mercoledì 12 giugno 2019

White Russian's Bulletin



L'estensione del ritardo della rubrica dedicata alle uscite in sala al Bulletin è ormai una nuova e favolosa tradizione del Saloon, sempre più schiavo degli orari ballerini del lavoro e delle sessioni in palestra del vecchio cowboy. Questa settimana, però, non porta in dono solo il misero titolo rosicato resistendo alle penniche da divano, ma almeno un paio di interessanti visioni - una in particolare - pronte a scuotere lo spettatore nel profondo.


MrFord



ALADDIN (Guy Ritchie, USA, 2019, 128')

Aladdin Poster

Il primo dei titoli a passare dal bancone del Saloon, nonostante quello che ho scritto poco sopra, non rientra nel novero di quelli destinati a scuotere lo spettatore: consueto sfoggio di denaro, effetti e poche idee della Disney legata alle rivisitazioni live action dei suoi più classici film d'animazione - rivisitazioni che non sto amando per nulla -, il lavoro di Guy Ritchie - sono lontani i tempi di Lock&Stock - è tecnico ma da emozioni zero, il genio di Will Smith - che pure mi è sempre stato simpatico - troppo gigioneggiante per risultare simpatico quanto l'originale, la riproposizione della storia, per chi ha amato il cartoon, poco incisiva.
Perfino i Fordini, che per settimane avevano chiesto di guardarlo, hanno prestato scarsa attenzione se non nei momenti destinati alle nuove versioni delle canzoni più famose: nulla di particolarmente brutto, dunque, ma davvero incapace di rimanere davvero impresso nella memoria. Che forse è anche peggio.




UNICORN STORE (Brie Larson, USA, 2017, 92')

Unicorn Store Poster

L'esordio dietro la macchina da presa di Brie Larson, attrice molto amata sia dal grande pubblico che da quello radical, è passato attraverso Netflix e la blogosfera come una piccola tormenta, lasciando incantati molti dei miei colleghi da queste parti: approcciato quasi per caso nel corso di una cena in solitaria post palestra, si è rivelato un esperimento interessante e a tratti magico, coraggioso nel raccontare il disagio e anche la ricostruzione di se stessi attraverso una storia d'amore - perfetto il personaggio di Virgil, il migliore della pellicola -, in grado senza dubbio di incantare o, comunque, tornando al discorso a proposito di Aladdin e Guy Ritchie, di rimanere comunque nella memoria e nel cuore.
Di contro, si tratta senza dubbio di un'opera molto naif - in alcuni passaggi pure troppo, per usare un vecchio adagio -, rischiosa nell'utilizzo di personaggi come quello interpretato da Samuel Jackson - decisamemente caricaturale e forzato, a mio parere - e ostica per chi, di norma, lascia che i sogni e un certo tipo di approccio alla vita restino ben chiusi in un cassetto. 
Problemi loro, normalmente mi verrebbe da dire, e forse è così: ma se anche a chi quel cassetto lo tiene ben aperto la sensazione della sbronza da eccesso di "unicornità" viene, significa forse che la buona Brie si sia lasciata almeno in parte fuggire il controllo della sua creatura. 
Che comunque, difetti compresi, ha davvero dei signori colori.




CHERNOBYL (HBO, USA/UK, 2019)

Chernobyl Poster


Ricordo solo vagamente la primavera dell'ottantasei, quando anche in Italia giunse la paura della nube tossica figlia del terrificante incidente di Chernobyl, quando consigliarono di evitare insalate, latticini, prodotti freschi: la tragedia legata all'esplosione del reattore numero quattro della centrale, considerata - con quella di Fukujima del duemilaundici - la più grave della Storia dell'umanità nell'ambito del nucleare, ha generato nel tempo polemiche, sospetti, opinioni e ogni sorta di punto di vista nato e sviluppato prima e dopo la disgregazione dell'URSS.
Craig Mazin, a partire dalla cronaca dell'incidente, regala cinque episodi di quello che più volte mi è apparso come un vero e proprio horror, portato in scena dagli errori umani e dalle bugie che provocarono un disastro di proporzioni clamorose che, senza il sacrificio di uomini e donne impegnatisi per mesi per contenerlo avrebbe potuto essere addirittura biblico: dalle strade di Pripyat - la città più colpita dalle radiazioni, oggi fantasma - alla centrale stessa, per finire attraverso i corridoi del potere più o meno occulto dell'Unione Sovietica al principio della sua disgregazione, assistiamo ad una lotta di cui si fanno simbolo i personaggi - scritti alla perfezione - di Legasov e Shcherbina, i due responsabili delle operazioni di contenimento dell'incidente, interpretati ottimamente da Jared Harris e Stellan Skarsgaard.
Una storia terribile raccontata con la tensione del thriller ma che riesce, al contempo, a far riflettere sui ruoli della politica e della Scienza, e sull'indefessa ricerca della verità insita in quest'ultima, pronta a muovere i cuori e le vite di chi nella stessa ha deciso di credere.
Un lavoro monumentale e da brividi, che tiene inchiodati allo schermo e si presenta come uno dei titoli più importanti che il piccolo schermo abbia regalato al pubblico non solo quest'anno, ma dai tempi della prima stagione di True Detective.
Se non l'avete fatto, dunque, abituate le orecchie al raggelante ronzio dei contatori geiger, indossate le giuste protezioni ed avventuratevi in un viaggio dal quale sarà impossibile uscire come si era prima.


12 commenti:

  1. Devo assolutamente vedere la serie HBO.
    Aladdin mi ha piacevolmente sorpreso, tra i live action più piacevoli secondo me. Lo stesso non posso dire della Larson, molto standard, anche se fa piacere rivederla alle prese con l'indie dopo gli schiamazzi Marvel.

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    1. La serie è davvero notevole, recuperala.
      Per il resto, Aladdin non mi ha lasciato davvero nulla, mentre la Larson ha buoni spunti ma è stata un pò troppo naif. Peccato veniale, ha margini di miglioramento. :)

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  2. Chernobyl l'ho iniziato da pochissimo e fa più paura di certi horror. Aspetto a dirne di più però.
    Quanto ad Aladdin, bravi i fordini che han capito da subito che non era un granché questa riproposizione, il confronto con l'originale è inevitabile e fa sempre più chiedersi il motivo (i soldi, ok) di queste operazioni.
    Quanto ai colori di Unicorn Store sono fra i blogger che ne sono rimasti incantati, difetti ce ne sono, ma il brio della Brie li nasconde bene.

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    1. La Larson, come scrivevo a Ink, è stata brava anche se forse un pò troppo naif, comunque promette bene.
      Per il resto, Aladdin sciapo e Chernobyl davvero inquietante.

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  3. Su Aladin ho sentito gente che lo ritiene bello (tuttavia la politica dei remake della Disney l'ho già trattata in un post del mio blog). Chernobyl può meritare una visione (anche perché in quegli anni io c'ero) e gli unicorni della Larson mi fanno pensare a film come Me You And Everyone We Know, Ghost World e cose del genere (che tra l'altro consiglio a chi non li ha mai visti). Verificherò appena possibile se la sensazione è giusta.

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    1. Concordo rispetto ai paragoni che fai per Unicorn Store, anche se i titoli che hai citato, secondo me, sono tutti superiori al lavoro della Larson. Per il resto, non ho ancora capito lo scopo non economico dei live action Disney, mentre su Chernobyl solo pelle d'oca. Anche io ricordo il periodo.

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  4. Di Chernobyl ne state parlando tutti benissimo ma ovviamente dato lo scarso tempo a disposizione e le millemila serie da seguire/finire, considerato che vorrebbe vederla anche il Bolluomo che ha sempre settemila impegni, chissà quando riuscirò ç_ç

    Aladdin, da fan scatenata dell'originale, non mi è dispiaciuto quanto avrei temuto. Benissimo la dama di compagnia di Jasmine, benissimo Jasmine, malissimo Jafar e Jago.

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    1. Aladdin, invece, a me è passato come se niente fosse. Davvero inconsistente.
      Chernobyl, invece, guardatelo. Presto.

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  5. Ne sto sentendo di cose su Chernobyl, tante, nella maggior parte positive, e mi rinfranca saperlo ;)

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    1. Una delle cose migliori che abbia visto di recente. Da recuperare.

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  6. Chernobyl serie interessante, ma tutt'altro che perfetta o esente da difetti come vorresti farci credere.
    Già il fatto che dei personaggi russi parlino con perfetta pronuncia da milord inglesi fa capire che la ricostruzione non è che sia proprio affidabile e veritiera come vorrebbe far pensare... :)
    A tratti poi è parecchio noiosa, e diciamolo.

    Dei difetti presenti nell'adorabile Unicorn Store invece ne parli. Come al solito da queste parti due pesi e due misure, vero Ford? ahahah

    Il fatto che Aladdin non abbia emozionato neppure un eterno bambinone come te quasi mi preoccupa. Cosa sta succedendo alla Disney, non riesce più ad arruffianarti?

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    1. Ci si arrampica sugli specchi, eh!? ;)
      Quanti film di produzione americana, allora, anche che hai esaltato tu per primo, sarebbero passibili della stessa critica, che tra l'altro non incide sulla qualità del prodotto?
      Il discorso dei due pesi e due misure, poi, rispetto a Unicorn Store, è assurdo: in Chernobyl ho visto un'opera dolente e spaventosa tratta - cosa ancora più spaventosa - da un avvenimento reale, tesissima e che non mi ha lasciato respiro, dall'altra un esperimento carino con buone idee ma che ha elementi naif che fanno sembrare un thriller Amelie. ;)
      Meno male che, ogni tanto, torniamo a discutere come si deve. :)

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