martedì 14 luglio 2015

Giovani si diventa

Regia: Noah Baumbach
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 97'





La trama (con parole mie): Josh e Cornelia, coppia tra i quaranta e i cinquanta intellettuale ed all'apparenza realizzata, isolata dalla mancanza di figli rispetto agli amici più stretti, incontra per caso quella formata da Jamie e Darby, altrettanto intellettuali e poseur di vent'anni più giovani di loro, che da subito paiono essere ben disposti ad accoglierli nella loro vita influenzando, di fatto, i nuovi amici ed inducendoli ad un progressivo processo di "ringiovanimento".
Dunque, mentre Josh si ritrova ad emozionarsi all'idea di fare da mentore a Jamie nell'ambito del documentario, Cornelia viene travolta dalle sperimentazioni che si ritrovano ad affrontare accanto ai due ragazzi: ma sarà tutto davvero genuino e casuale, o dietro il legame si nasconderà un'altra esigenza, soprattutto dello stesso Jamie?
E riusciranno Josh e Cornelia ad accettare il fatto di non avere più vent'anni?








Evidentemente, uno dei leit motiv di questa torrida estate è il Tempo, che si parli di viaggi e paradossi, o, più semplicemente ed umanamente, di giorni ed anni che passano, ed inesorabilmente ci pongono di fronte ad una verità che, prima o poi, dovremo di fatto accettare.
Noah Baumbach, uno degli autori più radical chic del panorama americano capace, con l'equilibrio delle sue sceneggiature e la delicatezza della sua regia, di convincere perfino il sottoscritto, aggiunge la sua voce a questo coro grazie a Giovani si diventa, commedia dolceamara dal retrogusto alleniano che conferma il suo talento pur non attestandosi ai livelli di ottimi titoli come Frances Ha o Il calamaro e la balena: il confronto tra le due coppie protagoniste - gli pseudorealizzati di mezza età Josh e Cornelia e gli arrivisti Jamie e Darby, pronti ad aggredire una vita ancora al principio - e le riflessioni che ne scaturiscono riescono a colpire da entrambi i lati della barricata, raccontano bene la spaccatura che si crea tra le coppie con figli e quelle che, per scelta o destino, non ne hanno avuti, e descrivono con sensibilità sia la fragilità di chi si vede traghettare ad un'altra epoca della propria esistenza e chi, al contrario, è convinto di essere il centro del mondo, e di avere tutto tra le mani, incondizionatamente - l'irritante Jamie con la sua fastidiosa mimica e la sua idea di essere immortale è una fotografia chiara di questo stato d'animo -.
Si naviga, dunque, tra il dolce e l'amaro, di fatto ricordando dei tempi in cui si pensava di non avere punti deboli e che fosse tutto in un certo qual modo dovuto - sempre Jamie che finisce per farsi offrire ogni pranzo o cena che lo vede tra i commensali - e prendendo coscienza di quelli in cui si comincia non solo a pensare a quello che ci accade intorno, ma il bisogno di fare da guida a qualcuno diventa più importante che trovare una direzione per conto proprio: senza dubbio si tratta del film forse più sentimentale e mainstream di Baumbach, che mantiene il suo approccio indie ma strizza l'occhio - protagonista compreso - a titoli come I sogni segreti di Walter Mitty, di fatto creando una versione d'essai dello stesso, giocato su emozioni, ideali e confronto tra quello che speriamo possa essere e quello che, di fatto, è.
In questo senso una delle cose più interessanti della pellicola è il confronto tra il cuore di Josh ed il talento di Jamie, a prescindere dalle conseguenze che entrambi possano provocare in chi sta loro accanto ed intorno: lo stesso padre di Cornelia, trovatosi al centro della disputa tra i due cineasti comunque in erba a prescindere dall'età culminata con il confronto alla premiazione alla carriera del più vecchio e maturo tra i tre documentaristi rappresenta una stagione della vita ancora differente, in grado di cercare di osservare nel modo più obiettivo possibile tutto quello che è avvenuto prima.
Ma a prescindere dall'interessante visione, l'ottima coesione tra gli interpreti - se Adam Driver non è così insopportabile di persona, un plauso va a lui ed alla sua capacità di rendersi un tale bersaglio umano per tempeste e tempeste di bottigliate e pugni in piena faccia - e l'indubbia capacità del regista, la cosa che ha finito per colpirmi di più è stata l'affermazione in chiusura di Julez, che "per la prima volta si è ritrovata ad immedesimarsi nei vecchi".
Il Tempo pare essere il fulcro di questa torrida estate, scrivevo poco sopra.
Del resto, questa è la stagione che più rende l'idea, in questo senso: si passa dai mesi eterni lontani dalla scuola alle due settimane rosicate di ferie della crescita, dalle cotte al mare che ci paiono poter durare per sempre ai figli che corrono sulla spiaggia mentre cerchiamo di tenere il loro passo.
L'importante, in tutto questo, è trovare il proprio posto.
Quando questo passo sarà compiuto, parrà di essere più veloci perfino del Tempo.
E sarà sempre un'illusione estremamente confortante.




MrFord




"All the young dudes (hey, dudes!)
carry the news (where are you?)
boogaloo dudes (stand up, come on!)
carry the news."
Mott the Hoople - "All the young dudes" - 





26 commenti:

  1. Noah Baunbach è un autore interessante, i suoi film che preferisco sono il matrimonio di mia sorella e Frances Ha, questo non me lo lascio senza dubbio scappare ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ti piace il suo stile, anche questo incontrerà i tuoi favori!

      Elimina
    2. oooh yess, ho condiviso anche quest da me, ogni tanto lo farò se il film lo trovo interessante ;)

      Elimina
    3. Quindi mi stai facendo da sponsor! ;)

      Elimina
    4. yessaaa, ti condivido nella mia pagina dato che non sei su facebook ti promuovo per farti avere visite ^_^

      Elimina
    5. Grazie ancora, del resto io non ho intenzione di buttarmi nell'oceano di Zuckerberg! ;)

      Elimina
  2. A me di immedesimarmi con i vecchi succede già da un pò ;)
    E posso capire l'"isolamento" che deriva dal fatto che,ad un certo punto della vita,tre quarti dei tuoi amici abbia figli e tu no.Inevitabilmente chi ha bambini ha ritmi ed esigenze molto diversi dai tuoi,e si finisce che le coppie con figli si vedono fra loro,e chi non ha figli si "raggruppa" in strane compagnie di naufraghi sociali fra divorziati,eterni single e persone che,per una ragione o l'altra,non si sono mai riprodotti XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da questo punto di vista, il film mostra bene la spaccatura che si crea inevitabilmente tra le coppie con figli e quelle senza, quantomeno fino a quando gli stessi crescono.
      L'abbiamo vissuto anche noi sia con amici che con mio fratello.

      Elimina
  3. Non conoscevo il regista, se non di fama, ma conto di recuperare tutto in tempi brevi. In quanto al film: piaciuto molto nella prima parte, molto poco nella seconda. Tra serietà e leggerezza, mi sembrava non sapesse nemmeno lui quale strada imboccare. Ottimo il cast e, al solito, Driver si conferma uno dei giovani attori più in gamba - nell'italiano Hungry Heart, nonostante il brutto doppiaggio, è bravissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hungry Heart mi è parso troppo radical per vederlo, ma chissà che non lo recuperi, nonostante Driver mi stia davvero tremendamente sul cazzo.

      Questo non è perfetto, ma si lascia guardare in gran scioltezza.

      Elimina
  4. di Baumbach dopo Frances Ha, diffido un pochino...ma credo che lo guarderò...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che invece a me Frances Ha era piaciuto davvero molto.

      Elimina
  5. Anche a me è abbastanza piaciuto. Mi mancano i primissimi film, ma dal Calamaro e la Balena lo seguo con interesse perché apprezzo la sua capacità di raccontare l'America da angolazioni sempre particolari. Forse il più alleniano dei registi contemporanei.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Probabilmente è il vero erede del buon Woody, anche se finora gli è mancata la zampata per piazzare il vero colpaccio.

      Elimina
  6. lo vedrò certamente perché l'argomento... non so come, ma mi coinvolge particolarmente...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il racconto è semplice e diretto, quindi senza dubbio se sei legata agli argomenti ti coinvolgerà.

      Elimina
  7. Ne parlerò anch'io a breve, ma ovviamente non sarò d'accordo con te.

    Quanto a Julez, è da quando ti ha sposato che dovrebbe ritrovarsi ad "immedesimarsi nei vecchi" ah ah ah :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dovessi parlarne bene, sarebbe la tua solita, scandalosa promozione legata ai favoritismi da groupie. ;)

      Elimina
  8. Prima di questo, io recupererei Il calamaro e la balena e Frances Ha, se non li hai ancora visti.
    Meritano anche di più.

    RispondiElimina
  9. Oddio, definire ottimi i livelli di "Frances Ha"...
    Comunque non so perché ma mi sta venendo voglia di vedere gli altri film di Baumcoso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me "Baumcoso" è un talento da tenere d'occhio.
      E Frances Ha per me è davvero ottimo. ;)

      Elimina
  10. Non gli avrei dato un euro ma ne fai una descrizione molto affascinante...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me una visione se la merita tutta, a prescindere poi dal fatto che possa davvero rimanere impresso oppure no.

      Elimina
  11. Non mi ispira tanto, anzi probabilmente non è il mio genere... Ma "Ben" in questa sua nuova veste mi incuriosisce sempre. Walter mitty fu una piacevolissima sorpresa !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaha le virgolette erano su "nuova" non su "ben"... poverino. Sbagliaimi.

      Elimina
    2. Walter Mitty colpì in positivo anche me: questo è una sua versione hipster ed alternativa.
      Provaci.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...