domenica 18 luglio 2010

Il barbiere di Siviglia

Come il teatro, seppur attraverso una poetica e un approccio differenti, anche l'opera rappresenta, a tutti gli effetti, il Cinema prima del Cinema.
Da sempre, complice il mio amore per Mozart e per Amadeus che fu all'origine dello stesso, le grandi opere hanno esercitato un fascino particolare sul sottoscritto, anche se fino all'inizio di quest'anno non avevo ancora avuto modo di provare l'emozione dal vivo.
Dopo un'adeguata preparazione - Jules docet - a febbraio è stata la volta del Rigoletto, che ho gustato fino in fondo con un piacere che non avrei mai sospettato di provare, godendomi ogni parte dell'evento, dai posti all'ultimo "anello" della Scala ai fischi all'antagonista di Rigoletto, giudicato malissimo dai loggionisti.
Ieri, invece, è stata la volta de Il barbiere di Siviglia che, già di partenza, aveva molti punti a favore in quanto opera comica, e, in arrivo, ha confermato l'ottima impressione che avevo avuto con Rigoletto.
L'opera a teatro rappresenta più un'esperienza che non una semplice visione - o ascolto -, legata all'atmosfera, alla forma degli interpreti, alle reazioni del pubblico più che non alla trama e alla vicenda prese a loro stanti: se, poi, il caso vuole che sostituiscano il tuo posto all'ultimo anello con un palco - pur se laterale - che i protagonisti sono in serata, la regia interessante e le scenografie ottime, non si può fare altro che gustarsi lo spettacolo, il momento e la compagnia, antipasto di ciò che sarà la serata una volta innestata la modalità festa alcoolica - consultare post "The hangover" -.
Tornando al barbiere, e rimanendo il più profano possibile - anche perchè in questo caso non potrei permettermi di essere tecnico -, posso dire di essermi immerso totalmente nello spirito allegro ed ammiccante della rappresentazione grazie ai siparietti orchestrati da Figaro e Lindoro, alle reazioni di Bartolo e Basilio e alle arie - famosissime - del factotum e della calunnia.
Una sorta di commedia degli equivoci in musica, che se fosse un film sarebbe ottimo nelle mani di Howard Hawks o Pedro Almodovar, e che regala uno dei personaggi più riusciti del mondo operistico, quel Figaro un pò guascone e un pò approfittatore che sarebbe stato benissimo come Amadeus.
Anche se l'impressione è che lui, quella fine tormentata, non l'avrebbe proprio fatta.

"Ah bravo Figaro, bravo bravissimo!
ah bravo Figaro, bravo bravissimo!
A te fortuna, a te fortuna, a te fortuna non mancherà!"
MrFord

2 commenti:

  1. Grazie per venire a spasso con me.
    Ti amo ti amo ti amo

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  2. Vengo dappertutto, con te, anche a Siviglia senza barbiere!
    Tanto i capelli me li tagli tu!

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