domenica 28 settembre 2014

La città incantata

Regia: Hayao Miyazaki
Origine: Giappone
Anno: 2001
Durata: 125'


 

La trama (con parole mie): la piccola Chihiro, alle prese con un trasloco che non vuole ed in viaggio verso la sua nuova casa in campagna, si imbatte con i genitori in uno strano parco divertimenti deserto. Quando il padre e la madre cadono vittime di un incantesimo trasformandosi in maiali e Chihiro viene guidata dal giovane Haku in un mondo di spiriti e strane creature e viene ribattezzata Sem ed assunta in un complesso termale all'interno del quale si rilassano entità provenienti dalle differenti realtà, il suo confronto con la strega Yubaba e la sua gemella Zeniba diviene fondamentale per ritrovare la strada per il mondo che conosce e salvare i suoi genitori.
Riuscirà la bambina a trovare la via per l'equilibrio e lasciare il segno da una parte e dall'altra della realtà?






Lo Studio Ghibli, e Hayao Miyazaki, sono una realtà consolidata e celebrata in tutto il mondo, ed uno dei fiori all'occhiello della settima arte tutta: come spesso mi capita di citare, addirittura un Maestro come Kurosawa dichiarò in un'intervista che il paragone tra lui stesso e Miyazaki risultava riduttivo per quest'ultimo.
Una cosa non da poco, per un regista di "semplici" cartoni animati. E per un regista in generale.
La città incantata - primo, a quanto mi risulta, lungometraggio d'animazione a vincere il premio più prestigioso ad un grande Festival, nello specifico l'Orso d'oro a Berlino -, considerato da molti il Capolavoro del grande cineasta, la summa della sua opera, è un affresco meraviglioso per le suggestioni ed i colori, i paesaggi, i temi trattati, l'universalità dei temi - uno dei più grandi pregi di Miyazaki è la sua capacità, tratto distintivo dei grandi narratori, di parlare a tutte le latitudini ed età -, segnato da una vena dolce, speranzosa ed al contempo malinconica come la maggior parte dei suoi lavori, eppure, lo ammetto, continua a non essere di gran lunga il mio personale favorito.
Forse troppo ineccepibile, forse, effettivamente, un cocktail clamorosamente perfetto della poetica del suo autore, non sono mai riuscito a trovare in questa che è e resta, di fatto, una meraviglia, il cuore di Porco Rosso, la semplicità assoluta e disarmante del meraviglioso Totoro, la passione bruciante di Mononoke.
Senza dubbio, a partire dal tema del rapporto genitori/figli - dalla protagonista Chihiro alla strega Yubaba - alla meraviglia dei paesaggi offerti dal mondo "dall'altra parte", dalla varietà di personaggi e caratteri - che si tratti della fugace apparizione dello Spirito del ravanello allo sfaccettato e senza dubbio vero jolly della pellicola Senza Volto -, fino alla cornice da togliere il fiato offerta dalla brulicante struttura termale al mondo come spesso accade nelle opere del già leggendario Hayao basato e strutturato principalmente sull'acqua, tutto è un restare a bocca aperta, nella speranza che il cuore si lasci trasportare dalle gesta di una protagonista femminile - altro tratto distintivo dell'opera del regista - pronta a ritagliarsi un ruolo forse non di primo piano, eppure fondamentale per il suo mondo, a prescindere da quale quest'ultimo sia.
Dunque, potrebbe apparire decisamente strano che qui al Saloon si decida di mettere La città incantata un gradino sotto - sempre che di "sotto" si possa parlare, per lavori di questo calibro - altri titoli meno celebrati di Miyazaki, lanciando di fatto una sorta di sfida alla critica illustre che proprio grazie al successo di questo film ha riscoperto un nome che in Giappone era considerato intoccabile da quasi un ventennio: eppure, con il cuore in mano - e quattro visioni alle spalle - posso affermare che l'innamoramento che di consueto provo quando mi trovo di fronte ad un lavoro targato Ghibli in questo caso ha faticato - come ad ogni passaggio in casa Ford - a farsi strada nel mio cuore, finendo per "ridursi" al finale per sancire la sua indiscutibile grandezza - ed in particolare, allo stupendo viaggio sulla ferrovia di Sen/Chihiro e della sua improvvisata brigata -.
Certo, ci sarebbero da analizzare tutte le derivazioni culturali e le ispirazioni di un mondo coloratissimo e fantastico, ribollente, a tratti spaventoso eppure in qualche modo sempre giocoso, e senza dubbio un prodotto come questo apre la strada ad articoli, recensioni fiume, saggi e chi più ne ha, più ne metta: ma in un momento, chiudo gli occhi e torno con la mente a Totoro, alla poesia e alla bellezza delle piccole cose, e penso che allora il ritorno di Chihiro al suo mondo, alla realtà, a quello che sta da questa parte, benchè segnato nel profondo dalla magia dell'altra, sia più che giusto.
Naturale.
Ed è per questo che, alle spalle i postumi della sbronza di colori e stupore che La città incantata saprà sempre regalare e regalarmi, continuerò a pensare che il meglio di questo strepitoso regista non si trovi nelle gesta mirabolanti e strepitose dell'energica e piena di sorprese Chihiro.



MrFord



"Centuries are what it meant to me
a cemetery where I marry the sea
stranger things could never change my mind
I've got to take it on the otherside
take it on the otherside
take it on
take it on."
Red Hot Chili Peppers - "Otherside" - 




13 commenti:

  1. E' stato il primo film di Miyazaki che ho visto e ricordo che mi è piaciuto moltissimo.. dovrò per rivederlo ora che li ho visti tutti per poter fare anch'io un confronto serio ;)

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    1. Film bellissimo, come del resto tutti quelli del Maestro.
      Rivederli serve giusto per goderseli e scoprire i propri preferiti.

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  2. il capolavoro assoluto di miyazaki. superiore a tutti i suoi altri film, non c'è niente da fare.
    ha un qualcosa di incantato che gli zozzoni come te non possono vedere manco dopo mille visioni, ford hahahah :D

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    1. Forse è un film per i delicati pusillanimi come te, per questo che lo consideri il suo Capolavoro! ;)

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  3. Splendido e indimenticabile! Comprendo il tuo personale punto di vista, ma... Niente da fare: resta il mio film d' animazione preferito di sempre, e non solo del grande regista giapponese, ma in assoluto! :D

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    1. Sul miglior film d'animazione in assoluto non saprei, non è proprio una cosa da poco: senza dubbio, però, capisco come possa essere considerato il proprio preferito del vecchio Hayao.

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  4. Uno dei pochi che mi mancano del maestro. Chissà quale sarà il futuro dello studio Ghibli senza di lui...

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    1. Effettivamente senza di lui sarà dura, speriamo bene.
      E lo dico anche rispetto al Cinema d'animazione.

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  5. Allora devi definirmi pusillanime, insieme a "Mononoke hime" è il suo che preferisco XD

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    1. Ahahahah strano che siano i tuoi due preferiti, io li considero molto diversi: questo è delicato, magico, quasi etereo, mentre Mononoke è il più passionale dei lavori del Maestro.

      E pusillanime è ormai l'appellativo perfetto per il Cannibale: impossibile rubarglielo! ;)

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  6. A dire il vero è uno degli ultimi che ho visto.
    E' stupendo come gli altri!

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    1. Stupendo davvero: semplicemente, per me non è il migliore! :)

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  7. Personalmente adoro La città incantata (che è anche stato il primo film di Miyazaki che ho visto e ha per me un valore affettivo particolare) ma trovo che sia il più fantasy dell'opera del maestro. Mi spiego. A prescindere dalle ambientazioni e dai personaggi fantastici che operano i suoi film, in questo Miyazaki rinuncia al retrogusto amaro che caratterizza praticamente sempre la sua produzione (persino in Totoro, in cui la madre delle ragazze rimane in sanatorio) per creare un happy ending completo ^^

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