Ricordo quando, lo scorso anno poco prima dell’inizio della
primavera, affrontai la visione dell’ottimo The end of the tour, che a partire
dalle vicende di David Foster Wallace riuscì, in una particolare sequenza, non
solo a toccarmi nel profondo, ma a rendere più chiara – per quanto non
condivisibile dal sottoscritto - la scelta del mio amico Emiliano, che poco più
di due anni fa decise di suicidarsi senza che nessuno, dai suoi più stretti
conoscenti a sua madre, dai colleghi a noi compari “di vecchia data” si
accorgesse o sospettasse anche solo minimamente.
Wallace, in un passaggio della pellicola appena citata,
suggerisce per spiegare la situazione all’amico giornalista, di immaginarsi di
essere all’interno di un palazzo in fiamme, in una condizione di sofferenza e
terrore così terribili da far apparire un gesto estremo come quello di gettarsi
nel vuoto come una liberazione.
Del resto, nessuno di noi si conosce quanto noi stessi, e a
volte il dolore che si porta dentro finisce per risultare così profondo ed
insanabile da sfociare in gesti definitivi o, in alternativa, nella “follia”:
ma cosa sarà mai, esattamente, questa follia?
E’ una fuga? Un modo che ha la nostra mente di rifugiarsi in
un suo mondo simile al coma per il corpo? Un tentativo di isolarsi in modo da
poter sperare di riparare al danno prima di riprendere a vivere?
Ma soprattutto, essere “folli”, o disperati, o feriti
dentro, dove nessuno potrà vedere all’infuori di noi, esclude la gioia dalla e
della vita?
Personalmente, penso di no.
In fondo, la condizione in cui viviamo, per quanto
drammatica possa essere, e fisica o mentale che sia, è lo specchio del nostro
carattere, della forza che ci permette di uscire fuori, ricominciare, alzare la
testa, prendere una decisione oppure un’altra.
Paolo Virzì, che da queste parti resta amatissimo per
piccoli cult come Ovosodo o grandi film classici come La prima cosa bella – che
resta il lavoro che preferisco del regista livornese – fornisce una sua
risposta con questo La pazza gioia, appoggiandosi a due interpretazioni di straripante cuore fornite da due attrici in grandissima forma – Micaela
Ramazzotti, già protagonista dell’appena citato La prima cosa bella, e
soprattutto Valeria Bruni Tedeschi, che si mangia pellicola, spettatori e chi
più ne ha, più ne metta -, regalando all’audience momenti di grande emozione ed
una storia sentita e profonda, disperata eppure straripante di speranza.
Certo, come molti degli ottimi prodotti italiani usciti
negli ultimi due anni almeno qui nella Terra dei cachi ha finito per essere
sopravvalutato – non è certo una novità, se pensiamo cos’è accaduto al Cinema
da Qualcuno volò sul nido del cuculo in poi, l’utilizzo della follia e del suo
ruolo in chi la vive sulla pelle e spera un giorno di reinserirsi nella società
– dalla critica più giovane – nella blogosfera ho letto recensioni che ne
parlavano come di qualcosa di enorme, mentre come ho già sottolineato, a mio
parere Virzì ha saputo fare anche di meglio in passato – così come da quella
storica – assurdo e campanilista pensare, ad esempio, che per gente come
Mereghetti questo film sia uno dei più belli degli ultimi anni salvo poi
bocciare cose come Alabama Monroe accusandole di sfruttare il dolore per
raccontare una storia -, ma sarebbe ingiusto nei confronti del grande lavoro
del regista e delle due protagoniste non dare credito a quello che, senza
dubbio, rappresenta uno dei capitoli più intensi e profondi del Cinema italiano
recente, che resta per me ancora qualche passo indietro rispetto ad Europa,
Oriente ed USA ma che ha mostrato, anche grazie a quelli che sono destinati a
diventare cult negli anni come La pazza gioia segnali di una ripresa che, lo
spero sempre, possa riportare la produzione nostrana ai livelli degli anni
sessanta e settanta, quando al mondo non c’era nessun Paese che poteva vantare
una formazione di registi e produzione di Capolavori come la Nostra.
In attesa di quel momento, ringrazio e mi godo storie
come questa, raccontate con il cuore e con il cuore portate sullo schermo,
pronte a regalare emozioni profonde e mostrare un altro
pezzo del grande mondo che abbiamo dentro, anche quando pare
perfino peggio di quello che ci attende ogni giorno al varco fuori.
L’importante sarà affrontarlo a testa alta e con un po’ di
sana follia.
MrFord
Si ottimo film, presto ne parlerò anche io alla fabbrica, apprezzo molto Virzì sin dalla sua pellicola d'esordio La Bella Vita, che ti consiglio di vedere se non l'hai già fatto, ci sono Sabrina Ferilli e Massimo Ghini, è una storia molto toccante che spero di ri-vedere per poi recensire alla fabbrica ^_^
RispondiEliminaLa bella vita mi manca, lo segno.
EliminaVirzì, del resto, raramente sbaglia. :)
Se non ho pianto a dirotto nel monologo della Ramazzotti sul lungo mare, probabilmente, è perché ero al cinema in una sala pienissima. Ma lo ricordo bene, il monologo e tutto il film. Rivedrò per rendere meglio. :-P
RispondiEliminaLa sala pienissima aiuta a contenere, in certi casi.
EliminaHo ben presente il fenomeno. ;)
Io faccio parte della critica più giovane (relativamente) che l'ha esaltato alla grande.
RispondiEliminaPer me superiore a gran parte dei filmetti americani in circolazione. E pure agli altri lavori (che pure mi piacciono) di Virzì.
Questa volta non siamo così d'accordo, tié. ;)
Ahahah sono d'accordo sul relativamente giovane, dato che ormai sei tutto tranne che un ragazzino. ;)
EliminaPer il resto, con modalità diverse, purtroppo però il film è piaciuto ad entrambi. ;)
su Virzì siamo pienamente d'accordo...
RispondiElimina"La pazza gioia", che mi ha conquistata completamente, grazie sopratutto all'interpretazione pazzesca e viscerale della Bruni Tedeschi, la quale non sembra il personaggio, ma una trasfigurazione stessa della sua realtà...
"Ovosodo" lo so a memoria, "La prima cosa bella" mi ha fatta piangere come pochi altri film devo dire...
Virzì è uno dei registi italiani più solidi e di cuore, e fortunatamente lo dimostrano i suoi lavori.
EliminaVirzì non si smentisce mai. Anche se l'ho recuperato dopo, ho apprezzato molto "La pazza gioia"
RispondiEliminaAnch'io, come vedi, l'ho recuperato in ritardo ed apprezzato. :)
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