Insieme all'ostracizzato Frank Underwood e all'impenitente Frank Gallagher, Gregory House è ormai parte integrante del trittico di veri stronzi che il Fordino adora incondizionatamente: proprio la sua passione per il claudicante medico dipendente da Vicodin è stata il motivo scatenante del recupero delle sue avventure, ai tempi - come i frequentatori abituali del Saloon ben sanno - ignorate o quasi da questo vecchio cowboy a causa della "guerra di ascolti" che coinvolgeva lo stesso House e Lost, che da queste parti era ed è quasi una religione.
Schermaglie da "tifoseria" a parte, devo ammettere di essermi molto divertito nel seguire quello che è e resta un prodotto d'intrattenimento senza picchi particolari ma che ha mantenuto sempre piuttosto costante la sua qualità con poche battute d'arresto e stagioni come questa - la penultima ad essere trasmessa - addirittura migliori delle precedenti: a partire, infatti, dal cambio di direzione fornito dall'inizio di una storia d'amore tra House e la sua direttrice sanitaria, Lisa Cuddy - altro personaggio chiave della produzione - fino alle conseguenze di questo stesso rapporto, il settimo anno del bastardissimo Greg non ha segnato alcuna crisi, ed al contrario ha proposto alcuni degli episodi più interessanti dell'intera serie - il primo che mi viene in mente è Nella notte, ma ricordo anche con molto piacere la puntata "cinematografica" con tanto di citazioni riferite a pellicole cult per il pubblico amante del grande schermo - e seppur non piazzando la zampata conclusiva - il finale ha il sapore del già visto - si propone come uno dei più interessanti dell'intera serie.
Come di consueto, poi, accanto all'imprevedibile e sempre irriverente immunologo, viene riservata attenzione anche all'evoluzione delle vite e dei caratteri dei suoi collaboratori, dagli storici Chase e Foreman - spentosi un pò nel corso degli anni - ai più "recenti" Taub - che resta la vera sorpresa della squadra di House, in bilico tra aria da loser, personaggio da commedia e jolly su tutta la linea - e 13 - che lanciò Olivia Wilde, allora non nota certo come oggi -, fino alla meteora Masters, praticamente l'opposto di tutto quello che rappresenta l'instabile medico e dunque perfetta sia nel ruolo di spalla comica che di contrappeso in termini etici - peccato, in questo senso, averla tolta dal gioco così frettolosamente -: in un certo senso, tornare ogni volta nell'ufficio di House è diventato un appuntamento piacevole e rilassante, quasi come se questa proposta ai tempi così nettamente snobbata si fosse rivelata ben più vicina al mio cuore di spettatore di quanto non potessi neppure immaginare.
Senza dubbio il Fordino ha fatto e continua a fare la sua parte in questo, ma devo ammettere che se l'appeal dei personaggi non fosse stato lo stesso o la qualità fosse calata drasticamente non avrei certo esitato a trovare un modo per dirottare le attenzioni del piccolo Ford su altro: merito, dunque, di autori ed attori aver dato vita ad un mondo sicuramente pop nelle ambizioni ma ugualmente in grado di coinvolgere piacevolmente anche chi cerca, piccolo o grande schermo che sia, anche un salto di qualità autoriale.
E se dopo sette anni ancora il risultato è questo, significa che la cura di House ha senza dubbio successo.
MrFord
Anni fa, mi sembra di aver seguito abbastanza questa stagione. Da quel che ricordo, mi pare che abbiano cercato di svecchiare la serie, e il risultato era abbastanza riuscito.
RispondiEliminaComunque, posso capire che al Fordino piaccia il Dr. House e pure Frank Gallagher, ma Frank Underwood???
Mi sa che hai un futuro genio del male politico in casa... ;)
Ahahah beh, se così fosse partirei avvantaggiato, quantomeno. ;)
EliminaQuanto mi manca Greg.Quanto.Una delle serie a cui più mi è pesato dover dire addio.Ed una delle poche di cui conservo degli episodi.
RispondiEliminaMi sa che anche il Fordino, quando chiuderemo l'ottava stagione, sarà dispiaciutissimo! :)
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