Regia: J. C. Chandor
Origine: USA, Emirati Arabi
Anno: 2014
Durata: 125'
Origine: USA, Emirati Arabi
Anno: 2014
Durata: 125'
La trama (con parole mie): Abel Morales, titolare di un'azienda che si occupa di fornitura di carburanti, da sempre animato da uno spirito arrembante ed ottimista e pronto a tenersi il più lontano possibile dagli affari poco puliti, scommette tutto il suo denaro nell'acquisto di un deposito che potrebbe cambiare il suo ruolo all'interno della geografia del suo settore in città.
Quando un'indagine del Procuratore e la pressione e l'intimidazione operata da qualcuno dei suoi concorrenti attraverso manovalanza criminale mettono in pericolo non solo gli affari, ma anche la sua famiglia, Morales si butta a capofitto in una lotta al limite della legalità che potrebbe costargli ogni cosa oppure portarlo al successo, seppur sacrificando, in prospettiva, molto dell'azienda nella quale crede così tanto.
Da spettatore ed appassionato di Cinema, penso di dovere davvero molto alla New Hollywood che nel corso degli anni settanta di fatto ribaltò la visione del Cinema USA figlio dei grandi Studios che dominarono la scena nel corso degli anni cinquanta e sessanta, fornendo una nuova visione delle stelle e strisce sporca, a suo modo dannata e certo più dura, benchè non priva di forza e speranza.
J. C. Chandor, che appartiene anche anagraficamente alla generazione del sottoscritto, deve aver nutrito per la stessa New Hollywood una passione simile, perchè dal suo ottimo esordio con Margin Call al successivo e meno riuscito - ma comunque affascinante - All is lost, il suo percorso mostra chiaramente le influenze che la settima arte statunitense del periodo ha avuto ed ha ancora su di lui.
Con 1981: indagine a New York - adattamento da galera a vita di A most violent year -, uscito in ritardo clamoroso in Italia, l'impressione delle radici di Chandor nel Cinema "impegnato" di Chandor diviene certezza, così come il fatto che il talentuoso regista e sceneggiatore pare forse avere perso la potenza che caratterizzò il suo esordio - il già citato Margin Call - per adagiarsi su ritmi troppo attendisti anche per un amante dei tempi lunghi come questo vecchio cowboy.
Intendiamoci: questo 1981 non è affatto un cattivo film, è chiaro che Chandor dietro la macchina da presa sappia il fatto suo, il cast risulta in parte e i due protagonisti efficaci - Isaac, per quanto continui a non piacermi, pare perfetto per il ruolo di Abel Morales, e la Chastain è sempre una gioia per gli occhi, anche se purtroppo poco sfruttata a questo giro -, troviamo almeno un paio di sequenze degne del miglior Fincher - la fuga dell'autista e dei due uomini dalla polizia, l'inseguimento degli stessi uomini da parte di Abel, prima in macchina e dunque a piedi - e la tematica trattata è assolutamente interessante - un uomo d'affari che potrebbe portare avanti la propria impresa in modo losco e facile che sceglie con testardaggine ed una robusta dose di ego di continuare a camminare sulla retta via, per quanto sia possibile seguire la stessa -, ma a questo giro Chandor mostra il fianco in quello che, inizialmente, pensavo fosse il suo punto forte, la sceneggiatura.
Dopo essersi preso tutto il tempo necessario - e forse anche di più - nel corso di due terzi della pellicola, con la parte finale il regista pare avere quasi troppa fretta di chiudere i conti, inserendo l'escamotage che porta alla risoluzione dei dilemmi di Morales quasi come un miracolo o una bacchetta magica da fiaba - pur se nera - dimenticandosi, di fatto, anche solo di assaggiare tutta la carne al fuoco messa in precedenza, dalla famiglia della moglie che si intuisce essere parte del mondo criminale agli accordi presi con i competitors, che preannunciano per Abel anni forse meno violenti dell'ottantuno raccontato dalla pellicola ma non per questo più semplici da affrontare: in questo senso il finale, con quell'accordo solo suggerito con il Procuratore, assume la connotazione di un futuro che, forse, il protagonista potrà tentare di controllare ma che ha quasi più probabilità di portarlo "al lato oscuro" di quanto non abbia fatto la vicenda appena lasciata alle spalle.
Ma il problema di A most violent year è proprio questo: gli spunti migliori paiono essere quelli lasciati all'immaginazione.
MrFord
"In a crowded room on that summer night
when you fell in love, yeah, you knew it right
when you saw her
she was walking on water
she's a picture, framed in a windowsill
you give up trying to make time stand still
so you hold her
yeah, you just hold her."
Graham Colton - "1981" -
Quando un'indagine del Procuratore e la pressione e l'intimidazione operata da qualcuno dei suoi concorrenti attraverso manovalanza criminale mettono in pericolo non solo gli affari, ma anche la sua famiglia, Morales si butta a capofitto in una lotta al limite della legalità che potrebbe costargli ogni cosa oppure portarlo al successo, seppur sacrificando, in prospettiva, molto dell'azienda nella quale crede così tanto.
Da spettatore ed appassionato di Cinema, penso di dovere davvero molto alla New Hollywood che nel corso degli anni settanta di fatto ribaltò la visione del Cinema USA figlio dei grandi Studios che dominarono la scena nel corso degli anni cinquanta e sessanta, fornendo una nuova visione delle stelle e strisce sporca, a suo modo dannata e certo più dura, benchè non priva di forza e speranza.
J. C. Chandor, che appartiene anche anagraficamente alla generazione del sottoscritto, deve aver nutrito per la stessa New Hollywood una passione simile, perchè dal suo ottimo esordio con Margin Call al successivo e meno riuscito - ma comunque affascinante - All is lost, il suo percorso mostra chiaramente le influenze che la settima arte statunitense del periodo ha avuto ed ha ancora su di lui.
Con 1981: indagine a New York - adattamento da galera a vita di A most violent year -, uscito in ritardo clamoroso in Italia, l'impressione delle radici di Chandor nel Cinema "impegnato" di Chandor diviene certezza, così come il fatto che il talentuoso regista e sceneggiatore pare forse avere perso la potenza che caratterizzò il suo esordio - il già citato Margin Call - per adagiarsi su ritmi troppo attendisti anche per un amante dei tempi lunghi come questo vecchio cowboy.
Intendiamoci: questo 1981 non è affatto un cattivo film, è chiaro che Chandor dietro la macchina da presa sappia il fatto suo, il cast risulta in parte e i due protagonisti efficaci - Isaac, per quanto continui a non piacermi, pare perfetto per il ruolo di Abel Morales, e la Chastain è sempre una gioia per gli occhi, anche se purtroppo poco sfruttata a questo giro -, troviamo almeno un paio di sequenze degne del miglior Fincher - la fuga dell'autista e dei due uomini dalla polizia, l'inseguimento degli stessi uomini da parte di Abel, prima in macchina e dunque a piedi - e la tematica trattata è assolutamente interessante - un uomo d'affari che potrebbe portare avanti la propria impresa in modo losco e facile che sceglie con testardaggine ed una robusta dose di ego di continuare a camminare sulla retta via, per quanto sia possibile seguire la stessa -, ma a questo giro Chandor mostra il fianco in quello che, inizialmente, pensavo fosse il suo punto forte, la sceneggiatura.
Dopo essersi preso tutto il tempo necessario - e forse anche di più - nel corso di due terzi della pellicola, con la parte finale il regista pare avere quasi troppa fretta di chiudere i conti, inserendo l'escamotage che porta alla risoluzione dei dilemmi di Morales quasi come un miracolo o una bacchetta magica da fiaba - pur se nera - dimenticandosi, di fatto, anche solo di assaggiare tutta la carne al fuoco messa in precedenza, dalla famiglia della moglie che si intuisce essere parte del mondo criminale agli accordi presi con i competitors, che preannunciano per Abel anni forse meno violenti dell'ottantuno raccontato dalla pellicola ma non per questo più semplici da affrontare: in questo senso il finale, con quell'accordo solo suggerito con il Procuratore, assume la connotazione di un futuro che, forse, il protagonista potrà tentare di controllare ma che ha quasi più probabilità di portarlo "al lato oscuro" di quanto non abbia fatto la vicenda appena lasciata alle spalle.
Ma il problema di A most violent year è proprio questo: gli spunti migliori paiono essere quelli lasciati all'immaginazione.
MrFord
"In a crowded room on that summer night
when you fell in love, yeah, you knew it right
when you saw her
she was walking on water
she's a picture, framed in a windowsill
you give up trying to make time stand still
so you hold her
yeah, you just hold her."
Graham Colton - "1981" -
Non la capirò mai la necessità di stravolgere in questo modo i titoli dei film. Come far colare a picco l'interesse del pubblico in una semplice mossa.
RispondiEliminaPurtroppo resta uno dei grandi misteri del Cinema.
EliminaE continueremo a doverci sorbire adattamenti pessimi.
Non sarà un brutto film, ma è un film che annoia dall'inizio alla fine, o meglio ancora, che racconta una storia che non è riuscita ad appassionarmi e peggio ancora ad interessarmi... Peccato, perchè regista e attori ci sanno fare.
RispondiEliminaPiù che noioso, a me è parso privo di quella scintilla che permette di distinguere un film da tanti altri. Peccato.
Eliminami è piaciuto moltissimo, quello che dici sull'immaginazione per me è un punto di forza. Il regista secondo me è tra i più talentuosi del momento...
RispondiEliminaChandor è molto bravo, indubbiamente.
EliminaEppure comincio a nutrire qualche dubbio sul suo valore come sceneggiatore, più che come regista.
Mi aspettavo ti sarebbe piaciuto parecchio di più, un film vecchio stile e dai ritmi lenti, per non dire soporiferi, come questo. Invece la tua impressione è parecchio vicina alla mia...
RispondiEliminaMa solo perché per una volta mi hai stupito, non te la tirare Ford. ;)
Anche a me è sembrato strano trovarmi in sintonia con te su un film che, di fatto, è molto più nelle mie corde. Stranezze che non è il caso si ripetano. ;)
EliminaÈ in fase di recupero, a breve lo vedo. Per me Chandor è uno bravo e trova credito da queste parti. Mi spaventano un po' questi "ritmi lenti" di cui parlate... ti saprò dire ;)
RispondiEliminaPer me non è così lento, quanto più privo di quel mordente che ti fa stare incollato allo schermo dall'inizio alla fine.
EliminaHo buone aspettative per questo film ma tu me le raffreddi un pochino, mi fa in parte piacere perché nel caso non mi dovesse piacere sono in parte preparato per i possibili difetti che potrei riscontrare. Aspetto Chandor alla prova del nove per capire se è un regista da continuare a seguire dopo il buono Margin Call, oppure abbandonare dopo per me il non riuscito All Is Lost.
RispondiEliminaChandor secondo me è molto bravo, ma in questo caso ha dimostrato di essere sulla via di perdersi, purtroppo. Sceneggiatura secondo me inconcludente a tratti, malgrado lui dietro la macchina da presa sia decisamente capace.
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