria lo scorso anno.
N°10: MOLLY'S GAME
Il duemiladiciotto che va a concludersi è stato l'anno della grande riscossa delle donne, e non è un caso che in questa decina compaiano due titoli legati a doppio filo al carattere e all'affermazione dell'altra metà del cielo.
Il primo è un gioiellino di sceneggiatura di Aaron Sorkin, in quest'occasione anche regista, interpretato alla grandissima da una Jessica Chastain da infarto - in molti sensi -: una vicenda che trascina, ipnotizza, aggancia allo schermo, ed una lezione importante per il Cinema.
A volte la vita può regalare vicende che neppure il più articolato degli script riesce a costruire.
N°9: BLACKKKLANSMAN
Spike Lee, negli ultimi anni più avvezzo a polemiche sterili contro colleghi e addetti ai lavori che non alla macchina da presa, torna in grandissimo spolvero con una storia - anche questa ispirata da fatti reali - che mescola grottesco, crime, pulp e ironia prima di sfoderare un pugno nello stomaco di rabbia nel finale che lascia l'amaro in bocca e le lacrime agli occhi.
Spike l'arrabbiato è tornato a veicolare i suoi sentimenti nel modo migliore, ed il risultato è una bomba.
N°8: THE DISASTER ARTIST
Altro biopic, altro gioiellino.
Ingiustamente ignorato per vicende che non c'entrano nulla con il Cinema alla notte degli Oscar, James Franco mostra grandissima maturità come regista e talento come attore portando sullo schermo la misteriosa figura di Tommy Wiseau, autore di uno degli scult più assurdi mai girati.
Un film che tocca temi importanti come l'identità e l'amicizia e che viene portato in scena con grande sincerità dai suoi protagonisti, probabilmente i primi a credere nell'idea di Franco.
N°7: IL CLIENTE
Fahradi è un regista che non ha bisogno di presentazioni, al Saloon, esponente di quel Cinema iraniano che da Kiarostami in poi ha regalato pellicole indimenticabili a tutti gli appassionati: Il cliente, dramma consumato nella banalità del Male umano, è un esempio del valore di quel Cinema.
Senza insistenze o spettacolarizzazioni, il regista porta in scena un vero e proprio pugno nello stomaco ed un turbinio di emozioni da pelle d'oca, e lo fa, come al solito, senza andare sopra le righe o alzare la voce. Ma con una potenza incredibile.
N°6: TONYA
Come Molly's Game, più di Molly's Game.
La vicenda di Tonya Harding e la storia interpretata alla grandissima da Margot Robbie paiono una versione "di pancia" di quella orchestrata da Aaron Sorkin che ha aperto questa classifica, e sono una delle cose che mi ha emozionato di più in questi ultimi dodici mesi.
Tonya, per molti versi, a prescindere dalle discussioni tecniche, è senza dubbio uno dei titoli che ho amato di più quest'anno, e continuerò ad amare anche nei prossimi.
N°5: SULLA MIA PELLE
Sulla mia pelle, al contrario di Tonya, non è un titolo che si ama.
E' scomodo, doloroso, incredibilmente equilibrato nel mostrare i lati oscuri da entrambe le parti di una tra le vicende più vergognose della Storia recente del Nostro Paese.
Dovendo pensare ad un titolo che me lo ricorda, torno con la memoria a Diaz.
Sulla mia pelle è un film necessario.
Come se non bastasse reso indimenticabile anche grazie ad una performance da Oscar di Alessandro Borghi.
N°4: IL FILO NASCOSTO
Paul Thomas Anderson è uno che non ha bisogno di presentazioni.
Boogie Nights, Magnolia, Vizio di forma sono solo alcuni dei suoi lavori, titoli che ho amato alla follia e che sono pezzi fondamentali della mia Storia come spettatore.
Il filo nascosto è stato il più difficile da affrontare, tra i suoi film: ho iniziato odiandolo, e il giorno dopo la visione, scrivendone, l'ho riscoperto grande, grandissimo.
Andrebbe visto, rivisto, gustato come un whisky invecchiato sorso dopo sorso, e continuando a coglierne nuove sfumature, senza essere spiegato troppo.
N°3: TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI
Ad aprire il podio dei Ford Awards 2018 è uno dei film più fordiani usciti negli ultimi anni, che ha battagliato fino all'ultimo secondo con i prossimi due titoli: intenso, profondo, eastwoodiano, imperfetto anche lui - ma il bello è questo -, profondamente umano.
Un film che mostra odio ma che, in realtà, parla d'amore. O quantomeno della necessità di averne, portarne, usarlo per sopravvivere e per vivere.
Grandi brividi, grande film, grandi attori.
N°2: COCO
Ancora una volta la Pixar arriva nelle parti alte di questa classifica, riuscendo quasi a replicare il successo di Inside Out un paio d'anni fa: Coco, più tradizionale del suo "compare" appena citato, resta comunque una meraviglia per gli occhi ed il cuore, e resterà impresso nella mia memoria perchè visto in sala con le lacrime agli occhi e con i Fordini accanto, estasiati dai colori, dalla magia e dalle canzoni che, ancora oggi, li fanno scattare come molle.
Un film profondamente emozionante sul valore dei ricordi e della propria Famiglia, perfetta o imperfetta che sia.
N°1: CHIAMAMI COL TUO NOME
E alla fine, se non ricordo male per la prima volta da quando esiste White Russian Cinema, è l'Italia a conquistarsi la vetta di questa classifica. Una vittoria all'ultimo secondo, che si è materializzata rileggendo il post che scrissi subito dopo la visione riportando a galla i ricordi e le emozioni di un film stilisticamente lontanissimo dalla mia sensibilità ma profondo, sentito, vero, pieno di passione.
I dolori della crescita ci formano, e fortunatamente, anche quando non lo sappiamo, ad ogni lacrima dell'inverno seguono sempre l'energia della primavera e la gioia dell'estate.
E come scrissi allora, questo film è l'estate.
MrFord
I PREMI
Miglior regia: Luca Guadagnino, Chiamami col tuo nome
Miglior attore: Alessandro Borghi, Sulla mia pelle
Miglior attrice: Margot Robbie, Tonya
Scena cult: l'esultanza di Tonya Harding dopo il 360°, Tonya e Mamà Coco si ricorda del padre, Coco
Miglior colonna sonora: Coco
Premio "leggenda fordiana": lo sceriffo Willoughby, Tre manifesti a Ebbing Missouri
Oggetto di culto: la pesca, Chiamami col tuo nome
Premio metamorfosi: Alessandro Borghi, Sulla mia pelle
Premio "start the party": l'introduzione di Miguel della sua Famiglia, Coco
Premio "be there": il mondo dei morti, Coco
Coco a parte, abbiamo parecchio in comune. Esco domani mattina! 😬
RispondiEliminaVengo a leggere, sono curioso!
EliminaLa tua bambinata l'hai fatta anche quest'anno, inserendo il trascurabile Coco, per altro uscito alla fine del 2017...
RispondiEliminaIl cliente mi manca.
Il filo nascosto l'ho abbastanza detestato.
Per il resto non c'è male, anche se devo constatare con tristezza che quest'anno abbiamo il primo posto in comune, credo per la seconda volta dopo The Wolf of Wall Street. Non potevi scegliere un altro film? ;)
Non potevi sceglierlo tu!? ;)
EliminaCoco era riuscito a strappare un posto nella mia classifica dello scorso anno e mi sa che come ha detto il Cannibale sono stata più fordiana di te questa volta. In ogni caso, Filo nascosto a parte -elegantissimo ma a distanza di mesi non mi ha lasciato niente, altro che Elio e Oliver!- abbiamo molto in comune.
RispondiEliminaCoco tecnicamente uscì negli ultimi giorni del 2017 - se non sbaglio il 27 dicembre o qualcosa del genere -, ma il fatto di averlo visto il 6 gennaio in sala me l'ha reso un 2018. ;)
EliminaPer il resto, Elio e Oliver hanno spaccato.
Beh dai bella top ten, ma soprattutto il primo posto in condivisione con il cannibale... 😂😂
RispondiEliminaBuon 2019 Ford!
Vincenzo
Caro Vincenzo, anche a te! Anche se poteva iniziare meglio che con un primo posto in condivisione con Cannibal! ;)
EliminaDiciamo che condivido per Coco, non del tutto nei confronti de Il Cliente, un bel film ma forse in posizione anche troppo alta secondo il mio giudizio, vabbè, Buon 2019 ;)
RispondiEliminaBeh, il bello di queste classifiche è quello di scoprire cosa abbiamo in comune e cosa no! :)
EliminaMi mancano sia Il cliente che quello di Spike Lee, che vorrei recuperare al più presto.
RispondiEliminaDa te Chiamami col tuo nome, visto e dimenticato dopo tre giorni, non me lo sarei mai aspettato, e anche Molly's Game alla fine non era sto gran filmone.
Apprezzo molto invece Tonya e The Disaster Artist, rimasti fuori di pochissimo dalla mia Top 5 :P
Quest'anno, in effetti, abbiamo avuto stranamente delle divergenze. Non è che ti sei fatta influenzare dal Cannibale? ;)
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