Penso sia ormai risaputo quanto adori l'universo letterario di Joe Lansdale, ed in particolare quelle che sono le sue due creature più riuscite: Hap e Leonard.
Per anni - anche quando ho avuto l'occasione di chiacchierare direttamente con il loro padre letterario - ho sognato una serie che potesse vederli come protagonisti, magari proprio con una stagione dedicata ad ogni romanzo - cosa che sta avvenendo, fortunatamente -: lo scorso anno, ai tempi dell'uscita della season d'esordio, fui felice di vedere finalmente un prodotto ben confezionato dedicato ai nostri eroi giungere sullo schermo, meno delle scelte di casting, incentrate su James Purefoy - che non ho mai amato - e Michael Kenneth Williams - bravo, ma a mio parere troppo "piccolo" per rappresentare il tostissimo Leonard -.
Probabilmente, essendo stato un avido lettore delle loro avventure, ho finito per farmi condizionare molto dai particolari - nel ciclo di romanzi la storia comincia quando i due improvvisati detectives hanno più o meno trentacinque anni, e vedere due attori alle soglie dei cinquanta nei loro panni fa decisamente strano, ad esempio - frenando gli entusiasmi nonostante il primo ciclo mi avesse comunque discretamente soddisfatto: potrei dire quasi la stessa cosa rispetto a Mucho Mojo, peraltro il mio capitolo preferito delle avventure dei due amiconi, che mi sono goduto per ognuno dei suoi sei episodi nonostante l'ombra dell'opera originale abbia finito per incombere e non poco sugli stessi.
Ammetto, infatti, che mi mancano molto sia la componente comica che quella action delle pagine scritte - in quel caso, si ride tantissimo e i due amici picchiano neanche fossero ispiratori di una decina di action del periodo anni ottanta -, e che sia normale constatare un certo snellimento del plot in modo da non intasare troppo il prodotto - sei episodi sono effettivamente pochi, rimanendo sullo standard dei quaranta minuti -, ma ho cercato comunque di staccarmi dalla modalità "fan dei romanzi" in modo da non inquinare troppo la visione.
Il risultato mi ha ricordato il lavoro compiuto dagli autori sulla prima stagione e da Jim Minckle - tra questi - su Cold in July - sempre figlio della penna di Lansdale -: un prodotto ruvido e solido, pane e salame, onesto, che porta in scena un noir caldo e di pancia, racconta cose toste senza essere pesante e si presenta come qualcosa di fruibile e fresco, e perfino gli interpreti dei due protagonisti hanno iniziato a sembrarmi in parte - cosa non da poco, soprattutto per quanto riguarda Purefoy -.
Una visione, tra l'altro, perfetta per questi primi caldi, che avvince e lancia l'amo - come già fece lo scorso anno - rispetto a quello che è il romanzo più cupo della saga di Hap e Leonard, Il mambo degli orsi, che corrisponderà alla terza stagione già confermata: non si tratterà di una cosa potente come True Detective o Fargo, certo, ma Hap e Leonard ben rappresenta un genere considerato troppo spesso "di genere" e poco più nonchè un'occasione, per chi non conoscesse i romanzi che hanno ispirato il prodotto, per conoscere sempre meglio Hap Collins e Leonard Pine.
E credetemi, ne vale davvero la pena.
MrFord