Regia: Rupert Sanders
Origine: Usa
Anno: 2012
Durata: 127'
La trama (con parole mie): ispirata dalla nota fiaba, questa nuova incarnazione gotica e guerresca di Biancaneve vede la giovane principessa tenuta prigioniera per tutta la sua adolescenza dalla perfida regina Ravenna, giunta a sedere sul trono del regno una volta eliminato il padre della ragazza.
Fuggita dal castello, sulle sue tracce viene sguinzagliato un cacciatore vedovo ed ubriacone, unico a conoscere a fondo la foresta maledetta all'interno della quale Biancaneve ha trovato rifugio: l'incontro tra i due porterà ad un'alleanza destinata a coinvolgere nella lotta contro il potere oscuro di Ravenna i nani e gli abitanti della foresta così come del regno, ansiosi di porre fine al dominio della donna eternamente giovane e dei suoi biechi tirapiedi, primo fra tutti il suo stesso fratello.
Ci sarà tempo per sacrifici, magie, amori, mele avvelenate e battaglie prima del confronto finale e dell'ovvio trionfo del Bene sul Male.
Passate - o quasi - le mode dei supereroi e dei vampiri, questo duemiladodici pare proprio essere l'anno dei ripescaggi dal bacino - a dire il vero enorme - delle favole: ovviamente, una delle protagoniste di questo nuovo trend non poteva che essere Biancaneve, forse la principessa più amata dal pubblico dai tempi dell'immortale classico targato Disney.
Così, dopo la discreta e timida Snow co-protagonista del serial Once upon a time e la pessima versione di Tarsem Singh è stata la volta di Rupert Sanders - regista esordiente - di portare sul grande schermo le gesta del suo ritratto del personaggio: palesemente influenzato da un gusto dark, lo stesso Sanders sceglie di trasformare la canterina damigella in una guerriera battagliera che deve moltissimo della sua caratterizzazione all'immaginario dei fumetti e del neo-romanticismo che negli ultimi anni ha prodotto, a livello letterario, una dose non indifferente di spazzatura in grado di fare faville soprattutto rispetto alle lettrici adolescenti.
Pur se certamente non nuova, questa versione di Biancaneve risulta comunque leggermente meno irritante di quella opposta a Julia Roberts nella già citata ciofeca firmata Singh, riportando sul grande schermo un contesto fantasy che ricorda molto le meraviglie degli anni ottanta come La storia infinita - palesemente citata nella sequenza della morte del cavallo - e La storia fantastica così come la più recente trilogia de Il signore degli anelli, rispolverando un certo gusto per l'avventura che non dispiace cucito addosso al personaggio e alla sua spalla, un cacciatore con quell'aura da eroe maledetto e solitario in grado di convincere anche la parte maschile dell'audience ad affrontare una visione altresì troppo dipinta di rosa.
La stessa regina Ravenna - interpretata più che bene da Charlize Theron -, mossa da un sentimento di rivalsa verso il genere maschile, il Tempo e la vita in genere, ha tutte le carte in regola per essere quella vecchia stronza che ogni cattiva da fiaba merita di essere, ed il look non solo oscuro ma anche decisamente "liquido" - che la donna condivide con il famigerato specchio - dalle rimembranze in pieno T-1000 style risulta funzionale ed inquietante al punto giusto per renderle il carattere che è mancato sia alla versione shampista della Roberts che a quella finto senza cuore di Lana Parrilla.
Detto così, parrebbe quasi che questo Biancaneve e il cacciatore si possa rivelare come un'inaspettata ficata, ma lungi da me e dalle mie bottiglie metterla in questi termini: il fatto è, infatti, che nonostante il prodotto risulti tranquillamente godibile nel suo essere puro intrattenimento, non esiste nulla che mi possa convincere del fatto che non si tratti di robetta buona giusto per i nostalgici della terrificante epopea twilightiana o per adolescenti in cerca della prima - non troppo convinta - cotta cinematografica o in attesa di sistemarsi ben bene in ultima fila per limonare duro due orette piene.
Tolta, infatti, la già citata Charlize Theron la coppia protagonista Hemsworth/Stewart funziona davvero maluccio, il primo a darsi da fare per un ruolo che avrei visto decisamente meglio sulle spalle di un non più di primo pelo Hugh Jackman e la seconda che continua imperterrita a percorrere la strada di sciapissima predestinata che, al contrario dei nani, non seguirei neppure se, per citare il Cannibale ed il suo libro presto recensito da queste parti, "riuscisse a tramutare l'acqua in birra".
Per il resto, la pellicola risulta una sorta di versione minore delle fiabe dark di Tim Burton - quello vero, non la controfigura da due soldi che ne ha preso il posto negli ultimi anni - filtrata attraverso scopiazzature e citazioni di film più o meno memorabili, dal pessimo Solomon Kane al sottovalutato e decisamente interessante Robin Hood firmato Ridley Scott, per finire con una clamorosa scena-fotocopia della meraviglia di Miyazaki La principessa Mononoke - tutta la sequenza del cervo nel cuore della foresta giustificherebbe un'accusa di plagio da parte del Maestro giapponese -: troppo poco per brillare di luce propria o fare breccia negli appassionati di Cinema più esigenti o nel pubblico che si conceda più della visione di routine nel multisala del weekend.
Certo, gli incassi - almeno in Usa, ma scommetto sarà lo stesso anche qui da noi - hanno già premiato il lavoro di Sanders, tanto che pare sia stato già annunciato addirittura un sequel - del resto, il finale risulta aperto soprattutto rispetto al potenziale triangolo amoroso tra Biancaneve, il cacciatore e l'amico d'infanzia della protagonista William, figlio del Duca alla guida dell'esercito che segna il riscatto del regno rispetto alle forze di Ravenna -, eppure tutto mi fa supporre che meglio di così non si possa fare, considerata la materia a disposizione - in termini di talento, principalmente -.
Di sicuro dunque non tratterrò il fiato in attesa di questo nuovo capitolo, e mi accontento di sapere di essere passato quasi indenne attraverso la visione di questo primo film: poteva andare decisamente peggio.
Chi ha avuto esperienza in ambito twilightiano, sa benissimo di cosa sto parlando.
MrFord
"Two times in.
I've been struck dumb by a voice that
speaks from deep
beneath the endless waters.
Twice as clear as heaven,
twice as loud as reason.
Deep and rich like silt on a riverbed
and just as never ending."
Tool - "Undertow" -
Pur se certamente non nuova, questa versione di Biancaneve risulta comunque leggermente meno irritante di quella opposta a Julia Roberts nella già citata ciofeca firmata Singh, riportando sul grande schermo un contesto fantasy che ricorda molto le meraviglie degli anni ottanta come La storia infinita - palesemente citata nella sequenza della morte del cavallo - e La storia fantastica così come la più recente trilogia de Il signore degli anelli, rispolverando un certo gusto per l'avventura che non dispiace cucito addosso al personaggio e alla sua spalla, un cacciatore con quell'aura da eroe maledetto e solitario in grado di convincere anche la parte maschile dell'audience ad affrontare una visione altresì troppo dipinta di rosa.
La stessa regina Ravenna - interpretata più che bene da Charlize Theron -, mossa da un sentimento di rivalsa verso il genere maschile, il Tempo e la vita in genere, ha tutte le carte in regola per essere quella vecchia stronza che ogni cattiva da fiaba merita di essere, ed il look non solo oscuro ma anche decisamente "liquido" - che la donna condivide con il famigerato specchio - dalle rimembranze in pieno T-1000 style risulta funzionale ed inquietante al punto giusto per renderle il carattere che è mancato sia alla versione shampista della Roberts che a quella finto senza cuore di Lana Parrilla.
Detto così, parrebbe quasi che questo Biancaneve e il cacciatore si possa rivelare come un'inaspettata ficata, ma lungi da me e dalle mie bottiglie metterla in questi termini: il fatto è, infatti, che nonostante il prodotto risulti tranquillamente godibile nel suo essere puro intrattenimento, non esiste nulla che mi possa convincere del fatto che non si tratti di robetta buona giusto per i nostalgici della terrificante epopea twilightiana o per adolescenti in cerca della prima - non troppo convinta - cotta cinematografica o in attesa di sistemarsi ben bene in ultima fila per limonare duro due orette piene.
Tolta, infatti, la già citata Charlize Theron la coppia protagonista Hemsworth/Stewart funziona davvero maluccio, il primo a darsi da fare per un ruolo che avrei visto decisamente meglio sulle spalle di un non più di primo pelo Hugh Jackman e la seconda che continua imperterrita a percorrere la strada di sciapissima predestinata che, al contrario dei nani, non seguirei neppure se, per citare il Cannibale ed il suo libro presto recensito da queste parti, "riuscisse a tramutare l'acqua in birra".
Per il resto, la pellicola risulta una sorta di versione minore delle fiabe dark di Tim Burton - quello vero, non la controfigura da due soldi che ne ha preso il posto negli ultimi anni - filtrata attraverso scopiazzature e citazioni di film più o meno memorabili, dal pessimo Solomon Kane al sottovalutato e decisamente interessante Robin Hood firmato Ridley Scott, per finire con una clamorosa scena-fotocopia della meraviglia di Miyazaki La principessa Mononoke - tutta la sequenza del cervo nel cuore della foresta giustificherebbe un'accusa di plagio da parte del Maestro giapponese -: troppo poco per brillare di luce propria o fare breccia negli appassionati di Cinema più esigenti o nel pubblico che si conceda più della visione di routine nel multisala del weekend.
Certo, gli incassi - almeno in Usa, ma scommetto sarà lo stesso anche qui da noi - hanno già premiato il lavoro di Sanders, tanto che pare sia stato già annunciato addirittura un sequel - del resto, il finale risulta aperto soprattutto rispetto al potenziale triangolo amoroso tra Biancaneve, il cacciatore e l'amico d'infanzia della protagonista William, figlio del Duca alla guida dell'esercito che segna il riscatto del regno rispetto alle forze di Ravenna -, eppure tutto mi fa supporre che meglio di così non si possa fare, considerata la materia a disposizione - in termini di talento, principalmente -.
Di sicuro dunque non tratterrò il fiato in attesa di questo nuovo capitolo, e mi accontento di sapere di essere passato quasi indenne attraverso la visione di questo primo film: poteva andare decisamente peggio.
Chi ha avuto esperienza in ambito twilightiano, sa benissimo di cosa sto parlando.
MrFord
"Two times in.
I've been struck dumb by a voice that
speaks from deep
beneath the endless waters.
Twice as clear as heaven,
twice as loud as reason.
Deep and rich like silt on a riverbed
and just as never ending."
Tool - "Undertow" -
E pensare che ho rispolverato il classico Disney, sicuramente ho fatto benissimo :) cmq vedrò questo film e ti saprò dire :)
RispondiEliminaIl classico Disney è ancora anni luce da tutti i film che ha ispirato.
EliminaAd ogni modo, questo è meno peggio dell'altro, recente Biancaneve.
Già il fatto che la matrigna si chiami come la mia città mi spinge a vederlo. Immagino che sia forte per me sentirlo. Inoltre vado a vedere il film con lo spirito che mi ha indotto a vedere film come Beastly ovvero "Vediamo cosa hanno combinato."
RispondiEliminaP.S.: Il classico disneyano festeggia 75 anni questo dicembre.
Effettivamente il nome Ravenna è molto curioso, e fa strano anche se non si è nativi del posto.
EliminaPer il resto, il film è meno peggio di quello che sembra, ma certamente lontano dal Classico.
Ravenna (inteso come nome della matrigna non della città) deriva da "raven" che vuol dire corvo.
EliminaNelle intenzioni del regista c'era la volontà di distaccarsi dalla mielosità, come l'ha chiamata lui, del film Disney. Devo dire che in parte sono d'accordo.
Ci sono dei momenti che vanno ricordati come la foresta quando Biancaneve scappa, la trasformazione della matrigna (io l'ho vista a 12 anni ne avevo troppa paura), ma non si può dire che il personaggio di Biancaneve sia caratterizzato bene. Piuttosto sono meglio i nani ai quali Disney ha dato loro persino un nome (nella fiaba originaria). C'è anche da dire che Biancaneve rappresenta non solo il primo lungometraggio, ma anche il primo esperimento con personaggi animati che non siano caricaturali. Ci aveva già provato con la Dea della Primavera, una delle Silly Simphonies, ma il movimento era ancora innaturale.
Ormai credo di essere andata O.T. Vabbé
Tranquilla, era interessante questa digressione.
EliminaPoi, certo, pur derivando da Raven, a me Ravenna farà sempre venire in mente Ravenna. :)
E continuerò a considerare il Biancaneve Disney uno dei film d'animazione più inquietanti mai realizzati.
Il cacciatore ubriacone, la regina Ravenna....con un passo in più, avrebbero potuto aggiungere i "Nani di Mantova" di rodariana memoria e il minestrone sarebbe stato perfetto.
RispondiEliminaVoglio pensare che tutte queste "rivisitazioni" cinematografiche della fiaba, siano un omaggio al film Disney...molto più pragmaticamente credo siano il frutto di una estrema penuria di idee originali e sceneggiature intelligenti.
Io avrei aggiunto i nani da giardino, invece! ;)
EliminaSicuramente questo tipo di operazioni sono soltanto commerciali e mosse da carenza di idee, ma almeno non sono dannose, in quanto facilmente dimenticabili! :)
soltanto per la citazione cannibale, direi che questo potrebbe essere uno dei tuoi post migliori di sempre! :D
RispondiEliminaSapevo che quella avrebbe fatto la differenza nel tuo giudizio! Ahahahahah!
EliminaMa è questo che ha la colonna sonora di Florence Welch?
RispondiEliminaNon l'ho ancora visto ma non so come mai mi viene da fidarmi del tuo punto di vista: già dal trailer sembra una cosa alla twilight o per burtoniani-in-cerca-di-un-nuovo-dio
Ale, ti dirò, l'influenza burtoniana all'acqua di rose si vede molto, e il film non è certo memorabile, eppure rispetto a quello di Tarsem è quasi quasi divertente.
EliminaTipica visione estiva pronta ad essere dimenticata appena usciti dalla sala! ;)
sono ancora abbastanza combattuto circa questo film.
RispondiEliminama ti dirò che la biancaneve di singh non mi è dispiaciuta, comunque mi ha divertito.
Frank, io ho trovato il film di Singh agghiacciante.
EliminaQuesto, almeno, resta su un binario fantasy-tamarro che si lascia guardare. ;)
Era già nella lista nera. :D
RispondiEliminaI fumetti di cui parli sono quelli della serie Grimm Fairy Tales della Zenescope (http://en.wikipedia.org/wiki/Grimm_Fairy_Tales_(comics))?
P.S.: in modo molto umile e senza volerti offendere minimamente, vorrei farti notare che, nel giro di 3 righi, hai usato tanti "fatto" e "infatti" tali da risultare cacofonici. ;)
MMS, parlavo dell'estetica da fumetto in generale, ma tu sei stato precisissimo! ;)
EliminaTranquillo per l'osservazione, a volte, soprattutto quando scrivo tre o quattro post in un giorno, mi scappa qualche cacofonia! ;)
Lo guarderei solo perché c'è Nick Frost che fa il nano, per il resto, a partire dall'ambientazione dark, sto film pareva noioso già dal trailer...
RispondiEliminaPS: Ehi, anche a me è piaciuto il Robin Hood di Ridley Scott, pensavo di essere l'unico :)
Simone, in realtà non è così malvagio, si guarda e si dimentica senza troppi problemi, e non è sgradevole come quello di Singh.
EliminaIncredibile scoprire che siamo d'accordo su un film criticatissimo come il Robin Hood di Ridley Scott! :)
Ok, lo ammetto: l'ho visto.
RispondiEliminaEffettivamente anche io pensavo peggio, ma mi sono dovuto ricredere, infatti la verve comica della stewart regge per tutto il film, con quella sua faccia totalmente inespressiva riesce a risultare inutilmente spaesata in qualsiasi situazione, rendendo evidente questa sensazione di "fuoriluogo" che eleva la semplice comicità al più alto grado di sottile ironia.
Magistrale la scena in cui Biancaneve chiede al cacciatore cosa sia un ponte e, di seguito, gareggia con un troll a chi ha l'alito più pestilenziale (SPOILER: ovviamente vince lei).
Bert, la Stewart ormai è una garanzia, da questo punto di vista.
EliminaSono rimasto stupito rispetto al fatto che non sia riuscita a compromettere completamente il film! :)