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sabato 13 settembre 2014

Fringe - Stagione 5

Produzione: Fox
Origine: USA
Anno: 2013
Episodi: 13




La trama (con parole mie): ripescati dall'ambra ventuno anni nel futuro rispetto alla loro epoca Walt e Peter Bishop, Olivia e Astrid si ritrovano in un mondo dominato dagli Osservatori che vede i giorni dell'umanità praticamente contati. Aiutati dalla resistenza e dalla figlia ormai adulta Etta si trovano a combattere per realizzare un piano orchestrato dallo stesso Walter in compagnia del misterioso Donald nel passato ed impresso su una serie di videocassette che dovrebbe portare i nostri ad annullare la minaccia degli Osservatori stessi grazie ad una sorta di paradosso temporale che induca la misteriosa razza ad autoannullarsi.
Sarà una lotta dura e non priva di sacrifici anche in termini di vite, ed uno scontro all'ultimo sangue con gli invasori guidati dal glaciale e spietato Capitano Windmark.






Dopo un inizio difficoltoso ed una prima visione del pilot che rimase un episodio isolato per anni in casa Ford, Fringe ha rappresentato, nelle ultime stagioni di visioni "da tavola" degli occupanti del Saloon un appuntamento fisso e decisamente amato, costruito su un gruppo di personaggi memorabile e sulla contaminazione di generi, dalla sci-fi classica ai paradossi temporali, dal thriller all'horror, da X-Files agli scenari in pieno stile Blade runner di questa ultima stagione, giocata tutta su un futuro assolutamente distopico ed orwelliano all'interno del quale i protagonisti si trovano a fronteggiare i più enigmatici tra i comprimari delle precedenti seasons, gli Osservatori.
Occorre comunque ammettere che i primi episodi hanno rappresentato una fonte di discreto disorientamento per noi Ford, abituati ad un piglio decisamente più efficace - e soprattutto alle ottime stagioni due e tre - e ad un ritorno emotivo in grado di fare il paio con l'intrattenimento: rodato, però, il meccanismo, e stabilito un certo equilibrio legato al cambio dell'ambientazione, la creatura di J. J. Abrams è riuscita a riguadagnare il terreno perduto finendo per piazzare un finale toccante e decisamente perfetto per l'intera serie, poggiata sulle spalle del meraviglioso Walter - evidentemente un nome che porta bene, sul piccolo schermo - Bishop interpretato alla grandissima da un John Noble in spolvero totale, toccando un tema sempre affascinante come quello dei viaggi e dei paradossi temporali che, da Ritorno al futuro a Ricomincio da capo, è sempre stato un vero e proprio must da queste parti.
Senza dubbio la riduzione del numero degli episodi rispetto alle annate precedenti ha finito per influire sullo script - passaggi come il destino di Etta, quello di Nina Myers o di Broyles, così come il viaggio di Olivia nella dimensione parallela che era stata protagonista della quarta stagione, il ritorno della parte "oscura" di Walter o il tentativo di Peter di rendersi il più simile possibile agli Osservatori avrebbero meritato decisamente più spazio, ed una calma maggiore nello scioglimento delle trame e sottotrame - e la stessa Olivia, main charachter fin dal principio, risulta nettamente ridimensionata sia nell'importanza che nell'impatto sull'opera, perdendo parte del carisma che l'aveva contraddistinta in precedenza, eppure il lavoro su Walter e Donald/Settembre, unito agli spunti legati ai rapporti che si evolvono tra padri e figli riescono a sopperire alle mancanze e alle imperfezioni di una chiusura di serie che, nel bene o nel male, rimane all'altezza di un prodotto sicuramente di genere ma ugualmente in grado di appassionare e legare a se spettatori anche normalmente non avvezzi a sci-fi ed affini.
Se, a questo, si aggiungono il recupero di molti riferimenti alle annate precedenti - dai casi Fringe usati come armi contro gli Osservatori ai misteriosi simboli comparsi fin dal principio prima di ogni interruzione pubblicitaria - ed un episodio conclusivo commovente quanto dedicato all'azione - ottimo il confronto finale con il detestabile Windmark, perfetto "cattivo" quasi da fumetto -, il compito è assolto.
E, a volte, il passaggio di testimone assume il significato di una "nuova speranza" che gli appassionati di fantascienza conoscono bene.
Anche quando si tratta soltanto di un tulipano tracciato su un foglio bianco.




MrFord




"Who knows? Not me.
We never lost control
you're face to face
of the Man who Sold the World."
David Bowie - "The man who sold the world" - 



sabato 7 settembre 2013

Holydays series

La trama (con parole mie): continua la carrellata dedicata alle visioni che hanno caratterizzato le vacanze fordiane, con un post dedicato, questa volta, alle tre serie passate dalle parti del Saloon nel corso del mese di agosto. Generi diversi, produzioni agli antipodi, approcci distanti per tre titoli ugualmente interessanti per ogni amante della qualità da piccolo schermo.



DEAD SET (UK, 2008)


Da tempo in attesa di essere testata dagli occupanti del Saloon, questa mini di produzione britannica ha raccolto, tra gli appassionati del genere, una certa approvazione che, nel corso degli anni, è riuscita a renderla una sorta di piccolo cult.
Tecnicamente pessima e molto b-movie, l'opera è sicuramente interessante, arricchita da un'ironia nerissima e resa più tosta da un finale per nulla consolatorio: peccato che l'impianto scenico e la regia siano davvero troppo elementari, e nonostante una galleria di personaggi azzeccatissimi - su tutti il perfido produttore Patrick - si passi tutto il tempo a sperare che, prima o poi, negli States si decidano a produrne un remake con tutti i fondi e la qualità del caso.
Ad ogni modo, una scheggia impazzita che il pubblico di nicchia gradirà.


FRINGE STAGIONE 4 (USA, 2011/2012)


Le vicende dei protagonisti della creatura plasmata dal team di J. J. Abrams che ha raccolto l'eredità di Alias portandola nel mondo della sci-fi proseguono con una stagione che ha come linea conduttrice il caos organizzato che regna a cavallo tra Tempo, Spazio e varie Realtà.
Presente e Futuro si incontrano in quello che, di fatto, è uno dei riferimenti di genere più interessanti del piccolo schermo dai tempi di X-Files, intrecciando un cast sempre più affiatato - all'interno del quale spicca il mitico Walter Bishop di John Noble - ad un vero e proprio bombardamento di paradossi e mondi alternativi da capogiro anche per gli spettatori più attenti - nerd esclusi -.
I fasti della seconda annata restano ineguagliabili, ma senza dubbio siamo di fronte ad un ottimo viatico per la stagione conclusiva.


LES REVENANTS STAGIONE 1 (2012)


Ed ecco il primo titolo, tra quelli mostrati fino ad ora in questa carrellata legata all'estate, che avrebbe meritato un post tutto suo: i nostri cugini d'oltralpe, dopo aver mostrato negli ultimi anni cosa riescono ancora a fare con la settima arte - cosa che, purtroppo, noi qui nella Terra dei cachi ci scordiamo -, sfoderano lo stesso talento anche per i serial, ispirandosi proprio ad un film per consegnare al pubblico una delle proposte più interessanti che la televisione abbia offerto negli ultimi anni.
Atmosfere alla Twin Peaks, colonna sonora ipnotica firmata Mogwai, un crescendo che sconfina nell'horror dopo essere partito dall'intimità di drammi esplosi in seno a famiglie intere, riflessioni profonde sul senso della vita, della perdita, del dolore e dell'amore, senza contare una critica neppure troppo velata agli organi di controllo come le forze dell'ordine e la Chiesa.
Unica pecca un'eccessiva freddezza che, a tratti, non permette il giusto coinvolgimento emotivo degli spettatori. Ma è davvero poca cosa di fronte all'affresco che viene offerto e che promette scintille per la seconda stagione.


MrFord

To be continued...

mercoledì 31 luglio 2013

Fringe - Stagione 3

Produzione: FOX
Origine: USA
Anno: 2011
Episodi:
22




La trama (con parole mie): i membri della Divisione Fringe sono sempre più alle prese con i guai legati al sovrapporsi progressivo del nostro universo e di quello parallelo violato ventisei anni prima da Walter Bishop per salvare il Peter di quella realtà e portarlo nella nostra a sostituire il suo stesso figlio deceduto.
Lo scambio delle Oliva Dunham dei due mondi complica ancor più le cose, finendo per aumentare la tensione ed accelerare l'avvento di una guerra che potrebbe distruggere completamente sia una che l'altra Terra, al quale, forse, neppure gli apparentemente onniscenti Osservatori possono porre rimedio.
Toccherà ad Olivia e Peter, sempre più legati l'uno all'altra, sfruttare talento, coraggio, sfrontatezza ed un pò di improvvisazione suggerita da Walter per trovare una soluzione per impedire quella che potrebbe essere la fine di tutto, e di tutte le linee temporali possibili dall'ormai non più così vicino ottantacinque del Vecchio Millennio al duemilaventisei del Nuovo.




Tra le creature firmate J. J. Abrams, Fringe è stata quella che ha dovuto lottare con più forza per farsi apprezzare in casa Ford, complici un pilota che, ai tempi, non riuscì a conquistarci, ed il fatto che ad ogni potenziale momento buono corrispondesse l'arrivo di un titolo in grado di incuriosire maggiormente di questo gli occupanti del Saloon.
Quando la prima stagione, infine, riuscì a trovare il suo spazio, episodio dopo episodio arrivò a farsi voler bene sia per lo strambo cocktail servito dagli autori - una sorta di punto d'incontro tra il fu Alias e X-Files - che per i suoi protagonisti, dalla determinatissima Olivia al sempre pieno di risorse Peter, passando per lo statuario Broyles, la mascotte della squadra Astrid e soprattutto lui, il mitico, stralunato, pesantemente drogato Walter Bishop, scienziato pazzo nell'accezione migliore del termine.
Con la seconda annata le potenzialità del titolo parvero letteralmente esplodere, ponendo le basi per un proseguo della vicenda da cardiopalma, ed assestandosi tra i preferiti dei Ford per quanto riguarda il piccolo schermo: con questo terzo giro di giostra, occorre ammetterlo, i vulcanici creatori di Alias fanno un piccolo passo indietro rispetto all'annata precedente, dovuto principalmente all'enorme quantità di carne messa al fuoco e ad un indirizzo non ben delineato della stagione - il conflitto tra gli universi paralleli? Il rapporto tra Olivia e Peter? I casi passati per le mani alle due divisioni Fringe? -, che soltanto nella parte finale pare recuperare l'unità che era mancata per la sua quasi totalità portando a casa una conclusione che pone ulteriori interrogativi e solletica l'immaginazione per quelle che saranno le ultime due seasons del serial.
Badate bene, però, a non leggere questa critica in senso troppo negativo, anche perchè Fringe rappresenta senza dubbio una delle proposte più coraggiose, insolite e pronte a sfidare l'ignoto che il panorama televisivo possa vantare, dalla sigla adattata a seconda dell'universo in cui si svolge il singolo episodio alle sperimentazioni degli episodi stessi - che oltre ai viaggi nel tempo e attraverso le dimensioni non si fanno mancare perfino i cambi di genere, come l'utilizzo dell'animazione per raccontare la disavventura di Peter, Walter e William Bell alla ricerca di Olivia nella sua mente -, supportati nella loro quasi totalità da un ottimo impianto d'intrattenimento, la giusta dose di interrogativi necessari a mantenere incollati gli spettatori puntata dopo puntata ed una squadra di personaggi che funziona alla grande, in una realtà come nell'altra.
Certo, la storia d'amore tra Olivia e Peter potrebbe fare storcere il naso ai fan più "duri e puri", eppure funziona e con l'inserimento della seconda Olivia - o fOlivia, come direbbe Walter - come terzo elemento di un intricato triangolo sentimentale si hanno tutti gli elementi per comporre una formula senza dubbio dirompente che, specie in relazione alla chiusura di questa stagione, potrebbe essere il pepe delle successive due.
Ben costruita anche la maturazione di Walter, il cui gesto totalmente comprensibile di ventisei anni prima è stato la base per quella che potrebbe diventare la guerra tra due universi, e cui la morte di William Bell ha giovato nonostante l'ossessione dello stesso padre di Peter di recuperare le parti di cervello che lo stesso Bell, su sua richiesta, aveva rimosso per evitare che si sviluppasse la sua parte più disturbata e negativa, emersa invece in Walterativo, uomo disperato cui è stato ingiustamente tolto un figlio e che per lo stesso motivo finisce per cucirsi addosso i panni del "cattivo".
Non mancano dunque, nonostante il leggero passo indietro, riflessioni profonde ed entertainment di altissima qualità per un titolo che riesce ad essere in grado di conquistare gli appassionati di settore e non solo, nonchè uno dei più interessanti dell'intero panorama recente offerto dalla tv.


MrFord


"Deep inside of a parallel universe
it's getting harder and harder
to tell what came first
under water where thoughts can breathe easily
far away you were made in the sea
just like me."
Red Hot Chili Peppers - "Parallel universe" -


lunedì 21 gennaio 2013

Fringe - Stagione 2

Produzione: Fox
Origine: USA
Anno: 2009
Episodi: 23



La trama (con parole mie): la divisione Fringe continua nel suo lavoro rispetto ai casi legati al sovrannaturale, con attenzione particolare alle invasioni del nostro universo ad opera dei misteriosi Osservatori e di alcuni soldati solo parzialmente umani con il potere di cambiare forma mescolandosi ai terrestri come li conosciamo. 
E mentre i rapporti tra Peter e Walter Bishop migliorano di giorno in giorno, Olivia Dunham scopre di essere il fulcro di un'operazione chiave tra quelle effettuate decenni prima dallo stesso Walter in compagnia del vecchio socio William Bell, ormai stabilitosi nella dimensione gemella da cui provengono gli "invasori".
Quello che ancora nessuno sa è che questa guerra tra i due mondi è stata causata proprio dall'intervento di Walter, che una volta visto morire il figlio Peter decise, per guarire il suo "altro" corrispettivo, di rapirlo per condurlo sulla nostra Terra e finire a crescerlo come se fosse suo.




Il recupero di Fringe in casa Ford ha più o meno lo stesso sapore di quello di 24: una serie per anni incensata da amici, conoscenti e parte della critica rimandata a data da destinarsi e dal poco appeal - almeno sulla carta - divenuta, episodio dopo episodio, una piacevole certezza per le visioni da piccolo schermo made in Saloon.
Trascorsa una decisamente più che discreta prima stagione, questa creatura dell'incontenibile J. J. Abrams a metà tra X-Files ed Alias è riuscita a spazzare via ogni residuo di dubbio grazie ad una grande intelligenza nella gestione delle sue risorse, da quelle drammatiche - il rapporto tra Walter e Peter, la questione morale sulle scelte che guidarono il primo nel corso della sua incursione nell'universo parallelo al nostro - a quelle prettamente votate all'intrattenimento, dagli episodi fini a se stessi a quelli "a tema" - splendidi i cambi di grafica della sigla, piacevolissima la versione noir tratta dalla fiaba che Walter racconta alla nipote di Olivia -: Fringe non sarà il nuovo Lost, o uno di quei titoli cui pare di non poter rinunciare, eppure il suo incedere è solido, la logica - per quanto si tratti di argomenti che spesso e volentieri la trascendono - non mostra il fianco e la tensione regge e coinvolge dall'inizio alla fine, un pò come i protagonisti.
Perchè se è pur vero che un prodotto di questo genere, per poter sperare nel successo e soprattutto nella garanzia di qualità, deve poter contare su script all'altezza e regie convincenti, è altrettanto vero che l'empatia che i personaggi principali susciteranno nell'audience finirà per giocare un ruolo chiave almeno quanto il successo in termini di ascolti: in questo senso, la squadra formata dalla divisione Fringe funziona che è una meraviglia.
Olivia Dunham, ferita come la più fragile delle eroine toste e solitarie, destinata a vivere sempre in perdita - fondamentali i due episodi legati al destino di Charlie Francis e alla rivelazione dei suoi sentimenti per Peter - e ad allargare le spalle per reggere un peso che pare comunque troppo grande; Peter Bishop, genio in perenne confronto con il padre ed in bilico tra la scelta di vivere istintivamente la propria vita e quella di approcciarla razionalmente, con la spada di Damocle rappresentata dal genitore a pendergli sul collo; Astrid Farnsworth, fedele ed insostituibile spalla ed assistente, apparentemente "invisibile" eppure sempre presente, come una sorella che sostiene senza che i fratelli minori e casinisti possano accorgersene anche soltanto da lontano; Philip Broyles, comandante dai modi spicci da duro sempre pronto a giocarsi il tutto e per tutto per la sua squadra; ed infine, il vero asso nella manica di Fringe: Walter Bishop.
Fragile ed indifeso, geniale ed assolutamente pericoloso, spontaneo ed a suo modo letale, un predatore dormiente come pochi se ne sono visti nella storia dei serial televisivi: in questo senso, ottimo davvero John Noble a donare uno spessore clamoroso ad un personaggio di quelli che ogni attore sognerebbe di interpretare e sceneggiatore di scrivere, considerate tutte le sfumature che è in grado di regalare.
Al cocktail già vincente di una squadra di questo genere si unisce un crescendo davvero incisivo che lascia aperti sbocchi interessantissimi per l'evoluzione della serie, che con l'avvicinamento dei due universi finirà per regalare allo spettatore quasi una doppia razione di se stessa, grazie ai personaggi presenti nelle loro differenti - a volte addirittura opposte - versioni.
Un plauso dunque agli autori, oltre che agli interpreti, che hanno saputo rivitalizzare un genere tendenzialmente di nicchia e ad uso e consumo dei nerd più nerd conferendogli quell'approccio cool che una serie del nuovo millennio deve sperare di possedere nel tentativo di fare breccia e diventare, costi quel che costi, un classico del genere.


MrFord


"I'm starting with the man in the mirror
I'm asking him to change his ways
and no message could have been any clearer
if you wanna make the world a better place
take a look at yourself, and then make a change."
Michael Jackson - "Man in the mirror" -




giovedì 18 ottobre 2012

Fringe Stagione 1

Produzione: Fox
Origine: USA
Anno: 2008
Episodi: 20




La trama (con parole mie): quando un volo che dalla Germania atterra a Boston portando i passeggeri uccisi ed infettati da un virus mai visto in precedenza, l'agente dell'FBI Olivia Dunham viene reclutata per avviare le indagini che la condurranno alla scoperta del misterioso "schema", una sequenza di eventi che numerose organizzazioni governative e private seguono con interesse perchè legato a scoperte incredibili e nuove frontiere della scienza.
La giovane donna recluta così Walter Bishop - una sorta di "scienziato pazzo" responsabile nel corso degli anni settanta di numerose sperimentazioni segrete per conto del governo, da tempo ormai ricoverato in un istituto di igiene mentale - e suo figlio Peter, un giovane dall'altissimo quoziente intellettivo ma decisamente incostante che ha vissuto sempre al confine della legge, e spesso oltre.
A loro si aggiunge l'analista Astrid Farnsworth, che farà da assistente al professore mentre Olivia si occuperà di mantenere i rapporti con l'agenzia ed il suo capo Philiph Broyles, legato a doppio filo con la misteriosa Massive Dynamic.





Era dai tempi di Alias che non mi divertivo così tanto con una serie "giocattolo": evidentemente, quel matto di J. J. Abrams sa sempre come fare breccia nel cuore degli occupanti di casa Ford, e con Fringe piazza l'ennesimo colpo di una carriera che, fino ad ora, ha portato sui nostri schermi quasi esclusivamente successi - se si eccettua il noioso terzo capitolo di Mission impossible -.
A dire il vero questa prima stagione di un serial che ha raccolto, negli anni, sempre più fan andando di fatto ad unire gli appassionati dell'action - e torniamo ad Alias - a quelli della fantascienza - siamo di fronte, di fatto, all'erede più riuscito di X-files - giunge in ritardo dalle parti del Saloon a seguito di un inizio non proprio convincente: ormai quattro anni fa, infatti, spinti dallo stesso amico che consigliò Lost, io e Julez ci dedicammo con poca attenzione all'episodio pilota senza rimanerne particolarmente colpiti, riponendo di fatto l'intera produzione nel cassetto a prendere polvere mentre una dopo l'altra numerose proposte da piccolo schermo sfilavano regolarmente davanti ai nostri occhi.
Tornare sui nostri passi si è rivelato, in questo caso, un'ottima scelta, tanto da tenerci inchiodati alla sedia episodio dopo episodio nel corso dell'interessantissima prima stagione di un serial che, a quanto so e a quanto sembra, pare ancora avere in serbo numerose carte da giocarsi, oltre a dare l'impressione di una scorta di potenziale pronto ad esplodere un'annata dopo l'altra: i personaggi - anche secondari - risultano azzeccati e sicuramente in grado di alimentare il sentimento di affezione nel pubblico - personalmente, la mia preferenza va allo scombinato ed instabile Walter Bishop -, i colpi di scena sono ben distribuiti e decisamente sconvolgenti - dal pilota incentrato sulla figura dell'agente Scott al season finale con le rivelazioni sul mondo delle realtà alternative e Peter Bishop - e soprattutto la varietà di casi che la Divisione Fringe affronta - e che fornisce da scheletro per la struttura ad episodi - permette agli appassionati e non di confrontarsi con i numerosi volti della sci-fi, dalla distorsione di spazio e tempo alle creature mostruose - l'episodio quasi horror dedicato al mostro mutato geneticamente fuggito da un laboratorio farmaceutico mi ha divertito tantissimo -, dai viaggi nella coscienza dei defunti ai programmi per computer in grado di friggere il cervello.
Senza dubbio l'intero prodotto deve ancora trovare una sua identità precisa - alcune sottotrame risultano piuttosto abbozzate, e a tratti si ha l'impressione che gli episodi di casi all'esterno dello "schema" siano troppo slegati dal resto della narrazione, quasi fossero riempitivi -, eppure la creatura dei padri di Alias funziona, avvince e diverte, e con il climax che ha chiuso la stagione ha di fatto posto le basi per una seconda tornata che suona già come un passaggio effettivo alla maturità della proposta: il fatto, poi,  di non essere troppo nerd rende possibile l'avvicinamento da parte dei più incalliti amanti dell'action, e ad un tempo grazie alle parti più pane e salame - rappresentate idealmente dalle spesso e volentieri estemporanee esternazioni di Walter - è in grado di "umanizzare" anche i più maniacali tra i fan della fantascienza, rimasti orfani di Mulder e Scully e da allora praticamente inconsolabili - non fosse per qualche fiammata come l'ottimo Star Trek sempre targato Abrams -.
A questo punto, è praticamente ovvio non solo che esistano altre forme di vita, ma anche che in casa Ford non lasceremo passare quattro lunghi anni prima di buttarci sulla seconda stagione.


MrFord


"Se non esistessero i fiori
riusciresti ad immaginarli
se non esistessero i pesci
riusciresti ad immaginarli
in altre zone di questo universo
è facile da realizzare
che esiste tutto ciò che io non riesco
ancora ad immaginare."
Bluvertigo - "Altre forme di vita" -


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