lunedì 25 settembre 2017

Dunkirk (Christopher Nolan, UK/Olanda/Francia/USA, 2017, 106')





Non è stato facile approcciare Dunkirk, ultima fatica di Christopher Nolan, illusionista del Cinema, uno dei volti più interessanti della generazione successiva a quella di Tarantino, uno dei registi più celebrati degli ultimi vent'anni.
Personalmente, ricordo benissimo la prima visione di Memento, il recupero dei suoi lavori precedenti e poi l'escalation che portò al successo planetario, passando dal mio personale favorito The prestige fino alla trilogia dei Batman, o allo splendido Inception: il buon Chris è ormai considerato una garanzia, uno di quelli che il pubblico - non importa se di nicchia o mainstream - attende al varco, pronto a criticare per tutto ed il contrario di tutto, punti di vista permettendo.
Non è stato facile, approcciare Dunkirk, perchè nel frattempo, dalla sua uscita, avevo sentito e letto qualsiasi cosa immaginabile: da chi lo ha considerato un Capolavoro a chi l'ha detestato per la sua freddezza, con tutte le sfumature del caso nel mezzo.
Nel corso della visione, personalmente mi sono stupito della scelta operata dal regista, lontana dai suoi canoni e dai generi cui è più avvezzo, ho finito per sorridere all'idea di tutti i presunti radical che hanno deciso di esaltarlo senza considerare che si tratti di una versione british di Salvate il soldato Ryan, tecnica sopraffina e furberie comprese, mi sono emozionato all'idea di tutti quei pescatori e non solo inglesi a bordo delle loro imbarcazioni pronti a fare rotta verso la Francia per salvare quelli che avrebbero potuto essere loro figli, ho ricordato che mio nonno materno, lo stesso che mi trasmise la passione per i Western e che ancora oggi ricordo per tutto il Tempo che mi dedicò sopravvisse ad un naufragio nel corso della Seconda Guerra Mondiale, prima di combattere parte della Campagna d'Africa ed avere la fortuna, per certi versi, di passare più di due anni prigioniero degli inglesi, scampando in quel modo probabilmente alla morte.
Dunkirk, senza dubbio, è grande Cinema, di quello che soltanto i registi di talento possono permettersi di portare sullo schermo.
Ma attenzione: non parliamo, comunque, di un grande film.
E non parlo di uno di quelli destinati a fare la Storia della settima arte, ma anche solo a pensare di poter insidiare quelli che, ad oggi, sono i miei personali favoriti dell'anno.
Occorre dare a Dunkirk quello che è di Dunkirk, e a Nolan quello che è di Nolan.
Personalmente, adoro i registi che percorrono più strade, senza fossilizzarsi su un genere o quantomeno cercando di adattare il loro carattere, la voglia di raccontare, a vicende differenti e lontane tra loro: Nolan ha scommesso forte su questo film, e senza dubbio, anche fosse solo dal punto di vista tecnico, ha vinto la sua partita a mani basse.
Tensione, occhio, tempi di narrazione, tutto funziona: manca forse il cuore, o la scintilla che permette ad un film di diventare "il" film, ma non per questo bisogna avere paura di riconoscere la portata di un lavoro senza dubbio impressionante, nonostante lo stesso finisca per essere destinato a quel novero di pellicole che, seppur splendide quantomeno per l'occhio, finiremo per non rivedere così facilmente.
Dunkirk non è La sottile linea rossa, o Apocalypse Now, o Full Metal Jacket, ma in tutta onestà, credo non voglia neppure esserlo.
E' semplicemente una storia, qualcosa di molto concreto, fisico, reale, che un illusionista ha voluto raccontare mantenendo come unico trucco la sua abilità con il mezzo di narrazione.
Non sarà quello che ci aspettavamo.
Non sarà come essere ingannati, e provare quel brivido che solo l'illusione può dare.
Ma del resto, è un film di guerra.
E la guerra è una delle cose più dannatamente reali che esistano.
In mezzo a qualcosa di così terribile e che noi - Nolan compreso - possiamo solo immaginare, e per fortuna, l'unica cosa che resta, probabilmente, è aggrapparsi a qualcosa che ci possa portare in salvo.
Può essere il Destino, può essere un miracolo, può essere la tecnica, può essere la voglia di arrivare in fondo.
Dunkirk ha dentro tutto questo.
Forse non sarà sopravvissuto, ma senza dubbio, ha messo tutto quello che poteva.




MrFord




14 commenti:

  1. Condivido il tuo parere e questa volta sono daccordo col tuo giudizio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Strano, ultimamente eri più in disaccordo del Cannibale! ;)

      Elimina
    2. eh ogni tanto devo pur darti ragione no? Altrimenti che fa diventiamo noi gli antagonisti della blogosfera? Non sia mai xD

      Elimina
    3. Ahahah quello credo sia davvero impossibile! :)

      Elimina
  2. Mio nonno invece era rimasto prigioniero in Grecia, così almeno racconta nonna, che pensava poverina di non vederlo tornare più.
    Detto questo, mi ritrovo in molto di quello che hai detto, bellissimo film per il tempo di visione ma di lui resta poco. Non è necessariamente un male, per carità, ma mi aspettavo davvero di più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me fa il suo, bisogna considerare che Nolan si è mosso per la prima volta in una materia che non era affatto la sua.
      Tecnicamente, comunque, ineccepibile.

      Elimina
  3. A me ha colpito molto emotivamente. Non so se sia un capolavoro, non mi interessa nemmeno definirlo tale, anche perché della tecnica non ci capisco niente. E lo rivedrei pure ma non adesso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tensione è molto alta, e l'immedesimazione, come spesso accade in questi casi, dietro l'angolo.
      Ma sinceramente non ho compreso le grida al miracolo di alcuni critici. :)

      Elimina
  4. Mi aspettavo un'opinione più entusiastica da un vecchio nolaniano come te.
    Che sia troppo poco guerrafondaio per un vecchio eastwoodiano come te? :)

    Io non l'ho ancora visto, ma spero o di adorarlo o di detestarlo completamente, giusto per non essere d'accordo con te. :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarebbe stata più entusiastica con un coinvolgimento emotivo maggiore, invece, fatta eccezione per un paio di sequenze, ho solo solo grande tecnica.

      Ad ogni modo, non mi pare proprio il tuo genere di film. ;)

      Elimina
  5. A me pare un film parecchio ruffiano e parecchio "democristiano", nel senso che non ha il coraggio di prendere una posizione chiara. Per 3/4 di film vediamo i poveri soldatini alla mercè degli eventi (tragici) che cercano solo di sopravvivere, e sembrerebbe un film "alla Malick"... poi nell'ultima parte si gonfia di patriottismo retorico. Dolan sceglie di non scegliere, e questo non mi piace.
    Poi, ovvio, dal punto di vista tecnico è superlativo. Ma questo lo si sapeva.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me non è parso ruffiano più di tanti altri, e ho sentito molto la tensione di chi si trova in una situazione senza uscita come quella: e ti dirò, ho apprezzato tantissimo il gesto dei soccorritori civili. Per il resto, di certo non parliamo del miglior Nolan di sempre.

      Elimina
  6. Io per fortuna mi tiro sempre fuori dai partiti pro o contro un regista, guardando il film in sè, e i film in sé fatti da Nolan da questo punto di vista non mi ha mai deluso, nemmeno qui, anche se i difetti di sceneggiatura e quella retorica di troppo portano Dunkirk ad essere poco sopra la media. Non mi è entrato nel cuore, solo nella pancia, e lì, a settimane dalla visione, non c'è traccia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza dubbio un film che "scivola via" a livello emotivo, tecnicamente pazzesco ma non unico come altri che Nolan ha portato sullo schermo in passato: di certo, comunque, il talento del regista inglese è indiscutibile.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...