lunedì 17 giugno 2019

White Russian's Bulletin



Settimana particolare, per il Saloon, che tra lavoro e primi assaggi di vacanze riesce non solo ad essere puntuale nelle pubblicazioni dei post, ma anche a recuperare titoli più impegnati ed impegnativi, in barba alla stagione che, per eccellenza, richiede una bella pausa ai nostri neuroni provati dalla quotidianità.
Una settimana dunque non ricca in termini numerici - del resto, ormai, i sette/dieci film di qualche anno fa me li scordo - ma decisamente stimolante.


MrFord



THE PERFECTION (Richard Shepard, USA, 2018, 90')

The Perfection Poster

Ogni giorno di più Netflix consolida non solo la sua presenza in termini di bacino di utenza, ma anche l'impatto che, nel tempo, ha avuto e sta avendo sul Cinema come lo abbiamo sempre inteso: da parecchio, infatti, penso che il futuro della settima arte vada cercato non tanto - purtroppo - nella realtà delle sale ma in quello dell'on demand fatto esplodere proprio da Netflix stesso, allo stato attuale una realtà con la quale fare i conti non solo pensando alle serie tv ma anche ai titoli che, fino al suo avvento, sarebbero stati esclusivamente destinati alla distribuzione "tradizionale".
Diretto da Richard Shepard, che si era fatto volere gran bene da queste parti per Dom Hemingway, questo The Perfection, giunto sugli schermi di casa Ford spinto dal tam tam della blogosfera, si è rivelato una visione non perfetta ma senza dubbio in grado di rimanere impressa per argomenti alti - i continui plot twists, le differenti vedute e ribaltamenti del revenge movie - e bassi - il trash molto anni novanta stile Boxing Helena, una gran bella sequenza lesbo che fa sempre la sua figura, un'altro passaggio divenuto subito argomento di discussione che non è così clamoroso ma senza dubbio un esperimento mai o raramente provato -, poco plausibile ma guardabilissimo, un buon modo per avere conferma che il Cinema, quando ci sono idee, può essere sempre stimolante anche quando, tornando sul titolo, la perfezione resta ben lontana.




BILLIONS - STAGIONE 3 (Showtime, USA, 2018)

Billions Poster

Quando si parla di serie tv, una delle cose più difficili che si possa immaginare è trovare quei titoli in grado di mantenere alto lo standard stagione dopo stagione, senza banalizzare i personaggi principali o le situazioni, cadere nel troppo melodrammatico o nello scontato, cominciare a non giustificare più nulla o quasi.
Billions, partito e sviluppatosi in sordina rispetto ad altri titoli saliti alla ribalta delle cronache negli ultimi anni, al terzo giro di giostra può senza troppi patemi dichiararsi parte della categoria: attorno al rapporto in continua evoluzione - e che evoluzione! - tra Chuck Rhoades e Bobby Axelrod gli autori hanno predisposto un'architettura complessa di situazioni e comprimari profondi e credibili, giustificando ogni colpo di scena, lasciando che i due main charachters prendessero binari diversi e apparentemente di direzioni opposte per poi riportarli drasticamente vicini, e in un modo che non ci si sarebbe potuti aspettare tornando alle due stagioni precedenti e ad una parte di questa, pur spesa con Chuck e Axe alle prese con nemici diversi da loro stessi.
Come sempre grande lavoro attoriale di Giamatti e Lewis, solida la scrittura ed avvincente il prodotto, anche per chi, come questo vecchio cowboy, di borsa e legislazione capisce più o meno quanto di danza classica: inutile dire che l'hype per la season four partita in primavera è già altissimo.




IL TRADITORE (Marco Bellocchio, Italia/Francia/Brasile/Germania, 2019, 135')

Il traditore Poster

Ricordo bene, ai tempi delle medie - parliamo dei primi anni novanta -, quando a scuola qualcuno "la cantava" e veniva additato come un "Buscetta", una spia, una persona che andava e doveva essere emarginata. Nella logica di ragazzini spesso insensibili per età e spessore culturale, si seguiva la moda ispirata dalle vicende del più noto tra i collaboratori di giustizia in anni in cui la Mafia insanguinava l'Italia simbolicamente come non aveva mai fatto prima, gli anni di Falcone e Borsellino, due dei più grandi personaggi pubblici che il nostro Paese abbia mai conosciuto nella sua Storia.
Bellocchio, regista inossidabile in pieno stile Clint - per quanto, politicamente, i due non potrebbero essere più diversi -, autore di film grandiosi come I pugni in tasca, L'ora di religione, Buongiorno notte, Vincere, mostra uno dei personaggi più controversi di quel periodo da un lato che non ci aspetteremmo, il più terribile, naturale, sfaccettato di tutti: quello umano.
Tommaso Buscetta era un criminale, eppure nel corso di oltre due ore serratissime per piglio e ritmo, nel suo rapporto con Cosa Nostra ed i suoi esponenti - mostrati nella banalità terribile del loro male e dell'ignoranza che circondava figure come quelle di Riina - e soprattutto con il già citato Falcone - la scena più bella della pellicola, il loro ultimo saluto, è da brividi - quella che emerge dalla pellicola è la sua componente umana, la stessa che rende l'Uomo l'animale più pericoloso che esista ma anche quello in cui, in una misura o nell'altra, da appartenenti alla specie ci riconosciamo.
E così, pur essendo assolutamente dalla parte di Falcone, pur essendo contrario al concetto di "spione" non per omertà ma per correttezza, ho finito a passare ogni minuto della visione mettendomi dal lato della barricata di Buscetta, osservando le scelte che, in situazioni estreme, è necessario compiere per tutelare se stessi ed i propri figli, osservando uno Stato spesso e volentieri più criminale dei criminali - clamorose le apparizioni di Andreotti -, il degrado morale che colpisce non solo la società ma anche le associazioni a delinquere, mi sono ritrovato in lui quando dichiara sempre a Falcone "Riina ha sempre preferito esercitare il potere che fottere, io no. Io ho sempre amato le donne". E a conti fatti, ho riflettuto che, se fossi stato l'ultimo di diciassette figli in una famiglia povera della Palermo degli anni venti e trenta, se fossi cresciuto in un ambiente che lasciava ben poche possibilità di scelta, da uomo che ama più le donne e la famiglia che non il potere, forse sarei finito esattamente come lui.
Avrei stimato Falcone perchè avrei invidiato il suo coraggio e la sua integrità, mentre io sarei stato banalmente un peccatore, per dirla alla vecchia maniera.
Essere umani è sfaccettato, ma anche clamorosamente semplice.
Raccontarlo, però, è una cosa da Maestri. Come Bellocchio.


11 commenti:

  1. Trashata chic The Perfection, mi ha divertito moltissimo.
    Curioso per Favino, che purtroppo ho mancato al cinema.

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    1. Divertente e molto strambo. Una visione che si ricorda.
      Favino, secondo me, ha centrato l'obiettivo. Come Bellocchio.

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  2. Concordo su Billions, una delle poche serie che nel corso delle stagioni non perde smalto ;)

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    1. Davvero notevole, una serie solida e sempre avvincente.

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  3. Ho adorato sia The Perfection che Il traditore, per motivi diversi.
    Fortuna che ho superato il "timore mattonata bellocchiana" o mi sarei persa un film splendido.

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    1. The perfection funziona, per quanto per nulla "perfetto". Una visione disturbante e divertente.
      Il traditore un grande film, senza se e senza ma.

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  4. Questa volta sto su giudizi più tiepidi io, che The Perfection per quanto godibile l'ho trovato piuttosto dimenticabile, e Il Traditore che ho subito più di quello che pensavo e non ho apprezzato più a livello di racconto che di tecnica. C'è qualcosa che mi ha distanziato, forse i tanti snodi, non facili da gestire.

    Billions abbandonato a stagione 1, continua a non stuzzicare la voglia di essere recuperato.

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    1. Billions, nonostante l'argomento trattato, mi incolla ancora oggi allo schermo. Ottima serie.

      The perfection non è per nulla perfetto, ma io l'ho trovato così assurdo da risultare assolutamente da ricordare.
      Mentre invece Il traditore mi è apparso da subito un grande film. Forse classico per certi versi, ma davvero grande.

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  5. Dopo la tua esaltazione de Il traditore, sono quasi sicuro che lo considererò uno dei film più sopravvalutati dell'anno... ;)

    The Perfection fighissimo nella sua imperfezione e nel suo trash molto anni '90. Avrei immaginato che l'avresti detestato. °___°

    Billions purtroppo m'ha stufato un bilione di anni fa...

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    1. Su Il traditore ci scommetterei, sarei deluso del contrario! ;)
      The perfection, invece, per quanto imperfetto non si è affatto fatto detestare. Sarà che è molto pane e salame. ;)
      Billions, invece, gran prodotto. Non mi stupisce che tu non lo segua più! Ahahahahah!

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