Ricordo abbastanza bene, considerato che ai tempi ero interessato di politica quasi meno di ora, il periodo che segnò la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra per gli scenari italiani - o almeno così si credeva -: ricordo gli anni terribili degli attentati a Falcone e Borsellino, della paura, dell'illusione venduta e fornita ad hoc sfruttando un momento e le influenze costruite banconota dopo banconota.
Ricordo il suicidio di Gardini e qualcosa di Mani Pulite.
E penso che quella tanto attesa rivoluzione partita dall'operato di Di Pietro sia stata forse una bolla di sapone soffocata dalla comodità della televisione e di promesse altisonanti e chiaramente da vendita di fumo.
Non sarà Gomorra, Romanzo criminale o una serie in grado di cambiare davvero il panorama del piccolo schermo, ma 1993 - come il precedente 1992 - fotografa molto bene un'epoca, le sue ferite e le sue angosce, riuscendo nella non facile impresa di mescolare vicende reali a personaggi di fiction creati ad hoc per ricordare al pubblico o raccontare allo stesso cosa accadde nell'epoca di Mani Pulite: attraverso personaggi come quello del bieco Leonardo Notte - cui Stefano Accorsi, come spesso accade detestabile, presta decisamente bene il volto - o del leghista Bosco, assistiamo all'ascesa inesorabile della "Seconda Repubblica" e della silenziosa sconfitta del tentativo di alcuni uomini di sovvertire un sistema marcio ed incontrollato, finiti alle corde proprio quando il massimo esponente di quel sistema "nuovo" finì per diventare Capo del Governo.
Ma questa è un'altra storia - che probabilmente la produzione si riserva di raccontare in 1994 -: nel frattempo i pezzi vengono mossi sulla scacchiera, simboli dell'avanzamento di un morbo che non fece altro che raccogliere il testimone dei tempi del "silenzio" e trasformare gli stessi in quelli delle dichiarazioni altisonanti e sopra le righe.
Dalla mutazione dello stesso Notte fino all'epilogo della vicenda di Bibi e della sua famiglia, 1993 è come una lenta agonia che, se non fossimo già al corrente di quello che accadde, suonerebbe davvero come una sorta di marcia funebre ed uno dei titoli più pessimistici ed oscuri del panorama italiano: la carne al fuoco è tanta, forse troppa, alcune situazioni ed episodi sono appena accennati, eppure sono chiari i segni di una produzione molto curata e di buon livello almeno per quello che è il panorama nostrano, con il tentativo di presentare un lavoro maturo ed efficace anche se comunque dall'animo pop.
Rispetto alla stagione precedente molte cose cambiano e prendono direzioni estremizzate - il fratello di Bibi, ad esempio -, si ha l'impressione che il pieno potenziale della produzione non sia stato espresso, eppure, forse nel mio caso grazie alla forza dei ricordi, si resta catturati dal racconto e si finisce quasi per desiderare l'arrivo di 1994 oppure tornare con la mente agli anni in cui, in televisione, si guardava La Piovra.
E nonostante gli slogan, continuo a pensare che quello fosse un periodo oscuro e torbido, e lo penso ancora oggi, e dopo aver attraversato gli episodi di 1993, che mi hanno ricordato come e perchè ho iniziato a coltivare alcune idee politiche, o detestare profondamente un certo modo criminale per manipolare e sfruttare il potere e la gente.
Da questo punto di vista, "l'idea di Stefano Accorsi" funziona almeno quanto il suo personaggio, uno dei più viscidi che ricordi negli ultimi mesi da serial televisivi, che penso sguazzerebbe alla grande anche al seguito dei Lannister, o nella Loggia Nera di Twin Peaks: questo perchè il Male ha tanti volti, ma una sola traduzione.
Che purtroppo, spesso è più reale dei mostri che immaginiamo per cercare di tenerla lontana da noi.
MrFord
Sì, non è a livello di altre grandi produzioni italiane, eppure per come sviscera bene il momento, meriterebbe di farne parte ;)
RispondiEliminaE' troppo patinato e "accorseggiante", eppure rievoca con realismo il caos del periodo. Buon prodotto.
EliminaSono poche le serie tv italiane che mi sono piaciute, ma questo "1993", bell'annata per vari aspetti, lo lascio proprio stare, non volendomi rovinare serate con la politica e tenendo molto al mio povero fegato, che in questi ultimi anni sta avendo duri colpi dallo scenario politico italiano.
RispondiEliminaLo scenario politico italiano da duri colpi ai nostri fegati da una vita, purtroppo!
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