Era il settembre del duemilasei, nel pieno del periodo più wild della mia vita, e mi trovavo in Irlanda con il mio amico Emiliano: decidemmo, giusto per non stare sempre appiccicati alle due fanciulle che rimorchiammo a Galway, di farci una bella gita per ammirare il Connemara, spendendo praticamente tutto quello che avevamo a disposizione per quella giornata per mangiare - un favoloso brasato, devo ammettere - e per il pullman.
Con ancora negli occhi la bellezza strepitosa delle scogliere di Moher, l'autista fece tappa in una miniera che tutti gli altri partecipanti al viaggio organizzato ebbero l'occasione di visitare, mentre noi poveracci in canna optammo, nell'attesa, per un giro tra i negozi di souvenir ed un the nella caffetteria appena fuori dalla miniera stessa: proprio tra le cartoline, credo complice il brasato citato poco fa, cominciai a dare sfogo all'aria irlandese che si muoveva nelle mie parti basse, suscitando la furia di Emiliano che abbandonò il negozio per evitare di morire soffocato, andando a sedersi direttamente nella caffetteria, dove lo raggiunsi una volta conclusa la tempesta.
Lo scenario, a quel punto, era questo: tavoli tutti vuoti tranne uno, composto da una molto composta famiglia - padre, madre, figlia adolescente -, non troppo lontano dal nostro, e su ogni tavolo una zuccheriera, una piccola caraffa con il latte e tovaglioli.
Emiliano ordina un caffè americano, io the e muffin al cioccolato: si chiacchiera e si ride ancora per quello che è accaduto nel negozio qualche minuto prima, si alza un pò la voce tanto da notare l'irritazione negli occhi di mammina e papino e, forse, un velo di terrore in quelli della ragazzina, neanche fossimo i rednecks di Un tranquillo weekend di paura.
A un certo punto, una risata un pò troppo fragorosa lascia partire un altro missile degno di quelli sganciati tra i souvenir, innescando la protesta accesa di Emiliano per la puzza pestilenziale, mentre il sottoscritto cercava di contenere le risa, ormai fuori controllo: all'apice di questa nuova, clamorosa sequenza, doppio colpo mortale risata sguaiata/peto roboante, proprio mentre un asteroide che faceva un tempo parte del muffin al cioccolato esce dalla mia bocca entrando in orbita prima di ricadere, canestro perfetto, nella piccola caraffa del latte sul nostro tavolo.
Io mi contorco, Emiliano non resiste, e fuggendo dalla caffetteria ribalta la sedia dove stava sotto gli occhi sconcertati della famiglia Bradford versione irish.
Ho impiegato circa venti minuti per riprendermi e raggiungerlo all'esterno.
Questo ricordo, come tutti quelli di quel viaggio fantastico, ora è soltanto mio.
E' soltanto mio dalla notte tra il tredici ed il quattordici febbraio duemilaquindici, quando Emiliano ha deciso di togliersi la vita.
Questo aneddoto è una delle cose che mi sono passate per la mente guardando Swiss Army Man.
Mi sono anche passati per la mente l'amore, l'amicizia, il valore e l'importanza della libertà di essere come siamo, soprattutto con chi amiamo, perchè proprio con loro possiamo godere dell'essere noi stessi fino alla fine, scoreggione comprese, una colonna sonora stupenda, trovate che farebbero invidia al miglior Gondry, quanto cazzo sono stati bravi Radcliffe e (soprattutto) Dano, con quell'espressione tra la timidezza e l'orgoglio di fronte al complimento ricevuto dal suo nuovo, inseparabile amico.
Mi è passato per la mente "porca puttana, che film grandioso".
Mi è passato per la mente che se non fossi stato sul tappeto a giocare con i bimbi in stereo con Julez già in lacrime sul divano, mi sarei fatto uno di quei pianti liberatori che sono come il vento in faccia, una scopata, il segno che sì, stai vivendo, e lo stai facendo il più profondamente possibile.
Mi è passato per la mente che Swiss Army Man fosse una delle storie di amicizia più commoventi, poetiche e stramaledettamente vere che il Cinema abbia mai regalato al suo pubblico.
E non parlo di questa stagione, o degli ultimi anni. Di sempre.
Da quel cellulare rimbalzato tra i ricordi di uno e dell'altro, alle geniali trovate dell'autobus e del "cannone", dalla lotta con l'orso pronta a mangiarsi in un boccone tutto il realismo di qualsiasi Revenant con la forza della pancia - in tutti i sensi -, dall'isola deserta alla città piena di gente.
Mi è passato per la mente Emiliano, che è morto nella vasca da bagno, e chissà che non abbia deciso di salutare chi ha pensato di giudicarlo per la scelta che aveva fatto con una scoreggiona come quelle che ho mollato io, quel giorno, in quella caffetteria, nel cuore dell'Irlanda che è stato proprio grazie a quel viaggio uno degli amori della sua vita.
Mi è passato per la mente che durante quel viaggio abbiamo riso, bevuto, letto, ascoltato musica, scritto, pensato a cosa avremmo fatto al nostro ritorno, scopato, siamo passati dal quasi calcio in faccia che mi presi la seconda sera a Dublino al penultimo giorno, quando Tommy, irlandese sposato ad un'italiana in gita di piacere nella sua terra cercò di trattenerci al tavolo con lui e due obese vestite come puttane da Far West offrendoci un drink dopo l'altro grazie alle vincite al gioco - almeno così ha dichiarato -.
Tutti quei ricordi, oggi, sono solo miei.
Ed ora, con Swiss Army Man negli occhi e nel cuore, e la coscienza di aver avuto la fortuna di trovarmi di fronte ad un cazzo di fantastico Capolavoro, e le lacrime che scendono, davanti allo schermo del computer sul quale scivolano via queste parole, mi passa per la mente un'altra cosa.
E' stato bellissimo.
Vorrei che ci foste stati anche voi.
Vorrei che ci foste stati anche voi.
MrFord
Post bellissimo e film non da meno.
RispondiEliminaCome sai, l'ho adorato anch'io. E tu che avevi dubbi! ;)
Se fosse sempre così, vorrei dubitare ogni giorno! :)
EliminaCome scrissi questo è un film superiore.
RispondiEliminaNon è questione di bellezza o giudizio, è semplicemente superiore.
E te hai scritto uno dei tuoi più bei post che ho mai letto.
Quello che meritava
un abbraccio
Più che superiore.
EliminaAnche il tuo post era una bomba.
Dev'essere il film che veicola bene.
Ricambio. :)
Eh già capolavoro vero, davvero bello e full of life... una gioia per gli occhi e per il cuore.. da rivedere subito!
RispondiEliminaOmaggio a jurassic park dritto nell'olimpo delle citazioni ;)
Full of life davvero, Fratello.
EliminaMagari un giorno ce lo rivediamo insieme. ;)
Quattro bicchieri a uno dei film più cannibali dell'anno e forse di sempre?
RispondiEliminaQuesto si che è uno shock, uno shock piacevole. :)
Comunque bel post, una volta tanto ahahah.
Un post scoreggione e quasi commovente.
Ho detto quasi. ;)
Se tu quasi ti commuovi per un post fordiano, lo shock piacevole è anche il mio! ;)
EliminaAnch'io ho accompagnato la visione con una frignata galattica(che sorpresa,eh!),veramente un film molto molto molto più profondo di quel che mi aspettavo quando il Khal mi ha proposto "un film con Harry Potter morto che scoreggia" ;)
RispondiEliminaPeccato però(scusami se mi permetto), averlo guardato con mezzo occhio,facendo altro.
Questo film meritava tutta la tua attenzione ;)
Anche con mezzo occhio mi è rimasto dentro ed è volato tra i miei film preferiti di sempre.
EliminaAd ogni modo, lo rivedrò di sicuro.
Sei anche tu la prova vivente che una scoreggia può commuovere.
RispondiEliminaBellissimi ricordi, bellissimo, issimo, film.
Chapeau :)
Bellissimo, issimo, film. Davvero.
EliminaE la vita è così, in fondo.
Scoreggione, risate e lacrimoni.
Grazie. :)
... <3
RispondiEliminaNon so bene cosa significhi quel simbolo, ma grazie comunque sulla fiducia! :)
EliminaIl Cinema, per me, deve essere cuore e pancia.
RispondiEliminaAlmeno, quello che mi resta dentro.
Grazie! :)
post bellissimo, film che ancora oggi mi risulta difficile valutare e cambio opinione ogni volta che leggo un nuovo post :-)
RispondiEliminaGrazie per i complimenti al post, sul film, per me, nessun dubbio: uno degli esperimenti più geniali e poetici degli ultimi anni.
EliminaE' un gioiellino!
RispondiEliminaE' la cosa più originale che abbia mai visto :D
Stupendo davvero.
EliminaUn gioiellone. ;)