Regia: Tom Hooper
Origine: UK, USA, Belgio, Danimarca, Germania
Anno: 2015
Durata: 119'
La trama (con parole mie): Einar e Gerda Wegener sono marito e moglie, due artisti piuttosto conosciuti nella comunità della pittura di Copenaghen negli Anni Venti del Novecento. In particolare, è il primo a riscuotere successo e raccogliere riconoscimenti, fino a quando, a seguito di un gioco legato alle pose per alcuni quadri della moglie, si risveglia in lui il desiderio sopito fin dall'infanzia di vivere la propria vita come una donna.
Entrato in crisi creativa e personale, giudicato pazzo dai medici ed assistito dall'inseparabile Gerda, Einar si muove con la compagna a Parigi, dove la donna trova la sua realizzazione artistica proprio grazie alla serie di dipinti che ritraggono il marito nelle sue vesti femminili: quando anche la capitale francese e l'aver ritrovato un amico d'infanzia di Einar, Hans, cominciano a stare stretti ai Wegener, Einar prende una decisione che sarà destinata a cambiare la Storia.
Seguito dal professor Warnekros, un pioniere della chirurgia, l'uomo ha infatti intenzione di dire addio per sempre alla sua parte maschile e diventare donna a tutti gli effetti.
Se qualcuno mi avesse detto, anche solo scherzando, che il giorno dopo essermi goduto senza ritegno una cosa grandiosa e scoppiettante come Deadpool, sarei riuscito non solo a digerire, ma anche a trovare interessante The Danish Girl, drammone romantico ambientato tra la Danimarca, Parigi e Dresda nel corso della seconda metà degli Anni Venti del Novecento, firmato dal finto radicalchicchissimo Tom Hooper pronto a portarlo sullo schermo con l'eleganza più di un fotografo che di un cineasta, avrei riso della grossa.
A dispetto, invece, della predizione di bottigliate selvagge che pendeva sul capo di questo film come la più pesante delle spade di Damocle, ho finito non solo per non patirne il ritmo ed i toni, ma anche per appassionarmi alla storia di Einar e Gerda Wegener come ad un romanzo da sturm und drang di quelli che mi facevano impazzire a sedici o diciassette anni, quando sognavo una carriera sfolgorante come poeta e scrittore maledetto ed una morte appena dopo i trenta: inoltre, la tematica trattata, per quanto lontana anni luce dalla galassia del Saloon, risulta importante a livello sociale soprattutto in questo periodo e per il futuro, quando si spera che la civiltà prenderà finalmente le redini rispetto alle questioni legate alle differenze culturali, sessuali, razziali, religiose e via discorrendo e finirà - si spera - per farne un punto di forza, e non di debolezza del nostro impianto sociale.
Interpretato benissimo dai due protagonisti - entrambi, comunque, a mio parere enormemente sopravvalutati in termini di bellezza oggettiva -, puntellato su comprimari convincenti ed un'estetica senza dubbio notevole, The Danish Girl pare quasi ipnotizzare sfruttando la sensibilità del singolo spettatore, da chi subirà il fascino della "storia d'amore al contrario" di Gerda ed Einar o di Lili a chi, invece, seguirà con più partecipazione il viaggio verso l'emancipazione della stessa Lili, così come chi, semplicemente, si gusterà il tutto come una vicenda molto passionale per quanto, di fatto, vissuta tutta per sottrazione, dal rapporto tra i due sposi a quello tra Gerda ed Hans: il risultato è un viaggio emotivo e, perchè no, anche estetico che lascia senza dubbio più di un brivido pur concedendo troppo specialmente nella parte finale, con una strizzata d'occhio decisamente marcata all'Academy ed alla retorica.
Ma sono peccati veniali di un film che resta profondamente intenso, e che riesce a fotografare - pur se non bene come in The end of the tour, presto qui al Saloon - con grande sensibilità il disagio profondo di chi non si sente al proprio posto in questo mondo, che sia a causa del proprio corpo o della propria mente: un disagio che non è figlio di follia, ma di una sensibilità che viaggia su binari differenti da quelli che ci si aspetterebbe di percorrere in una quotidianità incasellata, e che spesso, nel corso della Storia, ha significato una vera e propria condanna per chi l'ha vissuta sulla pelle.
Una critica, invece, senza appello, è rivolta all'utilizzo dell'inglese come unica lingua parlata della pellicola: comprendo la facilità in termini di produzione - il danese, in effetti, non dev'essere così semplice da imparare per un attore anglosassone -, ma le sfumature delle inflessioni - specialmente rispetto ai personaggi di Hans e del professor Warnekros, interpretati dal belga Schoenaerts e dal tedesco Sebastian Koch -, sarebbero state indubbiamente più incisive.
Dettagli, comunque - un pò come quella sciarpa nel vento del finale, hollywoodiana oltre misura - , per un film che non solo si lascia guardare e colpisce, ma è riuscito nell'impresa di lasciarsi guardare e colpire anche un tamarro vecchio stile come il sottoscritto.
Un risultato già notevole.
MrFord
"One man, one woman
two friends and two true lovers
somehow we'll help each other through the hard times
one man, one woman
one life to live together
one chance to take that never comes back again
you and me, to the end."
ABBA - "One man, one woman" -
Dettagli, comunque - un pò come quella sciarpa nel vento del finale, hollywoodiana oltre misura - , per un film che non solo si lascia guardare e colpisce, ma è riuscito nell'impresa di lasciarsi guardare e colpire anche un tamarro vecchio stile come il sottoscritto.
Un risultato già notevole.
MrFord
"One man, one woman
two friends and two true lovers
somehow we'll help each other through the hard times
one man, one woman
one life to live together
one chance to take that never comes back again
you and me, to the end."
ABBA - "One man, one woman" -
Hai detto bene, si lascia guardare e colpisce. Ne parlerò a breve, ma da quello che ho letto abbiamo avuto le stesse sensazioni.
RispondiEliminaIo pensavo avrebbe scatenato le peggiori tra le mie bottigliate, e invece per una volta un film di Tom Hooper non mi è affatto dispiaciuto!
EliminaUn mezzo bicchierino in più dalle mie parti lo ha conquistato. Estremamente elegante, interpretato benissimo. Lei più che bella l'ho trovata intensa, è uno scriccioletto, nell'interpretare una donna eccezionale come Gerda; lui a tratti mi ha commossa come mai avrei pensato.
RispondiEliminaElegante e recitato benissimo, ma secondo me troppo "ruffiano" per fare quel passo oltre.
EliminaComunque, già il fatto che mi sia piaciuto è un successo! :)
Una volta Tom Hooper ci metteva d'accordo in negativo, adesso in positivo.
RispondiEliminaIn ogni caso: sempre sia maledetto! :)
Puoi dirlo forte, cazzo! :)
EliminaVado a vederlo stasera, quindi non ho letto nulla, ma mi sono fatta l'idea che potrebbe piacermi poco. Vedremo.
RispondiEliminaAnche io avevo quest'idea, e invece a sorpresa non mi è affatto dispiaciuto. Strano davvero.
EliminaIo temo che lo patirò questo film, è una sensazione...
RispondiEliminaIo pensavo mi sarei fatto un gran sonno, e invece devo ammettere che non ha mancato di ritmo così come di fascino.
EliminaIl rischio drammone melenso e ruffiano è stato evitato alla grande, Hooper è riuscito ad evitare lo scivolone e ad emozionare davvero.
RispondiEliminaComunque, se la bellezza di Eddie è sopravvalutata anche per me, quella di Alicia no, tanta invidia e non solo per il fidanzato che si ritrova ;)
Secondo me un pò ruffiano resta, ma si lascia comunque guardare più che bene.
EliminaPer quanto riguarda la Vikander, che è stata molto brava, resto della mia idea: le superfighe sono altre. ;)
Tra i film candidati a qualche Oscar è l'unico, insieme a Brooklyn, che ancora mi manca. Cercherò di recuperarlo entro domenica!
RispondiEliminaA me mancano Room - che guarderò stasera - e Brooklyn, ma entro domenica, almeno sui principali candidati giungerò preparato. :)
EliminaPatinatissimo, ruffiano, elegante come tutti i film di Tom Hooper. Ma, inutile dirlo, dannatamente convincente. Mi sono commosso anch'io... Redamayne meritava l'oscar per questo film invece che per "La teoria del tutto", ma la più brava di tutte è Alicia Vikander, intensa e misurata. Davvero una gran prova la sua.
RispondiEliminaHai ragione in tutto e per tutto.
EliminaQuesta volta Hooper ha finito per convincere perfino me.
E sono d'accordo in pieno anche sui due attori.
Mi attira molto,ma a te non avrei mai detto potesse piacere XD
RispondiEliminaSinceramente, non pensavo neanche io! :)
EliminaLo guarderò sicuramente, ma posso dire che quel bel furbone di Redmayne mi sta profondamente antipatico? Belloccio, bravo, eh. Ma prima il disabile geniale, poi il politically correct d'attualità...non mi garba.
RispondiEliminaCapisco in pieno, è più o meno il mio stesso pensiero. E ti dirò, per lo stesso motivo detesto anche Tom Hooper. ;)
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