Visualizzazione post con etichetta Paul W. S. Anderson. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Paul W. S. Anderson. Mostra tutti i post

mercoledì 19 aprile 2017

Resident Evil - The final chapter (Paul W.S. Anderson, USA/Germania/Francia/UK/Giappone/Canada/Sud Africa/Australia, 2016, 106')




Fatta eccezione per uno dei suoi capitoli risalenti agli anni novanta - erano ancora i tempi della prima versione della Playstation - del quale ora non ricordo il nome, un survival tesissimo che faceva stringere il culo ad ogni partita e che riuscì a superare soltanto molto tempo dopo la saga di Dead Space in quanto a tensione, non ho mai amato il franchise di Resident Evil.
Questo quando si parlava di console e games, figurarsi in sala.
Eppure,  nel corso di questi anni, che fosse per staccare i neuroni o per dovere di cronaca rispetto al blog, ho finito per passare in rassegna tutti i prodotti legati alla Ombrella Corporation nati ad uso e consumo del grande schermo, finendo per stroncarli senza neppure troppo divertimento uno dopo l'altro.
A questo giro di giostra, considerato anche il titolo, ho finito per cascarci sperando di scrivere finalmente la parola fine al mio rapporto con le gesta dell'eroina ammazza zombies Alice, come di consueto portata sullo schermo con grande atletismo, occorre dirlo, da una delle cagne maledette più maledette del Cinema, Milla Jovovich: peccato che, neanche a dirlo, il titolo - SPOILER - sia assolutamente fuorviante rispetto al futuro del brand, che probabilmente sarà deciso dagli incassi di questo cosiddetto e presunto ultimo capitolo.
Per il resto, nulla di eccezionale da segnalare: prodotti come questo sono tanto innocui quanto inutili, finiscono per apparire lunghissimi nonostante il minutaggio e a presentare un modello perfetto di sceneggiatura tagliata con l'accetta, costruita neanche fossimo, per l'appunto, in un videogioco a livelli che tanto fanno anni ottanta e novanta, condito da un'atmosfera survival figlia di tutti gli horror all'interno dei quali i comprimari muoiono accanto al o alla protagonista come mosche uno dopo l'altro, roba che, se fossi uno di quei personaggi e vedessi arrivare la Jovovich di turno, eviterei accuratamente di imbarcarmi in una missione al suo fianco neanche fossi certo al cento per cento di una riuscita della stessa ed un montaggio così frenetico da far impallidire i videoclip più sfrenati, di norma indice di uno scarso livello di regia - e nel caso del mitico Paul W.S. Anderson, credo il regista con il maggior numero di Ford Awards dedicati al peggio nel palmares, ci sono pochi dubbi -.
Peccato, da fan di Game of Thrones, per il mitico Jorah Mormont, una spanna sopra tutti a livello recitativo - e lo dico contenendomi - e decisamente sprecato in una produzione come questa, se non si considera il giovamento che probabilmente ne avrà tratto il suo conto in banca, ma per il resto, davvero nient'altro da segnalare.
Se siete fan di Resident Evil - benchè faccia gran fatica a comprendere come sarebbe possibile esserlo, soprattutto a livello cinematografico - troverete esattamente quello che cercate e che questa serie ha sempre garantito - e su questo non mi pronuncio troppo -, mentre se al contrario, come me, speravate in una chiusura con o senza botto, mettetevi l'anima in pace.
Questa Alice pare davvero avere la scorza più dura di qualsiasi non morto.




MrFord




 

sabato 27 dicembre 2014

Ford Awards 2014: del peggio del nostro peggio

La trama (con parole mie): ed eccoci giunti ad uno dei Ford Awards più attesi, quello dedicato al peggio che il grande schermo ha finito per riservare al sottoscritto e a tutti gli avventori del Saloon. Quest'anno mi rammarico di aver escluso molti titoli meritevoli da questa decina, ma devo ammettere che, al contrario di quella che sarà per i film migliori, la concorrenza era davvero spietata.
Un plauso, dunque, al vincitore - sempre che possa essere un piacere fregiarsi di una tale onoreficenza - nonchè worst movie dell'anno per il vecchio Ford, così come per i titoli che fino alla fine si sono battuti per conquistare l'ambito titolo.




N°10: NOAH di DARREN ARONOFSKY


Aronofsky, dopo avermi illuso con The Wrestler e Il cigno nero, è tornato a quella che è la sua forma originaria. Quella del pippone.
Una biblica rottura di palle.

N°9: ROBOCOP di JOSE' PADILHA



Uno dei miei personali cult degli anni ottanta inesorabilmente rovinato da una sorta di versione videoludica moderna priva di spessore.
Vivo o morto, tu verrai con me.
Preferibilmente morto.

N°8: TRANSFORMERS 4 di MICHAEL BAY



Ricordo quando lo vidi, e con Julez, dopo quello che ci parve un tempo interminabile, controllammo il timer. Eravamo soltanto a metà.
Il titolo recita "L'era dell'estinzione".
Dello spettatore.

N°7: MALEFICENT di ROBERT STROMBERG



Il revisionismo delle favole classiche da parte di Cinema e serie televisive è una piaga quasi peggiore di quella del tema vampirico.
E Maleficent ne è uno degli esempi più terrificanti.
Dopo The Tourist, un altro dei film più brutti degli ultimi anni cortesemente offerto da Angelina Jolie.

N°6: POMPEI di PAUL W. S. ANDERSON


Quando c'è di mezzo Paul W. S. Anderson, la garanzia di presenza in questa speciale classifica è assicurata.
L'unica consolazione, per citare Julez ai tempi della visione, è che di questo film non potranno mai fare un sequel. Forse.

N°5: COMPORTAMENTI MOLTO CATTIVI di TIM GARRICK



Avete presente lo zero sul grafico Pritchard de L'attimo fuggente?
E' tutto qui.
Una vera merda su pellicola.

N°4: LUCY di LUC BESSON


Luc Besson è l'equivalente francese di Paul W. S. Anderson.
E più il tempo passa, più al peggio pare non vi siano limiti.
Un pò come la Lucy dell'improbabile Scarlett Johansson.

N°3: UN RAGIONEVOLE DUBBIO di PETER P. CROUDINS


Non ci sono dubbi.
Questo film è un'abominevole schifezza.
E Dominic Cooper uno degli attori peggiori della Storia.



Se l'avessero chiamato Natale nel West e avessero inserito Massimo Boldi la qualità sarebbe stata esattamente la stessa.
Infima.

N°1: UNDER THE SKIN di JONATHAN GLAZER



Uno dei peggiori pipponi pseudo autoriali di tutti i tempi.
Se non altro, rimedio assoluto per qualsiasi malato d'insonnia.



I PREMI

Peggior regista: Seth McFarlane per Un milione di modi per morire nel West
Peggior attore: Dominic Cooper per Un ragionevole dubbio
Peggior attrice: Scarlett Johansson per Under the skin e Lucy
Premio "parrucchino di Nicholas Cage" per il personaggio trash: Angelina Jolie per Maleficent
Effetti "discount": Un milione di modi per morire nel West
Premio "dolcetto o scherzetto" per il costume più agghiacciante: l'esoscheletro nero di Robocop, Robocop
Stile de paura: Scarlett Johansson con cellulite in mostra in Under the skin
Premio "veline": Charlize Theron, Un milione di modi per morire nel West
Peggior scena d'amore: l'aliena circuisce il deforme, Under the skin
Premio "pizza, spaghetti e mandolino": la volgarità a basso costo di Un milione di modi per morire nel West

MrFord

martedì 25 marzo 2014

Pompei

Regia: Paul W. S. Anderson
Origine: Canada, Germania, USA
Anno: 2014
Durata: 105'





La trama (con parole mie): Milo, scampato ad un massacro operato dai romani in territori celti e finito in schiavitù come gladiatore, spinto dalle sue vittorie nell'arena, è acquistato per rendere ancora più interessanti i giochi che dovrebbero rilanciare Pompei agli occhi di Roma, da poco tempo governata dal nuovo imperatore Tito.
Il senatore Corvus, inviato dallo stesso, ha il compito di trattare proprio affinchè vengano stanziati fondi per la costruzione di nuove terme e di un'area dedicata ai combattimenti che dovrebbero rendere la città alle pendici del Vesuvio uno dei centri più importanti dopo la Capitale.
Cassia, figlia di uno dei cittadini più influenti di Pompei, fa ritorno a casa dopo un anno di vita a Roma per evitare le attenzione di politici e squali come Corvus, sperando di ritrovare la gioia della terra natìa.
Atticus, gladiatore giunto alla vigilia del suo ultimo combattimento prima della libertà guadagnata scontro dopo scontro e fedele alla legge romana, attende soltanto di mietere l'ultima vittima prima di smettere i panni dello schiavo.
Le loro vite si incroceranno a seguito dei drammatici eventi legati all'eruzione del 79 D. C.








Quasi mi dispiace, massacrare un film come Pompei.
In fondo, potrebbe sembrare che nutra una sorta di curioso rancore verso Paul W. S. Anderson, che di norma è considerato da queste parti come una sorta di garanzia quasi assoluta di schifezza atomica.
Come se il pregiudizio ed il partire prevenuto possa, in qualche modo, minare l'effettiva efficacia dei lavori del suddetto.
Eppure, credetemi, io al buon Paul W. S. voglio proprio bene: perchè senza di lui, questi anni trascorsi dall'apertura del Saloon non sarebbero stati gli stessi, ed i Ford Awards dedicati al peggio si sarebbero visti privare di uno dei loro protagonisti indiscussi, un vero Maestro quando si tratta di proporre al pubblico qualcosa di assolutamente pacchiano ed inguardabile, eppure sempre in una certa misura divertente.
Pompei, ultima fatica del regista di cose "memorabili" come I tre moschettieri, mantiene alta la sua bandiera sotto tutti gli aspetti: prendendo spunto dall'eruzione che nel 79 D. C. distrusse completamente Pompei ed i comuni limitrofi e che ancora oggi è ricordata come una delle più spaventose avvenute in Europa, l'Anderson dei poveri cerca da par suo di creare un cocktail pescando a piene mani e senza ritegno da Il gladiatore, la serie di Spartacus, Titanic, The impossible - a quale degli spettatori di Pompei non è tornato in mente, grazie alla sequenza del porto distrutto dal maremoto, lo tsunami che colpì pochi anni or sono il Sud Est asiatico? - regalando di conseguenza una delle pellicole fin da ora candidate al "contropodio" di fine anno, concentrato di melassa hollywoodiana, effettoni da incontrollato 3D, script da fiction televisiva e chi più ne ha, più ne metta.
Eppure, e sempre per non apparire come il professore pronto ad accanirsi sempre e comunque sull'ultimo della classe, ammetto di non essere riuscito a considerare davvero nociva questa schifezza clamorosa: così come per il recente Hercules, Pompei mantiene in qualche modo un'aura naif capace di evitargli quantomeno le bottigliate più dolorose, ed il risentimento o l'incazzatura del sottoscritto.
Non so se questo sia stato possibile grazie ad un cast pescato in gran parte da serie tv che ho amato ed amo ancora alla follia - dal Kit Harington/Jon Snow di Game of thrones al Kiefer Sutherland/Jack Bauer di 24, passando dalle parti di Oz e Lost grazie a Adewale Akinnuoye-Agbaye e di Mad men e Fringe con Jared Harris - o al fascino che eventi naturali catastrofici riescono comunque ad esercitare sul pubblico ed il sottoscritto, ma il risultato ha consentito, malgrado il livello infimo, a questa robetta di passare più che altro per il puro e semplice intrattenimento a neuroni zero tipico delle serate in cui la stanchezza finisce per farla da padrona.
Forse ho finito per rammollirmi, negli ultimi tempi, eppure quando guardo z-movies di questa risma prodotti con tutti i limiti riconosciuti di chi ci lavora non ho neppure lontanamente la stessa voglia di menare fendenti con i vuoti delle bevute che avrei rispetto ad un lavoro più autoriale ma, di contro, spocchioso e deludente rispetto alle aspettative della vigilia: Pompei è quello che è, un film da poco.
Non c'è da aspettarsi altro, ed in questo senso le aspettative non sono per nulla tradite.
Ed in qualche modo è confortante.
Un pò come sapere che, fin dall'inizio del film, nessuno dei personaggi - dai più zuccherosi ai più irritanti - troverà scampo da quello che è stato uno dei disastri naturali più clamorosi della Storia antica.
E, per parafrasare Julez, anche essere sicuri che di questa pellicola non potranno mai - almeno si spera - produrre un sequel.




MrFord



"Don't hold yourself like that
cause You'll hurt your knees
well I kissed your mouth, and back
but that's all I need
don't build your world around
volcanoes melt you down."
Damien Rice - "Volcano" - 


         


giovedì 20 febbraio 2014

Thursday's child

La trama (con parole mie): con l'avvicinarsi della notte degli Oscar, e dopo la pausa della settimana scorsa, le uscite in sala ricominciano ad essere più numerose e potenzialmente interessanti.
Questa settimana, infatti, arrivano sui nostri schermi il nuovo e candidatissimo lavoro di Steve McQueen e due delle sorprese del botteghino USA di inizio anno.
Varranno la pena di una visione o saranno proposte alla stregua del peggior Cinema italiano?
Difficile. Se non impossibile.
Un pò come il recupero della sanità mentale e cinematografica del mio compare Cannibal Kid.

"Peppa, ti portiamo noi in salvo: il trekking di Ford è troppo duro per te!"
12 anni schiavo di Steve McQueen


Il consiglio di Cannibal: per me voglio una vita come Steve McQueen (il regista), per Ford ne voglio una da schiavo!
Questa settimana arrivo preparatissimo, a differenza di Ford che come al solito brancola nel buio dei suoi pregiudizi. Ho infatti già visto alcuni tra i film in uscita e ce n’è uno in particolare che vi suggerisco di non perdere: 12 anni schiavo, naturalmente. Una pellicola che tutti dovrebbero vedere, se non altro per capire se si merita davvero tutte le nomination agli Oscar, i premi e le lodi ricevute. E poi anche perché affronta un tema importante, lo schiavismo, un argomento che io conosco bene, in quanto schiavo di questa rubrica che sono costretto a scrivere insieme a Mr James Ford. Steve McQueen, dopo il grandioso Shame, sarà riuscito a realizzare qualcosa di altrettanto potente o avrà fatto una spielbergata?
Presto su Pensieri Cannibali la risposta…
Il consiglio di Ford: 12 anni - una volta, tanto tempo fa - Cannibal Kid.
Steve McQueen è un regista tecnicamente preparatissimo ma che, a mio parere, non ha ancora raggiunto l'apice che gentaglia come Peppa Kid vorrebbe farci credere. Hunger e Shame, infatti, possono benissimo dirsi film riusciti a metà.
12 anni schiavo, sua nuova fatica, si pone di fronte alla sfida - non semplice - di mettere una tecnica assolutamente autoriale al servizio di un titolo dalle tematiche molto hollywoodiane e molto da Oscar.
Sarà riuscito McQueen a compiere il salto di qualità tanto atteso, oppure avrà mancato l'occasione?
Prestissimo al Saloon la risposta.

"Non provare mai più a dire di fronte al Cannibale che Ford è il migliore, o ti faccio saltare la testa!"
The Lego Movie di Phil Lord, Christopher Miller


Il consiglio di Cannibal: come pupazzo mi basta Ford, non ho bisogno pure di quelli LEGO
Negli USA è il fenomeno del momento. Sta facendo incassi multimilionari e scommetto che pure in Italia andrà alla grandissima, a scapito di altre pellicole ben più interessanti. Per carità, potrebbe anche essere un filmetto ruffianotto abbastanza da strappare qualche risata e per una serata disimpegnata potrebbe anche risultare una scelta decente, però a me sembra un’operazione commerciale, a quanto pare riuscita, bella e buona piuttosto che vero cinema. E poi io anziché coi LEGO, preferisco giocare alla guerra contro Ford!
Il consiglio di Ford: The Peppa Movie - La vera storia di Pusillanime Kid
Successone clamoroso negli States e moda del momento per le famiglie oltreoceano, questo The Lego Movie promette di sbancare il botteghino anche qui in Italia, complici la popolarità dei giocattoli cui si ispira e l'abilità dei registi, che abbiamo già visto all'opera con Piovono polpette - trascurabile - e 21 Jump Street - decisamente più divertente -.
Buono per una sana visione da rilassamento e svacco sul divano, che in certe serate rappresenta quasi un'oasi di salvezza.

"Ford, che ci fai vestito da Batman!?" "Uno di noi dure dovrà pure fare la parte del duro, Kid!"
Saving Mr. Banks di John Lee Hancock


Il consiglio di Cannibal: do not save Mr. Ford
Che dire, di un film come questo?
C’è un attore da me tanto detestato come Tom Hanks, c’è un’altra attrice che non mi ha mai fatto fare salti di gioia come Emma Thompson, c’è la produzione da me tanto detestata della Disney in un film incentrato sulla lavorazione di Mary Poppins, c’è Tom Hanks nella parte di Walt Disney…
Insomma, di peggio riesco a immaginare soltanto Sylvester Stallone nella parte di Mr James Ford in un film sulla sua vita.
In ogni caso, se sopravviverò alla doppia visione, arriverà presto un doppio post di Pensieri Cannibali sulla doppietta Mary Poppins + Saving Mr. Banks. Auguratemi buona fortuna.
Il consiglio di Ford: saving Mrs. Goi. O anche no.
Da tempo avrei potuto concedere una visione a questa roba che pare la quintessenza del buonismo disneyano nella sua peggior specie, incarnato da Capitan Findus Tom Hanks. Fortunatamente ancora non l'ho fatto. E non credo lo farò.
Lascerò il piacere al mio rivale, che così avrà modo di tornare in forma bersagliando il suo attore preferito.

"Non avere paura: se questa giostra non spaventa il Cucciolo, allora non spaventa nessuno!"
Lone Survivor di Peter Berg


Il consiglio di Cannibal: Ford survivor
Lone Survivor me lo sono già visto e devo dire che è uno dei film più fordiani guardati di recente. E sì che ne sono usciti parecchi. Un film bellico, di quelli che celebrano i valori americani, la guerra e la vita da finti-duri. In più la regia è di Peter Berg, l’autore di Friday Night Lights, serie che IO ho fatto conoscere a Ford.
Recensione cannibale coming soon, e intanto che il mio blogger rivale non se lo perda, perché potrebbe diventare uno dei suoi nuovi manifesti esistenziali.
Il consiglio di Ford: No survivors. Soprattutto Cannibal.
Venuto a sapere dell'esistenza di un bel filmone di war/action diretto da Peter Berg che nei patriottici USA stava facendo un gran bene al botteghino sono corso all'immediato recupero già più di un mese or sono, scoprendo quello che potrebbe essere il titolo da Action-Ford più tosto ed interessante della stagione.
Una storia vera, valori americani a mille, una caccia agli uomini degna di un horror o un film di Neil Marshall, una bella carneficina con tanto di momenti ad alta retorica da duri o presunti tali: insomma, la sorpresa del periodo.
Imperdibile per tutti gli Expendables.
Recensione fordiana a brevissimo.

"Ford ci ha mandati in quattro!? Per sistemare Cannibal ne bastava mezzo!"
Pompei di Paul W.S. Anderson


Il consiglio di Cannibal: più che Pompei, dovevano chiamarlo pompe funebri (lo so, questa battuta fa pena, ma quelle più volgari me le tengo per una eventuale recensione)
Quest’inizio d’anno sta riservando parecchie sorprese cinematografiche, sia in positivo che in negativo. Ma se questo pseudo film storico girato da Paul W.S. Anderson, autore di pellicole atroci come Resident Evil, non si rivelerà una porcatona assoluta e sarà qualcosa di decente, allora sarebbe davvero la sorpresa più sconvolgente della stagione. Tra 300, Spartacus e Immortals, una tipica fordianata che potrei odiare con tutto me stesso. Salvo sorprese…
Il consiglio di Ford: Pompei? Mi ricorda una località che frequentavo in gioventù, prima che fosse distrutta da un'eruzione qualche anno fa.
Paul W. S. Anderson è uno dei registi garanzia di schifezza assoluta con il tasso più alto di successo ai Ford Awards dedicati al peggio.
Inutile dire che, nonostante probabilmente si tratterà di una cosa vomitevole, cercherò di non mancare l'appuntamento con questo Pompei giusto per non perdermi l'eventuale numero uno della speciale classifica dedicata al peggio del duemilaquattordici.

"In nome di Ford, portatemi la testa del Cannibale!"
Amori elementari di Sergio Basso


Il consiglio di Cannibal: quello verso Ford è un odio elementare
Ennesimo trascurabile film italiano?
Sì, può darsi. Eppure dal trailer non sembra tanto malaccio e non sembra nemmeno tanto italiano. Sarà che parla di hockey, sport certo da noi non troppo popolare, sì okay più del wrestling tanto amato dall’Uomo Tigre Ford, però non certo quanto il calcio. E poi c’è Cristiana Capotondi che insomma, merita sempre. Quindi non dico che lo vedrò di sicuro ma, se proprio dovessi guardarmi una pellicola italiana, questa potrebbe essere una delle prime scelte.
Il consiglio di Ford: sarebbe stato bello fare le elementari con Peppa Kid. Per sottoporlo ad un po’ di sano bullismo.
Pellicola italiana che di norma avrei trascurato, non fosse per l'attrattiva esercitata dall'hockey, sport che ho sempre amato pur non seguendolo con troppo accanimento. In memoria, dunque, delle partite viste al palaghiaccio ai tempi dei Devils con mio padre, direi che potrei quasi quasi farci un pensiero.

Peppa Kid dopo l'ennesima batosta infertagli da Ford.
Una domenica notte di Giuseppe Marco Albano


Il consiglio di Cannibal: una domenica notte dell’anno duemilaemai guarderò questo film
Questo è un film… film? che già dal trailer puzza tantissimo di cosetta amatoriale. Io non ho niente contro questo tipo di pellicole. Soltanto proiettatele nelle vostre case. Non mi sembra il caso di distribuirle nei cinema. C’è davvero gente che tra 12 anni schiavo e Una domenica notte sceglie volontariamente di andare a vedere Una domenica notte?
Manco Ford oserebbe tanto…
Il consiglio di Ford: una domenica notte dormirò volentieri. O farò del sesso. Certo non guarderò questo film.
Quando ho visto il trailer non ci credevo.
Mi pareva una roba anche più brutta di quella che mi aspetto da Lars Von Kid con il suo nuovo sega-film.
Fate voi.

"Quest'affettatrice funziona in modo proprio strano!"

domenica 1 settembre 2013

Death race 2

Regia: Roel Reinè
Origine: Sud Africa, Germania
Anno: 2010
Durata: 100'



La trama (con parole mie): il leggendario corridore Frankenstein, morto nell'incipit del primo Death race, è riportato alla luce insieme alle origini sue e della gara che lo porterà alla fine.
Carl Lucas, rapinatore di banche al servizio del boss della mala Marcus Kane, dopo vent'anni di colpi andati a segno senza colpo ferire è costretto, per coprire la fuga dei nipoti dello stesso Kane, ad uccidere un poliziotto: finito in carcere, entra da subito nel mirino della anchor woman senza scrupoli September Jones, che lo vorrebbe per la seguitissima trasmissione Death match, nel corso della quale i detenuti del carcere di massima sicurezza al quale Lucas è stato destinato hanno il compito di battersi fino alla morte come gli antichi gladiatori.
L'indole ribelle del detenuto ed i ratings troppo bassi indurranno la donna a sviluppare l'idea della Death race, che porterà alla creazione dello stesso Frankenstein.



Qualche anno fa, complice la mia consueta voglia di tamarrate  - che d'estate si fa sempre più pressante -, finii per recuperare una vera e propria perla trash con protagonista quell'expendable di Jason Statham, Death race, filmaccio carcerario ambientato in un futuro distopico giocato tutto su terrificanti corse in macchina all'ultimo sangue tra detenuti firmato da quella pippa stellare di Paul W. S. Anderson, uno che è meglio tenere alla larga dalla macchina da presa: il risultato, per quanto basso, fu assai divertente, violento e chiassone, tanto che finii per gustarmelo niente male.
Preso al volo per caso da Julez su Italia Uno - erano anni che non vedevo un film con l'incubo della pubblicità, terrificante -, il sequel del suddetto - che poi, a ben guardare, è un prequel - sempre prodotto da quel poco di buono di Anderson e diretto dal misconosciuto Reinè, non riesce nell'impresa che riuscì alla saga di Undisputed, che ad un primo e tostissimo capitolo firmato Walter Hill fece eco con un secondo ed un terzo resi preziosissimi dal Boyka interpretato da Scott Adkins.
Le origini del leggendario pilota morto all'inizio del film precedente, infatti, finiscono per scadere spesso e volentieri nel Cinema di serie molto più bassa della B senza che ironia o situazioni sopra le righe possano salvare la situazione in qualche modo: neppure la presenza di personaggi noti come Sean Bean - che avrà pure preso parte a quella schifezzina di Silent Hill, ma è anche stato uno dei volti più convincenti de Il signore degli anelli e Game of thrones -, personalità del trash come Ving Rhames - indimenticabile Marcellus Wallace di Pulp fiction - e leggende viventi come Danny Trejo riescono a rendere più digeribile questo piatto che pare cucinato e servito in onore dei cani maledetti, e che più che per le sequenze d'azione - peraltro girate maluccio - intrattiene grazie alle grazie delle due protagoniste femminili, fanciulle con tutti gli argomenti utili per convincere un pubblico maschile alla ricerca di una serata ricreativa.
Per il resto poco incide, e perfino la violenza risulta meno d'impatto rispetto al primo capitolo, senza contare che il passaggio in tv deve aver portato a tagli in pieno stile anni ottanta così come ad un agghiacciante messaggio pre-titoli di coda nel quale si ricordava al pubblico di non imitare le gesta di stuntman che avevano realizzato le scene più rischiose della pellicola in un ambiente protetto e con manovre che solo professionisti sono in grado di portare a termine.
Una sorta di "parental advisory" di cattivissimo gusto in chiusura di un secondo capitolo estremamente deludente per il sottoscritto, che sperava di sopperire alla mancanza di Statham con un'ora e mezza di divertimento puro e senza sosta che riuscisse a mantenere la sospensione dell'incredulità.
Missione fallita, dunque, per Frankenstein e la sua banda, anche se ovviamente, non essendoci due senza tre, ora mi toccherà sacrificarmi per voi tutti gettandomi nella mischia del terzo - ed ultimo, per ora - capitolo, Death race: inferno, che non potrò certo mancare, da buon expendable quale anche io sono.
Senza contare che, neppure quando un film è una schifezza, riesco a resistere alle tamarrate di questo stampo.


MrFord


"I look at you and my blood boils hot,
I feel my temperature rise
I want it all, give me what you got,
there's hunger in your eyes
you're coming closer, I can hear you breathe.
you know the way to give me what I need
just let me love you and you'll never leave."
Kiss - "Heaven's on fire" -


mercoledì 10 ottobre 2012

Resident evil: retribution

Regia: Paul W. S. Anderson
Origine: Germania, Canada, UK
Anno: 2012
Durata: 96'




La trama (con parole mie): Alice, dopo gli sfaceli che fecero esplodere l'epidemia del virus diffuso dalla Umbrella Corporation in tutto il mondo e la resero portatrice di poteri sovrumani, si ritrova suo malgrado alleata dell'ex nemico Albert Wesker - l'uomo che la privò di quegli stessi poteri - prigioniera di una struttura che fu dell'ex Unione Sovietica all'interno della quale la corporazione sta sviluppando scenari ipotetici rispetto ad un nuovo propagarsi dell'infezione.
Il ritorno del computer Regina rossa e l'utilizzo di cloni ed infetti affetti da ogni genere di mutazione renderanno la fuga della donna una vera e propria impresa nonostante l'aiuto di una squadra inviata appositamente per darle una solida mano, ed una volta riconquistata la libertà l'incubo non sarà comunque finito: tra gli zombies e gli umani, infatti, pare essere divampata una vera e propria guerra.




Probabilmente Paul W. S. Anderson spera di stabilire un record di presenze fisse nella top ten fordiana dedicata al peggio della stagione per più e più anni di seguito.
Probabilmente Milla Jovovich non è ancora stata messa al corrente di essere la regina delle cagne maledette.
Probabilmente quel "retribution" nel titolo dell'ennesimo capitolo della saga cinematografica tratta dal franchise di videogiochi di Resident evil allude al fatto che chiunque assista a questo spettacolo andrebbe retribuito - e ringraziato - dalla produzione.
Probabilmente tante, tante cose.
E in mezzo a tutte loro, una sola, granitica certezza: l'ultima fatica dell'Anderson peggiore del Cinema è una schifezza di proporzioni bibliche che rischia davvero grosso di entrare prepotentemente sul podio della succitata classifica di fine anno anche a scapito di altre schifezze mortali uscite in sala nel corso degli ultimi dodici mesi.
Considerata l'esperienza "irripetibile" de I tre moschettieri, lo scorso anno, e assodato il fatto di aver trovato pessimi tutti - ma proprio tutti - i capitoli precedenti di questa serie, mi sarei dovuto costringere a risparmiare ad occhi e cervello una visione che neppure una sbronza da record sarebbe in grado di cancellare: regia ridicola, script scriteriato - Julez ha ipotizzato fosse il prodotto di un reality in cui un gruppo di sceneggiatori avrebbe composto una sequenza per ogni membro dello stesso senza curarsi di quello che gli altri avevano prodotto -, effetti speciali che di speciale non hanno nulla se non la pessima qualità, un cast che riuscirebbe a fare brutta figura perfino al cospetto delle "stelle troppo italiane" di Boris.
Eppure, per dovere di recupero delle novità in sala e forse per una discreta dose di masochismo legato alla settimana del rientro dalle ferie, non ho saputo dire di no.
Voi, però, che potete, ascoltate il mio consiglio: se un amico, il fidanzato, il marito, la moglie, l'amante, Gesù Cristo sceso appositamente sulla Terra, gli alieni o chiunque altro dovesse chiedervi di aggregarvi per una visione, fate un bel respiro, afferrate la prima bottiglia che vi capita a tiro e sfracellatela sulla testa del vostro interlocutore. Lui potrebbe anche non capire, ma tendenzialmente direi che potrebbe ringraziarvi una volta ripresosi per averlo salvato da una delle esperienze cinematografiche più imbarazzanti degli ultimi anni.
Dalla trama risibile ai personaggi tratteggiati a colpi d'accetta - non che fosse mai stata una grande attrice, ma Michelle Rodriguez non potrebbe finire più "lost" di così - fino all'incubo di un incombente nuovo capitolo, tutto prosegue come un videogioco a schermi di quelli che fecero impazzire generazioni intere nel corso degli anni ottanta senza per questo riuscire a conservarne minimamente il fascino, affidandosi ad interpreti che paiono le riserve delle riserve di attori di professione - il capo della squadra di supporto ad Alice, sosia sbiadito del Sawyer lostiano cui devo il "nome", pare essere stato ripescato dopo un rifiuto di Josh Holloway di tornare a sfoggiare le sue due espressioni in un altro film di infima categoria dopo il terribile Il respiro del diavolo - e a situazioni al limite del ridicolo.
Neppure la parte sguaiata, tamarra ed action riesce a mettere una pezza almeno ironica su un vero e proprio disastro, e soltanto il minutaggio breve e la totale assenza di ambizioni - uno dei principali difetti che portarono l'orrendo Gamer, altro film ispirato al mondo dei videogiochi, in cima alla classifica del peggio nel 2010 - risparmiano al pubblico la sofferenza del ritmo lento e lo sguardo fisso al contatore sul lettore pregando che i titoli di coda possano arrivare il più presto possibile o di addormentarsi senza ritegno prede della stanchezza.
A me, sfortunatamente, non è accaduto.
Forse avrei dovuto aspettare qualche giorno, con i ritmi di lavoro tornati a premere sulle palpebre la sera.
O forse non avrei proprio dovuto neppure considerare di schiacciare play.
Una cosa, però, voglio dirla: non mi ha fatto incazzare.
Ho solo riso forte pensando che forse Anderson può farcela davvero, a portare a casa il record di presenze tra i worst movies di casa Ford.


MrFord


"But you see, it's not me, it's not my family
in your head, in your head they are fighting
with their tanks and their bombs
and their bombs and their guns
in your head, in your head, they are crying."
Cranberries - "Zombie" -

venerdì 28 settembre 2012

Last friday night

La trama (con parole mie): nonostante le ferie che sto cercando di godermi al massimo e tutte segnate dai preparativi per l'arrivo del piccolo fordino, eccomi di nuovo in prima linea insieme a quel losco figuro nonchè suocera professionista del mio socio Cannibale per dare un'occhiata a quelle che saranno le uscite che ci attendono nel weekend imminente.
Onestamente non è che ci aspetti roba da strapparsi i capelli, ma sarà sempre e comunque meglio che rimanere in casa come un certo amico dei coniglioni che ormai tutti noi ben conosciamo - ed evitiamo con cura per quanto possibile - da queste parti!


"Hey Ford, ma dici che l'hanno capito i lettori il nostro rapporto bromantico?" "E che vuoi che ne sappia io, Katniss Kid!? So a malapena accendere un computer!"
Reality di Matteo Garrone


Il consiglio di Cannibal: finalmente un reality che si può vedere
Un film italiano sulla carta interessante?
Fatemi strabuzzare gli occhi. Sono davvero sveglio? È codesto un sogno o è la reality?
A dirla tutta, dal trailer non è nemmeno che mi susciti tutta la curiosità del mondo, questo Reality, però m’era piaciuta la regia di Matteo Garrone nel Gomorra tanto odiato da Ford e dai Casalesi (non da me, che sono di Casale sì, ma nel Monferrato).
Non lo so, è un’incognita questo film. Potrebbe rivelarsi una boccata d’aria fresca per il cinema italiano, oppure la solita occasione sprecata. E poi un film su un tizio che sogna di entrare nel GF, programma ormai più sorprassato di JF, non arriverà un pochino fuori tempo massimo?
Il consiglio di Ford: la reality è che Garrone è sempre un pochino paraculo, ma potrebbe comunque venir fuori qualcosa di interessante.
Considerata la stagione non certo esaltante del nostro Cinema, il nuovo film di Garrone potrebbe risolevvare almeno un pò le sorti della Terra dei cachi nelle classifiche di fine anno, ma non si può mai
sapere. In fondo, Gomorra non è riuscito neanche per sbaglio ad entrarmi nel cuore - troppo paraculo, da molti punti di vista - dunque andrò con i piedi di piombo rispetto alla storia di un uomo dalle ambizioni così
grandi da voler tentare a tutti i costi di vincere il programma più seguito degli ultimi dieci anni di televisione italiana.
No, non è il Festival di Sanremo e no, non parlo del Cannibale. Speriamo bene.

"L'ego del Cannibale rispetto al mio è piccolo così!"
L’era glaciale 4 - Continenti alla deriva di Steve Martino, Mike Thurmeier


Il consiglio di Cannibal: cinema alla deriva, grazie a tutti questi sequel
Questi filmini d’animazione ormai si moltiplicano più numerosi dei Ford, che tra poco avrà un pargolo di cui posso svelare in esclusiva mondiale il nome: Jean-Claude Van Ford.
A me di ere glaciali sono bastate quelle avvenute milioni di anni fa, quando James Ford era ancora un ragazzino. E, tra i film, mi è bastato il primo: una pellicoletta davvero modesta, in cui c’era una scena divertente una, quella con Scrat, mentre per il resto mi ha lasciato freddo. D’altra parte che era glaciale sarebbe, altrimenti?
Freddo, come mi lascia negli ultimi tempi Mamma Ford. Da quando ha annunciato ai media di tutto il mondo di essere incinta, mi si è addolcita e ormai non mi fa nemmeno più incazzare come un tempo. Dai cazzo, J. Lo Ford: smettila di andare in giro a comprarti abiti premaman e ripigliati!
Il consiglio di Ford: dopo Madagascar 3, un altro sequel bestialità!
Ancora non del tutto archiviata la delusione di Madagascar 3 - http://whiterussiancinema.blogspot.it/2012/09/madagascar-3-ricercati-in-europa.html
- sinceramente affronto in maniera molto scettica - un pò come quando vado a leggere Pensieri cannibali - questo quarto capitolo del brand L'era glaciale, che a dire il vero dopo il primo non mi ha più sinceramente detto nulla.
Staremo a vedere, anche perchè con l'arrivo di Jean-Claude Van Ford dovrò prepararmi alla visione di centinaia e centinaia di film d'animazione!

"Ford, la prossima volta non ci vengo più al mare con te!" "Eddai, Cannibal! Non dirmi che hai paura di un pò d'acqua! Vieni quassù a rilassarti un pò anche tu!"
Elles di Malgoska Szumowska



Il consiglio di Cannibal: allez!
Pellicola di produzione francese, e la cosa è positiva, con regista polacca, e la cosa mi puzza un po’ di cinema di noia fordale. E allora: vederlo o non vederlo?
La presenza di Juliette Binoche fa pendere la bilancia dalla parte del vederlo. È un’attrice che non ho mai cagato più di tanto, ma di recente l’ho vista nell’ottimo Copia conforme (prossimamente la recensione su Pensieri Cannibali) e si è rivelata davvero grandiosa. Non so se è stato un exploit casuale, però tenderei a darle fiducia. Anche a Ford concedo la mia fiducia, pensavate il contrario?
Quando voglio vedermi una palla di film, vado sul suo blog con la massima fiducia di trovarne uno, anzi più di uno, e in men che non si dica eccomi soddisfatto.
Soffrite di insonnia? Passate su WhiteRussian e russerete come ghiri!
Il consiglio di Ford: diffidate del Cinema d'autore proposto dal Cannibale.
Se il mio antagonista ha un certo qual talento - almeno ogni tanto - ad indicare serie tv o film da adolescenti che possono rivelarsi delle buone sorprese, rispetto all'autorialità è sempre diversi passi indietro al sottoscritto, probabilmente perchè, come ogni liceale che si rispetti, durante un certo tipo di visione dorme sempre in classe della grossa.
Sinceramente questo film mi pare bollito come la Binoche, che non ne azzecca una dai tempi di Kieslowski, ovvero più o meno da quando sono stato io adolescente, che è dirla tutta!

"Juliette, ascolta un pò il Cannibale: quello le spara sempre grosse!"
Resident Evil: Retribution di Paul W. S. Anderson


Il consiglio di Cannibal: un film per zombie, non per cannibali
Quando guardo i film a casa, ogni tanto capita di addormentarmi. Quando il film è uno di quelli consigliati da Ford, è la norma che capiti. Di addormentarmi al cinema, non appisolarmi ma proprio cadere in coma profondo, mi è invece successo una volta sola. Ed è stato con Resident Evil 1.
Il videogame per Playstation mi piaceva anche e mi metteva pure una notevole strizza, ma il film dell’Anderson meno talentuoso del cinema (sì, anche meno di Pamelona Anderson) l’ho trovato sì agghiacciante, ma non per la paura. Questo Retribution cos’è, il quinto capitolo? Se faccio il pieno di caffè e Red Bull mixati insieme magari recupero e mi sparo una maratona di tutti e 4 gli altri episodi.
Ma mi sa di no. Lascio il compito al Ford che lui nel mare delle pellicole noiose ci sguazza alla grande.
Il consiglio di Ford: una retribuzione dovrebbe essere negata a chi produce certe schifezze.
Nonostante abbia adorato almeno i primi capitoli del videogioco ai tempi della prima Playstation, il brand dei film dedicati a Resident Evil mi ha sempre fatto strabuzzare gli occhi dallo schifo, e non credo che questo ennesimo capitolo potrà compiere il miracolo di strapparmi qualcosa di diverso dalle bottigliate.
Saltato a piè pari come i consigli a proposito di bel Cinema del mio antagonista.

"E così il parco giochi del Cucciolo Eroico è raso al suolo. Cos'altro mi aveva detto di fare Ford!?"
Appartamento ad Atene di Ruggero Dipaola



Il consiglio di Cannibal: considerando l’attuale mercato immobiliare greco, un appartamento ad Atene potrebbe rivelarsi un affare rischioso, quindi che fare? Comprare o non comprare?
Per tutti gli Dei dell’Olimpo! Non solo l’immancabile quanto inutile proposta italiana della settimana, ma per di più un film con Laura Morante. Al contrario di Resident Evil, una pellicola con Laura Morante non fa dormire. È talmente nevrastenica, forse persino più di Margherita Buy, che non si riesce a dormire.
Ford è così fuori moda da fare le vacanze adesso, quando non le fa nessuno. Chissà dove andrà? Magari in un appartamento ad Atene. In tal caso, spero che quella schizzata della Morante gli faccia passare una bella vacanza d’inferno! Buahahah
Il consiglio di Ford: Morante in agguato? Quasi peggio del Cucciolo eroico!
Film italiano, ambientazione greca, la Morante: cos'è, un'edizione director's cut della Blog War dedicata ai film più brutti!?
Facciamo che continuo a godermi le ferie e lascio sia il mio rivale per eccellenza a sciropparsi questa roba che si preannuncia assolutamente inguardabile.
Così, come un regalo d'arrivederci! Ahahahahahahah!

"Che stronzi 'sti due presunti scrittori: com'è che si chiamano? Ford e Cannibal? Me li segno sul libro nero!"
The Five-Year Engagement di Nicholas Stoller


Il consiglio di Cannibal: non aspettate 5 anni a vederlo
Commedia romantica prodotta dal buon Judd Apatow e realizzata dalla coppia formata dal regista-sceneggiatore Nicholas Stoller e dall’attore-sceneggiatore Jason Segel, dopo lo spassoso Non mi scaricare e l’un po’ meno riuscito Un viaggio con una rock star.
Ho già visto questo film e devo dire che funziona abbastanza bene la parte romantica, meno quella comica. Un po’ come Ford: è un gran romanticone, nonostante cerchi di spacciarsi invano come un duro, però a far ridere proprio non è capace!
Una visione comunque piacevole e guardabile, al contrario del blog WhiteRussian che meriterebbe un restyling ahahah (cosa che io farò presto con una nuova immagine d’apertura, se il mio grafico di fiducia me la prepara…).

Recensione cannibale prossimamente.
Il consiglio di Ford: con il Cannibale non sono cinque anni, ma la
crisi si affronta ogni giorno!
Come chi frequenta il Saloon sa bene, Apatow è uno dei protetti di
casa Ford, dunque anche se non sono particolarmente ispirato da questo
titolo, potrei quasi sentirmi di consigliarvelo per una visione
leggera e non troppo impegnativa, un pò come la lettura di Pensieri
cannibali con le sue recensioni dal target sempre più teen.
E se pensate che solo il Cannibale stia lavorando ad un restyling, non
temete: per il compleanno del sottoscritto, come di consueto, anche
WhiteRussian cambierà pelle! 

"Katniss Kid, mi vuoi sposare?" "Stai scherzando!? Io sono promessa solo a Ford o Terrence Malick!"
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...