Una delle prime cose che ricordo dei tempi dell'amicizia con Julez fu il suo dichiarato amore per il mare, almeno quanto del profumo di una chioma che pareva una criniera ed una lingua lunga che era quasi impossibile mettere a tacere: quando, una volta iniziato il nostro viaggio insieme, affrontammo le prime vacanze, ed i viaggi, potei sperimentare sulla pelle quell'amore.
In tutta onestà, non ho mai conosciuto nessuno a suo agio quanto lei in acqua, quasi fosse un ambiente più confortevole e consono della terra sulla quale camminiamo ogni giorno della nostra vita: io nuoto e mi arrangio senza nessun timore, posso sperare di vantare una certa tenuta atletica, eppure se mi immergo e devo fare i conti con l'apnea o la respirazione, vado in corto circuito.
Tendenzialmente, non tengo neppure troppo gli occhi aperti, una volta in immersione.
Ricordo le risate che - sue, soprattutto - giunsero quando, in Australia, sulla barriera corallina di Green Island, tentai una goffa esperienza di snorkeling - e non parliamo di spedizioni negli abissi, sia chiaro -, o sempre nel continente down under cercai con altri di salire controcorrente una cascata in un fiume nel Kakadu National Park - fallendo dopo aver bevuto un paio di litrazzi d'acqua -.
Il tutto mentre lei pareva, come spesso si definisce, una sirena.
La visione di Oceania è stato in parte come rivivere quei momenti, ora che gli anni mi hanno reso sensibilmente più grosso di quando ci siamo conosciuti ed i nostri battibecchi, ancora oggi, paiono gli stessi di Maui e Vaiana - modificato per l'occasione dall'originale Moana, effettivamente poco vendibile qui in Italia -, il primo istintivo e pasticcione, la seconda volitiva e decisa a trovare e percorrere la sua strada: ma la bellezza dell'ultimo lavoro della premiata ditta Musker e Clemons non si limita alla capacità di evocare ricordi ed emozioni in questo vecchio cowboy.
Perchè Oceania, oltre a vantare un comparto tecnico pazzesco - ormai anche in casa Disney possiamo ritrovare la meraviglia dell'animazione offerta dagli standard Pixar -, un gran bell'adattamento - per una volta - ed una bellissima colonna sonora, è un viaggio che tocca corde di modernità e riconoscimento del ruolo della donna nella società e nel mondo che porta ad un altro livello quello già analizzato negli ultimi anni - Ribelle e Frozen sono forse i due esempi più importanti - dalla grande D, un'avventura di formazione che coinvolge e colpisce a qualsiasi età, commuove con la figura - splendida - della nonna di Vaiana e strappa sorrisi grazie ai botta e risposta tra i due protagonisti, fino a regalare un crescendo finale visivamente strepitoso grazie alla battaglia con Teitani ed alla risoluzione della stessa, quasi una lezione di umanità ed ecologia, ed un monito al rispetto non solo del nostro pianeta ma anche e soprattutto della figura della Madre e della Donna, divinità che, come la Terra, è creatrice di vita, e se privata del suo cuore finisce per diventare una potenza distruttrice che nessun uomo da solo potrà mai affrontare.
E sono stato molto fortunato, a poter godere di un'esperienza di visione come questa accanto a Julez ed ai Fordini - nonostante sia curioso che il momento più apprezzato dal Fordino sia stato quello del "mondo dei mostri", unica parentesi a mio parere davvero stonata con la liricità del resto del film aggiunta probabilmente proprio per intrattenere il pubblico più piccolo - in una sala praticamente deserta - "Che bello vedere i film solo noi!" ha sentenziato AleLeo - il pomeriggio della vigilia di natale: perchè ho potuto solleticare lo spirito di viaggiatore dentro di me, immaginarmi bambino, uomo ed un giorno vecchio, sperando di poter essere un esempio come quello della nonna di Vaiana per i miei nipoti, vedere i miei bambini accanto a me e commuovermi anche per quelle scene che loro comprenderanno soltanto tra molti anni, e vedere la magia negli occhi e nei capelli di quella sirena che è entrata nella mia vita ormai quasi undici anni fa e destinata, in un modo o nell'altro, risate da snorkeling o scontri all'ultima parola, a restarci per sempre.
Oceania definisce, una volta ancora e con una profondità oceanica, il concetto di donna e di madre.
Ed avere la fortuna di viverlo accanto ad una Donna ed una Madre, rende tutto ancora più magico.
MrFord
Uh, Madonna!
RispondiEliminaE figuriamoci se non iniziavi l'anno esaltando una disneyata... :)
Quando la disneyata è di valore, non posso fare altro! ;)
EliminaL'ho trovato molto carino. Forse parte troppo lento, ed è leggermente meno profondo di alcune pellicole Disney (vedi la recente Zootropolis)... Ma lo considero un ottimo film. Vaiana è personaggio ben riuscito, che va oltre lo stereotipo femminista. Accontenta tutti!
RispondiEliminaA me è parso, invece, più profondo di Zootropolis, che già era un gran bel prodotto: forse più classico, ma non per questo meno valido. :)
EliminaBellobellobello! Mi sarebbe piaciuto forse un po' più di profondità nella storia di Maui, desideroso di consenso dopo l'abbandono, ma siamo pur sempre in in Disney Princess. Gran colonna sonora che qui a casa è già tormentone
RispondiEliminaConcordo su tutto, e ti dirò: secondo me Maui va bene così, essendo una rappresentazione maschile, ci sta che sia un pò superficiale. ;)
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