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martedì 31 dicembre 2019

Ford Awardss 2019: i film (N°10-1)


Come da tradizione, ormai, per l'ultimo dell'anno, arriva al Saloon la top ten dedicata ai dieci film migliori - tra quelli usciti in sala e, ovviamente, passati su questi schermi - del duemiladiciannove ormai più che agli sgoccioli: chi raccoglierà il testimone di Chiamami col tuo nome? E ci saranno sorprese in grado di far discutere, o quantomeno mettere il qui presente contro Cannibal come è giusto che sia? Speriamo proprio di sì.

MrFord


N°10: LA FAVORITA di YORGOS LANTHIMOS

La favorita Poster

Lanthimos, che qualche anno fa mi lasciò a bocca aperta con Dogtooth, ormai da tempo approdato al grande circuito cinematografico, è uno dei pochi autori di nicchia a non aver perso la sua potenza alla corte della grande distribuzione: La favorita, con uno stile quasi kubrickiano, racconta quanto la Guerra, che si tratti di campo aperto o di letti e lenzuola, di duelli o sotterfugi, non lascia vincitori, ma solo vinti. Una parabola di passione e classe.


N°9: THE OLD MAN AND THE GUN di DAVID LOWERY

Old Man & the Gun Poster

Tratto da una storia vera ed interpretato dal fordiano ad honorem e vecchio leone Robert Redford, The old man and the gun è una di quelle storie semplici e dirette in pieno vecchio stile a stelle e strisce, che unisce la classicità ad una passione ed una voglia di libertà e ribellione quasi come se si fosse tornati alla rivoluzione cinematografica made in USA degli anni settanta.
Diretto e corposo come un bourbon d'annata, è un gioiellino di quelli che, una volta incontrati, non si dimenticano.


N°8: THE RIDER - IL SOGNO DI UN COWBOY di CHLOE' ZHAO

The Rider - Il sogno di un cowboy Poster

Con ogni probabilità, The Rider è uno dei film più clamorosamente fordiani mai girati, intriso della malinconia delle grandi occasioni perdute ed incorniciato dagli spazi sconfinati del cuore degli States. Ispirato alla storia vera di Brady Jandreau, anche protagonista, racconta la vita di una star del rodeo dopo un incidente che gli è quasi costato la vita.
Accanto a lui la desolazione di luoghi persi "tra il nulla e l'addio" e vite che, semplicemente, di fronte alle uniche strade - perdersi o rischiare tutto -, finiscono per essere schiacciate. Struggente.


N°7: VICE - L'UOMO NELL'OMBRA di ADAM MCKAY

Vice - L'uomo nell'ombra Poster

Alla spalle l'ottimo La grande scommessa, Adam McKay torna sul grande schermo per raccontare l'eminenza grigia che sostenne l'operato certo non memorabile - almeno in positivo - di George W. Bush, il Presidente degli anni che resteranno indissolubilmente legati al ricordo dell'Undici Settembre. Interpretazione pazzesca di Christian Bale, sceneggiatura ad orologeria, capacità di raccontare anche un personaggio di dubbia caratura morale mostrandone, comunque, l'umanità: e tra le infinite sfumature di grigio che la stessa porta in dote, si finisce addirittura per uscire affascinati da qualcuna di esse.


N°6: GREEN BOOK di PETER FARRELLY

Green Book Poster

Vincitore del Premio Oscar come miglior film e giunto su questi schermi con tutte le cautele che di solito uso quando affronto materiale, per l'appunto, "da Oscar", Green Book mi ha conquistato come uno di quei titoli che diventano Classici con il tempo, e che quando si incrociano per caso in televisione non si può fare a meno di guardarli e gustarseli come fosse la prima volta.
Un'altra storia vera legata ad un'insolita amicizia diventa un confronto profondo tra due uomini diversi eppure in grado di trovare una parte di se stessi nell'altro, interpretati straordinariamente da Viggo Mortensen e Mahershala Ali.


N°5: TOY STORY 4 di JOSH COOLEY

Toy Story 4 Poster

Cogliendomi di sorpresa - per una volta, rispetto ad un lavoro targato Pixar, ero molto scettico della necessità di un quarto episodio delle avventure di Woody e Buzz -, Toy Story 4 ha rappresentato una delle sorprese più belle ed emozionanti della stagione cinematografica, una storia legata ai concetti di amicizia, maturazione, crescita personale, passaggi di testimone che ha provocato un pianto ininterrotto di Julez praticamente dall'inizio alla fine, introdotto nuovi charachters a dir poco perfetti - Forky e i due pupazzi della giostra sono indimenticabili, così come l'antagonista Gabby Gabby, che per sfaccettature e profondità supera perfino l'orso Lotso del numero tre - e reso ancora grande una serie che pareva aver detto tutto, e invece ora mostra di avere ancora di più da dire e dare.


N°4: C'ERA UNA VOLTA A HOLLYWOOD di QUENTIN TARANTINO

C'era una volta a... Hollywood Poster

Il duemiladiciannove ha segnato anche il ritorno del ragazzaccio di Knoxville, Quentin Tarantino, che prosegue nel suo personale progetto di riscrivere la Storia attraverso il Cinema portando il pubblico nella Hollywood di fine anni sessanta, sfruttando due personaggi di finzione inseriti in un contesto reale che prevede omaggi e riferimenti come da grande tradizione del padre di Kill Bill.
Forse è meno immediato o potente di altri lavori del regista, ma acquista spessore con il tempo, regala un Brad Pitt in grandissimo spolvero ed una manciata di sequenze da antologia, su tutte il fantastico finale, pronto ad entrare nell'Olimpo della produzione tarantiniana di sempre.
Il vecchio Quentin, insomma, è sempre lui. E a noi va benissimo così.


N°3: DOLOR Y GLORIA di PEDRO ALMODOVAR

Dolor y gloria Poster

Alle spalle anni di produzioni altalenanti, Almodovar torna alla ribalta con un lavoro come sempre legato a doppio filo alla sua storia personale che pare aver recuperato la verve e la potenza dei suoi tempi migliori, regalando lampi di grandissimo Cinema ed emozioni pulsanti.
Il Pedrone, intellettualmente ed emotivamente parlando, si mette a nudo regalando probabilmente la parte della vita ad un attore che lui stesso aveva lanciato quando era solo un giovane spagnolo di belle speranze, Antonio Banderas, che ripaga il suo regista con un'interpretazione pazzesca e sentita giustamente premiata a Cannes.
Se cercate un film, o un modo di fare film, che trasmetta passione ed emozione, Dolor y gloria potrebbe essere il titolo perfetto.


N°2: IL TRADITORE di MARCO BELLOCCHIO

Il traditore Poster

A sfiorare il gradino più alto del podio giunge in un film italiano, testimonianza del fatto che, dopo Chiamami col tuo nome dello scorso anno, forse la nostrana settima arte mostra segnali di ripresa dopo anni passati a vivacchiare - male - ed accontentarsi: Marco Bellocchio, del resto, è un Maestro, nonchè autore, almeno per quanto mi riguarda, di uno dei tre titoli più importanti del panorama del Bel Paese degli ultimi vent'anni - Vincere, nello specifico -, uno di quelli che vanno quasi sempre a botta sicura.
E Il traditore, che ripercorre la storia del pentito più noto alle cronache, Tommaso Buscetta, è l'ennesima conferma del valore del suo autore: prima che alle vicende e alla Storia, la pellicola si concentra sull'Uomo, e, come in Vice, sul fatto che anche il peggiore che possa incrociare il nostro cammino potrebbe nascondere qualche lato in grado perfino di affascinare.


N°1: PARASITE di BONG JOON HO

Parasite Poster

Ed ecco il trionfatore dei Ford Awards 2019.
Da quando fece la sua comparsa su questi schermi, spinto dalla Palma d'oro vinta a Cannes e da recensioni entusiastiche qui nella blogosfera, ho avuto da subito l'impressione che la vittoria di quest'anno sarebbe andata ad una vicenda che riporta al posto che merita Bong Joon Ho, che in Corea ha sempre realizzato pellicole splendide e che nella sua trasferta americana è incappato negli unici due passi falsi della sua carriera, Snowpiercer e Okja.
Il tema della Famiglia di nuovo centrale e trattato con profondità commovente, un uso della musica perfetto, una sceneggiatura che è un gioiello, un finale da brividi a completamento di un film che ha numerosi passaggi da brividi.
Ci fossero venti film come questo all'anno, decidere come assegnare un premio sarebbe un dilemma devastante. Una bomba totale.


I PREMI

Miglior regia: Bong Joon Ho, Parasite

Miglior attore: Antonio Banderas, Dolor y gloria

Miglior attrice: Olivia Colman, La favorita

Scena cult: la festa di compleanno, Parasite
 
Miglior colonna sonora: C'era una volta a Hollywood

Premio "leggenda fordiana": Forrest Tucker, The old man and the gun

Oggetto di culto: il forchetto, Toy Story 4

Premio metamorfosi: Christian Bale, Vice - L'uomo nell'ombra
 
Premio "start the party": le istruzioni date al padre per ottenere il lavoro, Parasite

Premio "be there": la Hollywood dei favolosi anni settanta, C'era una volta a Hollywood

lunedì 17 giugno 2019

White Russian's Bulletin



Settimana particolare, per il Saloon, che tra lavoro e primi assaggi di vacanze riesce non solo ad essere puntuale nelle pubblicazioni dei post, ma anche a recuperare titoli più impegnati ed impegnativi, in barba alla stagione che, per eccellenza, richiede una bella pausa ai nostri neuroni provati dalla quotidianità.
Una settimana dunque non ricca in termini numerici - del resto, ormai, i sette/dieci film di qualche anno fa me li scordo - ma decisamente stimolante.


MrFord



THE PERFECTION (Richard Shepard, USA, 2018, 90')

The Perfection Poster

Ogni giorno di più Netflix consolida non solo la sua presenza in termini di bacino di utenza, ma anche l'impatto che, nel tempo, ha avuto e sta avendo sul Cinema come lo abbiamo sempre inteso: da parecchio, infatti, penso che il futuro della settima arte vada cercato non tanto - purtroppo - nella realtà delle sale ma in quello dell'on demand fatto esplodere proprio da Netflix stesso, allo stato attuale una realtà con la quale fare i conti non solo pensando alle serie tv ma anche ai titoli che, fino al suo avvento, sarebbero stati esclusivamente destinati alla distribuzione "tradizionale".
Diretto da Richard Shepard, che si era fatto volere gran bene da queste parti per Dom Hemingway, questo The Perfection, giunto sugli schermi di casa Ford spinto dal tam tam della blogosfera, si è rivelato una visione non perfetta ma senza dubbio in grado di rimanere impressa per argomenti alti - i continui plot twists, le differenti vedute e ribaltamenti del revenge movie - e bassi - il trash molto anni novanta stile Boxing Helena, una gran bella sequenza lesbo che fa sempre la sua figura, un'altro passaggio divenuto subito argomento di discussione che non è così clamoroso ma senza dubbio un esperimento mai o raramente provato -, poco plausibile ma guardabilissimo, un buon modo per avere conferma che il Cinema, quando ci sono idee, può essere sempre stimolante anche quando, tornando sul titolo, la perfezione resta ben lontana.




BILLIONS - STAGIONE 3 (Showtime, USA, 2018)

Billions Poster

Quando si parla di serie tv, una delle cose più difficili che si possa immaginare è trovare quei titoli in grado di mantenere alto lo standard stagione dopo stagione, senza banalizzare i personaggi principali o le situazioni, cadere nel troppo melodrammatico o nello scontato, cominciare a non giustificare più nulla o quasi.
Billions, partito e sviluppatosi in sordina rispetto ad altri titoli saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi anni, al terzo giro di giostra può senza troppi patemi dichiararsi parte della categoria: attorno al rapporto in continua evoluzione - e che evoluzione! - tra Chuck Rhoades e Bobby Axelrod gli autori hanno predisposto un'architettura complessa di situazioni e comprimari profondi e credibili, giustificando ogni colpo di scena, lasciando che i due main charachters prendessero binari diversi e apparentemente di direzioni opposte per poi riportarli drasticamente vicini, e in un modo che non ci si sarebbe potuti aspettare tornando alle due stagioni precedenti e ad una parte di questa, pur spesa con Chuck e Axe alle prese con nemici diversi da loro stessi.
Come sempre grande lavoro attoriale di Giamatti e Lewis, solida la scrittura ed avvincente il prodotto, anche per chi, come questo vecchio cowboy, di borsa e legislazione capisce più o meno quanto di danza classica: inutile dire che l'hype per la season four partita in primavera è già altissimo.




IL TRADITORE (Marco Bellocchio, Italia/Francia/Brasile/Germania, 2019, 135')

Il traditore Poster

Ricordo bene, ai tempi delle medie - parliamo dei primi anni novanta -, quando a scuola qualcuno "la cantava" e veniva additato come un "Buscetta", una spia, una persona che andava e doveva essere emarginata. Nella logica di ragazzini spesso insensibili per età e spessore culturale, si seguiva la moda ispirata dalle vicende del più noto tra i collaboratori di giustizia in anni in cui la Mafia insanguinava l'Italia simbolicamente come non aveva mai fatto prima, gli anni di Falcone e Borsellino, due dei più grandi personaggi pubblici che il nostro Paese abbia mai conosciuto nella sua Storia.
Bellocchio, regista inossidabile in pieno stile Clint - per quanto, politicamente, i due non potrebbero essere più diversi -, autore di film grandiosi come I pugni in tasca, L'ora di religione, Buongiorno notte, Vincere, mostra uno dei personaggi più controversi di quel periodo da un lato che non ci aspetteremmo, il più terribile, naturale, sfaccettato di tutti: quello umano.
Tommaso Buscetta era un criminale, eppure nel corso di oltre due ore serratissime per piglio e ritmo, nel suo rapporto con Cosa Nostra ed i suoi esponenti - mostrati nella banalità terribile del loro male e dell'ignoranza che circondava figure come quelle di Riina - e soprattutto con il già citato Falcone - la scena più bella della pellicola, il loro ultimo saluto, è da brividi - quella che emerge dalla pellicola è la sua componente umana, la stessa che rende l'Uomo l'animale più pericoloso che esista ma anche quello in cui, in una misura o nell'altra, da appartenenti alla specie ci riconosciamo.
E così, pur essendo assolutamente dalla parte di Falcone, pur essendo contrario al concetto di "spione" non per omertà ma per correttezza, ho finito a passare ogni minuto della visione mettendomi dal lato della barricata di Buscetta, osservando le scelte che, in situazioni estreme, è necessario compiere per tutelare se stessi ed i propri figli, osservando uno Stato spesso e volentieri più criminale dei criminali - clamorose le apparizioni di Andreotti -, il degrado morale che colpisce non solo la società ma anche le associazioni a delinquere, mi sono ritrovato in lui quando dichiara sempre a Falcone "Riina ha sempre preferito esercitare il potere che fottere, io no. Io ho sempre amato le donne". E a conti fatti, ho riflettuto che, se fossi stato l'ultimo di diciassette figli in una famiglia povera della Palermo degli anni venti e trenta, se fossi cresciuto in un ambiente che lasciava ben poche possibilità di scelta, da uomo che ama più le donne e la famiglia che non il potere, forse sarei finito esattamente come lui.
Avrei stimato Falcone perchè avrei invidiato il suo coraggio e la sua integrità, mentre io sarei stato banalmente un peccatore, per dirla alla vecchia maniera.
Essere umani è sfaccettato, ma anche clamorosamente semplice.
Raccontarlo, però, è una cosa da Maestri. Come Bellocchio.


giovedì 23 maggio 2019

Thursday's child


Nuova, incredibile, geniale - a parte per quanto riguarda Cannibal Kid - puntata della rubrica delle uscite condotta a tre più formidabile - più o meno - e seguita - ancora più o meno - della blogosfera, che vede come ospite di questa settimana Federica Gentili alias Fexxonji, pronta a rimbalzare tra il finto giovane di cui sopra ed il vero vecchio qui presente.


MrFord

"Per evitare quel radical di Cannibal, sono dovuto fuggire a Rio. E non me ne pento."
Aladdin

"Grazie Genio per aver realizzato il mio primo desiderio!" "Figurati, per me è stato un piacere trasformare Cannibal in un vero intenditore di Cinema!"
Federica: Non lo so, sono combattuta. Era veramente necessario fare un live action di uno dei cartoni più belli della Disney? Io avevo la videocassetta di Aladdin e l’ho letteralmente consumata a forza di riguardarla. Il trailer è ok, però com’è che l’attore che interpreta Jafar l’hanno scelto così bello e giovane? E perché a me l’ambientazione sembra più bollywoodiana che medio orientale? Non so se me la sento di rovinare il ricordo più che positivo che ho di Aladdin.
Cannibal Kid: Se avessi a disposizione 3 desideri per il genio della lampada chiederei:
#1 Una Margot Robbie.
#2 James Ford fuori da questo mondo, o se non altro da questa blogosfera.
#3 Basta con 'sti live-action Disney, tra l'altro di film come Aladdin che già in versione animata non è che m'avesse fatto impazzire.
Ford: i live action Disney mi lasciano ogni volta profondamente dubbioso. Se l'esperimento non è risultato malvagio con Il libro della giungla, infatti, si prospetta un vero disastro con Aladdin, che dovrò pure sorbirmi a seguito del desiderio espresso dai Fordini di vederlo per poi venire sbeffeggiato da Jafar Kid che come al solito dirà che sono stato io in realtà a volerlo vedere.

Il traditore

"Un bel brindisi a White Russian, e tutto andrà meglio."
Federica: Sono molto ignorante sulla filmografia di Marco Bellocchio, però questo film sembra interessante. L’unica perplessità che ho è sull’accento finto siculo del romano Pierfrancesco Favino. A sentirlo così non mi sembra super convincente ma ai siciliani l’ardua sentenza.
Cannibal Kid: Io non sono del tutto ignorante sulla filmografia di Marco Bellocchio, uno di quegli autori italiani troppo fordiani per essere cannibali, ma quasi. Tra i suoi che ho visto bene Buongiorno, notte, così così Vincere e malissimo Bella addormentata. I film sui mafiosi, e sui pentiti mafiosi, non è che mi entusiasmino molto, però questo per dovere di cronaca lo vedrò. Cercando di capire se Favino è l'attore più sopravvalutato d'Italia, o se è bravo veramente. E ora via alla noiosa lezione sul cinema di Bellocchio da parte del professorone Ford.
Ford: a dire il vero Bellocchio è molto più radical che fordiano, ma ha realizzato film così potenti da andare oltre perfino a questo al Saloon. Cose come Pugni chiusi, Buongiorno notte, Vincere e L'ora di religione non si dimenticano. Dunque direi che questo Il traditore, per quanto non mi faccia impazzire all'idea, andrebbe visto a scatola chiusa.

Brightburn

Una rara immagine di repertorio di Cannibal Kid.
Federica: Cos’è sto film? La versione poraccia di Superman? Dove non cresce nell’idillio della famiglia Kent ma con una madre adottiva iperprotettiva e un padre adottivo che preferirebbe abbandonarlo in autostrada? Odio gli horror con i bambini indemoniati come protagonisti per cui per me è un gigante NO.
Cannibal Kid: Da ex bambino indemoniato quale sono, i bambini indemoniati e gli horror con i bambini indemoniati mi piacciono. O forse dovrei dire che mi piacevano, visto che il sottogenere è diventato piuttosto abusato. Considerando che questo Brightburn già dal trailer mi sa di porcata assurda, anche per me è un gigante NO. Che poi è la stessa risposta a ogni pretesa di Ford di vedere qualche pellicola da lui consigliata.
Ford: ennesimo horrorino uguale a mille altri che Cannibal, da non più bambino ma sempre indemoniato quale sicuramente è finirà per vedere e magari anche esaltare, in barba ai suoi proclami attuali. Per quanto mi riguarda, più che un NO, è un fingo che non esista.

Una vita violenta

"In mancanza, purtroppo, di White Russian, brinderemo come Cannibal con uno scialbo spumantino."
Federica: Giuro che non pensavo avrei mai pensato in vita mia di vedere il trailer di un film su dei nazionalisti corsi. Probabilmente il buon vecchio Napoleone ne andrebbe fiero ma io sono abbastanza perplessa su questo film che, a quanto pare, è stato definito a metà tra Gomorra e Il Padrino. Io ci andrei piano con questi paragoni.
Cannibal Kid: Vedi Federica, se non fossi stata ospite di questa bellissima e prestigiosissima rubrica, non ti sarebbe mai capitata una cosa del genere. Ok, magari potevi vivere bene anche senza vedere il trailer di un film su dei nazionalisti corsi, però almeno hai imparato qualcosa. Io ad esempio ho imparato che questa pellicola, più che una radical-chiccata cannibalesca di quelle che piacciono a me, sembra essere più una roba noiosa, politica e panesalame di quelle che piacciono a Ford.
Ford: sono rimasto sorpreso anch'io di vedere il trailer e scoprire l'esistenza di un film sui nazionalisti corsi, che potrebbe rivelarsi una discreta sorpresa o un riciclo poco utile - del resto è un film del duemiladiciassette -. Personalmente, spero possa colpirmi e rappresentare bene tutto quello che, nel Cinema d'autore, di norma irrita Cannibal.

Forse è solo mal di mare

E fu così che Marco Goi lasciò la blogosfera in mano a Ford per trasferirsi in una sperduta isola del Pacifico.
Federica: Mi sembra uno di quei film che posso tranquillamente evitare come la peste bubbonica. Smielato, recitato male, con musiche agghiaccianti e pieno di cliché. Passo.
Cannibal Kid: Forse è solo mal di mare, o forse è solo mal di cinema. Quello di cui sembrano soffire gli autori di questo titolo, nauseabondo fin dal trailer, e naturalmente anche Mister James Ford.
Ford: il mal di Cinema è la specialità del Cucciolo Eroico e degli autori di questa roba. Dunque li lascio volentieri da soli su un'isola deserta con la possibilità di rivedersi in loop perenne il titolo qui presente.

giovedì 10 novembre 2016

Thursday's child



Nuova settimana di uscite in sala purtroppo più orientata verso i malsani gusti del mio antagonista nonchè co-conduttore di questa rubrica Cannibal Kid, che tolti un paio di titoli probabilmente si godrà la mia faccia all'idea di confrontarmi con certe cose che di fordiano hanno meno dell'acqua naturale in una serata da sbronza selvaggia.



"Sai che Ford ha buttato Cannibal a mare?" "Ben gli sta!"

Fai bei sogni

"Piccolo Cannibal, abbracciami: quel bruto di Ford è stato solo un brutto sogno!"

Cannibal dice: Nuovo film di Marco Bellocchio, regista troppo fordiano che non ho mai amato molto e che con Bella addormentata mi aveva proprio fatto addormentare. Questo suo ultimo lavoro è tratto dal tanto celebrato e pare commovente best seller di Massimo Gramellini, che non ho letto ma che mi incuriosisce, quindi una visione ci potrebbe stare. Alla peggio andrà come con Bella addormentata e mi farò tanti bei sogni...
Ford dice: ho sempre amato Bellocchio, autore di alcuni dei film italiani più importanti degli ultimi vent'anni. Nel corso delle ultime stagioni, però, lo ammetto, l'ho perso parecchio di vista. Chissà che questa non sia l'occasione giusta per tornare in uno dei territori più fordiani della penisola, alla faccia di quel radical di Peppa.



Che vuoi che sia

"Se tu bevessi quanto Ford, caro Edoardo, sicuramente i tuoi film verrebbero molto meglio!"

Cannibal dice: Film di e con Edoardo Leo, mio nuovo idolo del cinema italiano. Ford invece mi pare che lo consideri sopravvalutato. La visione della sua pellicola sarà quindi per me un doppio piacere.
Ford dice: Edoardo Leo, sopravvalutato attore ed autore buono giusto per i finti alternativi come Cannibal, già dal trailer di questo Che vuoi che sia mi è parso più bollito del solito. Una visione per bottigliarlo potrebbe starci niente male.



Knight of Cups

"E così alla fine Ford ha visto questo film." "Già, saranno cazzi amari per Terrence."

Cannibal dice: Il “nuovo” film di Terrence Malick ormai è piuttosto anzianotto, quasi più di Ford, visto che risale al 2013. Io l'ho visto qualche tempo fa e ho ancora la (pseudo) recensione conservata in freezer e tra poco la scongelerò. Una cosa che posso solo immaginare sono le bestemmie belle fresche che tirerà fuori il mio blogger rivale se e quando deciderà di vedere questa pellicola.
Ford dice: ho recuperato Knight of cups parecchio tempo fa, ma considerato l'effetto che mi hanno fatto gli ultimi film di Malick, ex protetto fordiano, me ne sono tenuto bene alla larga.
A questo punto direi che potrei rispolverarlo, giusto in tempo per un'altra dose devastante di bottigliate all'indirizzo di un preferito cannibale.



Sing Street

"Yo! Siamo tutti finti giovani come Cannibal Kid!"

Cannibal dice: Film musicale presto in arrivo su Pensieri Cannibali... stay tuned!
Ford dice: film musicale che non ho idea di quando arriverà su White Russian. Non trattenete il respiro!



Masterminds: I geni della truffa

"Non credo che a Ford basteranno tutti questi soldi, per accettare di non criticare più Cannibal."

Cannibal dice: Commedia criminale che fa molto anni '90, non a caso è tratta da una vicenda realmente successa in quel decennio, quando un giovane Cannibal e un già vecchio Ford, non avendo niente di meglio da fare, visto che ancora non avevano un blog, misero insieme a una squadra di ladri improvvisati. Naturalmente tutti da ridere. O da piangere?
Ford dice: operazione nostalgia - almeno nella confezione - che a pelle non mi dice granchè - sarà che richiama gli anni novanta, i più sopravvalutati che si possano idolatrare -. La visione riuscirà a farmi ricredere, o dovrò accettare una settimana di spompate proposte buone giusto per il mio antagonista?





Morgan

In esclusiva per White Russian, una foto abbastanza recente di Marco Goi, alias Cannibal Kid.

Cannibal dice: Pellicola fantascientifica diretta dall'esordiente Luke Scott, il figlio raccomandato di Ridley Scott, che negli Usa è stata un flop di proporzioni fordiane, ma che a me intriga parecchio. Film porcata, o rivelazione della settimana?
Presto (forse) lo scopriremo...
Ford dice: il nepotismo mi è sempre stato un pò sul cazzo, e considerate le bottigliate raccolte al Saloon dal figlio di Cronenberg, prevedo un altro grande momento di tempesta per una settimana dalle previsioni disastrose.
Non per niente, esce un sacco di roba buona per Cannibal.



Oasis: Supersonic

"Ford, Cannibal: noi ve le cantiamo e suoniamo!"

Cannibal dice: Gli Oasis sono stati il mio primo amore musicale. Un po' come Mozart per Ford quando era un teenager nel 1700...
Dai 90s a oggi molta altra musica è passata dalle mie parti, ma ai fratelli Gallagher continuo a voler bene, e in attesa di una loro possibile reunion attesa per il 2017, cercherò di certo di procurarmi questo docu, sperando sia esaltante e cattivo al punto giusto come loro sono sempre stati.
Ford dice: gli Oasis andavano forte ai tempi in cui ero al liceo, le loro canzoni mi sono sempre piaciute sia da ascoltare che da suonare, ma Liam e Noel - in particolare il primo - li ho sempre detestati.
Questo documentario, comunque, potrebbe valere una visione: quantomeno, se anche non valesse troppo, permetterebbe in ogni caso di ascoltare buona musica.



A spasso con Bob

"Forza, Bob! Non vorrai essere da meno degli Oasis!"

Cannibal dice: Da buon gattaro che si rispetti, sono arrivato a vedermi persino Una vita da gatto con Kevin Spacey. Concederò il bis pure con questo? E Ford, che a sorpresa è un gattaro pure lui, riuscirà a tenere il passo e ad andare a spasso con Bob?
Ford dice: per quanto gattaro, da quando sono diventato padre - soprattutto la seconda volta - gli amici pelosi di casa Ford hanno subito un drastico calo delle loro azioni di motivo d'interesse per il sottoscritto, che comunque da buon capitano della nave continua a nutrirli e pulire la loro sabbietta ogni giorno.
Non credo, però, di essere disposto a concedere anche una visione a questo Bob.




Genius

"Quest'uomo, oltre ad essere un genio, è un eroe: ha smascherato l'ignoranza cinematografica di Cannibal Kid!"

Cannibal dice: Genius è il film biografico su... Cannibal Kid?
No, a sorpresa no. È invece una pellicola sul curatore editoriale Max Perkins. E da quando gli editor letterari si sono guadagnati il diritto di avere addirittura dei biopic su di loro?
Dove arriveremo?
A girare persino cose su Mr. James Ford?
Ford dice: film che da tempo intercetto in rete che non ho mai avuto lo stimolo di recuperare. Neanche fosse di Malick. O di Cannibal.



La leggenda di Bob Wind

"Dov'è diretto questo bus?" "Purtroppo per noi, a Casale Monferrato!"

Cannibal dice: Altro biopic, questa volta incentrato sul regista teatrale d'avanguardia Roberto Cimetta. Il rischio è che sia una cosa troppo radical-chic persino per me.
Ford dice: sento puzza di radical lontano un chilometro. E me ne tengo ben bene alla larga.



Fratelli di sangue

Quando si dice che la locandina dice tutto.

Cannibal dice: Lavoro italiano che sa di amatorialità e di pane & salame. Potrebbe quindi essere la visione fordiana della settimana.
Ford dice: lavoro italiano di basso cabotaggio che, nonostante non paia per nulla radical, mi attira meno di una recensione esaltata di Cannibal. Passo.



I cantastorie

"Stacco la luce ai Goi. In questo modo spero di tenere Cannibal lontano da internet per un pò."

Cannibal dice: Altro film italiano mandato allo sbaraglio, peccato che gli unici cantastorie che voglio sentire questa settimana sono gli Oasis.
Ford dice: altro film italiano? Altro salto a piè pari.



La ragazza del mondo

"Cannibal mi segue ancora: prima o poi Geova lo fulminerà."

Cannibal dice: Film sui Testimoni di Geova. Penso che farò proprio come quando loro o Ford suonano al mio citofono: lo ignorerò del tutto.
Ford dice: già sono ateo e miscredente, quando poi si parla di Testimoni di Geova, quasi quasi mi incazzo più che con la Chiesa Cattolica. O con Cannibal Kid. Tanti saluti e a mai più rivederci.



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