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domenica 23 novembre 2014

Ford on V-Quadro


La trama (con parole mie): la giornata di domani segnerà un piccolo avvenimento per il Saloon. Grazie ai ragazzi dell'ottima V-Quadro, infatti, questo vecchio cowboy esordirà, di fatto, in radio, seppur letto dalle voci decisamente più interessanti dei protagonisti di questa realtà unica nel suo genere. Seguite dunque queste nuove avventure lungo la Frontiera grazie alle trasmissioni di questi nocchieri dell'etere a partire dalla (re)visione di quello che è un vero e proprio cult del Cinema e della Musica, il Rocky Horror Picture Show.






Così come per il Cinema e le scoperte che è in grado di riservare, in questi anni la blogosfera è stata una vera e propria miniera di stimoli personali, dagli esperimenti legati alle recensioni di lavori firmati da giovani registi alle collaborazioni esterne: l'ultima in ordine di tempo ad esordire su queste pagine sarà quella con V-Quadro, network radiofonico che, come fosse uno scatenato bartender dietro un bancone di saloon, si diverte ad assemblare cocktails composti da settima arte e musica.
A dare una mano in questo processo il qui presente vecchio cowboy, che con la giornata di domani segnerà il suo esordio in questo nuovo mondo, al lavoro sui testi che verranno interpretati proprio nel corso delle trasmissioni: se doveste capitare da quelle parti, o avete voglia di scoprire una nuova incarnazione fordiana ed una realtà interessante come quella di questa radio, allora correte a consultare i seguenti link, in modo da partire con una base perfetta per l'ennesima sbronza che queste parti si preparano a sponsorizzare.
Appuntamento dunque a domani con uno dei pezzi da novanta dei musical di tutti i tempi: il Rocky Horror Picture Show.


MrFord


Sito:  www.v-quadro.com
 
 
 
 
 

domenica 26 gennaio 2014

Storia di uomini invisibili

La trama (con parole mie): molti di noi bloggers, cinematografici e non, siamo mossi, nel momento in cui ci mettiamo alla tastiera, dalla voglia e dalla necessità di comunicare, sperando che un giorno o l'altro, e in una forma o l'altra, questo continuo digitare possa diventare la nostra professione.
Non è da meno, in questo senso, Giacomo Festi, autore di Recensioni ribelli lanciatosi da poco sul mercato editoriale con questo Storia di uomini invisibili, una storia di demoni interiori e solitudine che ha come protagonista un giovane che, una volta persa la strada che credeva propria, dovrà lottare soprattutto con se stesso per riscoprire la sua identità prima che scompaia.




E' consuetudine buona e direi anche giusta, tra occupanti della Blogosfera e viaggiatori di Frontiera, darsi una mano l'un l'altro quando si tratta di spingere progetti che potrebbero in qualche modo essere importanti per il nostro futuro: approfitto dunque di un momento di pausa dal Cinema per pubblicizzare il lavoro di recente dato "alle stampe" da Giacomo Festi, Storia di uomini invisibili, un viaggio nella psiche e nelle profondità umane - con un'importante fetta costituita dal complesso rapporto tra padre e figlio - più vicino al racconto lungo che non al romanzo, a metà tra la fantasia e la critica sociale, che potrete ritrovare con tutti i dettagli per l'acquisto a questo indirizzo.
Le idee sono interessanti, così come i temi trattati e la contaminazione di generi, dal surreale all'estremamente vero disagio che spesso e volentieri si può avvertire per le strade, sui mezzi pubblici, sul luogo di lavoro, a volte perfino tra le mura della propria casa: gli angoli da smussare non sono pochi, e la strada di Giacomo verso la piena maturità artistica ed autoriale è ancora lunga, ma del resto essere giovani serve anche a farsi le ossa, e scrivere e scrivere ancora è una palestra necessaria per poter formare i muscoli creativi del futuro.
Dunque, proprio per sostenere il cammino del nostro Jean Jacques - per come lo conosciamo da queste parti - fate un salto virtuale ad acquistare la sua opera d'esordio e lasciatevi trascinare dalla vicenda di Tommaso Bernini, trentenne trascinato in un buco così nero da perdere tutto quello che pensava di avere ritrovandosi a dover ricostruire un'esistenza intera a partire dallo zero assoluto: l'essere "invisibile".
In un noto cult movie si recita una frase altrettanto cult: "Ci sono cose che voi umani non potete neanche immaginare".
Ma ci si può sempre provare.



MrFord



"I'm the invisible man I'm the invisible man
incredible how you can see right through me
I'm the invisible man I'm the invisible man
it's criminal how I can see right through you."
Queen - "The invisible man" -



martedì 19 marzo 2013

Gae and me

La trama (con parole mie): essendo entrato a far parte del prestigioso club dei papà, approfitto del giorno della "nostra" festa per dare spazio ad una graditissima collaborazione, quella con Gae, da tempo frequentatore del Saloon nonchè firma autorevole - la più autorevole, oserei dire - dei blog a tema paternità.
Per l'occasione abbiamo deciso di partire da un campo in cui il sottoscritto potesse mettere la sua esperienza - il Cinema - per affrontare tematiche "di famiglia" delle quali il veterano Gae è sicuramente garanzia: ecco dunque una carrellata di titoli che hanno segnato - e segneranno - le prime visioni "father&son".



Ci sono persone con cui nella vita si ha condiviso tutto: la scuola, le avventure, i film visti ed i libri letti. Ce ne sono altre che non abbiamo mai incontrato.
Poi è arrivato internet a farci scoprire che c'è qualcuno che non abbiamo mai incontrato che però ha in comune con noi tantissime cose.
È quello che mi è capitato quando ho incrociato per la prima volta la rotta di WhiteRussian, del mitico MrJamesFord.
Sono sempre stato un appassionato di cinema e, a volerla dire tutta, la cosa che mi manca di più da quando sono diventato padre, è la frequentazione assidua di una sala cinematografica.
WhiteRussian ha tenuto accessa la fiammella e, quando posso, non manco mai di andare a dare una sbirciata perchè mi sono reso conto che i gusti cinematografici, musicali e letterari sono sostanzialmente identici. Non solo: molti nostri racconti di infanzia, pur non essendo uguali, si basano sugli stessi colori, odori e sapori.
Lo trovo una cosa meravigliosa, tenuto conto che tutto il resto sembra invece diametralmente opposto: lui un bevitore irlandese, (ex) capellone, tatuato, un duro insomma.
Io astemio mio malgrado e per nulla duro: l'espressione più dura che mi riesce è pari pari a Natalino Balasso quando paceva il pornodivo.
Altra affinità, ancora più bella, Il Ford, è da poco diventato padre.
Allora si è pensato ad un post assieme, così, quasi come a concederci una bevuta per festeggiare il lieto evento (in queste occasioni bevo anche io).

Come sempre fanno i compagni di bevute che sono già padri quando bevono in onore di un novellino, ci metto la mia dose di “Te vedarè, te vedarè” (odiosa pratica di dire alla gente “vedrai” con fare saputello).
In questo caso il mio compito è traghettarti verso la consapevolezza di non essere più proprietario dello schermo e del lettore (a proposito, qualcuno mi ha detto che il lettore non si usa più). Ti consiglio dunque i film che sono andati per la maggiore in questi primi tre anni della mia vita da padre, cosa è servito per far passare la fissa per un titolo a beneficio di un altro (recuperando la mia tecnica) e le domande che, immancabilmente tuo figlio ti farà (è maschio, allora forse ti andrà meglio perchè i miei, in confronto a Marichan, sono piuttosto gnogni).


Gli Aristogatti


Eccezionale per iniziare: il cattivo non è proprio cattivo e non fa paura a nessuno (anzi, i gemelli dicono che assomiglia al nonno) anche perchè, diciamolo, chi non si incazzerebbe con quella vecchia rincoglionita che fa ereditare tutto ai gatti?


Il parere di Ford: un film intramontabile, che ricordo ancora dal pieno della mia infanzia. Romeo è mitico, Duchessa un pò figa di legno, ma in fondo capace di sciogliersi al ritmo travolgente del jazz, come è giusto che sia.
Questo è un inizio che ha pochi eguali.

Cosa ha fatto appassionare al film: la nonna che cantava in continuazione “Tutti quanti voglion fare jazz” (solo quella frase) perchè già vittima della fissa della cuginetta.

La domanda: “Ma papi, ma chi è il papà dei gattini? Perchè non torna a casa?”



Il Principe d'Egitto


Se la baby sitter ti chiede pochi soldi, è adorata da bambini e nonne, ti stira di straforo la roba, spolvera casa, eccetera, le perdoni tutto. Anche il fatto che sia cattolica “della stretta osservanza” e che orienti le scelte televisive di conseguenza. Non vorrete che questi bimbi crescano senza dio come le galline? (dice mio padre)

Il parere di Ford: la religione e casa Ford sono praticamente due universi a distanze incalcolabili, quindi a meno che non lo faccia qualcuno dei nonni - e spero proprio per loro di no, altrimenti sono bottigliate! - difficilmente vedrò entrare al Saloon questo film Dreamworks, che pure è un buon lavoro, tecnicamente parlando.
Staremo a vedere. In caso, dovrai insegnarmi come cercare di svicolare dall'oppio dei popoli senza causare nel Fordino l'effetto di attrazione contrario.

Cosa ha fatto appassionare: La canzone “Se Crederai”

La domanda: “Perchè Dio uccide i bambini?” (lo so, questa non fa ridere, in ogni caso è già un buon antioppiaceo dei popoli)

"Ford, in quanto eretico, sei bandito dal regno dell'oppio del popoli!"

Ponyo sulla scogliera


Uno dei fratelli di Silver è un vero e proprio untore di giapponesismo a casa nostra. Miyazaki su tutti. Personalmente mi piacciono molto, sono tutti film curatissimi. Il problema è Silver che li molla con il contagocce: troppo fantasiosi o irrazionali (da donna di scienza non riesce a capirli). Se le esce la frase “Cosa si fumava secondo te l'autore quando ha scritto questa parte?” stai pur certo che quel film non girerà più nel nostro lettore. Ponyo è miracolosamente passato indenne.

Il parere di Ford: film bellissimo, adatto a dialogare con i piccoli e i grandi, un pò come tutta la produzione di Miyazaki. Alcuni passaggi sono piuttosto complessi per i primi anni, ma di certo - come tutti i titoli del Maestro - sarà uno dei capisaldi dei cineforum per i piccoli che Julez sta già pregustando - e anche io -. Come se non bastasse, la canzoncina è uno splendido tormentone!

Cosa ha fatto appassionare: saperlo... ogni regola ha le sue eccezioni.

La domanda: “Papi, ma adesso Ponyo è pesce o bambina? E adesso? E adesso?”



Cars



Film proposto da James Ford che, giustamente, in quanto in attesa di un maschio, si vede esentato dal commentare un qualsivoglia pellicola sulle principesse
Ma non cantare troppo presto vittoria, vecchio cowboy, utlimamente Giacomo preferisce di gran lunga Rapunzel al resto del pacchetto...

Il parere di Ford: Cars - il primo -, nonostante sia stato sottovalutato rispetto ad altri filmoni come Monsters&Co, Wall-E o Up!, resta uno dei miei preferiti della splendida serie firmata Pixar.
Sono già pronto, dunque, a sedermi sul divano con il Fordino e simulare anche il rumore delle macchine, sperando che non gli venga troppa voglia di farmi andare in giro con lui al volante, date le mie ormai leggendarie scarse capacità alla guida.

Cosa ha fatto appassionare: una cuginetta esasperata di vedere sempre il “Principe d'Egitto” ha provato a forzare cercando di fare leva sulla mascolinità dei gemelli. È indubbio che personaggi come Cricchetto non passino inosservati.

La domanda: “Ma come fa a guidare quella macchina senza persone?” (troppo razionale sta bimba, però)



Rapunzel


Film Disney che strizza decisamente l'occhio alla produzione Dreamworks con battute e riferimenti molto più comprensibili agli adulti che hai bambini. Ha però il pregio di riportare la grande D al genere musical, anche con qualche bel brano (“Un sogno c'è” cantata da Mario Biondi è già un must).

Il parere di Ford: trovai piuttosto deludente Rapunzel, almeno rispetto a cose "da principesse" molto più riuscite come i Classiconi Biancaneve o La bella addormentata o il recente La principessa e il ranocchio, deboluccio e un pò vuoto. Dunque, a meno che di colpo non compaia nella dvdteca di casa Ford, farò finta che non esista.

Cosa ha fatto appassionare: i film proposti dalle cugine passano, non c'è che dire.

La domanda: come si chiama Fin Laide?



Ribelle – The Brave


Qui la parte musicale non è granchè ma in compenso il film è una cannonata. Ha tutti gli ingredienti per piacere alla famiglia intera: la voglia di emanciparsi, un pizzico di paura, l'umorismo... insomma, tutto.

Il Parere di Ford: fresco di premio Oscar, quest'ultimo Brave è un vero gioiellino che ha riportato la Pixar ai suoi fasti dopo il mezzo scivolone di Cars 2. In casa Ford è piaciuto molto, tecnicamente è pazzesco e coinvolge e diverte dall'inizio alla fine. Senza dubbio sarà parte delle future visioni animate del Fordino.

Cosa ha fatto appassionare: l'ho trovato in offerta al supermarket... l'ho imposto.

La domanda: Dov'è Mordù, dov'è Mordù (c'hanno fifa per tutto il film)



The Avengers


Film che segna il mio successo come padre: ai mostriciattoli piacciono i supereroi.
Primo “non cartoon” a girare nel lettore DVD da parecchio tempo a questa parte.

Il parere di Ford: i film che riescono ad unire genitori e figli e far divertire entrambi sono sempre una meraviglia, tanto più se sono giocattoloni roboanti come questo. Da appassionato di fumetti, ho
trovato The Avengers una delle cose migliori mai tratte da un fumetto Marvel, l'ironia è perfetta ed il ritmo anche, oltre agli attori in grande spolvero - Downey Jr su tutti -.
Come se non bastasse, alcuni dei ricordi più belli che ho rispetto all'infanzia e a mio padre, sono i Cinema insieme a vedere tamarrate di questo tipo. Mitico.

Cosa ha fatto appassionare: un fumetto comprato al mare e lasciato di fianco al water che ha catturato l'attenzione di JackJack. Da lì è stato tutto un Hukke, Aiomemme, Tolle, Tatan Memeca. Presto contagiati anche gli altri due.

La domanda:”Papi, perchè Hukke quando diventa grande e verde strappa la camicia ma non le braghe?”

Tranquillo Ford, quando sarai arrivato qui, anche se non saprai rispondere alla domanda, avrai almeno la certezza di aver superato il peggio: le notti insonni, la moglie un po' esaurita, l'influenza seriale ma, soprattutto la fissa per i Teletubbies.

Alla salute!

Alla salute anche a te, Gae! E muchas gracias!



venerdì 1 marzo 2013

Il grande e potente Oz, in mongolfiera!

La trama (con parole mie): tra qualche giorno uscirà nelle sale italiane l'ultimo lavoro di uno dei più grandi Maestri dell'horror anni ottanta, che per l'occasione si cimenterà con quello che è uno dei supercult assoluti della Storia del Cinema, Il mago di Oz, firmandone il prequel.
Il Centro Carosello di Carugate, in provincia di Milano, festeggerà l'evento in un modo particolare, oserei dire unico: nel caso vi trovaste da quelle parti, potreste considerare di approfittarne per farvi trasportare da una magica mongolfiera e partecipare alla "Caccia al Cappello del Grande e Potente OZ”.



Come sapete, capita anche ad un lupo solitario come il sottoscritto, normalmente nascosto dalla Frontiera o dietro il banco del Saloon, di concedersi collaborazioni insolite: è il caso dell'iniziativa per il lancio del lavoro di Raimi: la "Caccia al Cappello del Grande e Potente OZ”.
Il prossimo weekend (2 e 3 Marzo), al Centro Carosello di Carugate, avrete la possibilità di indossare il cilindro del Mago e volare su una speciale mongolfiera allestita per l'occasione, facendovi immortalare neanche vi trovaste nel pieno della realizzazione della stessa pellicola.
Inoltre potrete prenotare i biglietti per volare letteralmente al’UCI Pioltello e vivere la magia del film in 3D, nella sala IMAX®, appena fuori Milano, in quella che è la sala più incredibile del panorama italiano.
La "Caccia al Cappello del Grande e Potente OZ” è un modo originale e sicuramente divertente di mescolare gioco e film ed unire spettatori di ogni età che si troveranno legati all'incredibile mondo di Oz, uno dei più celebrati, ammirati e sognati della Storia del Cinema: e potrebbe essere anche un'occasione per
riunire sul posto qualche blogger cinefilo ed approfittare scambiare impressioni proprio sul lavoro di Sam Raimi.


MrFord



lunedì 4 luglio 2011

Le non recensioni di MrBertFord

La trama (con parole mie): l'estate ed il fortunato esperimento delle Blog Wars che intrattengo spesso e volentieri con Cannibale continuano a ricordarmi quanto il mescolare gli ingredienti possa essere fondamentale per un cocktail da ricordare, così, dopo i consueti, secretati, scombinati scambi di mail, eccomi qui a presentare un post a quattro mani fresco e sconvolgente come un mojito fatto con tutti i crismi - per quanto mi riguarda, niente soda e rigorosamente zucchero di canna - realizzato con l'imprevedibile Bert, uno dei miei giovani padawan prediletti.

Vi starete chiedendo cosa c'entrerà mai Kingpin...
... o quale orribile mutazione genetica abbia colpito i pollici di Megan Fox, ma non temete: avrete tutte le risposte!
Se i dannati in ingresso all'Inferno dantesco dovevano lasciare ogni speranza, ai nostri spettatori occorrerà - un impegno certo meno gravoso - parcheggiare comodamente fuori dal saloon - e dalla sala - un pò di buon senso, e godersi questo tuffo nel Cinema attraverso le parole di due critici d'eccezione per la prima volta all'opera "in stereo": MrFord e Bert uniscono le forze per portare sui vostri schermi le non recensioni di due pellicole pronte a fare la Storia della settima arte, e chissà che non ne seguano altre.
Per festeggiare questo nuovo inizio, abbiamo scelto Il grande Lebowski e Transformers 3, che ci siamo prodigati a raccontare al nostro meglio in modo che tutto - ma proprio tutto - venisse sviscerato al servizio dello spettatore.
Anche perchè i rispettivi film assegnati non ci siamo neppure degnati di vederli.
 
La scelta di Bert è doverosamente caduta su una delle pellicole simbolo di casa Ford
13 ottobre 1932 – ore 06:13 a.m.
Oceano, l’inquadratura si restringe passando da un campo lunghissimo fino al primissimo piano del volto di un giovane ragazzo che alza lo sguardo e, pieno di commozione, grida:

America!*
La camera ruota bruscamente nella direzione dello sguardo del ragazzo mostrando una statua della libertà appena visibile, poi, sempre velocemente, si concentra su Gottfried Lebowski, un giovane ebreo tedesco di origini polacche, che, udendo quella parola, alza gli occhi e vede per la prima volta quella che da quel giorno sarebbe stata la sua nuova patria.
Dissolvenza verso il bianco.

Il grande Lebowski

È passata una generazione e mezza da quel 13 ottobre e ormai la famiglia Lebowski è una tipica famiglia americana.
Dal giorno del suo arrivo erano cambiate molte cose per Gottfried: adesso era il proprietario di una catena di macellerie kosher, si era sposato, aveva avuto un figlio ed era nato suo nipote Jeff.
Tutto andava per il meglio fino al giorno in cui suo figlio e la moglie persero la vita in un tragico incidente causato da uno scontro tra Rhino e l’Uomo Ragno.
È così che ci vengono presentati due grandi Lebowski: Gottfried e Jeff. Il primo è grande per età, esperienza e posizione sociale, il secondo è grande fisicamente, infatti, dal giorno della loro somparsa, Jeff cerca di rimpiazzare i suoi genitori con il cibo, per la precisione con carne di animali macellati secondo la tradizione kosher. Gottfried, sentendosi in colpa per non aver mai pronunciato una frase di quelle alla zio Ben** prima che il figlio morisse, non riesce ad arginare la carenza di affetto di Jeff, ma anzi, cerca in ogni modo di colmare quel vuoto assecondandone l'inestinguibile voracità del nipote.
Quella che sta per iniziare è una storia di confronti generazionali, di rimorso, di mancanza di affetto, ma anche la storia della caduta di una famiglia.
Non passerà molto tempo che Gottfried sarà costretto a indebitarsi con la temibile associazione mafiosa vichingo-americane nota come IKEA. In un turbine di violenza, corruzione, ricatti, violenza, carne macellata, violenza, sangue e violenza, il grande Gottfried riesce a recuperare, pagando con la vita, il cibo per Jeff, che nel frattempo diventa l'uomo con il peso specifico più alto del mondo.
Jeff, raggiunto il guinnes world record, entra casualmente in contatto con Barbara d'Urso; questo malaugurato incontro segnerà, casualmente, la sua fragile psiche per sempre, tanto che scoprendo, casualmente, il corpo del nonno ucciso, casualmente, dalla mafia vichinga, casualmente, cerca, casualmente, una via di riscatto aprendo, casualmente, una propria società*** per azioni, ovviamente azioni losche, casualmente.
Nel giro di tre giorni si ritrova ad essere il più importante boss mafioso di New York (e forse del mondo); ora i suoi amici lo chiamano Big Lebowski, mentre i suoi nemici tremano udendo il suo nome d'arte: Kingpin!
Che dire? Un'opera controvers e violenta che scava a fondo nelle personalità di nonno e nipote: due big Lebowski che hanno amato, sofferto, fallito, combattuto, ricattato, ucciso, morto (hanno?) senza mai dimenticare la macellazione kosher.
È ormai impressa indelebilmente nella mia mente la scena in cui il Gottfried, macellando (sempre seguendo il metodo kosher) il vicino di casa per sfamare il piccolo Jeff, recita con un perfetto accento sardo alcuni versetti sardonici, concludendo il tutto con una riflessione sull'incertezza che caratterizza da sempre la vita dell'uomo: e con quello che avanza che ci faccio... lo surgelo o si rovinerà?
Un film da vedere, che potrebbe insegnare molto a macellai, recordman, nonni, nipoti, vicini di macellai kosher, barbaredurso, mafiosi, poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati, navigatori e trasmigratori.
 
Bert
 
*Questa scena potrebbe ricordarvi qualcosa.
**Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
***Bruce Wayne, al suo posto, avrebbe fatto proprio il contrario: fregarsene delle società e iniziare a menare la gente vestito da pipistrello.

Ford ha optato per una più commerciale scelta pescando il blockbusterone dell'estate
Transformers 3

Premessa:

Megan Fox, bizzosa e piena di sè, nel corso di un'intervista critica aspramente il clamorosissimo regista Michael Bay, ma non per il suo assolutamente assente talento, bensì per una presunta associazione comportamentale a un certo signor Adolf inviso a Spielberg e al suo staff, praticamente giocandosi il posto nell'irrinunciabile e già annunciato blockbusterone dell'estate Transformers 3.

Incipit:

Gli Autobots, belli freschi e tranquilli a spararsi mojitos di gasolio sul loro pianeta, vengono raggiunti dalla notizia bomba dell'allontanamento della Fox dal cast.
Dovete sapere che il pollice deforme ed orripilante della Megan più famosa del mondo è divenuto, nel corso degli anni, un oggetto di culto per i robottoni trasformabili, attratti dallo stesso come noi umani dagli scarafaggi ribaltati.
Sconvolti per l'accaduto, decidono di ubriacarsi fino al livello "molesto" proibito dal loro computer centrale e viaggiare il più velocemente possibile verso Los Angeles.

Primo tempo:

Il Signor Spielberg ed il Signor Bay sono belli spalmati sulla terrazza di un lussuoso hotel di L.A. sorseggiando due mojitos - con il rum, non il gasolio - a bordo piscina e a discutere di quanto potrà rendere la vendita del merchandise dei robottoni, a quanti tordi andranno a vedersi la schifezza con la sostituta di Megan Fox in 3D e a quanto Shia LaBeouf sia stato il salvatore di entrambi loro, quando Optimum prime fa la sua comparsa, completamente ubriaco, centrando in pieno la vasca con il piede sinistro provocando quattro morti, due esplosioni di protesi al silicone e un'ingente fuoriuscita d'acqua. Prime non vuole sentire ragioni. Senza il pollice della Fox gli Autobots non girano proprio un cazzo.

Intervallo:

Spielberg e Bay, di nascosto, chiamano proprio LaBeouf chiedendogli aiuto ancora una volta. La sua missione è di recuperare i Decepticons e farli precipitare a L.A. prima che gli Autobots distruggano tutto quello che si trovano a tiro. Il buon Shia, che è un ragazzo sveglio, chiede ai suoi datori di lavoro per quale motivo il suo vecchio amico Prime, compagno di mille avventure, dovrebbe comportarsi in quella maniera indecorosa.
Spielberg risponde stizzito che il suo amico è fatto come un cavallo, mentre Bay, privo di talento ma più razionale, afferma: "E' colpa del pollice di Megan Fox!"
LaBeouf rabbrividisce e sussurra: "Effettivamente anche a me ha sempre fatto schifo! Quasi non riuscivo a baciarla, per colpa dei pollici!"
E Bay incalza: "No, loro vogliono il pollice, o non girano!"
Secondo tempo:

Shia, chiamato in aiuto Bumblebee, l'unico Autobot straight edge, corre come un matto seminando pattuglie della stradale a profusione, fino ad arrivare alla base segreta dei Decepticons, dove è costretto a contrattare per altri due spin off con protagonisti i soli Decepticons nel ruolo di buoni e cattivi contemporaneamente in cambio del favore che è costretto a chiedere loro a nome della produzione.
I Decepticons, soddisfatti, volano così alla ricerca del loro obiettivo, con la promessa di tornare a Los Angeles a cose fatte.

Risoluzione:

Nel pieno della crisi, con Spielberg e Bay asserragliati nella villa di Schwarzy e costretti a farsi difendere a suon di lanciagranate dall'ex Governatore della California mentre una selva di Autobots sempre più ubriachi dopo essersi passati tutte le stazioni di servizio della costa cerca di entrare nella proprietà di Conan il barbaro, Shia torna a capo dei Decepticons che nel frattempo hanno rintracciato la Fox asportandole i pollici per sostituirli con due protesi metalliche trasformabili in ammennicoli d'intrattenimento vario.
Gli Autobots cessano immediatamente le ostilità, ammirati.
LaBeouf è acclamato ancora una volta come l'eroe protagonista da Spielberg e Bay, che scoprono di essere innamorati, vengono cacciati da Schwarzy e corrono a Las Vegas per essere sposati da Elvis non prima di aver siglato un contratto milionario con i Decepticons.

Appendice:

Megan Fox, libera dalla sua deformità, diviene il sex symbol globale che avrebbe sempre voluto e ottiene il potere di spedire sulla strada l'odiato Michael Bay.
 
MrFord

Note di produzione:
l'Uomo Ragno e Rhino hanno devoluto in beneficenza i proventi della loro fugace apparizione;
per non incorrere in giustificabili suicidi di massa, il volto di Barbara d'Urso sarà oscurato;
nessun pollice di Megan Fox è stato maltrattato durante le riprese del film;
Michael Bay è pregato di restituire al legittimo proprietario la spada di Conan entro le prossime 16 ore.
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